In viale dell’Astronomia brilla una Stella
di Roberto Maurizio
Emma Marcegaglia
Emma Marcegaglia, nata a Mantova nel 1965, laurea in Economica Aziendale, Master in Business Administration presso la New York University, Amministratore Delegato della Società Marcegaglia S.p.A. e di tutte le Società controllate, Presidente della Fondazione Areté Onlus per il sostegno dell’attività Vita-Salute San Raffaele, Membro permanente del “Enterprise Policy Group – Professional Chamber” e del Comitato Esecutivo dell’Aspen Institute Italia, ha ricoperto gli incarichi di Vice Presidente di Confindustria per l’Europa; Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria; Presidente dello YES (Young Entrepreneurs for Europe); Vice Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
Un risultato "bulgaro" Marcegaglia e Montezemolo
L'imprenditrice, Emma Marcegaglia, con un risultato definito “bulgaro”, 99,2% degli imprenditori, è stata designata, il 13 marzo 2008, 27° Presidente di Confindustria. E’ la prima volta nella storia di viale dell'Astronomia che un leader registra una percentuale così alta ed è anche la prima volta che una donna diventi Presidente dopo circa 100 anni dalla nascita dell’Associazione (1910). I voti a suo favore sono stati 126 su 132 aventi diritto (5 non sono state votate e una è stata ritenuta nulla, con Montezemolo che ha ironicamente chiosato, “sarà stata lei a sbagliarsi per l'emozione”). “Emma ha avuto una meravigliosa accoglienza da parte di tutti gli imprenditori - ha sottolineato il Presidente uscente Montezemolo che resterà in carica fino al 21 maggio, a detta di alcuni più commosso di lei nel consegnarle un grande mazzo di rose rosse subito dopo la designazione - con una doppia standing ovation a dimostrazione dell'unità sulla scelta di un'imprenditrice giovane, che conosce il sistema associativo e che saprà continuare il lavoro introducendo delle novità”. Emma è la figlia minore di Steno Marcegaglia, Presidente del gruppo omonimo, fondato nel 1959 con un laboratorio artigianale di 120 metri quadrati, e, attualmente, decimo gruppo industriale italiano, con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro e 6.500 dipendenti in 50 insediamenti produttivi in Italia e all'estero, tutti attivi nel settore metallurgico.
Una vera Festa delle Donne
Pubblichiamo volentieri questa notizia che è la prima del nostro blog dopo l’8 marzo. Il 13 marzo, dunque, può essere definito “un proseguimento della Festa della Donna”, questa volta, però, una Festa veramente concreta. Femme d'acier, femme de soie, fu definita Emma Marcegaglia da una copertina di Madame Figaro: Donna d'acciaio (anche per il business di famiglia), donna di seta. L'acciaio, per l'appunto: per cui è stato facile affibbiare alla giovane Marcegaglia, entrata a far parte dell'associazione dei Giovani Industriali nel 1986, a soli 21 anni, il soprannome di Black and Decker, o di lady acciaio. Però le cronache di quegli anni documentano, oltre all'indiscutibile impegno della giovane imprenditrice nell'associazione, che la porta a diventarne presidente dieci anni dopo, le minigonne che qualcuno definisce 'vertiginose', e persino un ballo sui tavoli a Capri, con tanto di 'mossa'. "Fu divertente ma me ne sono vergognata per anni", disse lei in seguito a un giornalista Emma Marcegaglia, che, passata a Confindustria, ha allungato le gonne, si è sposata con Roberto Vancini, ingegnere informatico, e nel 2003 ha avuto una figlia, Gaia. Esaurito il mandato alla guida degli 'under 40' infatti l'imprenditrice venne designata già nel 2000 alla vicepresidenza di Confindustria per l'Europa, ma due anni dopo lasciò, in seguito a uno scontro con l'allora presidente Antonio D'Amato. Per poi tornare con la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, e con una delega più prestigiosa su energia, ambiente e territorio.
