31 ottobre 2009

L'Italia che frana

Maria e il Presidente
di Roberto Maurizio
I giardini del Quirinale



Una bambina della quinta elementare, Maria, viene premiata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale. Maria sbotta a piangere. Singhiozza. Le maestre le avevano fatto imparare a memoria la storiella dell’inquinamento, dello sviluppo equo sostenibile, della “fine del mondo che incombe”. Proprio in questa giornata, dedicata ad Halloween, durante la quale a Perugia, nel 2007, venne barbaramente uccisa Meredith Kircher, studentessa dell’Erasmus, non poteva essere più appropriato il monito del “redde rationem” e del “giudizio universale”, lanciati dal programma di Rai 3, “Ambiente Italia”, nel corso della “Festa d’Autunno al Quirinale”, durante la quale Maria ha singhiozzato.


Topo Gigio, Ilaria Alpi e le frane


Una volta, in Italia, nonostante che i bambini morissero in quantità da super mercato, 300 su 1000, che l’influenza si portava via centinaia di migliaia di persone, i ragazzi e le ragazze erano educati ed indirizzati verso un futuro migliore. Oggi, invece, fin dalla prima elementare, gli alunni vengono spaventati a morte: il clima, i ghiacciai, le frane, l’uomo assassino di se stesso, l’influenza A con Topo Gigio e, last but not least, le navi dei veleni in Calabria, la morte di Ilaria Alpi.



Ci poteva stare


Ho lavorato, da giovane, per anni con il Direttore responsabile di “Politica Internazionale”, prof. Giampaolo Calchi Novati. La mia rubrica si chiamava “Trecentossesantagradi”. Il direttore mi cassava tutte le notizie dove c’era un condizionale. Questa è la stampa seria. Occorre abbandonare completamente le frasi ipotetiche: “ci poteva stare”, “forse Marrazzo…”, “ma se Berlusconi…”. La stampa deve dare solo le notizie separate dai commenti. Prima le notizie certe e reali, poi i commenti a parte.

Programmi “elementari”



Inverni lunghi e rigidi si sono sempre avuti. Basta ricordare le sconfitte di Napoleone e di Hitler da parte del Generale Inverno in Russia, o al lento progredire in Italia dell’Armata Anglo Americana nel corso della Seconda Guerra mondiale. Caldi torridi, sempre stati. Basta vedere i film “Divorzio all’italiana” e “Totò Lemoco”. E le frane? Il nostro stivale d’argilla contiene nel suo Dna lo smottamento del suolo, le alluvioni, le inondazioni, le tracimazioni. Dov’è la differenza tra quello che avveniva 50 anni fa e quello che avviene adesso? La comunicazione immediata della notizia. E’ per questo che il “Quarto potere” deve essere controllato. E’ l’elemento più disumano oggi esistente. Non è gestito dagli uomini, né dal potere politico, dallo Stato o dai monopoli. E’ diretto da una mano invisibile, come quella di Adam Smith, che gestisce l’acceleratore e i freni. Gentaglia, forse, più violenta di qualsiasi mafia mondiale. Quella che riesce a condizionare anche i programmi “vigliacchi” delle classi elementari.

L’Italia che frana



Speriamo che Halloween possa dare una mano a questa Italia che frana, a questo Stivale sotto il tiro dei terroristi dell’informazione. E poi dicono che gli italiani si buttano a sinistra e guardano “Il Grande Fratello” e “Uomini e donne”!

A Capri, si sana e si mangia, ma non si sana l'Italia

Quisisana
di Roberto Maurizio


I rampolli e le marionette


Miliardari sbarcano a Capri anche a fine ottobre: di destra, di sinistra, di centro. Non c'è un "proletario", un insegnate precario, un precario imprenditore. I giovani imprenditori vogliono far finta di esistere e espongono le loro grandi idee. Totò li fa un baffo. I "rampolli" invitano l’élite, Veltroni e la Bonino. Aiutati dalla pandemia H1n1, che non colpisce ancora nessun ospite d’”onore”, parlano dei cazzi loro. Sono esattamente 50 anni che in “Quisisana” i "piccoli" imprenditori fanno i cazzi loro, accompagnati sempre da alcune marionette. La gente è stufa delle parole dei politici, figuriamoci dei giovani imprenditori di "Quisisana". Se c'è qualcosa da "sanare" sono i redditi delle famiglie e dei lavoratori. Capri, la Luna e tu. Ma siete proprio convinti che gli italiani vi seguano come "piccoli" imprenditori? Siete piccoli perché non avete idee? La Luna di Capri vi può dare dei suggerimenti. In primo luogo, buttate a mare i politici e chi mangia pane a tradimento. Ecco il vero significato di "Quisisana": liberiamoci dai bastardi!

29 ottobre 2009

La giornata mondiale del risparmio

La giornata mondiale del risparmio
di Roberto Maurizio

Alunni delle scuole elementari di Imperia in visita all'Ufficio Postale, il 29 ottobre 2009, Giornata del Risparmio. Un esempio da seguire. Questa è la vera scuola italiana, con le sue radici.


Risparmio: una notizia sotto silenzio, meno di Marrazzo e dell’influenza A



Oggi, 29 ottobre 2009, si è celebrato in tutto il pianeta, l’«85a Giornata mondiale del risparmio», come al solito snobbata dalla stampa italiana, libera e bella. Se non fossero intervenuti, con i messaggi esterni, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e con ampie e approfondite disamine, direttamente, il Ministro dell’Economia e del Tesoro, Giulio Tremonti e il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, la notizia sarebbe passata sotto silenzio.

La Costituzione: una vela contro vento


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi


All’importante incontro di oggi, che rappresenta il punto più alto dell’art. 47 della Costituzione italiana, la difesa del risparmio delle famiglie, degli individui e delle imprese, sarebbero dovute seguire analisi e dibattiti televisivi e della carta stampata. Invece, addirittura, i “principali” giornali italiani, proprio in questo momento ore 18.30, non hanno dato lo spazio che si meritava un’iniziativa di questo genere. Sono soprattutto i giornali difensori della Costituzione, quando gli conviene, come “La Repubblica”, ad ignorare l’evento “internazionale” e a buttarla in “casciara”. Draghi ha detto che c’è la disoccupazione, quindi Berlusconi è un verme; Draghi incute paura e parla come uno spauracchio del futuro lurido, baro e buio che ci aspetta, per colpa di Berlusconi. Ma è ora di finirla.

Radio Radicale, l’unica radio libera in Italia

Marco Pannella

Dove sono i giornalisti? Dove sono gli editoriali che partendo dall’importanza della giornata mondiale non si infangano nel “gossip”? Solo il “Sole 24 Ore” dedica un adeguato spazio all’iniziativa. Ma si dimentica del Presidente dell’Abi, del Presidente dell’Acri (ma non sono questi Enti che pagano gli stipendi ai giornalisti del “megafono” della Confindustria)? Il vero giornale Online è “Radioradicale” che ha trasmesso, in diretta, senza filtri, tutto l’incontro dell’85° giornata del risparmio, che ha permesso, quindi, alla “nostra redazione” di seguire questa fondamentale celebrazione, passo, passo.

Maffeo Pantaleoni: “inno al risparmio”

Il Premier e il Governatore della Banca d'Italia

La “Giornata mondiale del risparmio”, nata il 29 ottobre 1924, grazie ad un discorso pronunciato da Maffeo Pantaleoni, a Milano, durante un congresso dell’Istituto Internazionale del Risparmio, ha rappresentato durante il fascismo una ricorrenza di grande rilievo che il Regime dava, simbolicamente, a momenti importanti che dovevano costituire la “memoria storica” degli italiani. Le festività non gradite al regime furono abolite o sostituite con altre, inventate o adattate per l'occasione. La festa dei lavoratori, ad esempio, il 1° Maggio, festa socialista per eccellenza, fu abolita e sostituita con la festa del 21 Aprile, "Natale di Roma". Il fascismo privilegiò le feste nazionali e le ricorrenze patrie: le date commemorative della storia unitaria italiana del 4 Novembre, dell’8 Giugno, del 24 Maggio; gli anniversari della rivoluzione fascista del 23 Marzo e del 28 Ottobre ed altre manifestazioni varie: la Festa degli Alberi, la Giornata del Fiore e della Doppia croce, la Giornata della Croce Rossa, la Giornata dell’Uva, la Giornata della Madre e del Fanciullo, la Giornata della Fede e, infine la Giornata del Risparmio. Dopo il fascismo, la Dc continuò a piantare “alberi”, a far fiorire i “fiori”, a rinvigorire la “fede”, e diede un qualche impulso positivo in favore della “Giornata del Risparmio”.

