30 dicembre 2008

Un 2009 d'annata

FELICE ED AUSTERO IL 2009 NON SARA' NERO

di Roberto Maurizio



Un refuso ha stravolto il senso al nostro "discorso": un 2009 dannato, va inteso come 2009 d'annata. Sarà un 2009 con i fioccchi, con il brio, con le strade senza cavalcavie. Sarà un anno che spazzerà l'imbecillità a cominciare da Rete 4, una Rete che non è nemmeno una canna da pesca e nemmeno un canna, doveva andava sul satellite mentre dovrebbe andare a fan culo. La gente ha votato Berlusconi e si trova Rete 4, con il "cantante" napoletano che non merita nemmeno di essere citato per quanti milioni guadagna. E' meglio la monezza di Napoli che questo governo che si è affidato a Rete 4 (Fede prima o poi farà un'autocritica). Ballerine romene tolte dalla striscia di Gaza per far piacere ad un leader senza scrupoli. Qui, non si sta parlando dei processi di falso in bilancio etc., si sta discutendo (ecco discutendo: Silvio, se esisti, riesci a discutere con te stesso?). Credi veramente di governare per l'etenità? Non esiste un'opposizione che non sia solo fassina, veltriana o dialemmana (con tanto dollari sulle spalle) capace di mandarti a quel paese dopo aver dato al Bagagliano la guida spirituale del nostro paese. Si vede negli occhi delle ragazze che tu compri la loro infelicità. Perché pur di governare mandi allo sbaraglio ragazze che non riescono a dare il minimo senso del perverso: sono delle ragazze di campagna che vogliono guadagnare qualcosa, come le loro nonne. Un programma quello del Bagaglino che fa vomitare. Perderai consensi perché le cose sono cambiate. Alla gente non serve lo pseudo sexy che imbruttisce la tv e i protagonisti. Con Internet non c'è bisogno di un Bagaglino di merda. Tu sarai retrocesso in serie B, mentre le ragazze troveranno fintanto che esiste ancora la differenza tra i sessi, un lavoro altrove. Che schifo il Bagaglino. Sarà la tua tomba!

24 dicembre 2008

Buon Natale a tutti

Buon Natale a tutti
di Roberto Maurizio

In occasione delle festività ebraiche, musulmane e cristiane, abbiamo inviato un messaggio di amore e di pace a tutti i credenti. Non so quale sia la ricorrenza per i non credenti: forse il 1° maggio o il 25 aprile? Comunque, sono fortunate quelle persone che si riconoscono negli altri essere umani e decidono di rispettare una ricorrenza. Non ha importanza chi, come e perché. E' importante credere nel progetto. L'immagine di Michela che pubblichiamo, presa da Internet, è significativa: se hai libero un po' di spazio nel tuo cuore, dedicalo all'amore.

23 dicembre 2008

Marziani a Roma, Bus assassino e Bonolis miliardario

Uomo ucciso da un Bus
di Roberto Maurizio

Un Bus omicida
La notizia è che un “uomo è stato ucciso da un bus”: Ansa, Il Corriere e quant’altro (se oggi non dici quant’altro non vali niente). Ma vi rendete conto? Un’invasione dei marziani con a capo un Bus che ha deciso di togliere la vita ad un uomo. A compiere il gesto, purtroppo, è stato un autista qualsiasi, senza nessun legame né con Venere, né con Marte (in italiano sarà sbagliato, ma si capisce). Secondo l’Istat, in Italia, c’è il 5% di indigenti, cioè il 95% se la spassa come vuole, viaggi a non finire a Dubai, in Egitto, negli Emirati, in Kenya, in Honduras, nelle Seychelles, nell’Isola Mauritius, mentre Fini con i nostri soldi va a spasso in Afghanistan, dove spendiamo l’ira di Dio, mentre qui da noi i negozi fanno la fame perché i loro proprietari (insieme ai poveri pensionati) si sono recati a Dubai, in Egitto, negli Emirati, in Kenya, in Honduras, nelle Seychelles, nell’Isola Mauritius. Tra questi “sussulti e grida” compare compare Bonolis, una figura di un novello gesù cristo, (tutto rigorosamente in minuscolo, dal momento che non merita nient’altro di più rispetto ai miliardi di cui gode e godrà la sua famiglia in eterno). Bonolis, che incarna la visceralità italiana, eseguirà i comandamenti inventati da lui e dal suo enturage: darà al povero conducente di autobus di Roma la pena di morte mediatica (la più brutta di tutte). Il conducente, probabilmente, ha sempre fatto uso di stupefacenti. Ha trasportato per anni studenti e lavoratori ai loro posti di nullità fattuale (tradotto, i lavoratori andavano a prendersi il cappuccino e gli alunni ad occupare una scuola). Nessuno se n’era accorto. Adesso il “lavoratore” drogato secondo il bonolismo deve essere crocefisso e tutti gli altri dovrebbero avere la stessa pena. E chi guiderà più gli autobus e la metropolitana a Roma dopo che un bus ha ucciso un uomo?

22 dicembre 2008

Bonolissiamo l'Italia

Da Povia ad Albano
di Roberto Maurizio




L'Italia Bonolissata

Il prossimo Festival di San Remo sarà condotto da Bonolis e darà a quest'Italia di merda la possibilità d vedere 16 artisti, tra cui Cocciante (un nano non troppo amato da Veltroni) e un Dalla (che non dà un'ala ai gabbiani). Ma chi cazz'è Povia? Ma veramente credete che l'Italia sarà Bonolissata?

20 dicembre 2008

Ciao, 2008

Ciao, 2008
di Roberto Maurizio

Le foto più belle di "Stampa, Scuola e Vita" del 2008

Cliccare sulla seguente stringa, e, successivamente, per vedere le slides e sentire la musica, cliccare su Original View.


http://www.slide.com/r/GEkOmk5wxT_D0LppxteFeUP-St523Xpa?previous_view=lt_embedded_url

19 dicembre 2008

L'Europa ai Cechi

In fondo all’Europa, i Cechi
di Roberto Maurizio
Praga, foto di Roberto Maurizio

Il prossimo semestre europeo sarà il semestre più brutto dell’Unione. La crisi economica incombente non fa paura. Fa terrore la presidenza Ceca. Ma come fa l’Europa ad essere guidata dai Cechi? Con tutto il rispetto dei ciechi, di cui mi onoro di aver avuto in famiglia un cieco della Prima Guerra mondiale, Beniamino Maurizio, mio nonno paterno, questi cechi saranno all’altezza della situazione? La democrazia a tutti i costi può essere mortale per i cittadini. Sono stato a Varsavia con la mia classe (VC un paio d’anni fa). La neve, il gelo, l’incapacità di dare un riscontro culturale era evidente. Durante una visita alla città, fummo assaliti da una tempeste di neve. Quelli che dovevano guidarci non erano cani (magari lo fossero stati, sarebbero stati più umani), ma due signorine che due ore prima avevano sollevato le lenzuola non appese al balcone. In questa città sgradevole fummo costretti da soli a raggiungere l’albergo (che di tal guisa aveva solo il nome). Ma se un paese come la Repubblica Ceca non sa ospitare nemmeno 100 studenti , come pretendete che possa assumere la presidenza di una realtà fattuale come l’Ue, ormai a un passo dal collasso?

