29 ottobre 2009

La giornata mondiale del risparmio

La giornata mondiale del risparmio
di Roberto Maurizio

Alunni delle scuole elementari di Imperia in visita all'Ufficio Postale, il 29 ottobre 2009, Giornata del Risparmio. Un esempio da seguire. Questa è la vera scuola italiana, con le sue radici.


Risparmio: una notizia sotto silenzio, meno di Marrazzo e dell’influenza A



Oggi, 29 ottobre 2009, si è celebrato in tutto il pianeta, l’«85a Giornata mondiale del risparmio», come al solito snobbata dalla stampa italiana, libera e bella. Se non fossero intervenuti, con i messaggi esterni, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e con ampie e approfondite disamine, direttamente, il Ministro dell’Economia e del Tesoro, Giulio Tremonti e il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, la notizia sarebbe passata sotto silenzio.

La Costituzione: una vela contro vento


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi


All’importante incontro di oggi, che rappresenta il punto più alto dell’art. 47 della Costituzione italiana, la difesa del risparmio delle famiglie, degli individui e delle imprese, sarebbero dovute seguire analisi e dibattiti televisivi e della carta stampata. Invece, addirittura, i “principali” giornali italiani, proprio in questo momento ore 18.30, non hanno dato lo spazio che si meritava un’iniziativa di questo genere. Sono soprattutto i giornali difensori della Costituzione, quando gli conviene, come “La Repubblica”, ad ignorare l’evento “internazionale” e a buttarla in “casciara”. Draghi ha detto che c’è la disoccupazione, quindi Berlusconi è un verme; Draghi incute paura e parla come uno spauracchio del futuro lurido, baro e buio che ci aspetta, per colpa di Berlusconi. Ma è ora di finirla.

Radio Radicale, l’unica radio libera in Italia

Marco Pannella

Dove sono i giornalisti? Dove sono gli editoriali che partendo dall’importanza della giornata mondiale non si infangano nel “gossip”? Solo il “Sole 24 Ore” dedica un adeguato spazio all’iniziativa. Ma si dimentica del Presidente dell’Abi, del Presidente dell’Acri (ma non sono questi Enti che pagano gli stipendi ai giornalisti del “megafono” della Confindustria)? Il vero giornale Online è “Radioradicale” che ha trasmesso, in diretta, senza filtri, tutto l’incontro dell’85° giornata del risparmio, che ha permesso, quindi, alla “nostra redazione” di seguire questa fondamentale celebrazione, passo, passo.

Maffeo Pantaleoni: “inno al risparmio”

Il Premier e il Governatore della Banca d'Italia

La “Giornata mondiale del risparmio”, nata il 29 ottobre 1924, grazie ad un discorso pronunciato da Maffeo Pantaleoni, a Milano, durante un congresso dell’Istituto Internazionale del Risparmio, ha rappresentato durante il fascismo una ricorrenza di grande rilievo che il Regime dava, simbolicamente, a momenti importanti che dovevano costituire la “memoria storica” degli italiani. Le festività non gradite al regime furono abolite o sostituite con altre, inventate o adattate per l'occasione. La festa dei lavoratori, ad esempio, il 1° Maggio, festa socialista per eccellenza, fu abolita e sostituita con la festa del 21 Aprile, "Natale di Roma". Il fascismo privilegiò le feste nazionali e le ricorrenze patrie: le date commemorative della storia unitaria italiana del 4 Novembre, dell’8 Giugno, del 24 Maggio; gli anniversari della rivoluzione fascista del 23 Marzo e del 28 Ottobre ed altre manifestazioni varie: la Festa degli Alberi, la Giornata del Fiore e della Doppia croce, la Giornata della Croce Rossa, la Giornata dell’Uva, la Giornata della Madre e del Fanciullo, la Giornata della Fede e, infine la Giornata del Risparmio. Dopo il fascismo, la Dc continuò a piantare “alberi”, a far fiorire i “fiori”, a rinvigorire la “fede”, e diede un qualche impulso positivo in favore della “Giornata del Risparmio”.

La Doppia Croce

Il ’68 decretò l’abolizione di tutte le Feste lagnose e commemorative, compresa quella del “Risparmio”. Il riflusso degli anni ’80 del Centro-Sinistra rimise in auge la Festa della Mamma e sopportò, obtorto collo, il “Risparmio” e la “Croce Rossa”. Gli anni bui delle manette facili e di “Mani pulite” misero definitivamente fine alla “Doppia Croce”, sostituita con la “Doppia Carcerazione”, alla “Giornata della Fede”, già caduta in disgrazia prima e sostituita con la “Giornata delle Sbarre”, alla “Giornata dell’Uva”, sostituita con la “Giornata dell’Iva per tutti e a tutti i costi”. Tra i tintinnii delle manette e la chiusura della cella buttando via la chiave, questo popolo, unico al mondo, non ebbe il coraggio di eliminare la “Festa della Mamma”. Un popolo “mammone”, un popolo che si commuove con “Casetta de’ Trastevere” e se ne frega di milioni di bambini che soffrono la fame, un popolo composto da “scarrafoni”, quelli che “ogni scarafaggio per sua madre è bello” e poi non fanno altro che guardare nel buco della serratura e mandano in soffitta l’intelligenza e la capacità di interagire con il presente.