Una Vicepresidenza di peso
Negli anni, Emma Marcegaglia, che è anche amministratore delegato insieme al fratello dell'azienda di famiglia, ha sempre manifestato posizioni ferme e a volte dure sulle scelte del governo, e ha seguito puntualmente anche le politiche di Bruxelles (volando sempre in classe economica, assicurano da più parti). Al tempo stesso, l'imprenditrice mantovana si è distinta dallo stile Montezemolo per un atteggiamento distante dalla politica: non ha mai dichiarato preferenze, e pur esprimendo scelte e opinioni precise va d'accordo con tutte le controparti, sindacati compresi. Curriculum eccellente anche sotto il profilo della preparazione culturale: dopo essersi laureata alla Bocconi, ha seguito un master in business administration all'Università di New York, e pertanto parla anche un ottimo inglese. Non è una persona che conceda molto ai giornali sotto il profilo privato, per cui di lei si sa poco, e le indiscrezioni sono inconsistenti. Si dice che le piaccia la montagna, e che le rare vacanze al mare siano una scelta dettata dalle esigenze della figlia. Che giochi bene a tennis, e che collezioni orologi, cercandoli con accanimento nei mercatini. E' presidente della Fondazione Aretè Onlus per il sostegno all'attività Vita-Salute San Raffaele.
La famiglia
Della famiglia si elogia l'austerità: i Marcegaglia si definiscono “imprenditori poveri di un'azienda ricca”. Il padre Steno molti anni fa venne rapito e tenuto prigioniero sull'Aspromonte, e si liberò da solo. Le leggende narrano che, appena tornato a casa, convocò subito una riunione. Si racconta inoltre che Emma e il fratello maggiore, Antonio, quando giocavano da piccoli facevano a turno il direttore amministrativo e il capo del personale delle bambole. Lo stile austero non impedisce alla famiglia e al gruppo Marcegaglia di nutrire grandi ambizioni: “La crescita è quasi un'ossessione per il nostro gruppo - ha dichiarato qualche mese fa, in occasione dell'inaugurazione di un nuovo impianto per la produzione di tubi trafilati a Boltiere, in provincia di Bergamo - Vogliamo continuare ad aumentare i volumi, recitando un ruolo di primaria importanza sui mercati mondiali”.
Il cancellino Brava, neanche dirlo: “Bravissima”. Secchiona, neanche pensarci: “Prima della classe sì, ma di quelle che lasciavano copiare”. E che se capitava un po' di goliardico casino non si tiravano indietro: niente roba da sette in condotta, per carità, “però ha presente le battaglie dei cancellini? Nel bel mezzo, un giorno, entra la prof. E lei la prende in pieno”. Sospensione immediata, per Emma Marcegaglia. La quale, raccontata dalla sua migliore amica, non assomiglia per niente a quell'immagine black&decker che “non so chi le abbia appiccicato, 12 anni fa, ma c'entra proprio zero. Non è dura, non è fredda, non è calcolatrice. In privato ancora meno che in pubblico”.
I “Boss” in gonnella
Nel mondo dell’imprenditoria i “Boss” con la gonna sono sempre di più. Nonostante i vertici delle istituzioni, degli Enti e delle grandi società si declinino ancora al maschile, le donne cominciano a farsi spazio nel settore aziendale e tante, ormai, hanno conquistato un posto in prima linea. A segnare un forte cambio di passo in questo senso è la nomina di Emma Marcegaglia a Presidente di Confindustria, ruolo per la prima volta nella storia affidato a una donna. Un evento che apre a una specie di “rivoluzione industriale” al femminile e che accende la speranza a che il colore rosa, presto, possa tingere anche altri settori di rilievo. Certo, nelle classifiche mondiali sinora le manager italiane ancora scarseggiano. Nella classifica 2007 delle 100 donne più potenti del mondo, pubblicata da Forbes, bisogna scendere al 33esimo posto prima di vedere comparire una donna italiana, Marina Berlusconi, presidente di Fininvest. Al 91esimo posto, poi, troviamo Giuliana Benetton, cofondatrice del gruppo veneto. Nelle “50 donne da tenere d’occhio”, classifica del World Street Journal, bisogna tornare al 2006 per vedere comparire un’italiana, Frida Giannini, direttrice creativa di Gucci. Eppure nel mondo delle multinazionali troviamo un’italiana: Maria Cristina Elmi Busi Ferruzzi, detta “Lady Coca Cola”, Presidente della Sibeg, che imbottiglia e distribuisce i prodotti Coca Cola in Sicilia. Le donne di casa nostra “che contano”, però, sono sempre di più. Basta guardare nel settore aziendale personaggi di spicco come Anna Maria Artoni, presidente degli industriali dell’Emilia Romagna; Diana Bracco, a capo del gruppo Bracco e presidente di Assolombarda; l’imprenditrice veneta Marina Salomon, a capo di una delle piu’ importanti aziende europee di abbigliamento, la Altana, o la quarantunenne Michela Vittoria Brambilla, presidente dei giovani di Confcommercio, ormai lanciata da due anni in politica. Meno conosciute ma non per questo meno “potenti” donne come Giannola Nonino, a capo della storica azienda friulana di grappe, o la proprietaria di Valtur, Paola Patti. Un mondo dove la figura femminile di successo è ormai sdoganata è quello della moda, dove troviamo al posto di comando delle maison più celebri a livello internazionale nomi come Laura Biagiotti, Donatella Versace (vicepresidente del gruppo) o Miuccia Prada, proprietaria della casa di moda insieme ai fratelli e al marito. Anche il Presidente e Amministratore delegato di Furla, nota casa di pelletteria, è donna e si chiama Giovanna Furlanetto.