16 dicembre 2008

Non ci resta che piangere

Non ci resta che piangere
di Roberto Maurizio

Toglieteci tutto, ma non la dignità
Tutto è iniziato con Craxi. Hanno tolto la scala mobile, e va bene. Hanno tolto gli assegni familiari, e va bene. Hanno tolto i crocefissi nelle aule (o quasi), e va bene. Stanno costruendo le Moschee, e va bene. Ci stanno facendo ammazzare per la pioggia e per la neve, e va bene. Ci fanno fare file chilometriche sulle strade per andare a lavorare, e va bene. Hanno fatto mettere i caschi ai motociclisti, e i morti sono aumentati, e va bene. Hanno fatto mettere le cinture agli automobilisti e i morti si sprecano, e va bene. Hanno messo i limiti di velocità e non hanno saputo altro che fare multe su multe per far guadagnare sindaci incompetenti, e va bene. Hanno tolto dalle strade le mignotte, e va bene. Hanno tolto la possibilità di buttare dal balcone la roba vecchia il 31 dicembre, e va bene. Hanno eliminato i botti prima delle feste natalizie, e va bene. Hanno fatto lavorare gli statali senza avere un aumento di produttività, ma hanno arrestato il fenomeno del cappuccino, e va bene. Adesso manderanno le donne a lavorare fino a 65 anni, così i mariti, doppi, tripli, quadrupli, saranno contenti, e va bene. Hanno dato la possibilità di divorziare divorando la famiglia, e va bene. Hanno dato la possibilità di ammazzare gli embrioni, e va bene. Hanno concessa la morte certa con l'aborto, e va bene.

Siete sicuri di vincere?
Ma che cazzo questo governo ci dà in cambio? Vedere Brunetta tutte le sere sulla Tv (ma non erano meglio le mignotte!); vedere Fini che inciucia con gli ebrei (ma non erano meglio le vacanze prolungate); vedere Schifani che non riesce a cacciare Villari dalla Vigilanza Rai (e Villari non dovrebbe mollare). Ma a tutto c'è un limite. Questo governo che credo di dover governare ancora cinque anni che cosa ci toglierà e cosa non ci darà. Ci ha tolto tutto, il cappuccino, le mignotte, il fumo, i botti, i crocifissi. In cambio ci darà un 2009 di merda: disoccupazione, stagnazione, recessione, giovani senza lavoro, padri di famiglia a casa, asili senza tetto, scuole con il tetto che crolla sugli alunni, ma ci darà la dignità: nessun botto a Natale e a Capodanno, nessuna croce sulle pareti delle scuole, nessuna prostituta per la strada, nessuno statale che prenderà il cappuccino, nessuna luce che sarà appesa sul balcone per festeggiare una ricorrenza tradizionale che speriamo possa essere di intralcio alla vita di Brunetta e di Berlusconi.

Mandato di comparizione ai Re Magi, firmato Brunetta
Gli italiani non accendono più le luci di Natale, non fanno più il Presepe (costano molto i Re Magi che sono stati raggiunti da un madato di catura di Brunetta, dovranno giustificare come mai invece di lavorare hanno seguito la stella cometa). Questo governo ha i piedi di argilla. Non ci resta che piangere, perché non c'è nessuna alternativa!

Vermi! La scienza di "Leonardo" su Rai 3

BASTA CON LA "CULTURA" DI PSEUDOSINISTRA
di Roberto Maurizio
De Micelis, De Micela, De Michelis, De Vermis, De Verma, Tg3 "Leonardo" parla dei vermi

Mentre l'Italia è martoriata, si fa per dire, dalle "calamità naturali" (quelle che producono l'acqua per le nostre turbine, quelle che ci producono neve - una volta si diceva "sotto la neve il pane" - per il notro benessere, quelle che ci producono nebbia, senza la quale non si può fare il Parmigiano Reggiano) il Tg 3, con la solerte Claudia (una specie di Ilaria D'Amico, che vende le sue tette e non il cervello al migliore offerente, la 7 o Sky) esamina i vermi e i cani. Mentre l'Italia non cammina in tutti i sensi, nello sviluppo, nel traffico, nell'intelligenza, ecco che "Leonardo" si occupa di cani e di vermi. Il 25% degli italiani è fortunato perché non paga e non vede la televisione. Il 75% degli italiani (anche immigrati) è costretto a subire trasmissioni senzasenso. La Tv è un mezzo di comunicazione che ha le ore contate. La Tv è ributtante. La Tv non merita di esistere. Ha tempo solo due anni, poi sarà eliminata da chi non la vuole vedere e da chi ha altre alternative. L'Alternativa è Internet, sulle cui peculiarità si stanno azzannando i lupi rapaci. Internet è libera e nessuna potrà acquistarla integralmente. Internet è la democrazia che spazzerà via "Leonardo" (ma che imbecilli hanno preso il nome più bello tra quelli degli italiani). Poteva essere un programma per i poveri, no. A parte l'audio incomprensibile (vedere i vecchi reportage, con uno che non si sapeva se era uomo o donna, che non aveva mai studiato dizione, che non si era mai messo in discussione, perché chi comandavaera il comunismo imperante. E' inutile prendere per il culo Berlusconi che, con i suoi soldi, dà da mangiare a milioni di persone (non come presidente del Milan, non come Mediaset, non come Primo Ministro), ma come imprenditore. Quattro anni fa, l'imbecille Berlusconi, si era presentato dicendo vi daro un milioni di posti di lavoro. E' stato deriso, mandato a fan culo dalla sinistra che si dovrebbe interessare dei giovani che non trovano il lavoro. Obama ha detto che lui cercherà, anche in questa fase difficile, di rilanciare l'occupazione, 4 milioni di persone. Sarà difficile, ma perché ogni volta che parla un cretino la sinistra si pone al contrattacco e non riesce a trovare nemmeno un posto di lavoro? Le cooperative sono allo sbando, la corruzione corrode la sinistra. Arresti, condanne a morte per centinaia di migliaia di amministratori comunisti. Chi si salverà? La Margherita, cioè la Democrazia Cristiana, tanta odiata da me e tanta amata, perché sapevo che quelli (cioè i Democristiani) erano i miei nemici. Oggi, i democristiani stanno nel Pd. Come cazzo faccio ad odiarli? Se odio la Dc, la Margherita, odio anche il Pd. E' la fine di un partito che ha visto in Veltroni il massimo. Veltroni, questo coglione, durante una manifestazione tra studenti israeliani e palestinesi, mi ha negato il passaggio per vedere dal "suo" balcone la Roma imperiale. Imbecille! Io, italiano, avrei dovuto vedere per la prima volta nella mia vita il Foro romano solo dopo che l'avessero visto i palestinesi e gli israeliani. Veltroni è malato di sinistrismo, prima i neri, poi i palestinesi, poi Fidel Castro (adesso gli manca l'amata Urss, la Cina di Maotsetung, la Corea del nord e, forse, il nemico principale del capitalismo attuale, di cui tanti sostenitori del Pd vorrebbero la leadership: Osama Binladen). Caro Walter siamo agli sgoccioli: o ti rimetti con chi vuole ammazzare il capitalismo o sei finito! Caro Massimo, tu hai una visione diversa: il capitalismo non è quello che ha ridotto l'Africa di Veltroni in un continente sottosviluppato. Tu sai che se l'Africa è sottosviluppata è perché non ha le risorse necessarie per sopravvivere. L'Africa ha la bellezza, la ritualità, la natura. Non ha la ricchezza delle fonti primarie per lo sviluppo del mondo. E' un continente (esclusa l'Africa del Sud e qualcun'altro paese) senza risorse e dignità. Cerchiamo insieme di trovare una soluzione a questo problema, iniziando proprio dalle bestemmie: 1. l'Africa subsahariana è povera di risorse; 2. l'Africa subsahariana è povera di cultura; 3. L'Africa subsahariana deve essere difesa non da Wolter (la dizione in inglese), ma da te che hai capito che servono i soldi, la moneta, gli investimenti. Ma anche tu, con i tuoi occhi legati al bolscevismo, non potrai essere una persona affidabile venduta all'imprenditoria di quattro soldi. Ci serve qualcuno, di una nuova sinistra che possa vedere chiaro, senza ricorrere a Obama, senza ricorrere a Pannella. O forse sì. Perché non Pannella? Se avesse qualche idea in più si potrebbe fare. Alla fine del discorso: 1. "Leonardo" è una trasmissione da eliminare; 2. le trasmissioni su Internet, gestite completamente da Napoli, devono essere fatte fuori; 3. "Leonardo" deve essere chiuso e proposto in prima serata, con persone che parlano italiano e non in americanonapoletano. Speriamo di sopravvivere a questa pioggia che ha bloccato il traffico di Roma. Speiamo di sopravvivere agli imbecilli che governano questa televisione e questo paese in preda ai vermi.