Mandolini sul “Red Carpet”

Questo popolo di mandolinisti, pizzaioli e leghisti non se le sentita di buttare al mare “la giornata fascista del risparmio”, ma ha deciso di strozzarla e di renderla ridicola, facendola diventare solo una passerella, un “Red Carpet”, un momento in cui celebrare solo le loro illusioni. Oggi, dunque, questa “Giornata del Risparmio” è la più bistrattata di tutte. Solo le “Poste Italiane” hanno riservato il “vecchio” significato, coinvolgendo le scuole e le famiglie. Roba di altri tempi. Roba che questa ipocrita società fondata sul “niente” rifiuta di assegnare un significato didattico ed economico. Il risparmio è l’arma contro la disoccupazione, contro le ingiustizie sociali, è il sale dell’economia, delle imprese e delle famiglie.

Il Messaggio del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Republica Italiana, Giorgio Napolitano

Proprio in questo senso, si è inserito il messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha rivolto un invito al mondo del credito: “Nel quadro della creazione di condizioni favorevoli alla crescita nei diversi contesti locali, un ruolo decisivo può essere svolto da un sistema creditizio che riesca a mantenere un forte radicamento territoriale senza rinunciare alle opportunità offerte dall'inserimento in mercati finanziari aperti alla concorrenza e ben regolati”. “L'Acri - ha osservato il Capo dello Stato - apporta al dibattito sulla dimensione locale dello sviluppo l’esperienza, importante sul piano economico non meno che su quello culturale e sociale, delle Casse di Risparmio e delle Fondazioni di origine bancaria fornendo così, anche attraverso le giornate del risparmio, un contributo rilevante alla riflessione su questi temi”.


Risparmio ed economia reale

Il Presidente Napolitano ha parlato di un paese chiamato “ad un impegno straordinario per il superamento degli effetti della crisi globale e per il contenimento delle difficoltà e delle tensioni che si vanno producendo sul piano sociale”. Per il Capo dello Stato, “La Ottantacinquesima giornata del Risparmio è dedicata ad un tema, “Risparmio ed economia reale: la fiducia riparte dai territori”, di grande rilievo in un momento nel quale il paese è chiamato ad un impegno straordinario per il superamento degli effetti della crisi globale e per il contenimento delle difficoltà e tensioni che si vanno producendo sul piano sociale”.

Il Capo del Governo elogia le banche




Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo messaggio ha affermato che “il peggio della crisi finanziaria sembra sia alle nostre spalle e sembra sia iniziata, sia pure lentamente, la ripresa”. E’ “merito delle decisioni prese a livello globale - continua Berlusconi - ma anche del fatto che tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali, hanno svolto positivamente nel nostro paese la loro parte”. Il Premier, dunque, elogia il comportamento delle banche nella crisi. “Ritengo che la rete di protezione predisposta tempestivamente dal Governo abbia rafforzato l’immunità delle banche italiane nei confronti della crisi”. Berlusconi, dopo aver espresso l’auspicio che “nell’interesse del paese si realizzi una convergenza ancora maggiore tra imprese e banche” afferma di sperare che “non si ignorino le difficoltà che anche le banche attraversano nel loro quotidiano operare.

Rilanciare l’economia reale

Ritengo si possa sempre più apprezzare la meritoria azione svolta dalle Fondazioni di origine bancaria”. Per il presidente del Consiglio “è, infine, augurabile che le banche dimostrino un sempre maggiore radicamento verso le esigenze del territorio nella valutazione del merito di credito”. Concludendo il suo messaggio, Berlusconi ha assicurato che “nella distinzione dei ruoli il Governo seguirà attentamente il sistema, adottando tutti i provvedimenti che si renderanno necessari a favorire l’uscita dalla crisi e il rilancio dell’economia reale”.