La Doppia Croce

Il ’68 decretò l’abolizione di tutte le Feste lagnose e commemorative, compresa quella del “Risparmio”. Il riflusso degli anni ’80 del Centro-Sinistra rimise in auge la Festa della Mamma e sopportò, obtorto collo, il “Risparmio” e la “Croce Rossa”. Gli anni bui delle manette facili e di “Mani pulite” misero definitivamente fine alla “Doppia Croce”, sostituita con la “Doppia Carcerazione”, alla “Giornata della Fede”, già caduta in disgrazia prima e sostituita con la “Giornata delle Sbarre”, alla “Giornata dell’Uva”, sostituita con la “Giornata dell’Iva per tutti e a tutti i costi”. Tra i tintinnii delle manette e la chiusura della cella buttando via la chiave, questo popolo, unico al mondo, non ebbe il coraggio di eliminare la “Festa della Mamma”. Un popolo “mammone”, un popolo che si commuove con “Casetta de’ Trastevere” e se ne frega di milioni di bambini che soffrono la fame, un popolo composto da “scarrafoni”, quelli che “ogni scarafaggio per sua madre è bello” e poi non fanno altro che guardare nel buco della serratura e mandano in soffitta l’intelligenza e la capacità di interagire con il presente.

Mandolini sul “Red Carpet”

Questo popolo di mandolinisti, pizzaioli e leghisti non se le sentita di buttare al mare “la giornata fascista del risparmio”, ma ha deciso di strozzarla e di renderla ridicola, facendola diventare solo una passerella, un “Red Carpet”, un momento in cui celebrare solo le loro illusioni. Oggi, dunque, questa “Giornata del Risparmio” è la più bistrattata di tutte. Solo le “Poste Italiane” hanno riservato il “vecchio” significato, coinvolgendo le scuole e le famiglie. Roba di altri tempi. Roba che questa ipocrita società fondata sul “niente” rifiuta di assegnare un significato didattico ed economico. Il risparmio è l’arma contro la disoccupazione, contro le ingiustizie sociali, è il sale dell’economia, delle imprese e delle famiglie.

Il Messaggio del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Republica Italiana, Giorgio Napolitano

Proprio in questo senso, si è inserito il messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha rivolto un invito al mondo del credito: “Nel quadro della creazione di condizioni favorevoli alla crescita nei diversi contesti locali, un ruolo decisivo può essere svolto da un sistema creditizio che riesca a mantenere un forte radicamento territoriale senza rinunciare alle opportunità offerte dall'inserimento in mercati finanziari aperti alla concorrenza e ben regolati”. “L'Acri - ha osservato il Capo dello Stato - apporta al dibattito sulla dimensione locale dello sviluppo l’esperienza, importante sul piano economico non meno che su quello culturale e sociale, delle Casse di Risparmio e delle Fondazioni di origine bancaria fornendo così, anche attraverso le giornate del risparmio, un contributo rilevante alla riflessione su questi temi”.


Risparmio ed economia reale

Il Presidente Napolitano ha parlato di un paese chiamato “ad un impegno straordinario per il superamento degli effetti della crisi globale e per il contenimento delle difficoltà e delle tensioni che si vanno producendo sul piano sociale”. Per il Capo dello Stato, “La Ottantacinquesima giornata del Risparmio è dedicata ad un tema, “Risparmio ed economia reale: la fiducia riparte dai territori”, di grande rilievo in un momento nel quale il paese è chiamato ad un impegno straordinario per il superamento degli effetti della crisi globale e per il contenimento delle difficoltà e tensioni che si vanno producendo sul piano sociale”.

Il Capo del Governo elogia le banche




Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo messaggio ha affermato che “il peggio della crisi finanziaria sembra sia alle nostre spalle e sembra sia iniziata, sia pure lentamente, la ripresa”. E’ “merito delle decisioni prese a livello globale - continua Berlusconi - ma anche del fatto che tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali, hanno svolto positivamente nel nostro paese la loro parte”. Il Premier, dunque, elogia il comportamento delle banche nella crisi. “Ritengo che la rete di protezione predisposta tempestivamente dal Governo abbia rafforzato l’immunità delle banche italiane nei confronti della crisi”. Berlusconi, dopo aver espresso l’auspicio che “nell’interesse del paese si realizzi una convergenza ancora maggiore tra imprese e banche” afferma di sperare che “non si ignorino le difficoltà che anche le banche attraversano nel loro quotidiano operare.

Rilanciare l’economia reale

Ritengo si possa sempre più apprezzare la meritoria azione svolta dalle Fondazioni di origine bancaria”. Per il presidente del Consiglio “è, infine, augurabile che le banche dimostrino un sempre maggiore radicamento verso le esigenze del territorio nella valutazione del merito di credito”. Concludendo il suo messaggio, Berlusconi ha assicurato che “nella distinzione dei ruoli il Governo seguirà attentamente il sistema, adottando tutti i provvedimenti che si renderanno necessari a favorire l’uscita dalla crisi e il rilancio dell’economia reale”.


Tremonti, la “geografia” salva l’Italia

Il Ministro Giulio Tremonti

«La fenomenologia della crisi, la patologia sono in continuo divenire come in un videogame». È l'immagine usata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio. «La crisi si è bloccata è vero - aggiunge Tremonti - ma solo per l'intervento degli Stati che ha trasmesso un messaggio di fiducia». Il Tesoro sta lavorando con le banche per mettere a punto un sistema di uno o più fondi per assistere le piccole e medie imprese sul territorio, ha annunciato Tremonti, sottolineando che «occorre fare di più sull'economia reale». Si tratterà, ha spiegato il Ministro, di uno o più fondi per i quali «avremo fra due-tre settimane un primo schema di lavoro. Che dovrà essere una struttura compatibile con il mercato. La Cassa Depositi e Prestiti avrà un ruolo di regia, non è escluso un adattamento del regime fiscale, più dal lato delle imprese che delle banche. Questo aiuterà le piccole e medie imprese sui territori». La moratoria sui debiti alle imprese, precisa il ministro, «è stata necessaria ma non è più sufficiente».

Lo scudo aiuta l’economia


Nel suo intervento il Ministro ha parlato dei proventi dello scudo fiscale. «Dai dati che abbiamo il rientro dei capitali avviene soprattutto per rimpatrio e non con regolarizzazione». Questo vuol dire, ha puntualizzato il Ministro, che i capitali rientrano nel nostro paese e vengono reinvestiti. Si tratta, ha detto il Ministro, di fondi che «rafforzano la nostra economia» e non solo il sistema bancario. Tremonti ha anche sottolineato che si sta lavorando per migliorare la circolare.


Immissione di liquidità nelle banche non totalmente positiva


Sul fronte dell'immissione di liquidità nell’economia attraverso le banche. «Il bilancio» di questa operazione è «positivo, ma non totalmente, in particolare per quanto riguarda la distribuzione». Secondo il ministro infatti non tutta la liquidità immessa nel sistema è passata dalle banche all'economia reale e questo ha consentito «fenomeni di sviluppo della massa finanziaria». Di qui due preoccupazioni: «Il livello delle borse - spiega il Ministro - è tornato a quello ante-crisi, senza che i fondamentali abbiano fatto lo stesso. In secondo luogo la massa dei derivati non è in riduzione ma in aumento».

In aumento la massa di derivati


«La massa dei derivati» nel mondo, ha detto il Ministro, «non sembra in diminuzione ma in aumento».

Taglio delle tasse? Fondamentale il consenso Ue


La riduzione delle imposte è «una discussione che si sta facendo in Europa» e per l'Italia è «fondamentale una responsabile politica di consenso europeo» prima di usare la leva fiscale.

Fra i più stabili d'Europa il sistema pensionistico


Il sistema pensionistico italiano «è tra i più stabili d'Europa». Il Ministro ha fatto riferimento alla norma recentemente approvata che aggancia le pensioni all'allungamento delle speranze di vita. Una norma che, ha detto «é stata fondamentale». Ma ha anche rilevato che il sistema non è ottimo e in prospettiva servirà una riflessione sul rapporto tra giovani e anziani. «Ma nell'immediato il sistema italiano é tra i più stabili d'Europa».

No a un sistema bancario orientato solo verso la grande impresa


«Non si può avere un sistema bancario orientato soprattutto sulla grande industria quando la forma predominante è la media o piccola impresa. È necessaria, ha detto Tremonti, una convergenza, quindi un ritorno sui territorio. Rispondendo al presidente dell'Abi, Corrado Faissola, sulla concentrazione delle banche il ministro sottolinea che «una riflessione va fatta non solo sulla concentrazione delle banche ma anche sulla distribuzione nel territorio». La concentrazione degli istituti di credito «è un fatto positivo ma è ancora grande l'asimmetria rispetto al territorio». La «formula» non è la «scissione delle banche o il divieto di essere una grande banca». Ma è importante organizzarsi sul territorio. «Molti segni indicano l'impegno di tutti per far quadrare di più la domanda e l'offerta sulle dimensioni territoriali, tanto le imprese quanto le banche».


Il cammino delle riforme


Il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi


La caduta delle economie in tutti i paesi del mondo si è fermata, la fase acuta è superata, ma la ripresa è debole. Questo il monito lanciato dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio. «La caduta in cui le nostre economie si stavano avvitando, tra la fine del 2008 e l'inizio di quest'anno – ha detto Draghi - si è fermata. Siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche». Le banche italiane, per il Governatore, non devono abbassare la guardia «perché la situazione resta esposta a fragilità». Non sono da sottovalutare «i pericoli insiti in una situazione economica ancora delicata. La qualità del credito é in forte deterioramento». Il Governatore ha anche ribadito la necessità che il sistema destini un ammontare significativo di risorse al rafforzamento patrimoniale e ha auspicato che il Governo traduca in misure concrete la disponibilità a rivedere la fiscalità sugli istituti di credito.