Le formiche. Cogli l'attimo

Le formiche
di Roberto Maurizio

Le formiche fanno parte della famiglia delle Formicidae, dell'ordine degli Imenotteri. Come tutti gli insetti, hanno sei zampe e il loro corpo è diviso in tre parti: capo, torace e addome; sul capo è presente un paio di antenne piegate a gomito che sono il loro principale organo di senso.









Le formiche, che hanno delle mandibole molto resistenti e robuste che servono come difesa e per trasportare gli oggetti, costituiscono il 10% dell'intera biomassa animale e circa il 50% di quella di tutti gli insetti. Le formiche sono diffuse soprattutto nelle zone a clima tropicale, come l'Australia orientale, l'Africa e l'America del sud, e sono scarse in Asia settentrionale ed in Europa.




Le formiche sono insetti eusociali, così come tutti gli isotteri e molti altri imenotteri.

Nelle loro società, che variano in dimensioni ed in organizzazione a seconda delle specie, vi è una classe riproduttiva - costituita dalle regine (femmine fertili) e dai maschi - ed una lavorativa, costituita da femmine attere e sterili dette "operaie".


Tutte le foto sono state prese da Le Figaro

14 dicembre 2008

L'Isola Tiberina e il "tempo"

L’Isola Tiberina nel tempo e sconvolta dal “tempo”
di Roberto Maurizio


13 dicembre 2008


Prima



Presentiamo le fotografie realizzate dal sottoscritto ieri, 13 dicembre 2008, dell’Isola fluviale più famosa del mondo, insieme all’Île de la Cité di Parigi, dove sorge la chiesa di Nôtre Dame. In primo luogo, vediamo la differenza tra l’isola ”normale” e quella invasa dalle acque.


Un'immagine orribile: sul Tram il volto esagerato di una ragazza che non ha niente a che fare con la Storia di Roma e dell'Isola Tiberna. Notare i colori stravaganti. Ma Roma ha bisogno di essere travolta dalle acque del Tevere, dell'Aniene e dai soldi delle pubblicità?


Le leggende

Un "gorgo" del Tevere

Ponte Aemilius quasi completamente sommerso, l'Isola Tiberina e, dietro, la Sinagoga

L'Isola Tiberina sorge al centro del fiume Tevere, lungo l'ansa dove si eleva la Sinagoga. Secondo la leggenda, l’Isola nacque dall'accumularsi del fango sulle messi che i romani gettarono nel fiume dopo aver scacciato dall'Urbe, l'ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo. Nell'antichità il luogo fu indicato con diversi toponimi, a partire dal più antico "Isola Lycaonia", per la probabile esistenza di una statua antropomorfa sul ponte Cestio che rappresentava l'omonima regione dell'Asia Minore, fino ad "Isola di San Bartolomeo" ed al volgare "Isola dei due ponti", per la presenza rispettivamente della basilica di San Bartolomeo, del Ponte Cestio e del Ponte Fabricio. Con l'espansione di Roma, l'Isola Tiberina vide ben presto sostituire le varie strutture lignee, fra le quali le arcate dei due ponti, con marmi e murature e l'intera area divenne centro dedicato alla medicina, come per altro è tutt'oggi vista la presenza dell'Ospedale del Fatebenefratelli.


Barconi alla deriva, dopo il Ponte Cestio

Secondo la leggenda, che anche Ovidio riporta nelle Metamorfosi, per sconfiggere la peste che si era abbattuta su Roma intorno al 294 a.C., gli indovini stabilirono che si sarebbe dovuta trasportare da Epidauro fino in città l'effigie del dio della medicina, Esculapio. Agli ambasciatori recatisi in Grecia, tuttavia, si presentò il dio stesso sotto forma di grande serpente che, salito autonomamente sulle imbarcazioni e ricondottele con venti propizi fino alla foce del Tevere, scelse di prender terra direttamente sull'Isola Tiberina.



L'immagine del "fotografo" nel Tevere




Un'altra leggenda racconta di una nave che, nel 291 a.C., essendo scoppiata a Roma una grave epidemia, salpò verso Epidauro, città sacra ad Esculapio, il più importante dio guaritore della Grecia, con una commissione di dotti romani per chiedere al nume della medicina il suo soccorso. Ma, mentre si svolgevano i riti propiziatori, un serpente enorme uscì dal tempio e andò a rifugiarsi sulla nave romana. Certi che Esculapio si fosse trasformato in serpente, la nave si affrettò a ritornare a Roma. Quando la nave giunse presso l'isola, il serpente scese nel fiume e nuotò fino all'Isola Tiberina, dove scomparve, indicando, in tal modo, la località dove avrebbe dovuto sorgere il tempio. La costruzione, iniziata subito dopo, venne inaugurata nel 289.

La “colonna infame”



Ponte Cestio


La posizione del tempio coinciderebbe con la chiesa di S.Bartolomeo: il pozzo medioevale, che esiste ancora presso l'altare della chiesa, corrisponderebbe alla fonte di cui il tempio era certamente dotato. Il tempio costituiva un vero e proprio ospedale: sono rimaste, infatti, varie iscrizioni che testimoniano di guarigioni miracolose, ex voto e dediche alla divinità. Gli ammalati venivano curati "specialmente con l'acqua", come scrive un grammatico del IV secolo, Pompeo Festo. A ricordo dell'evento miracoloso, l'isola prese la forma di trireme, con tanto di prua, poppa e persino di albero maestro, rappresentato, in origine, da un obelisco (due frammenti del quale sono conservati nel Museo Nazionale di Napoli, mentre il terzo è a Monaco) e poi da una colonna con la croce (nella foto a destra). Questa colonna fu denominata "la colonna infame", perché qui veniva affissa una tabella (l'uso durò fin dopo il 1870) nella quale erano indicati i "banditi che nel giorno di Pasqua non partecipavano alla messa eucaristica". Anche Bartolomeo Pinelli incappò nell'ostracismo, ma “er pittore de Trastevere” andò su tutte le furie, non perché additato come miscredente, bensì per il fatto che gli avevano storpiato la qualifica professionale, scrivendo sulla tabella "miniaturista" anziché "incisore".

L’acqua salutare


I "fotoreporter" in azione sul Ponte Palatino: la mamma, il papà e il figlio

Spezzata la colonna (per sbaglio o volutamente?) dall'urto violento di un carro, fu sostituita, ai tempi di Pio IX, dal monumento attuale, opera di Ignazio Jacometti del 1869. Nel 997, l'imperatore Ottone III volle onorare il martire S.Adalberto di Praga costruendo e a lui dedicando una chiesa sulle rovine del tempio di Esculapio. In seguito la chiesa accolse il corpo di S.Bartolomeo Apostolo e così l'appellativo della chiesa, nel 1180, cambiò in S.Bartolomeo. Nel Medioevo ritornò, come ai tempi pagani, la favola "dell'acqua salutare" che guarisce ogni male. Ma l'acqua tratta dal pozzo, risultata inquinata, faceva morire la gente anziché guarirla: così il pozzo venne chiuso con due sbarre incrociate e così si trova ancora oggi. In una delle cappelle di destra della chiesa è conservata una palla di cannone che cadde, durante la guerra del Vascello, nella chiesa gremita di gente, senza che alcuno rimanesse ferito: per questo fu ritenuta miracolosa e fu murata nel punto dove cadde.


