Uomo ucciso da un Bus
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
Un Bus omicida
La notizia è che un “uomo è stato ucciso da un bus”: Ansa, Il Corriere e quant’altro (se oggi non dici quant’altro non vali niente). Ma vi rendete conto? Un’invasione dei marziani con a capo un Bus che ha deciso di togliere la vita ad un uomo. A compiere il gesto, purtroppo, è stato un autista qualsiasi, senza nessun legame né con Venere, né con Marte (in italiano sarà sbagliato, ma si capisce). Secondo l’Istat, in Italia, c’è il 5% di indigenti, cioè il 95% se la spassa come vuole, viaggi a non finire a Dubai, in Egitto, negli Emirati, in Kenya, in Honduras, nelle Seychelles, nell’Isola Mauritius, mentre Fini con i nostri soldi va a spasso in Afghanistan, dove spendiamo l’ira di Dio, mentre qui da noi i negozi fanno la fame perché i loro proprietari (insieme ai poveri pensionati) si sono recati a Dubai, in Egitto, negli Emirati, in Kenya, in Honduras, nelle Seychelles, nell’Isola Mauritius. Tra questi “sussulti e grida” compare compare Bonolis, una figura di un novello gesù cristo, (tutto rigorosamente in minuscolo, dal momento che non merita nient’altro di più rispetto ai miliardi di cui gode e godrà la sua famiglia in eterno). Bonolis, che incarna la visceralità italiana, eseguirà i comandamenti inventati da lui e dal suo enturage: darà al povero conducente di autobus di Roma la pena di morte mediatica (la più brutta di tutte). Il conducente, probabilmente, ha sempre fatto uso di stupefacenti. Ha trasportato per anni studenti e lavoratori ai loro posti di nullità fattuale (tradotto, i lavoratori andavano a prendersi il cappuccino e gli alunni ad occupare una scuola). Nessuno se n’era accorto. Adesso il “lavoratore” drogato secondo il bonolismo deve essere crocefisso e tutti gli altri dovrebbero avere la stessa pena. E chi guiderà più gli autobus e la metropolitana a Roma dopo che un bus ha ucciso un uomo?
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