Urgente ritmi sostenuti di crescita economica


«Oggi – ha detto Draghi - l'urgenza é riprendere il cammino delle riforme, per riportare il paese, negli anni a venire, su ritmi sostenuti di crescita economica, che sono anche il presidio primo della stabilità finanziaria». Per il Governatore c'è la necessità «di affrontare le debolezze strutturali della nostra economia per costruire una durevole ripresa che non poggi soltanto sulle esportazioni».

Modificare lo scudo fiscale per evitare il riciclaggio


Per Draghi, poi, è necessario intervenire sullo scudo fiscale. «È opportuno un intervento interpretativo che, nell'ambito del cosiddetto scudo fiscale, dissipi ogni incertezza sugli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette da parte degli intermediari e che ribadisca la regolare applicazione delle normativa antiriciclaggio». Per Draghi «il rispetto puntuale delle norme sull'antiriciclaggio non é solo un obbligo di legge, é elemento essenziale della reputazione delle banche».

In un anno persi 650.000 posti di lavoro


In un anno, da settembre 2008 a settembre 2009, sono stati persi 650.000 posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009 ci saranno ulteriori perdite. Il Governatore ha anche sottolineato che presumibilmente saranno registrate «ulteriori perdite di occupazione in questi mesi finali dell'anno».


Per concludere

La stragrande maggioranza degli italiani è, ancora, gravemente preoccupata per la crisi. Sono il 78% (quasi 8 su 10) e in 2 casi su 3 hanno convissuto, anche quest'anno, con gravi disagi. Aumenta il numero di famiglie (quasi una su 3) che "galleggiano" o hanno speso tutto per tirare avanti. E la via di uscita è, ancora, lunga da vedere: per il 57% degli intervistati, non prima di 3 anni. L'alternativa è, allora, arrangiarsi e risparmiare, confidando nella ripresa dell'economia, che raccoglie sempre più ottimisti: dal 34%, del 2008, all'attuale 54 per cento. A scattare la fotografia su timori e aspettative degli italiani ai tempi della crisi è l'annuale indagine Ipsos, presentata ieri, a Roma, dal Presidente dell'Acri (Associazione di fondazioni e di casse di risparmio), Giuseppe Guzzetti. “Si sta passando da un pessimismo statico - ha dichiarato Guzzetti - a un ottimismo nuovo, che non è, però, euforico”. Le famiglie “appagate” sono, ancora, troppo poche: il 32 per cento. Gli “insoddisfatti” salgono al 6%, mentre i “naufraghi” della crisi arrivano al 40% e i “sopravvissuti”, al 22 per cento. Cala, per la prima volta dal 2004, il numero di coloro che consumano più di quanto incassano: sono il 25%, una famiglia su 4, contro il 27% del 2008. Mentre soltanto un italiano su 10 preferisce godersi la vita, piuttosto che mettere da parte risorse per il futuro. L'indagine tasta un po' il polso della gente in vista della tavola rotonda dell'85esima Giornata mondiale del risparmio. E leggendo le opinioni degli italiani, ce ne è di carne al fuoco per animare la conversazione. Intanto, tra le famiglie, è, ancora, forte la preferenza per la liquidità. In tempi di crisi, poi, l'investimento più sicuro rimane quello nel mattone (54%). Cala, invece, il numero di persone che investe i propri risparmi (dal 12 al 9 per cento). Meno 3 per cento nei titoli di stato e -2% nei fondi comuni d'investimento. Lieve progresso per le azioni (+1%) e per i certificati di deposito (+ 2 per cento). Dati, tuttavia, che non decollano e si spiegano, sottolinea la ricerca, con la minor fiducia degli italiani (poco più di uno su 3) sull'efficacia di regole e controlli sul risparmio. La richiesta è per una legislazione più severa, con l'idea che questa consentirebbe, pure, rendimenti più certi. La pensa così il 40% degli intervistati e quasi un investitore su 2 (il 48 per cento). Altro aspetto di riflessione è che per molti italiani il rilancio dell'economia del Belpaese passi, prima di tutto, per una crescita del proprio territorio. Soprattutto, al Sud, dove appena il 50% degli intervistati si ritiene soddisfatto dei servizi che riceve. Stato e Regioni dovrebbero, per uno su 3, aumentare la propria spesa pubblica per migliorare le cose. Per molti italiani, poi, andrebbe protetta e stimolata di più, anche, la propensione al risparmio. Un intervistato su 2 ritiene, infatti, che il "proprio gruzzoletto da parte" possa essere importante per lo sviluppo del territorio. Bisogna, però, che le banche si comportino con maggior rigore e controllo. Anche in questo caso, una normativa più severa farebbe dormire sonni più tranquilli. Una battuta, infine, sull'impiego del proprio risparmio. Il 31% degli italiani lo vorrebbe sul proprio territorio. Una percentuale che sale al 41% nel Mezzogiorno. Una buona notizia in vista dell'arrivo della "nuova" Banca del Sud.

Stampa e povertà in Europa

La stampa europea contro povertà ed emarginazione
di Roberto Maurizio

2010: anno europeo contro l’esclusione sociale

L’Unione Europea ha lanciato oggi, 29 ottobre 2009, un appello alla stampa e ai mass media per “svolgere un ruolo cruciale nella lotta alla povertà” per coinvolgerli nella sua lotta contro la povertà, in vista dell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010) che verrà inaugurato a Madrid il 21 gennaio prossimo. La Commissione europea si è rivolta alla stampa e ai mass media attraverso due conferenze: “La povertà: tra realtà e percezione – la sfida della comunicazione”, svoltasi oggi, alla quale hanno partecipato più di 400 giornalisti, decisori, rappresentanti di Ong e ricercatori, durante la quale è stato ufficialmente messo in funzione il sito web “European Year for Combacting Poverty and Social Exclusion”; e "La povertà e i mass media", tenutosi, ieri, 28 ottobre, che ha riunito giornalisti di tutta Europa specializzati nelle tematiche della povertà e dell'esclusione sociale per coinvolgerli in una serie di studi e di scambi di buone pratiche professionali. I due seminari sono stati gestiti da ATD Fourth World e dalla Joseph Rowntree Foundation (Regno Unito) e si sono organizzate tre visite sul terreno a Bruxelles che hanno dato l'occasione ai giornalisti di intervistare gli operatori di base.
80 milioni di europei poveri

Durante l’incontro di oggi, “La povertà: tra realtà e percezione-la sfida della comunicazione” sono stati divulgati i dati provenienti dalle ultime indagini Eurobarometro relative alla percezione che i cittadini europei hanno della povertà e dell'esclusione nonché dell'impatto sociale della crisi. Questo evento ha offerto una tribuna di discussione per vedere come si collocano i mass media rispetto a questa tematica e in che modo la comunicazione possa fungere da catalizzatore dell'inclusione sociale. Il Presidente José Manuel Barroso e il Commissario Vladimír Špidla hanno pronunciato, via video, un'allocuzione. “Nell'Ue siamo fortunati a vivere in una delle parti del mondo più prospere, ma per quasi 80 milioni di europei la povertà è una realtà quotidiana", ha affermato Vladimír Špidla, Commissario UE responsabile per l'occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità. "A gennaio inaugureremo l'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010). Gli operatori dei media e della comunicazione sono chiamati a svolgere un ruolo essenziale per contribuire al successo di questa campagna ragion per cui li invitiamo a lavorare con noi in vista degli eventi dell'anno prossimo”.
Dare voce a chi si trova nell’indigenza

Dieci anni fa i capi di Stato e di governo dell'UE si sono impegnati a "imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà" entro il 2010. Oggi però un numero importante di cittadini europei versa ancora in condizioni di povertà e ha un accesso limitato a servizi fondamentali come quelli sanitari. La povertà e l'esclusione non si ripercuotono soltanto sul benessere dei singoli individui e sulla loro capacità di svolgere un ruolo attivo nella società, ma pregiudicano anche lo sviluppo economico. Tenendo presente ciò l'Ue ribadisce l'importanza della responsabilità collettiva nella lotta contro la povertà e quindi la necessità di coinvolgere i decisori politici e gli attori del settore pubblico e privato. L'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010) servirà a dar voce a coloro che si trovano ogni giorno a dover lottare contro l'indigenza.

Tremonti e Draghi alla Giornata Mondiale del Risparmio

Tremonti e Draghi, all’85a Giornata Mondiale del Risparmio
di Roberto Maurizio
Risparmio ed economia reale: la fiducia riparte dai territori
Si è celebrata a Roma, oggi, 29 ottobre 2009, dalle ore 10.30 alle 12.47, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’85ª edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, istituita nell’ottobre del 1924 in occasione del 1° Congresso Internazionale del Risparmio, svoltosi a Milano, e da allora organizzata annualmente dall’Acri, l’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane e delle Fondazioni di origine bancaria. Quest’anno il tema della Giornata è “Risparmio ed economica reale: la fiducia riparte dai territori”. Alla celebrazione svoltasi presso il Palazzo della Cancelleria, in Piazza della Cancelleria 1, sono intervenuti: Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze; Mario Draghi, Governatore della Banca d'Italia; Giuseppe Guzzetti, Presidente dell'Acri; Corrado Faissola, Presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana). “Stampa, scuola e vita” ha seguito questo fondamentale appuntamento. La tutela del risparmio, sancita dalla Costituzione nell’articolo 47, è di vitale importanza per le imprese e le famiglie.
Seguirà l'approfondimento.