Fatebenefratelli

La tradizione dell'isola come luogo di cura, però, non si interruppe con la fine del tempio di Esculapio: nel Cinquecento vi sorse un ospedale gestito dalla Congregazione di S.Giovanni di Dio, i "Fatebenefratelli", perché così esortavano gli uomini mentre chiedevano la carità. Nel Settecento l'ospedale fu ampliato e nel Novecento ristrutturato dall'architetto Cesare Bazzani. L'ospedale inoltre vantava, dal 1599, una buona tradizione dentistica, tantochè nel 1868, alla vigilia dei grandi rivolgimenti di Roma capitale, un frate proveniente dall'ospedale di Firenze, aprì qui il suo Gabinetto dentistico, situato tra la spalletta di ponte Fabricio e l'ingresso della chiesa di S.Giovanni Calibita. In breve fra Giovanni Battista Orsenigo (questo era il suo nome), nato a Pusiano, un paese a cavallo tra Como e Lecco, acquistò una fama che travalicò le mura della città, anche perché riusciva ad estrarre i denti senza l'uso delle tenaglie. Li toglieva con le sue mani forti (si racconta che ogni mattina si esercitasse con una mazza ferrata pesante vari chili), mentre palpava le gengive dolenti, eliminando così paura (per le tenaglie) e soprattutto dolore. I denti estratti dal frate furono rinvenuti nel 1903, alla vigilia della sua morte avvenuta l'anno dopo a Nettuno, all'interno di tre casse custodite nel retro del piccolo ambulatorio in cui operava: il frutto di oltre 30 anni di attività diede il totale incredibile di 2.000.744 denti.

San Giovanni Calibita
Fra Orsenigo si batté fin da subito perché il servizio fosse gratuito per i poveri e aperto tutto il giorno: di qui passarono le mandibole dolenti dei pazienti di ogni rango e condizione, dal popolino ai nomi celebri dell'epoca, come Giosuè Carducci, la regina madre Margherita di Savoia, Menotti (primogenito di Garibaldi), Quintino Sella e tanti altri. Nella Roma dei primi del '900 correva anche voce che nei vialetti dell'isola Tiberina finissero come "brecciolino" proprio i denti cavati dal frate: i denti c'erano davvero ma non erano quelli estratti da fra Orsenigo, che dopo essere stati contati furono scaricati nel Tevere, ma quelli cavati da un suo collega, fra Pasquale Mariani, che dal 1888 al 1925 operò a Perugia. Il complesso ospedaliero è detto anche di San Giovanni Calibita, dalla chiesa annessa all'ospedale, che presenta un vecchio chiostro con lunette dipinte nel Settecento. La chiesa sorge sul luogo ove si trovava un altro santuario, il sacello di Iuppiter Iurarius, "Giove garante del giuramento", dal mosaico con il nome della divinità ritrovato durante alcuni scavi avvenuti sotto la chiesa. La chiesa è antichissima, anche se quella pervenuta fino a noi risulta essere stata rifatta completamente nel 1584 e nel 1640.

Altri nomi
L'Isola ebbe anche altri nomi: "insula Lycaonia", sia perché in questa provincia dell'Asia Minore esisteva un tempio di Esculapio, sia perché, secondo alcuni, sul ponte Cestio vi era posta una statua rappresentante questa regione; "isola sacra" per la presenza del tempio; "isola d'Esculapio" e anche "isola di S.Bartolomeo" per la chiesa costruita sull'area dell'antico tempio. Una torre (nella foto a destra) fa da testata a ponte Fabricio: è quanto rimane di un complesso di edifici costruiti nell'arco di quattro secoli a ridosso del primo elemento architettonico che è appunto la torre eretta dai Pierleoni nel X secolo.

La Torre della pulzella
La torre è nota come "torre della pulzella", per la piccola testa marmorea raffigurante una giovinetta inserita nel paramento di mattoni. Il palazzo fu residenza della famiglia Pierleoni fino al XII secolo, quando passò ai Caetani che ne fecero la loro residenza dopo averci costruito intorno diversi palazzetti e aver inglobato nel complesso anche la chiesa di S.Bartolomeo. La famiglia risiedette qui fino al 1470, sottoponendo tutti gli edifici a frequenti restauri, ma il complesso era continuamente eroso dalle intemperie e dalle piene del Tevere. La situazione del complesso precipitò con la terribile piena del 1557, che travolse la torre e le annesse costruzioni, nonché la parte destra della chiesa. Degna di menzione la presenza nell'edificio di Matilde di Canossa e papa Vittore III, quando qui si nascosero per sfuggire alle insidie dell'esercito dell'antipapa Clemente II: la torre funse pertanto da sede pontificia, anche se soltanto per pochi mesi. Nel 1639 l'edificio fu rilevato dal cardinale Barberini che, dopo averlo restaurato, lo donò al convento dei frati minori francescani, i quali lo destinarono principalmente all'assistenza dei malati, tanto che negli anni successivi al 1656, dopo la tremenda pestilenza abbattutasi su Roma, l'edificio era comunemente conosciuto con il nome di Lazzaretto Brutto.

Ponte Fabricio, diamoci un bacio



Ponte Fabricio




Nella seconda metà del XVIII secolo, al pianterreno si insediò l'Oratorio dei Devoti di Gesù al Calvario o Sacconi Rossi, confraternita la cui attività consisteva principalmente nel dare degna sepoltura a quanti erano annegati nel Tevere. Dopo il 1870 il palazzo fu suddiviso: i primi due piani e la torre divennero proprietà dello Stato Italiano che lo cedette al Comune di Roma, mentre il piano terra ed il mezzanino divennero proprietà private. Nel 1891 il Comune di Roma affittò la propria parte alle Opere Pie Ricovero Israeliti Vecchi e Invalidi, ospedale presente nel palazzo fino agli anni '60. Dal 1986, a seguito di una delibera comunale, il palazzo è stato designato sede del Museo Storico dell'Isola Tiberina. Per secoli e fino alla costruzione dei muraglioni e degli argini del Tevere, avvenuta alla fine del XIX secolo per proteggere la città dalle inondazioni, ai due lati dell'isola vi erano mulini installati su zattere. Vecchie litografie mostrano le piccole costruzioni galleggianti che quotidianamente macinavano la farina per il pane dei romani sfruttando la corrente, la quale, però, a volte diventava troppo impetuosa e se le portava via. Il progetto dell'ing. Canevari per la costruzione dei muraglioni conteneva anche un'altra proposta che per la reazione degli archeologi e dei tradizionalisti fortunatamente non trovò approvazione: si voleva sopprimere il ramo del Tevere alla sinistra dell'isola, in modo da unire quest'ultima alla riva. L'isola è "ancorata" alla terraferma tramite due ponti: a sinistra, il ponte più antico, il Fabricio, detto anche Quattro Capi, e a destra il Cestio.

13 dicembre 2008

"Er barcarolo" e l'Isola Tiberina

Dopo la tempesta, vedo le macchinette far festa…
di Roberto Maurizio

L'Isola Tiberina sommersa dalle acque (foto di roberto maurizio)


Cessato allarme
E’ stato un tripudio di macchinette fotografiche, di cellulari, di telecamere, davanti allo “spettacolo” dell’Isola Tiberina quasi inghiottita dai flutti del padre tanto amato e altrettanto odiato. Il “biondo” Tevere, dopo il cessato allarme, pronunciato da inetti dati in prestito all’informazione, di un’improbabile esondazione, grazie all’opera compiuta dai Piemontesi nel 1870 con le famose "spallette" che impediscono all’acqua di ripetere gli allagamenti a cui la Roma papale dell’ottocento era soggetta prima dell’occupazione savoiarda, è tornato a dialogare con i romani. L’Isola Tiberina ha mostrato ancora una volta la sua volontà di non soccombere all’inerzia degli amministratori capitolini, tutt’altro affaccendati: fare soldi e far divertire i loro maldestri e ignoranti elettori.

