30 settembre 2008

I fondamentali di Marrazzo

I fondamentali di Marrazzo
di Roberto Maurizio

Usa e getta
E' difficile commentare in diretta un programma televisivo. Ma sarebbe educativo se in parecchi si mettessero ad inviare il proprio messaggio di approvazione o di disapprovazione. Dovrebbe essere la stessa emittente del programma a spingere gli ascoltatori a dare dei suggerimenti. Comunque, io ci sto provando e vedo soprattutto scarsi risultati. Una trasmissione come quella di Santoro (Anno zero) è impossibile da vedere, figuriamoci commentarla. Il povero Floris, fino a poco tempo fa era ben accetto e tollerato anche dalla destra: una trasmissione di sinistra sulla terza rete ha una sua struttura logica (quella del comunista Santoro invece è sulla seconda rete!). In questo contesto, intendo comunista uno di sinistra. Se comunista è un'offesa ditemelo, se è falso, allora è un'altra cosa. Santoro, credo che non si offenda se viene definito "comunista".
L'ex comunista Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, si schiera con la "comunista", cioè colei che pensa al bene comune, da qui "comunista", Giovanna Botteri. La Botteri, come abbiamo scritto nel Post "Le guerre perse e "vinte" dalla Botteri" ha una pallottola nella scarpa. Mieli, durante il suo lungo commento a "Balleò", ha giustamente notato che il luogo scelto dal Presidente Bush, con la libreria come sfondo, è lo stesso in cui il Presidente americano ha confessato alla nazione l’errore commesso con la guerra in Iraq, quindi la crisi del ‘29 è dietro al Presidente. Facciamola finita, sembra che dica il Corrierone, con gli Usa. Anzi, Usa e getta. Marrazzo, intanto, dice di aver fatto un investimento con i soldi dei laziali (che schifo, primi in classifica, ma se lo meritano, per ora) nel 2003 e poi scarica la colpa sugli Usa e getta. Poi si inventa la stronzata più grande del mondo: un paniere che farà risparmiare le famiglie laziali ben 3 euro, acquistando beni per 12 se ne pagano solo 9 euro. Ma chi cavolo lo crede! forse solo Pagnoncelli, l’alleato più sincero e più soporiforo. Uno dei tanti problemi di questo tipo di trasmissioni, "Talkshow political scorrect", è che non ti danno tempo per capire il nome di chi sta parlando. Allora, avendo il computer sotto le mani, vai sul sito della trasmissione. Il sito di "Ballarò" è una tra i più brutti del mondo. Rosso Nero. Non si capisce niente. In Burkina Faso i siti sono più belli rispetto a quello di "Ballarò", che propone una musica che si ricollega alla mafia. Intanto, la rappresentante della Cgil (di cui non sappiano il nome), sta prendendo un sacco di applausi su questioni che favoriscono i lavoratori che non vogliono lavorare.

Brambilla la rossa con le idee chiare


La Brambilla, la rossa, si è messa sotto a studiare. Si dimostra preparata sul difficile tema ce si affrontando: la crisi finanziaria internazionale e ripercussioni sull'Italia. Ma che ne possono sapere di prodotti finanziari sofisticati e derivati Marrazzo e Alemanno, se non di essere stati fregati proprio perché non ne sapevano niente. La Brambilla, oltre a parlare di "core business", di "mission", di "assets", emerge dalla palude dicendo la sua sulla crisi finanziaria di Wall Street e affermando semplicemente che i problemi si risolvono solo lavorando. Brambilla come Celentano: “chi non lavora non fa l’amore”. Michela Vittoria Brambilla parla anche ella sanità e Marrazzo non batte ciglio, dovrebbe invece battere cassa. Tabacci, se c’entro non centro, vuole l’abbassamento della pressione fiscale e non si accorge che i soldi servono per dargli lo stipendio e la pensione. Ma a proposito, Tabacci non dovrebbe essere in pensione? Ma che pensione prende. Questo blog cercherà di sbattere in prima pagina i redditi dei sinistri, centristi, laburisti che lavorano per i lavoratori. Si tratta di miliardi di euro. Pd dei valori. Quelli di destra, per definizione, sono dei ladri. Ma quelli di sinistra sono peggiori perché la loro politica si basa sulle persone che veramente stanno male, non hanno assistenza, non hanno lavoro, non hanno nessuno che li aiuti veramente. Il Pd dei valori sa aumentare i valori degli stipendi milionari dei loro capi.


Pulizia, Alemanno aridatecce er puzzone de Veltroni



Alemanno facci sognare, non abbassare le tasse, ma facci andare a lavorare con la macchina e ripulisci Roma. Alemanno, aridacce la Roma del "puzzone" de Veltroni.