Tremonti, la “geografia” salva l’Italia

Il Ministro Giulio Tremonti

«La fenomenologia della crisi, la patologia sono in continuo divenire come in un videogame». È l'immagine usata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio. «La crisi si è bloccata è vero - aggiunge Tremonti - ma solo per l'intervento degli Stati che ha trasmesso un messaggio di fiducia». Il Tesoro sta lavorando con le banche per mettere a punto un sistema di uno o più fondi per assistere le piccole e medie imprese sul territorio, ha annunciato Tremonti, sottolineando che «occorre fare di più sull'economia reale». Si tratterà, ha spiegato il Ministro, di uno o più fondi per i quali «avremo fra due-tre settimane un primo schema di lavoro. Che dovrà essere una struttura compatibile con il mercato. La Cassa Depositi e Prestiti avrà un ruolo di regia, non è escluso un adattamento del regime fiscale, più dal lato delle imprese che delle banche. Questo aiuterà le piccole e medie imprese sui territori». La moratoria sui debiti alle imprese, precisa il ministro, «è stata necessaria ma non è più sufficiente».

Lo scudo aiuta l’economia


Nel suo intervento il Ministro ha parlato dei proventi dello scudo fiscale. «Dai dati che abbiamo il rientro dei capitali avviene soprattutto per rimpatrio e non con regolarizzazione». Questo vuol dire, ha puntualizzato il Ministro, che i capitali rientrano nel nostro paese e vengono reinvestiti. Si tratta, ha detto il Ministro, di fondi che «rafforzano la nostra economia» e non solo il sistema bancario. Tremonti ha anche sottolineato che si sta lavorando per migliorare la circolare.


Immissione di liquidità nelle banche non totalmente positiva


Sul fronte dell'immissione di liquidità nell’economia attraverso le banche. «Il bilancio» di questa operazione è «positivo, ma non totalmente, in particolare per quanto riguarda la distribuzione». Secondo il ministro infatti non tutta la liquidità immessa nel sistema è passata dalle banche all'economia reale e questo ha consentito «fenomeni di sviluppo della massa finanziaria». Di qui due preoccupazioni: «Il livello delle borse - spiega il Ministro - è tornato a quello ante-crisi, senza che i fondamentali abbiano fatto lo stesso. In secondo luogo la massa dei derivati non è in riduzione ma in aumento».

In aumento la massa di derivati


«La massa dei derivati» nel mondo, ha detto il Ministro, «non sembra in diminuzione ma in aumento».

Taglio delle tasse? Fondamentale il consenso Ue


La riduzione delle imposte è «una discussione che si sta facendo in Europa» e per l'Italia è «fondamentale una responsabile politica di consenso europeo» prima di usare la leva fiscale.

Fra i più stabili d'Europa il sistema pensionistico


Il sistema pensionistico italiano «è tra i più stabili d'Europa». Il Ministro ha fatto riferimento alla norma recentemente approvata che aggancia le pensioni all'allungamento delle speranze di vita. Una norma che, ha detto «é stata fondamentale». Ma ha anche rilevato che il sistema non è ottimo e in prospettiva servirà una riflessione sul rapporto tra giovani e anziani. «Ma nell'immediato il sistema italiano é tra i più stabili d'Europa».

No a un sistema bancario orientato solo verso la grande impresa


«Non si può avere un sistema bancario orientato soprattutto sulla grande industria quando la forma predominante è la media o piccola impresa. È necessaria, ha detto Tremonti, una convergenza, quindi un ritorno sui territorio. Rispondendo al presidente dell'Abi, Corrado Faissola, sulla concentrazione delle banche il ministro sottolinea che «una riflessione va fatta non solo sulla concentrazione delle banche ma anche sulla distribuzione nel territorio». La concentrazione degli istituti di credito «è un fatto positivo ma è ancora grande l'asimmetria rispetto al territorio». La «formula» non è la «scissione delle banche o il divieto di essere una grande banca». Ma è importante organizzarsi sul territorio. «Molti segni indicano l'impegno di tutti per far quadrare di più la domanda e l'offerta sulle dimensioni territoriali, tanto le imprese quanto le banche».


Il cammino delle riforme


Il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi


La caduta delle economie in tutti i paesi del mondo si è fermata, la fase acuta è superata, ma la ripresa è debole. Questo il monito lanciato dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio. «La caduta in cui le nostre economie si stavano avvitando, tra la fine del 2008 e l'inizio di quest'anno – ha detto Draghi - si è fermata. Siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche». Le banche italiane, per il Governatore, non devono abbassare la guardia «perché la situazione resta esposta a fragilità». Non sono da sottovalutare «i pericoli insiti in una situazione economica ancora delicata. La qualità del credito é in forte deterioramento». Il Governatore ha anche ribadito la necessità che il sistema destini un ammontare significativo di risorse al rafforzamento patrimoniale e ha auspicato che il Governo traduca in misure concrete la disponibilità a rivedere la fiscalità sugli istituti di credito.