Auditorium nomen nostrum Veltronium
Le nere “Notti bianche”, le funeste “Estate romane”, la squallida e incomprensibile stagione dell’Auditorium sono serviti per non difendere Roma dalla semplice manutenzione dell'argine del fiune. Qualcuno si chiederà a che cosa servivano i soldi dell’Ici: a mettere i centomila cartelli stradali con su la scritta "Auditorium". Dappertutto, in ogni luogo, è presente un cartello che ti indica dove cazzo si trova questo maledetto Palazzo della Musica. Se cerchi una strada "normale" non la trovi in nessuna parte. Se devi andare a Via dei Ciclamini o a Via Vigna Fabbri senza Tom Tom o un navigatore ultrasetallitare, devi soffrire le pene dell’inferno (grazie a Veltroni che era ateo o giù di lì). Adesso è peggio. Con Alemanno non puoi nemmeno raggiungere l’inferno!


Una ventata di vita e di armonia

Una turista fotografa l'Isola Tiberina (foto di Roberto Maurizio)

Il Tevere dorme, il Tevere sta con i romani, il Tevere scorre e ruba la piogia dalle montagne e la porta nella capitale. Porta con l'acqua una ventata di vita e di armonia. Il “Barcarolo romano” ha sempre vissuto momenti belli e brutti con il suo biondo fiume. Il "Barcarolo" oggi si sente preso in giro, ma continua a cantare e ad andare contro corrente: "e quanno canta l’eco s’arisente".

Le foto sull'Isola Tiberina invasa dalle acque saranno pubblicate nei prossimi Post.

Roma sommersa: una grande bufala

La grande bufala
di Roberto Maurizio

CHIEDO DI FARE ATTENZIONE SULL'ORA IN CUI VIENE POSTATO QUESTO "ARTICOLO". DI UNTORI NE ABBIAMO TANTI. BASTA CON GLI UNTORI! ALLE 14 DEL 12 DICEMBRE, I COSIDDETTI TELEGIORNALI PARLAVANO DI UNA ROMA INVASA DALLE ACQUE. BASTA CON CHI VUOLE UN 'ITALIA IN GINOCCHIO! VOGLIAMO UN PAESE CIVILE CON LA PROTEZIONE CIVILE CHE INTERVIENE MOLTO PRIMA E NON MOLTO DOPO I DISASTRI. VOGLIAMO GIORNALISTI CHE NON SPAVENTINO CON L'INFLUENZA I VECCHI, CHE HANNO IL LORO VISO RIVOLTO VERSO IL PARADISO. VOGLIAMO UN'ITALIA PIU' CIVILE.


Aridatece l'esondazione de 'na volta

Il Tevere scorre tranquillamente
Il mondo è pieno di "bufale". La bufala è un animale che non ha niente a che vedere con quello ch qui si vuole affermare. La bufala, dal cui latte vengono prodotte mozzarelle che vengono esportate in tutto il mondo, è un animale nobile. E' ignobile chi fa una "bufala", cioè quell'azione che volta al fine di ingannare il pubblico presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto. La "bufala" si distingue dalla truffa, che, invece, è un vero e proprio reato, per la mancanza di intenzionalità da parte di chi la racconta o per la mancanza di profitto a scapito delle vittime. La "bufala", eticamente e moralmente, è più grave della truffa, perché dietro ad essa non esiste una contropartita, cioè un guadagno o una ricompensa. La televisione è una "grande bufala", perché potrebbe fare a meno, godendo di monopolio, di dire cazzate, invece lo fa solo pe il gusto di farlo.


L'influenza un'"esondazione", una "pandemia" solo per il gusto di procurare allarme
Mentre il Tevere non esonda, non invade Roma, non mette a rischio il Papa, non costringe i politici a ritirarsi sul Palatino, mentre tutti quelli della Valpadania fanno il tifo per il fiume biondo-merda, i cosiddetti Mass-Merdia si dimenticano dell'influenza che non tira. Non tira i milioni di ascolto se l'allarme è un altro. Un allarme alla volta. Adesso c'è la "bufala" Tevere, passata questa si ricomincia con la "bufala" influenza. Itendiamoci, le inondazioni e l'influenza sono problemi gravi, ma vanno trattati con cura e con saggezza. Invece no. La Tv lancia allarmi spropositati che intaccano il sistema nervoso dei vecchi e delle vecchiette. Possibile che non esista un garante della paura! Chi diffonde notizie false e tendenziose sulla borsa valori, sugli argini dei fiume, sull'andamento di una pandemia influenzale, dovrebbe meritare gli arresti domicialiari con i carabinieri che controllino se l'imputato assiste ai "Pacchi" in diretta e alle trasmissioni (meglio chiamarli inoculazioni) di Bruno Vespa e di Emilio Fede. Chi diffonde il panico merita il panico: occorre individuare i "giornalisti" (cioè quei raccomandati che hanno una tessera) che si divertono a spaventare la gente. Per loro un rimedio sicuro, secondo Brunetta, c'è: il licenziamento e basta. Ma per chi, coscientemente e volutamente incoraggia la diffusione di notizie collocate solo per fare audience e producano un danno ai telespettatori, ci vorrebbe la forca, non la pena di morte, ma l'espropriazione di tutti i beni in loro possesso. In pratica, dovrebbe essere trattati come mafiosi, cioè come quelli che realmente sono.

11 dicembre 2008

L'Italia nell'occhio del ciclone dell'incompetenza

Che dice la pioggerellina di marzo … pardon di dicembre
di Roberto Maurizio

Il Tevere e Castel Sant'Angelo: l'affare si ingrossa (nella bella foto, il volo di un gabbiano)



E poi parlano di emergenza idrica!
Tanta acqua è caduta su Roma. In un solo giorno, l'11 dicembre 2008, si è riversata sulla capitale tanta pioggia quanto quella che di solito viene registrata in un mese intero. Cosa è successo? Il finimondo. Quattro tuoni nella notte hanno svegliato i romani gentili intenti a godersi il meritato riposo dopo tanto lavoro svolto nei ministeri durante una settimana di fuoco, dove l’ombra del ministro orco Brunetta non gli ha permesso di bere il meritato cappuccino delle 10 e 23. Le strade intasate dall’acqua, purtroppo, hanno anche provocato una vittima, la cui anima è andata in cielo grazie all’incompetenza degli “amministratori”, quattro cialtroni venduti ai partiti che non riescono nemmeno a fare defluire un goccio d’acqua. Di destra, di sinistra. Basta. Ci vogliono persone competenti, non persone vendute alla politica. Un amministratore non deve sapere a memoria il Capitale di Marx (Pd-Pci) o il Vangelo secondo Matteo (Pd-Dc) o il Vangelo di Luca (secondo Pierferdinando dell’Udc – cioè la Dc – che adesso sta all’opposizione con il Pd e prima stava con la Pdl, cioè alleato di Forza Italia e la Lega e i fascisti), o il partito più preso a cazzotti dalla satira di sinistra (cioè Berluschitalia, insieme ai fascisti confluiti nell’antifascimo di Alleanza Nazionale rientrata insieme alla Mussolini nel Pdl o nella Pdl). La Pdl e il Pdl sono nomi di due sessi opposti: la prima si chiama così per non confondersi con il Pd, che non potrebbe chiamarsi la Pd (a qualcuno potrebbe sembrare la Puttana democratica). Allora, si chiama il Pdl, perché sono alleati, per poco, con la Lega che ce l’ha duro, quindi non si può chiamare la Pdl (Partito delle debosciate liberali). Quindi, arriva l’acqua, tant’acqua; arriva la neve, tanta neve! Vedrai che questi stronzi di politici non hanno visto nemmeno il calendario per sapere che stiamo in autunno inoltrato e che frappoco inizia un inverno duro. Quindi, politici di destra o di sinistra, come ogni anno, queste situazioni si verificano sempre. Ma a voi non vengono in mente perché vi dovete occupare di occupa le poltroni della Rai, vi dovete occupare come disoccupare i lavoratori dell'Alitalia, vi dovete occupare delle maestre uniche con o senza l'uso del preservativo.