28 ottobre 2009

Blob, che spettacolo!

Un Blob favoloso, un Blob irripetibile
di Roberto Maurizio

Quello che abbiamo appena visto in Tv, su Rai3, è un vero capolavoro di satira, di approfondimento delle notizie, di spensieratezza, di gusto per la vita. Complimenti a Blob, di tutto di più. Sic Transit di ieri è stato esilarante e pungente, ma questo di oggi sulle bolle scarlattine è da immortalare!

Giocare responsabile

Giocare responsabile
di Roberto Maurizio


Un servizio gratuito per i giocatori

Gioco sì “ma responsabile”. Questo è il senso dell’iniziativa presentata ieri a Roma presso la sede centrale dei Monopoli di Stato, di cui ha parlato ieri “Stampa, scuole e vita”. “Gioca Responsabile” è il nome che è stato dato all'iniziativa, che prevede una “Helpline” telefonica, al numero verde 800 921 121, e un sito web (http://www.giocaresponsabile.it/) che, a partire da oggi, 28 ottobre 2009, alle 14, forniranno assistenza e orientamento alle persone che hanno problemi connessi al gioco, siano essi i diretti interessati, piuttosto che familiari e amici. Un servizio gratuito che, però, potrebbe essere l'ancora di salvezza di quanti tentano la fortuna in ricevitoria o giocando on line da casa.

Più s’alza il Jackpot, più aumenta la febbre del gioco



Dopo l'esplosione di Win for Life e le cifre vertiginose del jackpot del SuperEnalotto, per gli italiani si affaccia però l'ombra della dipendenza da schedine, gratta e vinci e giochi sul web. Il gioco potrebbe diventare una vera e propria malattia che può, al pari di alcolici e droghe, creare una dipendenza. Per ovviare a questi problemi, il servizio “Giocare responsabile”, offre assistenza e crea una rete di riferimenti per chi cerca aiuto. Un team di esperti tenterà di indirizzare le segnalazioni verso i centri specializzati più vicini. A prima vista, sembra una vera e propria contraddizione quella di Lottomatica che, se da una parte gestisce e reclamizza con pubblicità esplicite i propri giochi in Italia, dall'altra con questo nuovo portale offre assistenza ai giocatori “dipendenti”.

Il Gruppo Lottomatica e il bilancio sociale


Il Gruppo Lottomatica è l'operatore commerciale e il fornitore di tecnologia leader nel mercato regolamentato dei giochi a livello mondiale, grazie ai prodotti e ai servizi di prima qualità, all’impegno costante per garantire i massimi livelli di integrità, responsabilità e creazione di valore per l’azionista. Lottomatica è l'operatore leader mondiale nel settore delle Lotterie in termini di raccolta complessiva e, tramite la propria controllata GTech, è oggi uno dei principali fornitori mondiali di soluzioni tecnologiche per lotterie e per giochi.

Il Gruppo De Agostini Spa

E’ controllata direttamente dal Gruppo De Agostini S.p.A. (59,8%), attivo da oltre cento anni nel settore dell’editoria e, più recentemente, anche nei settori dei media e finanziario. Nell’Agosto 2006, Lottomatica - investendo 3,6 miliardi di euro e mettendo a segno la seconda maggior acquisizione di un’azienda italiana negli USA - ha rilevato GTech Corporation, operatore leader a livello mondiale nel settore dei sistemi di processing ad alta sicurezza per le Lotterie on-line. Anche grazie all’acquisizione del colosso statunitense, il Gruppo Lottomatica è oggi l’unico operante nel settore delle lotterie a poter offrire una gamma completa di servizi a clienti privati e pubblici (come governi nazionali e federali). Obiettivo del Gruppo è quello di rafforzare ulteriormente la propria leadership mondiale in quanto operatore commerciale e fornitore di tecnologia nel mercato dei giochi attraverso la realizzazione di prodotti e servizi best-in-class. Obiettivo che l’Azienda persegue con un impegno d’integrità, responsabilità e creazione di valore per gli azionisti, ai più alti livelli.

Il Bilancio sociale


Nel 2008, Lottomatica è stata la prima azienda italiana del settore a pubblicare un Bilancio Sociale e ad adottare un programma di Responsabilità Sociale d’Azienda (CSR) mirato a promuovere un approccio responsabile al gioco in tutte le sue attività, dalla comunicazione all’intero portafoglio di prodotti e servizi.

Concessionario esclusivo dello Stato


Gruppo Lottomatica opera sul mercato mondiale del gioco regolamentato nei seguenti settori: lotterie (on-line, istantanee e tradizionali. Es. Gratta e Vinci, Gioco del Lotto e lotterie nazionali); soluzioni di gioco (prodotti e servizi per terminali di videolotterie e New Slot); scommesse sportive (concorsi a pronostico, scommesse a totalizzatore e a quota fissa, con i marchi Better e Totosì); giochi interattivi (servizi di intrattenimento multi-canale come bingo e poker); servizi commerciali (servizi non legati alle lotterie, come ricariche e pagamenti). Lottomatica è quindi un soggetto interamente privato che in Italia opera sia in qualità di concessionario esclusivo dello Stato - e quindi in base a concessioni assegnate dai Monopoli di Stato (AAMS) - per determinati giochi come le lotterie istantanee e tradizionali, sia in quanto operatore licenziatario - e quindi su un mercato competitivo - per giochi come le scommesse sportive, gli apparecchi da intrattenimento e per i servizi erogati tramite la controllata Lottomatica Italia Servizi (LIS). Il Gruppo opera inoltre direttamente, in quanto Lottomatica/GTech, sui mercati internazionali in base ai regolamenti vigenti nei diversi Paesi.

Il fumo uccide



La Lottomatica come azienda “monopolistica”, con concessione esclusiva da parte dei Monopoli di Stato, deve tener conto, nella sua “mission”, l’obiettivo di non recare danno ai “propri clienti”. E’ un po’ come il caso del “Monopolio dei tabacchi” che, per lavarsi le mani dai gravi danni che provocano le sigarette, scrive sui pacchetti che “il fumo uccide”. L’iniziativa “Giocare responsabile”, in realtà, compie un passa in avanti. Non si limita solo a invitare i “giocatori incalliti” a responsabilizzarsi, ma mette a loro disposizione una struttura capace di dare una mano concreta a chi dovesse trovarsi in difficoltà. E’ un’iniziativa sicuramente degna di nota e di lode. Ma è solo un primo passo. L’altra azienda “monopolistica”, la Tv di Stato, con le sue orrende e “incivili” trasmissioni a premi che regala “milioni di euro” come se fossero “bruscolini”, non agisce in modo tale da arginare un fenomeno che potrebbe, realmente, trasformarsi in dramma per alcune persone, particolarmente “deboli”.

E i pacchi, dove li metti?

Lottomatica, perlomeno, un passo avanti l’ha fatto. E la Rai? Quand’è che inizia una campagna di sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo? Con Mike Bongiorno e con i suoi programmi a quiz quello che emergeva era la capacità di rispondere a certe domande, veniva premiata la preparazione individuale. Con i pacchi di “Affari tuoi” su Rai Uno si premia solo la “fortuna” senza mostrare un minimo segno di intelligenza e di preparazione. Questi programmi diseducativi dovrebbero essere cancellati dalla programmazione di una Tv di Stato. Un operaio in cassa integrazione “guadagna” 850 euro nette al mese. Per raggiungere la somma che viene messa in palio nel giro di poche ore dalla Rai, cioè 500.000 euro, questo ipotetico operaio dovrebbe impiegare circa 50 anni! Vergognoso, diseducativo!

Inseguire la Fortuna, cum grano salis
La Lottomatica non ha una nessuna convenienza nel generare dipendenze nei giocatori e quindi comprende l'importanza di fermarli prima che sia troppo tardi. L’universo dei giocatori è così ampio che la Lottomatica non ha interesse a crearsi una “nicchia di giocodipedenti” e poi, come dicono gli esperti, inseguire la fortuna in questo modo degenerativo può generare dipendenza proprio per le continue giocate e il miraggio di una vincita facile. «Quanto più riusciamo ad avere la percezione di una vincita immediata, anche in termini di tempo, tanto più siamo condizionati dal continuare a giocare», si afferma presso la Lottomatica. «Ci si può accorgere di essere arrivati alla dipendenza quando, ad esempio, si esce di casa con l'esclusivo intento di andare a giocare». Ma anche per chi non ha il chiodo fisso della schedina vale la pena consultare le regole che sono riportate sul sito di Gioca Reponsabile: una su tutte, giocare solo di tanto in tanto e mai con l'illusione che cambi la vita.
Capire, controllare e correggere



Il servizio, curato da Federserd, la Federazione italiana degli operatori dei Dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, si inquadra in un programma di "Gioco responsabile" definito da Lottomatica su indirizzo dell'Aams (Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato) , ma l'iniziativa, come ha spiegato nel corso della conferenza stampa il Direttore generale di “Lottomatica”, Renato Ascoli, «è aperta ad altri concessionari». Per Ascoli, «non si tratta di ridurre il numero di giochi perché queste forme di dipendenza in realtà colpiscono in maniera abbastanza ampia, esulano dal campo dei giochi o s’allargano oltre il campo dei giochi», quanto piuttosto, «di cominciare a misurare il fenomeno e cominciare a introdurre degli elementi di controllo, di correzione e supporto ai giocatori».