Cent’anni di storia
L’imprenditrice Emma Marcegaglia subentra a Luca di Montezemolo che ha governato in via dell' Astronomia per quattro anni. Uno dei più giovani presidenti della storia secolare di Confindustria, seconda solo - nel dopoguerra - a Giorgio Fossa, che diventò il portabandiera degli imprenditori italiani ad appena 42 anni e di pochi mesi più giovane di un altro ex presidente quarantenne: Antonio D'Amato. Il primato assoluto, come più giovane presidente dell'associazione, è appannaggio invece dell' italo-francese, Luigi Bonnefon, torinese di elezione, che assunse l'incarico appena 37nne. Era il primo presidente di Confindustria e correva l'ormai lontano 1910. Poi attraverso quasi 100 anni di storia, al vertice dell'associazione si sono succeduti alcuni dei nomi più illustri dell'imprenditoria e dell'economia italiana: dall'Avvocato Gianni Agnelli (1974-1976) all'ex Governatore della Banca d'Italia Guido Carli (1976-1980); da Alberto Pirelli (1934) a Vittorio Merloni (1980-1984); da Luigi Lucchini (1984-1988) a Sergio Pininfarina (1988-1992). Le regole attualmente vigenti prevedono che il mandato del presidente duri 4 anni, ma in precedenza il limite era meno rigido. Antonio Stefano Benni ad esempio guidò l'associazione per 10 anni tra il 1923 ed il 1933 e il conte Giuseppe Volpi di Misurata rimase in carica per un periodo analogo, dal novembre 1934 all'aprile 1943; entrambi furono però superati da Angelo Costa, altro patriarca dell'impresa italiana, il cui mandato al vertice di Confindustria durò complessivamente 14 anni, dal dicembre 1945 al febbraio 1955, e successivamente dal marzo 1966 all'aprile 1970. Ecco, di seguito, l'elenco dei presidenti di Confindustria dal 1910 ad oggi:Luigi Bonnefon (dal 1910 al 1913) - Ferdinando Bocca (1914 al 1918) - Dante Ferraris (1919) - Giovanni Battista Pirelli (1919) - Giovanni Silvestri (1919 al 1920) - Ettore Conti (1920 al 1921) - Raimondo Targetti (dal 1922 al 1923) - Antonio Stefano Benni (dal 1923 al 1934) - Alberto Pirelli (1934) - Giuseppe Volpi di Misurata (dal 1934 al 1943) - Giovanni Balella (1943) - Giuseppe Mazzini (1943) - Fabio Friggeri (dal 1944 al 1945) - Angelo Costa (dal 1945 al 1955 e dal 1966 e al 1970) - Alighiero De Micheli (1955 al 1961) - Furio Cicogna (dal 1961 al 1966) - Renato Lombardi (dal 1970 al 1974) - Giovanni Agnelli (dal 1974 al 1976) - Guido Carli (dal 1976 al 1980) - Vittorio Merloni (dal 1980 al 1984) - Luigi Lucchini (dal 1984 al 1988) - Sergio Pininfarina (dal 1988 al 1992) - Luigi Abete (dal 1992 al 1996) - Giorgio Fossa (dal 1996 al 2000) - Antonio D'Amato (dal 2000 al 2004) - Luca Cordero di Montezemolo (2004-2008) - Emma Marcegaglia (presidente designato 21 maggio 2008-2012).
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