13 luglio 2008

Salviamo Mikhail Yuhanna. Tarek Aziz

Salviamo Mikhail Yuhanna
di Roberto Maurizio


L'arcangelo Michele vola su Bagdad
Basterebbero solo il nome e il cognome per mobilitare tutti i cristiani per la salvezza di Mikhail (l’arcangelo Michele) e Yuhanna (che suona indiscutibilmente come Giovanni, come Giovanni Paolo II). Mikhail Yuhanna è di fede cattolica caldea. Invece, la mobilitazione arriva da “Nessuno tocchi Caino” (come se Mikhail fosse un assassino), dal Satyagrha radicale che si rifà alle tradizioni indiane. Ma dove sono i cristiani? Dov’è la cattolicissima Ingrid Betancourt, dove sono i Casini, i Mastella, gli Andreotti, i Prodi, gli Scalfaro, le Binetti, i Rutelli e le Bindi (i sinistri), dove sono i Berlusconi, i Fini, i Bondi e i Dc d’hoc (i destri), dov’è Bossi (con un piede sinistro e uno destro)?

Tareq, Tariq, Tarak, Tarek


Non è ancora dato di apprendere quale sia il nome giusto di Aziz, che viene storpiato in Tarak, Tariq, Tareq, Tarak, Tarek. E' certo che il nome storpiato in occidente sia lo pseudonimo di Mikhail Yuhanna (in arabo: طارق عزيز, in siriaco: ܜܪܩ ܥܙܝܙ) (Tel Keppe, 1936). Ufficialmente Aziz è stato Ministro degli Affari Esteri (1983-1991) e Vice-Primo Ministro (1979-2003) dell’Iraq sotto il Governo dittatoriale di Saddam Hussein di cui Aziz è stato anche consigliere per molti anni. Pur essendo Saddam, sia Primo Ministro sia Presidente dell’Iraq, Aziz spesso ricoprì il ruolo di Capo di Governo del facto. Aziz rappresentava Saddam nei summit internazionali.


Prigioniero a Camp Crooper


Uno tra gli uomini più ricercati dalla coalizione durante l’invazione dell’iraq, Aziz raggiunse il 25° posto tra i più pericoli per scendere successivamente al 43°. Si arrese il 24 aprile 2003 ed è stato deportato nella prigione di Camp Crooper, vicino a Baghdad, dove attualmente si troverebbe in attesa della condanna a morte.


I crimini commessi
Yuhanna è accusato dell'esecuzione di 40 commercianti colpevoli di aver speculato sui prezzi ai tempi dell'embargo durante il governo di Saddam.



L’Appello di “Stampa, Scuola e Vita”

Salviamo Mikhail Yuhanna




Appello alle autorità irachene e a tutti i cattolici del mondo affinché sia evitato il ricorso alla pena di morte nei confronti di Mikhail Yuhanna.
Al Presidente iracheno Jalal Talabani
Al Primo Ministro iracheno Nuri al-Maliki
Al Ministro della Giustizia iracheno Hashim al-Shibli
Al Presidente del Parlamento iracheno Hajim al-Hassani
Ai politici italiani cattolici (o quasi): Berlusconi, Prodi, Bindi, Casini, etc.
A Ingrid Betancourt

L’ex Vice Premier e già Ministro degli Esteri, Mikahil Yuhanna, si trova da cinque anni custodito nella base militare Usa a Baghdad in attesa che si concluda il processo a suo carico. “Stampa, Scuola e Vita”, convinta che la giustizia faccia il suo corso, chiede che il processo nei confronti di Mikhail Yuhanna sia condotto nel pieno rispetto di tutte le garanzie internazionalmente riconosciute, affinché il processo sia giusto e imparziale. “Stampa, Scuola e Vita” chiede a Ingrid Betancourt di rivolgere un appello personale per la liberazione di Mikhail Yuhanna.

Fermamente convinti
Fermamente convinti, noi di “Stampa, Scuola e Vita”, che la Betancourt si farà soltanto i suoi affari e che tutti i politici cattolici italiani se ne fregheranno, come da tradizione, chiediamo a tutti i cittadini italiani responsabili e indipendenti, di mandare un segnale per fermare l’esecuzione capitale che fra pochi giorni colpirà Mikhail Yuhanna.

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