Problemi alle famiglie


«Qui si tratta di affrontare un problema, non negandolo alla radice o eliminandolo, ma combattendo perché le patologie collegate all'eccesso di questo fenomeno non possano provocare dei danni», ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, intervenuto alla presentazione. Il fenomeno del gioco, ha aggiunto Giovanardi, «ha raggiunto negli ultimi anni anche per lo Stato degli enormi benefici in termini di entrate, ma provoca dei problemi enormi, specialmente alle famiglie». Quindi, per Giovanardi «si tratta di lavorare per evitare che questi danni avvengano e - ha aggiunto- naturalmente bisogna anche evitare che il gioco si diffonda a macchia d'olio», sottolineando la propria “contrarietà” all'apertura di nuove case da gioco.

Senso di responsabilità


Per il Direttore generale dell'Aams, Raffaele Ferrara, «la mission dell'amministrazione deve essere anche questa: promuovere il gioco, ma richiamare tutti ai limiti della ragionevolezza. Non ci può e non ci deve essere eccesso nel gioco», aggiungendo che «la responsabilità va esercitata fino in fondo e noi dobbiamo assolutamente richiamare tutti a questo senso di responsabilità». Nello specifico del servizio “Giocare responsabile”, il compito verrà affidato a un team di psicologi, che gestirà il “Front office”, affiancati da uno staff di esperti (psichiatri, psicoterapeuti e legali) per trattare gli aspetti specifici connessi alle problematiche generate dal gioco eccessivo.

Conoscere se stessi



Ma qual è il confine tra un atteggiamento responsabile e uno irresponsabile nei confronti del gioco? «Appartiene alla coscienza dell'uomo», ha spiegato Ferrara, per il quale «il giocatore deve conoscere se stesso, conoscere quali sono i limiti che gli devono appartenere come uomo, come appartenente a un nucleo familiare e come padre». Un concetto che è stato richiamato anche da Antonio Tagliaferri, Direttore per i giochi dell'Aams, che ha ricordato come, all'inizio dell'anno, sia stata data «ai concessionari dei giochi una direttiva per spingerli affinché nelle loro attività di comunicazione e promozione si enfatizzasse questo concetto del gioco responsabile».

La sensibilità delle autorità politiche

Di fronte poi, all'ipotesi di ulteriori iniziative a sostegno dei “giocatori problematici”, come ad esempio l'istituzione di un fondo antiusura, per Ferrara «è auspicabile che ci sia un canale costante tra la raccolta del gioco e quanto deriva all'Erario dal gioco, con la finalizzazione verso iniziative di carattere sociale, le più varie». Quindi, ha concluso, «sicuramente da parte nostra c’è grande interesse, ci faremo ancora di più, nel prossimo futuro, promotori di iniziative di questo tipo, sperando, sono sicuro, che ci sarà sensibilità da parte dell'autorità politica».

ALCUNI DATI SUL GIOCO IN ITALIA
Il 52% degli italiani gioca almeno una volta all'anno 25 milioni su una base di 48 milioni di italiani sopra i 14 anni
Frequenza delle giocate
Almeno una volta la settimana 19,8%
Da 1 a 3 volte al mese 13,9%
Meno di una volta al mese 18,3%
I giochi preferiti
Superenalotto 33,9%
Lotto 31,1%
Gratta e vinci 18,3%
Lotterie nazionali 15%
Totocalcio 14,4%
Totogol 5,2%
Bingo 3,9%
Scommesse sportive 3,1%
Slot machine 1,7%
Totip 1,5%
Corsa tris 1,4%
L'identikit
Uomo 54%
Tra i 35 e i 64 anni 52%
Istruzione Media Inferiore 41%
LottoGli italiani spendono per il lotto 7 miliardi l'anno
Il gioco in Italia23 miliardi di euro spesi per i giochi nel 2004, ben il 2% del Pil Nazionale, il 38% in più del 2003 in cui furono spesi 16.666 miliardi di euro. Solo nel Lotto si è speso 10,5 miliardi, la stima per il 2004 è ben il 42% in più rispetto al 2000. Con il bingo se ne vanno 13 milioni di euro la raccolta mensile, 1,6 miliardi di euro la stima per il 2004. Le lotterie nazionali portano 460 milioni nel 2004, l'Ippica 2,3 miliardi di euro sempre 2004 ed infine gli incassi dell'erario ammontano a 6 miliardi nel 2004, ben il 38% in più rispetto al 2003.
Questo post è presente anche su Facebook (Roberto Maurizio) e sul sito http://www.maurizioroberto.com/ . Tutte le foto (ad eccezione della prima) sono di proprietà di Roberto Maurizio

27 ottobre 2009

Il Monopolio di Stato aiuta i giocatori

Un S.O.S. dai Monopoli di Stato per giocatori in difficoltà
di Roberto Maurizio

Il logo (foto di Roberto Maurizio)


Giocatori problematici

Il Senatore Carlo Giovanardi (foto di Roberto Maurizio)


Parte da domani, 28 ottobre 2009, il nuovo servizio Helpline nazionale “Giocaresponsabile” voluto dall’Aams (Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato), in collaborazione con la Federserd (Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze) e la Lottomatica. L’importante iniziativa che intende dare assistenza ai “giocatori problematici”, in pratica tutti quelli che giocano non solo per vincere, ma anche per distruggersi, è stata presentata, oggi, 27 ottobre 2009, a Roma, presso la sede centrale dei Monopoli di Stato, situata in via della Luce, 34, alla quale hanno partecipato, il Senatore Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche della famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile, Raffaele Ferrara, Direttore generale dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Renato Ascoli, Direttore generale Lottomatica, Alfio Lucchini, Presidente della Federserd, Maurizio Fea, Consigliere nazionale della Federserd e responsabile del Progetto “Giocaresponsabile” e il dott. Antonio Tagliaferri, Direttore per le strategie dell’Amministrazione autonoma di Stato.

Gioco sì, ma responsabile

Il numero verde da chiamare in caso di situazioni allarmanti di giocatori incalliti è l’800.921.121. Il servizio fornirà assistenza e orientamento alle persone che hanno problemi connessi al gioco, siano essi i diretti interessati, piuttosto che familiari e amici. Il servizio, curato da Federserd, si inquadra in un programma di “gioco responsabile” definito da Lottomatica su indirizzo dell'Aams, ma l’iniziativa, come ha spiegato nel corso della conferenza stampa il Direttore generale di Lottomatica, Renato Ascoli, “è aperta ad altri concessionari”. Per Ascoli, “non si tratta di ridurre il numero dei giochi”, perché queste forme di dipendenza in realta' colpiscono in maniera abbastanza ampia, esulano dal campo dei giochi o si allargano oltre il campo dei giochi”, quanto piuttosto, “di cominciare a misurare il fenomeno e cominciare a introdurre degli elementi di controllo, di correzione e supporto ai giocatori”.

Gli eccessi si ripercuotono sulle famiglia

“Qui si tratta di affrontare un problema, non negandolo alla radice o eliminandolo, ma combattendo perché le patologie collegate all’eccesso di questo fenomeno non possano provocare dei danni”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, intervenuto alla presentazione. Il fenomeno del gioco, ha aggiunto Giovanardi, “ha raggiunto negli ultimi anni anche per lo Stato degli enormi benefici in termini di entrate, ma provoca dei problemi enormi, specialmente alle famiglie”. Quindi, per Giovanardi “si tratta di lavorare per evitare che questi danni avvengano e - ha aggiunto- naturalmente bisogna anche evitare che il gioco si diffonda a macchia d'olio”, sottolineando la propria “contrarietà” all'apertura di nuove case da gioco.

La ragionevolezza e la responsabilità

Per il direttore generale dell'Aams, Raffaele Ferrara, “la Mission dell'Amministrazione deve essere anche questa: promuovere il gioco, ma richiamare tutti ai limiti della ragionevolezza. Non ci può e non ci deve essere eccesso nel gioco” aggiungendo che “la responsabilità va esercitata fino in fondo e noi dobbiamo assolutamente richiamare tutti a questo senso di responsabilità”. Nello specifico del servizio “Giocare responsabile”, il compito verrà affidato a un team di psicologi, che gestirà il “Front Office”, affiancati da uno Staff di esperti (psichiatri, psicoterapeuti e legali) per trattare gli aspetti specifici connessi alle problematiche generate dal gioco eccessivo.