Intanto il Ciclone incombe!

Un raro ciclone dell'Atlantico, Catarina, con la spirale destrorsa (26 marzo 2004)

«Tanti nodi stanno venendo al pettine, ha accusato il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, l’unico che capisce, che è copetente e che sa quello che dice: dobbiamo fronteggiare situazioni che potevano anche essere evitate se vi fossero stati in passato investimenti adeguati forse qualche danno si darebbe potuto evitare». Che schifo che fa quest’Italia che non riesce ad arginare un “temporale” di metà dicembre. Una pioggerellina di marzo se paragonata ai cicloni, agli uragani ai tornadi che investono altri paesi del mondo. Mezza pioggerellina di marzo e il sindaco di Roma chiede lo stato di calamità. Strade bloccate, uffici chiusi, negozi deserti. Cittadini! Direbbero a “Striscia la notizia”, “Italiani”, come dicono al Tg1. Basta. Fuori dalle scatole chi non sa gestire nemmeno quattro gocce! Ma il Tevere si ingrossa. Sapeste come le palle degli italiani si sono ingrossate per chi non sa gestire un’emergenza. Che cos’è che salva gli incompetenti? Il tempo, inteso sia come situazione atmosferica che prima o poi (due o tre giorni passa) sia come il passare dei minuti scanditi da un orologio analogico che ti invita all’oblio. Tutto, fra poco, sarà dimenticato, divorato non dalla globalizzazione, non dall’emissione dei gas serra, ma dalla normalità. Sarà normale tornare in ufficio in macchina e trovare file chilometriche per un imbecille che non riesce a governare un incrocio. Sarà normale tornare all’università e trovarle chiuse.


Le possibili aree che potrebbero ospitare dei cicloni mediterranei

Una giornata uggiosa (a Roma va in onda Battisti-Mogol)


Domani, se Roma non sarà allagata, se tutto rientrerà nella normalità, chi avrà il coraggio di dire alla signora affogata sotto un cavalcavia che si è trattato solo di un misero temporale? Di una giornata uggiosa? Speriamo che questa notte Roma e il Lazio siano sotto il tiro di un ciclone impossibile (vedere cartina) per giustificare quegli incompetenti che prendono i voti non in base alle competenze, ma solo perché rappresentano gli interessi dei partiti e non dei cittadini. Se tutto ciò non si verificherà, domani, grazie anche all'intelligenza della Cgil che ha sospeso lo sciopero dei trasporti pubblici, sarà una giornata normale. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, tornare a scuola è trovare le stesse crepe e la stessa sporcizia, identiche a quelle degli ospedali. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, vedere un altro morto sul lavoro. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, accendere l’albero di Natale e le luci sul balcone aspettando le vacanze natalizie. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, vedere i ricchi tornare sulle Dolomiti incapaci di distinguere la congiunzione Venere Giove e allontanarsi miliardi di anni luce rispetto alle “Flebili Luci delle Pleiadi”.

Che dice la pioggerellina di marzo?
di Angiolo Silvio Novaro

Che dice la pioggerellina
Di marzo, che picchia argentina
Sui tegoli vecchi
Del tetto, sui bruscoli secchi
Dell’orto, sul fico e sul moro
Ornati di gèmmule d’oro?
Passata è l’uggiosa invernata,
Passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
Di fuor dalla nuvola bigia
Che in cielo si pigia,
Domani uscira’ Primavera
Guernita di gemme e di gale,
Di lucido sole,
Di fresche viole,
Di primule rosse, di battiti d’ale,
Di nidi,
Di gridi,
Di rondini ed anche
Di stelle di mandorlo, bianche......
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
Ornati di gèmmule d’oro?
Ciò canta, ciò dice:
E il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
Di marzo, che picchia argentina
Sui tegoli vecchi
Del tetto, sui bruscoli secchi
Dell’orto.

9 dicembre 2008

Diritti umani. 60 anni portati male!

Dichiarazione universale dei diritti umani. 60 anni portati male!
di Roberto Maurizio

Eleanor Roosevelt

Domani si celebrerà in tutto il mondo il 60° anniversario della “Dichiarazione universale dei diritti umani”. "Stampa, Scuola e Vita" non poteva mancare all’appuntamento.

Jus cogens



Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) approvò, a Parigi, la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, un documento storico prodotto da una Commissione presieduta da Eleanor Roosevelt, la cui redazione fu promossa sull’onda dell’indignazione per le atrocità commesse durante la Seconda Guerra mondiale. La “Dichiarazione” fa parte dei documenti di base dell’Onu insieme allo “Statuto” firmato il 26 giugno 1945 a San Francisco ed entrato in vigore il 24 ottobre dello stesso anno, dopo la ratifica da parte dei 5 paesi membri fondatori: Cina, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica. In quanto Dichiarazione di principi dell’Assemblea generale, quella adottata a Parigi 60 anni fa, però, non è vincolante. L’Assemblea “auspica” che i 30 articoli della “Dichiarazione” vengano rispettati, ma non può intervenire coattivamente contro uno Stato che non rispetti tale regole fondamentali della comunità umana. Tanto per cominciare, fin dal 1948 erano sorti problemi. I membri Onu erano allora 56, ma le firme in calce al testo furono 48. Mancarono all’appello otto astenuti: Sud Africa, Arabia Saudita, Unione Sovietica, Polonia, Cecoslovacchia, Yugoslavia, Yemen e Honduras. “Di buone intenzioni - come recita un proverbio italiano - è lastricato l’Inferno”. Tuttavia, ai diritti ed alle libertà in essa riconosciuti va attribuito un valore giuridico autonomo nell'ambito della comunità internazionale, dal momento che sono ormai considerati dalla gran parte delle nazioni civili alle stregua di principi inalienabili del diritto internazionale generale (jus cogens). La Dichiarazione dei Diritti Umani è un “codice etico” di importanza storica fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente i diritti che spettano all'essere umano.

La diatriba uomo – umano


La "Dichiarazione di Parigi", come si vede dalla foto sopra riportata della Roosvelt, si intitolava "Human Rights", mentre è stata tradotta in italiano "Diritti dell'Uomo", anche con la U maiuscola. Per anni questa dizione restò abbarbicata nella cultura italiana, finché ci si accorse che l'Onu non parlava di uomo ma di umanità nel suo complesso. Del resto non poteva essere altrimenti, in quanto la Commissione era capeggiata addirittura da una donna, Eleanor Roosevelt. Negli anni ’60 e ’70, con il femminismo incombente e predominante soprattutto all’Onu, venne deciso di cambiare anche in Italia il termine "uomo" con "umanità". La forma, come si dice, è anche sostanza, per cui la battaglia fu vinta in Italia anche per merito delle femministe. Su questo punto si potrebbe aprire una discussione: quale ruolo ebbero le donne nella realizzazione della Carta fondamentale dell'Onu. In realtà, la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, quella votata a Parigi nel ’48, era la conclusione di un lungo dibattito che aveva visto, in realtà, soprattutto gli uomini emergere su questo tema: John Locke, Jean-Jacques Rousseau, Voltair, Immanuel Kant, Nietzche, Jacques Maritain e, soprattutto, Cesare Beccaria. Anche la Rivoluzione francese aveva fatto riferimento ai “Diritti del’Uomo”. Infatti, il documento fondamentale adottato il 26 agosto 1789 venne denominato “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”. Nel percorso che ha portato alla realizzazione della “Dichiarazione” del 1948, occorre annoverare anche i Quattordici punti di Woodrow Wilson (1918)) e i quattro pilastri delle libertà enunciati dalla Carta Atlantica di Franklin D. Roosevel e Winston Churchill del 1941. Alla Dichiarazione sono poi seguiti il Patto internazione sui diritti economici, sociali e culturali e il Patto internazionale sui diritti civili e politici e il, elaborati dalla Commissione per i Diritti dell'Uomo ed entrambi adottati all'unanimità dall'ONU il 16 dicembre 1966. La Dichiarazione è la base di molte delle conquiste civili della seconda metà del XX secolo, e costituisce l'orizzonte ideale della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, confluita poi nel 2004 nella Costituzione europea.