Urgente ritmi sostenuti di crescita economica


«Oggi – ha detto Draghi - l'urgenza é riprendere il cammino delle riforme, per riportare il paese, negli anni a venire, su ritmi sostenuti di crescita economica, che sono anche il presidio primo della stabilità finanziaria». Per il Governatore c'è la necessità «di affrontare le debolezze strutturali della nostra economia per costruire una durevole ripresa che non poggi soltanto sulle esportazioni».

Modificare lo scudo fiscale per evitare il riciclaggio


Per Draghi, poi, è necessario intervenire sullo scudo fiscale. «È opportuno un intervento interpretativo che, nell'ambito del cosiddetto scudo fiscale, dissipi ogni incertezza sugli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette da parte degli intermediari e che ribadisca la regolare applicazione delle normativa antiriciclaggio». Per Draghi «il rispetto puntuale delle norme sull'antiriciclaggio non é solo un obbligo di legge, é elemento essenziale della reputazione delle banche».

In un anno persi 650.000 posti di lavoro


In un anno, da settembre 2008 a settembre 2009, sono stati persi 650.000 posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009 ci saranno ulteriori perdite. Il Governatore ha anche sottolineato che presumibilmente saranno registrate «ulteriori perdite di occupazione in questi mesi finali dell'anno».


Per concludere

La stragrande maggioranza degli italiani è, ancora, gravemente preoccupata per la crisi. Sono il 78% (quasi 8 su 10) e in 2 casi su 3 hanno convissuto, anche quest'anno, con gravi disagi. Aumenta il numero di famiglie (quasi una su 3) che "galleggiano" o hanno speso tutto per tirare avanti. E la via di uscita è, ancora, lunga da vedere: per il 57% degli intervistati, non prima di 3 anni. L'alternativa è, allora, arrangiarsi e risparmiare, confidando nella ripresa dell'economia, che raccoglie sempre più ottimisti: dal 34%, del 2008, all'attuale 54 per cento. A scattare la fotografia su timori e aspettative degli italiani ai tempi della crisi è l'annuale indagine Ipsos, presentata ieri, a Roma, dal Presidente dell'Acri (Associazione di fondazioni e di casse di risparmio), Giuseppe Guzzetti. “Si sta passando da un pessimismo statico - ha dichiarato Guzzetti - a un ottimismo nuovo, che non è, però, euforico”. Le famiglie “appagate” sono, ancora, troppo poche: il 32 per cento. Gli “insoddisfatti” salgono al 6%, mentre i “naufraghi” della crisi arrivano al 40% e i “sopravvissuti”, al 22 per cento. Cala, per la prima volta dal 2004, il numero di coloro che consumano più di quanto incassano: sono il 25%, una famiglia su 4, contro il 27% del 2008. Mentre soltanto un italiano su 10 preferisce godersi la vita, piuttosto che mettere da parte risorse per il futuro. L'indagine tasta un po' il polso della gente in vista della tavola rotonda dell'85esima Giornata mondiale del risparmio. E leggendo le opinioni degli italiani, ce ne è di carne al fuoco per animare la conversazione. Intanto, tra le famiglie, è, ancora, forte la preferenza per la liquidità. In tempi di crisi, poi, l'investimento più sicuro rimane quello nel mattone (54%). Cala, invece, il numero di persone che investe i propri risparmi (dal 12 al 9 per cento). Meno 3 per cento nei titoli di stato e -2% nei fondi comuni d'investimento. Lieve progresso per le azioni (+1%) e per i certificati di deposito (+ 2 per cento). Dati, tuttavia, che non decollano e si spiegano, sottolinea la ricerca, con la minor fiducia degli italiani (poco più di uno su 3) sull'efficacia di regole e controlli sul risparmio. La richiesta è per una legislazione più severa, con l'idea che questa consentirebbe, pure, rendimenti più certi. La pensa così il 40% degli intervistati e quasi un investitore su 2 (il 48 per cento). Altro aspetto di riflessione è che per molti italiani il rilancio dell'economia del Belpaese passi, prima di tutto, per una crescita del proprio territorio. Soprattutto, al Sud, dove appena il 50% degli intervistati si ritiene soddisfatto dei servizi che riceve. Stato e Regioni dovrebbero, per uno su 3, aumentare la propria spesa pubblica per migliorare le cose. Per molti italiani, poi, andrebbe protetta e stimolata di più, anche, la propensione al risparmio. Un intervistato su 2 ritiene, infatti, che il "proprio gruzzoletto da parte" possa essere importante per lo sviluppo del territorio. Bisogna, però, che le banche si comportino con maggior rigore e controllo. Anche in questo caso, una normativa più severa farebbe dormire sonni più tranquilli. Una battuta, infine, sull'impiego del proprio risparmio. Il 31% degli italiani lo vorrebbe sul proprio territorio. Una percentuale che sale al 41% nel Mezzogiorno. Una buona notizia in vista dell'arrivo della "nuova" Banca del Sud.

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