La coscienza dell’uomo e delle donne

Ma qual è il confine tra un atteggiamento responsabile e uno irresponsabile nei confronti del gioco? “Appartiene alla coscienza dell’uomo” spiega Ferrara, per il quale “il giocatore deve conoscere se stesso”, “conoscere quali sono i limiti che gli devono appartenere come uomo appartenente a un nucleo familiare come padre. Un concetto richiamato anche da Antonio Tagliaferri, Direttore per i giochi dell'Aams, che ricorda come, all'inizio dell'anno, sia stata data “ai concessionari dei giochi una direttiva per spingerli affinché nelle loro attività di comunicazione e promozione si enfatizzasse questo concetto del gioco responsabile”.
Di fronte poi, all'ipotesi di ulteriori iniziative a sostegno dei "giocatori problematici", come ad esempio l'istituzione di un fondo antiusura, per Ferrara “è auspicabile che si sia un canale costante tra la raccolta del gioco e quanto deriva all’Erario dal gioco”. con la finalizzazione verso iniziative di carattere sociale, le più varie”. Quindi, conclude, “sicuramente da parte nostra c’è grande interesse, faremo ancora di piu' nel prossimo futuro, saremo promotori di iniziative di questo tipo, sperando, sono sicuro, che ci sarà sensibilità da parte dell'autorità politica”.


Assistenza

Il servizio GiocaResponsabile intende porre rimedio al fatto che la maggior parte delle persone afflitte da problemi di gioco anche gravi hanno a disposizione pochi riferimenti per orientarsi, e ancora troppo pochi strumenti e servizi adeguati, in numero e qualità, per aiutarli a risolvere le difficoltà indotte da modalità eccessive di gioco. Saranno, quindi, disponibili assistenza e orientamento alle persone che hanno problemi connessi al gioco, siano essi i diretti interessati piuttosto che familiari o amici. Al team di psicologi opportunamente formati che gestisce il Front Office, è affiancato uno staff di esperti (psichiatri, psicoterapeuti, legali) per trattare gli aspetti specifici connessi alle problematiche generate dal gioco eccessivo. Un elemento importante di questo nuovo servizio, è, infatti, quello di orientare le persone - se le condizioni lo richiedono - ai luoghi di assistenza e trattamento in base alla provenienza territoriale degli utenti.

(Segue approfondimento)

Insegnanti di sostegno. La disabilità non si tocca

La disabilità non si tocca
di Roberto Maurizio

Pubblico volentieri il comunicato stampa del Coordinamento italiani insegnanti di sostegno (http://www.sostegno.org/, recapiti 3466903726 3494144750, e.mail sostegno@sostegno.org), in quanto sono consapevole, in prima persona, perché li ho visti in opera meritoria in tutte le scuole italiane, dell’importanza fondamentale dell’esperienza di insegnanti con la I maiuscola, gli insegnanti di sostegno. Quelli che rendono la scuola italiana un luogo diverso da quello del bullismo qualunquistico, senza rispetto degli insegnanti, senza cultura, senza tenerezza e senza amore . Gli insegnanti di sostegno sono, nel bene e nel male, da “celebrare”, da “osannare”. La realtà che producono questi insegnanti è completamente diversa dalla solidarietà pelosa, da quella dei “mandaci due euro”, da quella “ci manda Rai Tre”, o da quella del Messaggero di Sant’Antonio”. Gli insegnanti di sostegno si posizionano in Pol Position e offrono il proprio corpo e le proprie convinzioni per il bene di persone che non conoscono, ma con le quali entrano immediatamente in sintonia. Non sono né parenti e né veline raccomandate. Sono dei bambini e bambine che hanno bisogno di affetto e di cure.
Paolo Alutto: Missionario in Brasile



Gli insegnanti di sostegno sono come i missionari in Africa e in America Latina, anche se questi non hanno nessun contratto sottoscritto per la loro pensione: i missionari hanno firmato solo un accordo con il loro Dio, inteso come infinita e immensa bontà .


COMUNICATO CIIS


“Integrazione: indietro tutta. Noi non C.I.I.S.tiamo”
L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità “non si tocca”. Indietro NON si torna.


Il rischio di un “ritorno al passato” con la riapertura delle “classi differenziali”, derivante da scelte politiche pedagogicamente miopi, è motivo di forte preoccupazione per il futuro dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. A denunciare ciò che sembra sempre più una realtà piuttosto che un ipotetico rischio sono le Associazioni di insegnanti e di genitori da sempre impegnati a promuovere e sostenere il processo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità le quali, riunitesi a Roma il 24 ottobre, hanno manifestato aperto dissenso rispetto alla critica situazione determinatasi nelle scuole italiane.
L’iniziativa, organizzata dal CIIS (Coordinamento Italiano insegnanti di Sostegno), è stata promossa congiuntamente da importanti Associazioni operanti in Italia. Il tavolo del confronto e della proposta ha visto insieme il presidente dell’ANMIC, dr. Giovanni Pagano, il vicepresidente FISH, avv. Salvatore Nocera, la responsabile nazionale per le politiche scolastiche dell’Anffas, prof.ssa Lilia Manganaro, il presidente del CIIS, Evelina Chiocca, il presidente dell’Associazione Tutti a scuola, Antonio Nocchetti, la moderatrice di liste web (Didaweb, Dw-Handicap, Handicap e società, Educazione & Scuola), Elena Duccillo, la rappresentante dell’Ass. Genitori Tosti, Fabiana Gianni, la rappresentante dell’Ass. Bottigelli, Anna Di Domenico, il responsabile CIIS Sardegna, Giuseppe Argiolas, il vicepresidente Ass. Italiana SuxFragile, Vito Bardascino e, in rappresentanza delle OOSS di categoria, il presidente dell’ANIEF, Marcello Pacifico.
Nel corso del seminario, su proposta dell’Associazione C.I.I.S., è stata predisposta, con la collaborazione e il confronto fra genitori e insegnanti, la “Prima Piattaforma per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità”, in cui sono stati evidenziati gli elementi irrinunciabili e imprescindibili affinché si realizzi pienamente la scuola dell’inclusione. La Piattaforma, che si propone come riferimento per le Istituzioni e la società civile, intende riavviare e rafforzare il processo di integrazione, in quanto documento programmatico e di azione attraverso il quale viene riaffermato che “l’integrazione non si tocca” e che “indietro non si torna”.

Gli interventi dei Presidenti e dei Rappresentanti delle Associazioni hanno messo in risalto, con precisa cognizione e con dati evidenti e inconfutabili, quanto siano numerose e complesse le condizioni di grave disagio scolastico in cui si trovano costretti oggi moltissimi alunni con disabilità. Hanno rilevato inoltre come vengano sempre più contraddetti nella pratica i principi proclamati ed enunciati sul diritto, per TUTTI gli alunni, di soddisfare nella scuola pubblica il bisogno di apprendere e di essere educati.
Fra i problemi, per i quali urgono soluzioni, sono stati evidenziati:
- sovraffollamento delle classi (in alcune sono presenti più di 30 alunni),
- più alunni con disabilità inseriti nella stessa classe (non essendo stato definito un “tetto”),
- classi numerose con oltre 30 alunni in cui sono iscritti anche 3 o più alunni disabili,
- classi appositamente formate da soli alunni con disabilità e quelli considerati “fragili”,
- attivazione di “laboratori” o “attività didattiche” riservate ai soli alunni con disabilità e talvolta con i “più deboli” (questa modalità, come la precedente, è equiparabile a classi differenziali non dichiarate),
- riduzione delle ore di sostegno didattico (in alcuni casi sono state attribuite 3 ore settimanali),
- aumento del rapporto alunno disabile/docente (dovendo rispettare la “media nazionale” di un insegnante ogni due alunni, ad ogni docente vengono assegnati più casi, anche oltre i 4. Condizione, questa, che nega e lede il diritto allo studio),
- formazione iniziale e in servizio degli insegnanti (tema particolarmente sentito, com’è condivisa la necessità che vi sia maggiore attenzione rispetto ad una preparazione comune e per tutti sui temi dell’inclusione).
Che politicamente, per questioni prettamente economiche, si voglia tornare a modalità organizzative sempre più rispondenti alla logica della separazione anziché a quella dell’integrazione è stato rilevato da tutti i presenti. Nell’immediato, per far fronte all’emergenza, i rappresentanti delle Associazioni hanno convenuto di chiedere al Governo di adottare immediati provvedimenti d’urgenza finalizzati a correggere le molte situazioni inaccettabili. Qualora il Governo non manifestasse la ferma volontà di intervenire prontamente per modificare o annullare tutte quelle scelte che non promuovono la scuola inclusiva, le Associazioni dei genitori e degli insegnanti si sono proposte di attivare una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica. In ogni caso, le famiglie si sono già allertate, pronte, se necessario, a intraprendere anche azioni giudiziarie per garantire i diritti acquisiti.
I convenuti hanno ritenuto infine di non chiudere i lavori, ma di rimanere convocati in “assemblea permanente” per monitorare l’evolversi della situazione dell’inclusione scolastica e per promuovere azioni coerenti ed efficaci, anche di protesta, già dal prossimo mese di novembre. Le Associazioni presenti, che partecipano anche ai lavori della Consulta, si sono poi impegnate a rappresentare al MIUR il 4 novembre prossimo, le indicazioni emerse nel corso del Seminario.