La “Dichiarazione” in briciole


La Dichiarazione è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. I diritti dell'uomo vanno quindi suddivisi in due grandi aree: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali.La Dichiarazione può essere suddivisa in argomenti:
il preambolo enuncia le cause storiche e sociali che hanno portato alla necessità della stesura della Dichiarazione; gli articoli 1-2 stabiliscono i concetti basilari di libertà ed eguaglianza (già sanciti dalla Rivoluzione francese); gli articoli 3-11 stabiliscono i diritti individuali; gli articoli 12-17 stabiliscono i diritti dell'individuo verso la comunità (anche qui rifacendosi a un dibattito filosofico che va da Platone ad Hannah Arendt); gli articoli 18-21 sanciscono le cosiddette "libertà costituzionali", quali libertà di pensiero, opinione, fede e coscienza, parola, associazione pacifica;
gli articoli 22-27 sanciscono i diritti economici, sociali e culturali; i conclusivi articoli 28-30 stabiliscono le modalità generali di utilizzo di questi diritti e gli ambiti in cui tali diritti non possono essere utilizzati.

Un riassunto in pillole
Ecco un breve riassunto dei 30 articoli che compone la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Siamo tutti liberi ed uguali
Non discriminare
Diritto alla vita
Nessuna schiavitù
Nessuna tortura
Hai i tuoi diritti ovunque tu vada
Siamo tutti uguali di fronte alla legge
Tutti i tuoi diritti sono protetti dalla legge
Nessuna detenzione ingiusta
Diritto al giudizio
Innocente finché dimostrato
Diritto alla privacy
Diritto di libertà di movimento
Diritto di asilo
Diritto alla nazionalità
Diritto di matrimonio e famiglia
Diritto di proprietà
Libertà di pensiero
Libertà di espressione
Diritto di pubblica assemblea
Diritto alla democrazia
Sicurezza sociale
Diritti dei lavoratori
Diritto di giocare
Un letto e cibo per tutti
Diritto all'istruzione
Diritti d’autore
Un mondo libero e giusto
Responsabilità
Nessuno può toglierti i tuoi diritti
http://www.youtube.com/watch?v=hTlrSYbCbHE
















Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo


Ecco come l'Italia mantiene i suoi impegni



"Famiglia cristiana" è stata osannata perché ha pubblicato i 30 articoli della "Dichiarazione universale sui diritti umani". Anche "Stampa, Scuola e Vita" pubblica integralmente gli articoli della Dichiarazione di Parigi. Non tutti conoscono i propri diritti, anche perché nessuno glieli ha spiegati. Sicuramente, la cosiddetta riforma Gelmini verrà applicata pedissequamente: l'educazione civica sarà orientata verso la Costituzione italiana e il Federalismo, mentre la "Dichiarazione universale dei diritti umani" farà da sottofondo, sarà data per scontata. Come si dirà ai bambini che l'Onu ha pensato a loro e ha messo come diritto fondamentale quello del gioco? L'articolo 24 della "Dichiarazione" prevede il riposo per i lavoratori e lo svago. Ovviamente, anche se non si riferisce ai bambini, questa norma potrebbe essere traslata anche ai minori. Ma dove, come e quando i bambini possono ottenere il soddisfacimento del loro diritto al gioco? Le buone intenzioni della Carta Fondamentale dell'Onu non devono rimanere sulla carta straccia. E' tempo che dalle intenzioni si passi ai fatti. Che cosa ostacola questo passaggio? La volontà dei potenti che non capiscono che per ogni uomo o donna o come vi pare in più felici ci sarà una Terra più giusta e gaia. Il rispetto delle regole non deve essere unilaterale. La regola fondamentale che deve guidare una rinnovata Onu è quella di fare rispettare le regole approvate dalla sua Assemblea. Se domani, fra un anno, fra dieci, l'Onu nuova farà rispettare coattivamente 27 articoli sui 30 presenti sulla "Dichiarazione" allora si potrà dire di vivere in un mondo più giusto e più bello da vivere. Qui di seguito, presentiamo i 30 articoli. Eliminate tre, ma gli altri dovranno essere rispettati fino in fondo.


PREAMBOLO

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo; Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione; Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le nazioni; Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'eguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà; Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali; Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni,


L'ASSEMBLEA GENERALE
proclama


LA PRESENTE DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

ARTICOLO 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

ARTICOLO 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

ARTICOLO 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

ARTICOLO 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

ARTICOLO 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.

ARTICOLO 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

ARTICOLO 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

ARTICOLO 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

ARTICOLO 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

ARTICOLO 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.

ARTICOLO 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

ARTICOLO 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione.
Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

ARTICOLO 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

ARTICOLO 14
1) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni.
2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

ARTICOLO 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

ARTICOLO 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

ARTICOLO 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

ARTICOLO 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

ARTICOLO 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

ARTICOLO 20
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

ARTICOLO 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2) Ogni individuo ha diritto di accedere, in condizioni di eguaglianza, ai pubblici impieghi del proprio Paese.
3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve sere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

ARTICOLO 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

ARTICOLO 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4) Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

ARTICOLO 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e delle ferie periodiche retribuite.

ARTICOLO 25
1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali necessari. Ha, inoltre, diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale

ARTICOLO 26
1) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.
2) L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
3) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
4) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.

ARTICOLO 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

ARTICOLO 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati

ARTICOLO 29
1) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale, soltanto, è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge, per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3) Questi diritti e queste libertà non possono, in nessun caso, essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

ARTICOLO 30
Nulla, nella presente Dichiarazione, può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

Fao. Dimezzare la fame nel mondo

Obiettivo 2015: dimezzare gli affamati
di Roberto Maurizio

Il Palazzo della Fao - Roma (foto di roberto maurizio)

L’insicurezza alimentare

963 milioni sono gli affamati nel mondo e la tendenza è al peggioramento. Questo, in sintesi, il quadro allarmante delineato dall’ultimo Rapporto della Fao sullo «Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (Sofi)», che riporta i dati del 2007, reso noto oggi in tutto il mondo e presentato ieri nel corso di una conferenza stampa presso la sede ufficiale dell’Agenzia Onu, in via Terme di Caracalla in Roma. Il futuro alimentare di milioni di persone è messo ulteriormente a rischio dalla crisi economica e finanziaria che attanaglia in Nord del mondo. Gli affamati sono aumentati di 40 milioni di unità rispetto al 2006 e di ben 115 milioni rispetto al biennio 2003-2005. Per invertire questa tendenza e per gettare le condizioni per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel 1996 dal Vertice mondiale sull’alimentazione di dimezzare il numero degli affamati entro il 2015, occorrono, secondo il Direttore generale della Fao, Jacques Diuof, 30 miliardi di dollari l’anno da destinare all’agricoltura e alla protezione sociale della povertà.