25 ottobre 2009

25 ottobre. Una domenica di merda

Che domenica di merda!
di Roberto Maurizio
Oggi, 25 ottobre 2009, è uno dei giorni più brutti di questo calendario appeso a un piccolo muro, a un "murigno". Ti alzi alle 7 e 30, invece ti inchiodi su un 6 e mezzo; alle 14.00 dell’ora solare hai fame, no, sei un imbecille, sono appena le 13.00. Ma chi l’ha detto? La televisione. E’ bello essere comandato a bacchetta, non hai nemmeno bisogno di sapere quando hai fame, hai sete, hai voglia di uscire. Te lo dico io: il grande vecchio, quello che tutto comanda. Alle 12.00, ora solare, non puoi cambiare turno legale. Legale? Ma vi sembra legale costringere milioni di persone sottoposte a orari giornalieri a cambiare orario solo per risparmiare sulla bolletta energetica? In Giappone, un vero paese civile, non esiste l’ora legale. Di legale in Italia esiste solo l’ora. La merda di questa giornata non viene diffusa nel ventilatore solo da questa orribile ora legale che gli italiani non vogliono più, né dalla sconfitta della Roma, né dalla vittoria annunciata di Bersani, né dalla atrocità che ha procurato Marrazzo a sua figlia, né dai servizi di Report che sottolineano la pericolosità dell’aeroporto di Palermo, proprio quando sto per recarmi in Sicilia, né dall’anniversario della Marcia su Roma che per festeggiarla Tg3 lancia "l'osceno del villaggio" (un'emerita boiata), né da Obama che lancia l'allarme pandemia con i suoi mille morti per l’H1N1, mentre in Afghanistan e Iraq gli americani ammazzati superano, forse, i 10.000 soldati (gli ultimi 10 proprio oggi) , ma anche dalla constatazione che,oggi,è un giorno come un altro.

24 ottobre 2009

Hdng1947. Don Giulio. Parroco dimenticato

Don Giulio e l’Hdng1947
di Roberto Maurizio

Il Convento, foto di Roberto Maurizio


La domanda che dobbiamo PORCI
L’odio che in Italia scorre nei tappi dello “Champagne dell’11 settembre 2001”, che si riversa su Facebook con 24.000 adesioni per l’uccisione dell’Imperatore, quello che è stato preso per il culo da “l’Internazionale” ha radici lontane. E’ quello che ha sconfitto l’antivirus Hdng1947, nato il 27 giugno 1947 venerdì. L’antivirus Hdng1947 era un’illusione d’amore. Prometteva l’eterna felicità vissuta quotidianamente nel rispetto di Dio. L’antivirus Hdng1947, che ci portava la felicità e l’ebbrezza di vivere in un mondo migliore, è stato sopraffatto dalla bestialità degli uomini, dei volatili, delle mucche e dei PORCI. La domanda che dobbiamo PORCI, perché una banale influenza, sponsorizzata da quel cazzo di Topo Gigio, rappresenti veramente un pericolo per l’umanità? Secondo l’Unità, il giornale di un partito che non c’è ancora, il virus A/H1N1 ha procurato 4.999 casi di decessi nel mondo (molto meno rispetto agli operai morti sul lavoro e agli studenti uccisi sotto strutture scolastiche malfatte). Che sfiga, potevo essere il 5.000° caso. I giornali di sinistra e di destra, come i commercianti beceri e venduti, non mettono mai il prezzo intero a 1.000 euro, ma a 999,99. Che bello avere le notizie veritiere da chi si professa sostenitore del popolo, della classe operaia, dei Franceschini e dei Bocchini (pardon, questo appartiene alle altre labbra carnose e tumefatte del Pd regionale Ammarrazzo, al quale va il nostro sostegno).


Dal maiale all’uomo, il passo è breve
A/H1N1 è un’influenzavirus appartenente alla famiglia Orthomyxoviridae. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha deciso di dare un nuovo nome alla febbre dai suini che ha contagiato l'uomo, ribattezzandola influenza A (H1N1), ecco il significato di questa sigla. In circolazione esistono tre sottotipi del virus che causa l'influenza, denominati A, B e C. La denominazione A, dunque, deriva dal fatto che il tipo di virus che si è diffuso dal maiale all'uomo appartiene a questo sottotipo. Il sottotipo B non si trasmette dagli animali, ma è presente solo tra gli uomini ed è anche abbastanza raro. Il sottotipo C risulta il meno aggressivo causando solo leggeri problemi respiratori. La denominazione H1N1 deriva dal fatto che il virus di tipo A è avvolto da un mantello che ha due proteine caratteristiche chiamate emoagglutinina (H) e neuraminidasi (N). Ognuna di queste proteine, però, ha diversi sottotipi. In particolare, dell’emoagglutinina se ne conoscono 15 e della neuraminidasi nove. Il virus partito dal Messico, poco propenso al rispetto delle norme igieniche e sanitarie, presenta nel “mantello” i sottotipi H1 e N1 delle due proteine usate per la classificazione. Anche il virus che circola durante le epidemie stagionali è del tipo H1N1, la differenza sta nel fatto che quello derivato dal maiale fonde in sé una porzione del materiale genetico del virus che colpisce gli uccelli, una porzione del virus che normalmente colpisce l'uomo e due parti del virus dei suini.


Edward Jenner, dalla vacca (vaccino) alla scomparsa del vaiolo nel mondo 1980
Questa caratterizzazione così precisa, fa sperare in un rapido sviluppo del vaccino che è stato realizzato ma, i coglioni dei nostri medici, sapendo della loro incapacità, hanno paura del vaccino. Prima proviamolo sui merdosi clienti: se muoiono solo 400, allora ci facciamo vaccinare! Che bella categoria! Fa a gara con i magistrati che, dimenticano il loro status e vanno in giro con calzini di un colore orrendo in questa Italia Patria della Moda nel Mondo. Il vaccino è un preparato contenente materiale costituito da microorganismi o parti di essi, opportunamente trattato per perdere le proprietà infettive, ma non quelle antigeniche, per essere utilizzato nel conferimento di immunità attiva al soggetto cui viene somministrato. L'immunità deriva dalla stimolazione, nel soggetto ricevente, alla produzione di anticorpi neutralizzanti il microrganismo stesso. Il nome, ancora oggi utilizzato per indicare tale strumento di lotta alle malattie, fu proposto da Louis Pasteur ad un congresso internazionale di Medicina a Londra «al merito e agli immensi servizi resi da uno dei più grandi uomini dell'Inghilterra: il Jenner», il primo ad aver fatto uso di vaiolo vaccino (da qui appunto vaccino) nella prevenzione del vaiolo umano, dando vita alle prime vaccinazioni secondo criteri scientifici riconosciuti dalla Royal Society. Il preparato deve possedere requisiti essenziali quali l'innocuità, l'efficacia, la facilità di somministrazione, il basso costo di produzione.

H, emoagglutinina, D (don), N, neuraminidasi, G, Giulio, 1947
Il nostro antivirus, quello dell’Hdng1947, è poco aggressivo, non ammazza nessuno, si pone in prima linea contro la violenza, la guerra, le differenze razziali, la proliferazione nucleare, l’inquinamento dell’aria, dei fiumi, dei mari, contro le barche più lunghe (io ce l’ho più lunga di te, imbecilli che non saranno attesi nemmeno un secondo durante i giudizio universale). Heart (of) Don Giulio 1947 (Hdng1947) lascia le menti libere di pensare liberamente.


Don Giulio
Don Giulio, il nostro idolo, è stato Parroco di San Martino in Pensilis negli anni bui del dopoguerra. Don Giulio ha saputo coniugare la sua fede con la situazione difficile degli anni ’50. Spero di non essere blasfemo, Don Giulio è stato come un Imam iracheno sunnita di oggi. Un apostolo che ha saputo difendere con i denti la cristianità di un piccolo paese abbandonato a se stesso e all’inciviltà. Meno male che la democrazia piovuta dall’alto con le bombe era cristiana, o perlomeno, la parte principale, quella americana che si è sempre vergognata di mettere nella bandiera il segno della croce, come la sua ex madre patria, la perfida Albione, ma, per scaramanzia, la mette sul dollaro: “in God we trust”.


Carneade. Chi era costui?
Nessuno ha mai creduto in Dio e nella Chiesa praticante, più di Don Giulio. Don Emilio era più vicino ai giovani e alla popolazione. Il primo serafico, liceale, intellettuale, il secondo, solo un vice, come Don Abbondio. Carnaede, Don Emilio non sapeva chi era. Don Giulio si avvicinava a Manzoni e a Dante.


Cuccuvaie, mazzarielle e stick
In questo perfido Molise, sarebbe ora di iniziare la conta. Non quella del “cuccuvaie”, nascondino, nemmeno quella di “Rosa, Rosetta, Italia e Vanda”, e né quella di “mazze e’ mazziarielle”. Quello che adesso serve all’Italia e al Molise e lo “Stick”: mettere su un mattone una moneta, allontanarsi per 10 metri, procurarsi una pietra, prendere la mira, caricare il braccio di forza inaudita, lanciare “a preta” il più forte possibile, colpire “u maton” e raccogliere il soldo per donarlo a Don Giulio.

22 ottobre 2009

L'Onu dopo Guantanamo. Fao, Ifad e Unhcr faranno la stessa fine?

Obama chiude Guantánamo. A quando la soppressione dell’Ifad, della Fao e dell’Unhcr?
di Roberto Maurizio

La “matrona” della Fame nel mondo

La Fao sullo sfondo di una strada interrotta (foto di Roberto Maurizio)

Esiste una giustizia umana e lo sta dimostrando il Presidente americano Obama con la volontà di chiudere il carcere vergognoso di Guantánamo. Il carcere verrà soppresso, si spera, dopo circa 8 anni. Ma come fa, il Presidente del “Yes, We Can” a sopportare ancora l’esistenza di Agenzie delle Nazioni Unite inefficienti che da più di sessant’anni non hanno prodotto niente di buono? L’Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), in realtà, è molto più giovane della “matrona” Fao.

Ifad. Il Rapporto “velina”





Nato nel 1977, durante le crisi petrolifere, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo doveva rappresentare il “fiore all’occhiello” di un’Organizzazione internazionale che non ha mai avuto tempo e voglia di emergere nelle controversie internazionale e ancor più nella lotta contro le disparità nel mondo. Dopo 32 anni, l’Ifad, sembra una Cococo, una lavoratrice (si fa per dire) a tempo determinato, un Azzecca Garbugli, senza arte e né parte. La riprova è l’ultimo rapporto “velina”, lo stesso che sta riproponendo da anni, reso noto oggi dall’Ifad, che a sede a Roma, come la Fao. Un rapporto inutile!

Viale Ombroso

Roma, la sede dell'Ifad

Qui di seguito i nostri lettori avranno modo di avere il testo completo e le “intuizioni” di questo organismo che potrà essere risollevato solo dal recente Premio Nobel, Barak Hussein Obama. Cos’è che non va nelle “analisi”, pagate a suon di bigliettoni verdi, dell’Agenzia Onu di via del Serafico? La testardaggine. Sono anni ed anni che continuano a predicare come se fossero su un pulpito di viale Ombroso la bontà delle loro tesi: piccoli prestiti, donne superiore agli uomini nel risparmio e nella gestione della famiglia, pozzi a destra e a sinistra, aiuti ai pastori del Ciad, dell’Eritrea.

Il “tifo” per la fame





Forse i tanti funzionari dell’Ifad non sono andati a vedere nemmeno Frosinone. Mandate dei soldi a Cerignola, a Portocannone, a Canicattì e vedrete i risultati. Allora? Bisogna fare piazza pulita di questi “energumeni” che “tifano” per la fame e per il sottosviluppo. Ed è anche logico.

Il Roi della Fao


La spazzatura vicino alla Fao

L’Azienda di Terme di Caracalla non è servita a debellare la “Fame nel mondo”, ma ha saputo ingrassare i funzionari e i suoi porta borse per 60 anni. Lo Stato Patrimoniale e il Conto economico hanno registrati incassi favolosi. Dove sono andati a finire? Nel Roi dell’Azienda romana. Il suo Return on Investment ha raggiunto quasi il 100%, perché tutto quello che è stato investito per l’Africa è tornato come utile diretto e indiretto alla Fao e niente alle popolazioni africane. In effetti, quale necessità avrebbe la “matrona” di produrre effetti positivi nella sua azione, se non quella della sua soppressione di ente inutile. Se non c’è più fame nel mondo non c’è nemmeno la Fao e l’Ifad.

Brunetta un “Watusso”

Una bellissima donna Tutsi, in un dipinto dove emerge interamente il dramma dell'Africa e dal quale, però, si intravedono prospettive di pace e di sviluppo economico e sociale

Allora, chi ci obbliga a lavorare per raggiungere l’obiettivo della nostra dissoluzione? Ci vorrebbe un semplice “Brunetta”, che non è un Watusso, per affermare: ti do tempo fino al 2015, anno in cui si dovrebbe dimezzare la povertà nel mondo, altrimenti fai le valige e il costo enorme degli investimenti internazionali dovrebbero prendere un altro percorso.

Undp e Pam, le “cenerentole Onu” vicine al persone bisognose





Quale? Ci sono persone veramente colte ed oneste in questi organismi, ma si contano solo su una mano. Ad esempio, l’Undp (United Nations Devepolment Program) è un organismo eccezionale, che la stampa becera e provinciale italiana ha sempre trascurato. L’Undp è il “cuore dell’Onu” dal quale potrebbe nascere un nuovo organismo internazionale capace di combattere non solo la fame e la povertà, ma la corruzione che alla base del sottosviluppo. Il Pam (il Programma alimentare mondiale) il migliore di tutti, che opera direttamente e che ci rimette anche vite umane. Ma nessuno, in Italia, nonostante che la sua sede sia a Roma, se lo fila.

Via Palmiro Togliatti




L’Ifad e l’Unhcr hanno perso quasi completamente le loro onorevoli “missions”. Sono stati imbarbariti dalla politica e gettano al mare le persone che una volta loro difendevano. Non hanno carisma, non hanno capacità di interloquire, di farsi valere, non con le ideologie, ma con un sentimento molto più banale, se volete, l’umanità dei nostri missionari, che non chiedono, danno.
La politicizzazione ha ridotto l’Unhcr come una sezione di via Palmiro Togliatti. Roba da pazzi!

453.811

L'odio non ha mai prodotto benefici per l'umanità, soprattutto quando a diffonderlo sono stati i media che dovrebbero mirare a raggiungere un mondo in pace e sviluppato. Questa è la stampa estera "ospitata" in Italia: Internazionale, ma quale, quella socialista? comunista? democristiana? La "vignetta", però, sbaglia in due particolari: il primo è che Berlusconi, purtroppo, non sarà l'ultimo imperatore, se continueranno ad esistere giornali finanziati da chi non si sa chi; il secondo è che tra le fiamme, questo Diavolo, ha, all'insaputa del grafico, una Croce che con la mano sinistra cerca di spegnere l'odio, il più grande crimine dell'umanità. Chi semina odio raccoglie tempesta. L'odio del secolo breve non è bastato? Circa 300 milioni di morti e forse più non sono bastati? Basta con l'odio che produce solo sofferenze!

La riforma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è necessaria ed indispensabile. Ci resta solo il tempo per non vedere morire le illusioni di tutti quelli che credono in un mondo migliore: dai miei calcoli 7 miliardi di esseri umani. Gli altri 453.811 milioni sono i nemici dell’umanità. Molti di essi si annidano anche negli organismi delle Nazioni Unite. Gli ultimi 11, credo di conoscerli.

Il Rapporto Ifad: “Mandare soldi a casa”



Roma, 20 ottobre 2009 – Secondo un rapporto del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di povertà rurale, i lavoratori africani inviano alle loro famiglie in Africa più di quaranta miliardi di dollari ogni anno. Leggi restrittive e tariffe alte, tuttavia, sminuiscono il potenziale che queste rimesse avrebbero di risollevare i poveri dalla loro condizione di indigenza. Il rapporto “Sending Money Home to Africa” (Mandare Soldi a Casa in Africa) sarà presentato a Tunisi il 22-23 Ottobre al Forum Globale sulle Rimesse 2009, organizzato dall’IFAD e dalla African Development Bank (AfDB). A livello globale, i flussi delle rimesse superano i trecento miliardi di dollari l’anno, eccedendo l’ammontare degli Investimenti Stranieri Diretti e dell’Assistenza Ufficiale allo Sviluppo messi insieme. Mentre i costi per i trasferimenti di denaro sono diminuiti in modo significativo in America Latina e in Asia, mandare i soldi a casa in Africa è ancora molto costoso. Per i trasferimenti all’interno del continente i costi possono arrivare al 25% della somma inviata. Al vertice del G8 a L’Aquila lo scorso luglio, i leader mondiali hanno riconosciuto l’impatto che i flussi delle rimesse hanno sullo sviluppo e si sono prefissi l’obiettivo di dimezzare il costo dei trasferimenti nei prossimi cinque anni attraverso la creazione di un ambiente competitivo e senza barriere per i trasferimenti. Tra il 30-40% delle rimesse inviate in Africa è diretto alle zone rurali, dove i poveri non hanno accesso a servizi finanziari e dove le famiglie degli emigrati devono percorrere grandi distanze per poter prelevare il denaro inviatogli dai loro cari. L’intero continente africano ha lo stesso numero di punti dove le famiglie degli emigrati possono prelevare le rimesse che il Messico. Il rapporto dimostra che semplicemente aprendo ad altre strutture la possibilità di offrire servizi di trasferimento delle rimesse, per esempio istituzioni di microfinanza e uffici postali, il numero dei punti di prelievo delle rimesse raddoppierebbe. Il rapporto dell’IFAD evidenzia come nuove tecnologie – i cellulari ad esempio – e strutture già esistenti – in particolare uffici postali o piccoli empori e stazioni di rifornimento – potrebbero rendere più a portata di mano i servizi associati alle rimesse. L’Algeria, dove il 95% delle rimesse è pagato attraverso gli uffici postali, potrebbe essere presa a modello da altri paesi africani. “In tempi di recessione, favorire i trasferimenti di queste rimesse alle famiglie nelle aree rurali dell’Africa è più vitale che mai” ha affermato il Presidente Aggiunto dell’IFAD, Kevin Cleaver, prima di partire per Tunisi. “Il potere delle rimesse può essere stimolato abbattendo le barriere e rendendo meno costoso per le famiglie africane prelevare il proprio denaro,” ha aggiunto. La maggior parte del denaro inviato alle famiglie viene utilizzato per finanziare consumi giornalieri, ma studi dimostrano che associando alle rimesse l’offerta di servizi finanziari quali libretti di risparmio, mutui e assicurazioni, anche i più poveri risparmiano e spesso investono nello sviluppo delle proprie comunità.