Le cause della fame
http://www.youtube.com/watch?v=1CxhP4cV7v0








Il numero degli affamati cronici nei paesi del Sud del mondo è aumentato a causa dell’impennata dei prezzi delle materie prime agricole. «I prezzi dei principali cereali - si legge nel Rapporto - sono calati di oltre il 50% rispetto al picco raggiunto agli inizi del 2008 ma rimangono più alti del 20% rispetto all'ottobre 2006». «Bambini, donne in gravidanza e in allattamento sono molto a rischio - ha detto il direttore generale della Fao, Jaques Diouf - i disordini civili che si sono già verificati nei Paesi in via di sviluppo sono il segnale della disperazione causata dall'aumento dei prezzi alimentari. Gli effetti della crisi saranno più devastanti tra i poveri delle aree urbane e le donne-capo famiglia». La peggiore situazione si registra nell'Africa sub-sahariana, dove una persona su tre, vale a dire circa 236 milioni, soffre cronicamente la fame.

Le aeree a rischio

La grande maggioranza della popolazione sottoalimentata vive nei paesi in via di sviluppo, allocuzione ormai logora, ma purtroppo ancora valida. Il 65% degli “affamati”si concentra nei paesi più densamente abitati: India, Cina, Repubblica popolare del Congo, Bangladesh, Indonesia, Pakistan e Etiopia. E’ chiaro che un riduzione della povertà in questi paesi inciderebbe notevolmente sulla diminuzione della fame nel mondo. L’Asia, come continente più densamente popolato, non ha fatto progressi significativi verso la riduzione della fame, quindi, nel 2007, ha ospitato circa 583 milioni di persone sottoalimentate. Qualche risultato positivo si è rgistrato in Thailandia e in Vietnam. In Africa Subsahariana una persona su tre (circa 236 milioni nel 2007) soffre la fame, quindi, percentualmente è la Regione che nel mondo presenta le percentuali di affamati più elevate di tutte le altre. E’ la Repubblica Democratica del Congo, afflitta dalla guerra civile, a guadagnarsi il primato di paese con il maggior numero di affamati dell’intero continente africano: la fame cronica che colpiva 11 milioni di persone nel 2003-2005 ha allungata la sua “onda perversa” su 43 milioni, in modo tale che, oggi, la percentuale di affamati è passata da 29 a 76 sull’intera popolazione. L’Africa Subsahariana ha, comunque, nel complesso, fatto qualche progresso rispetto agli anni ’90, facendo scendere il numero degli affamati da 30% della popolazione (1995-97) a 30% (2003-2005). I paesi che hanno raggiunto le performance più marcate sono stati: Ghana, Congo, Nigeria, Mozambico e Malawi. America Latina e Caraibi hanno ottenuto buoni risultati in materia di riduzione della fame, ma l’ultima impennata dei prezzi delle derrate alimentari ha fatto un po’ vacillare questo primato: nel 2007, 51 milioni di persone erano attanagliate dalla malnutrizione. Tradizionalmente, i paesi del Medio Oriente e dell’Africa del Nord sono quelli meno toccati dal problema della fame, ma i conflitti in Afhanistan e in Iraq, sommato all’incremento vertiginoso dei prezzi agricoli, hanno composto una miscela esplosiva sulla condizione dell’alimentazione della Regione, a tal punto che i sottoalimentati sono passati da 15 milioni del 1990-92 a 37 milioni del 2007.

Dal male al bene?

L’incremento esagerato dei prezzi dei prodotti delle derrate agricole, secondo la Fo, potrebbe trasformarsi “da danno a beneficio”. La povertà in crescita, prevista dagli economisti nei prossimi anni tra i paesi in via di sviluppo, potrebbe essere scongiurata dall’aumento del costo del cibo. Quest’incremento potrebbe rappresentare un’occasione di sviluppo per milioni di piccoli agricoltori poveri, può favorire l’espansione dei mercati regionali, creare nuovi posti di lavoro e rilanciare l’agricoltura del Sud del mondo. Il principale Obiettivo del Millennio da realizzarsi entro il 2015, cioè la drastica riduzione del 50% della fame nel mondo, potrebbe essere raggiunto se, accanto a questa opportunità saranno resi sicuri i finanziamenti dei paesi donatori e delle Nazioni Unite per rafforzare il settore agricolo e aiutare i piccoli produttori ad aumentare la produttività fornendo sementi, fertilizzanti e mangimi per animali, oltre a macchine agricole, infrastrutture e servizi essenziali.

8 dicembre 2008

A un anno dalla Thyssen

E' passato un secolo
di Roberto Maurizio


Sette operai morti a Torino soltanto un anno fa. Sette operai, pochi ricordi. L'anno prossimo, a quest'ora, saranno due i secoli da ricordare. Il 6 dicembre 2007, la tragedia; il 7 dicembre 2007, la Scala e lo smoking non si commuovono. A un anno di distanza, ancora la Scala, e degli operai nemmeno l'ombra (come i governi attuali). Il problema della sicurezza negli ambienti di lavoro, nonostate tutto, tiene banco: ci pensano gli operai a morire. Ma chi tra una festa e l'altra fra un mese si ricorderà di Vito Scafidi?

Un alunno morto fra le macerie di una scuola a pezzi, un giocatore promettente, un figlio che non c'è più.

Alla Scala, c'è chi scende e chi si sala

Alla Scala come a Courmayeur e Cortina
di Roberto Maurizio
Venere e Giove (foto roberto maurizio)
Venere e Giove su Roma (foto roberto maurizio)
E' sempre esistita, in Italia e nel mondo, la netta divisione tra ricchi e poveri. Poveri, ma belli, ricchi, ma coglioni. Ormai, questa divisione tradizionale non vale più. I poveri sono i più sfigati, i più brutti e i più insopportabili; mentre i ricchi sono belli, intelligenti e rifatti. Il 7 dicembre 2008, alla Scala si sono presentati i ricchi che non sono stati in grado di capire la differenza tra un do maggiore e un do minore: il primo, secondo loro, ha i soldi (maggiore), il secondo no, è sempre lo stesso povero sfigato. I ricchi, con le pellicce e con i frak, hanno pagato migliaia di euro solo per apparire e non hanno percepito minimamente la bellezza dell'altezza di una nota. Questi stessi ricchi energumeni si recano a Cortina: sono i primi a fare le acrobazie con gli sci, i primi ad acquistare lo skypass, i primi ad essere i più abbronzati. Mentre alla Scala, gli energumeni si sono spacciati per cultori di Verdi (il "Don Carlo" lo sapevano a memoria), sulle Dolomiti o a Courmayeur, il loro sguardo non si alza più in alto di una sottana (solo per il 10%) o da una mutanda (il restante 90%, maschile, femmile o neutro: mutatis mutanda). Mentre sopra i loro nasi svetta un cielo di cristallo, una volta celeste trapuntata da milioni di miliardi di stelle, i "benestanti" sono interessati solo ai milioni o ai miliardi di euro, ai mutanti o alle mutande. Che cosa hanno i ricchi meno dei poveri? L'incapacità di capire il messaggio di un fenomeno celeste (come la congiunzione tra Luna, Venere e Giove, oppure l'elevazione da Sud-Est della costellazione di Orione, con Sirio al comando, il Cane Maggiore che annuncia i tempi per la semina e il raccolto), che fa parte della loro vita, che andrebbe vissuta in ogni istante come bene supremo per guardare con occhi lucidi e chiari la bellezza del creato. Ecco perché pubblichiamo, qui di seguito, le foto della volta celeste della periferia romana, con Giove e Venere protagonisti, non alla Scala di Milano, non in un hotel a 5 o più stelle di Cortina, non in un mondo perverso che non rispetta la dignità umana, ma su un terrazzo di Cinecittà Est dove, forse, esistono ancora certi valori.




La Luna di guardia (foto di roberto maurizio)

Aspettando Sirio, sui tetti di Roma, guardando Venere e Giove (foto di roberto maurizio)

P.S.: Hanno scoperto adesso perché i ricchi festeggiano Sant'Ambrogio il 7 di dicembre, la prima settimana dell'ultimo mese dell'anno. Il Santo di Treviri aveva previsto brutti tempi anche per loro che non avrebbero superata la sesta settimana. I ricchi, infatti, hanno un anno "ricchestile", dura 25 mesi!