Se la sinistra…
Se la sinistra si presenta a Ballarò con la rappresentante della Cgil, che non si capisce se è uomo o donna, se Tabacci è carne o pesce, se Mieli è un'ape o una vespa che punge solo là dove sa che esce il miele, 20 anni di Berlusconi non ce li leverà nessuno.

Luttwak e crisi di Wall Street

L’altro personaggio che emerge dalla trasmissione è Edward Nicolae Luttwak. Sono anni che l'economista statunitense cerca, inutilmente, di portare in Italia una ventata di cambiamento. Floris è rimasto a secco, a secco di idee, a secco di personaggi: Marrazzo (mi manda Rai3), Alemanno (mi manda dio o giù di lì), Tabacci (mi manda il mandarino). L'Italia dovrebbe uniformarsi al sistema americano, afferma Luttwak basato sulla libertà d’impresa e sulle iniziative individuali dei giovani. Questa la semplice ricetta di Luutwak. Per l'economista statunitense, “non esiste innovazione senza rischio”; gli Usa fanno la scommessa sui rischi, le banche finanziano le idee, e non prestano solo alle Signorie toscane o di Reggio Emilia. Il depositante nervoso italiano è quello che strangola l’innovazione. Anche il cinese innova. Questa affermazione sarà oggetto di approfondimento da parte di "Stampa, Scuola e Vita". Innovazione, idee, finanziamenti ai giovani, a chi produce qualcosa di nuovo.

Bono Veltroni

Bono

Clinton con i suoi miliardi (che il povero abitante di Portocannone, anche se è comunista, non ha mai visto in vita sua) è democratico e sta con i lavoratori. Passata la sbornia di Clinton e della forse molto più ricca nipote di Kennedy, ora Veltroni "bianco" sta con il "nero" Obama e con il miliardario Bono. Bono per far cucinare a Tor Bellamonica il brodino.

Tabacci Marrazzo

Tabacci... t
di Roberto Maurizio


Ma se gli italiani non hanno i soldi, non raggiungono la terza settimana, perché si dovrebbero preoccupare della seconda crisi di Wall Street? Se il 78% degli italiani hanno una casa di proprietà, perché non riescono a raggiungere la terza settimana? Il nonno di Marrazzo stava negli Stati Uniti ed aveva investito i suoi risparmi in azioni e in cemento e dalla crisi del ’29 aveva ricevuto solo carta straccia. Ma i soldi, il nonno di Marrazzo ce li aveva. E dove li aveva presi? Secondo Tabacci, l’Unicredit è andata oggi sulle montagne russe e i banchieri invece di starsene a casa in vestaglia dovrebbero dire tutta la verità, solo la verità. E’ un attacco indiscriminato contro le banche, quando in questo momento ci vorrebbe la massima calma. Tabacci attacca a testa bassa. Perché e per conto di chi?

Dopo la liberazione dei 5 connazionali, la stampa italiana abbassa il sipario sul Darfur

La stampa nazionale riscopre il Darfur solo dopo il sequestro degli italiani in Egitto
di Roberto Maurizio

Campo profughi del Darfur in Ciad
Non tutti i mali vengono per nuocere
Ci voleva la cattura dei 19 turisti in Egitto (tra cui 5 italiani), per far tornare alla ribalta, sui media mondiali e soprattutto su quelli nazionali, paesi da sempre abbandonati a se stessi, Ciad e Sudan. Nei servizi televisivi della Rai, ma anche sulle grosse testate giornalistiche della carta stampata, in effetti, non è mai stato pronunciato il nome del Darfur, però, ci sono andati vicini. Quando impareranno a fare i giornalisti, forse, citeranno anche questa regione che sta proprio tra Egitto, Libia e Ciad.

Il bilancio di sei mesi di missione di pace Ue


L’Unione Europea, criticabile quanto si vuole, a volte, è superiore a molte altre istituzioni, che parlano e non agiscono. L’Esecutivo di Bruxelles proprio in questi ultimi giorni di settembre 2008, sta operando un bilancio sui primi sei mesi dall’avvio effettivo delle operazioni, avvenuto nel marzo scorso. Della Missione di forza di pace Eurofor Tchad/Rca. Bruxelles ha fatto sapere che, dal mese di novembre prossimo, alla Missione parteciperà anche la Russia.


La Missione di Pace per il Ciad e il Darfur
Christina Gallach

La Missione di Forza di Pace dell'Unione europea Eufor Tchad/Rca è stata avviata nell'ambito di un impegno più generale dell'Ue nella regione per affrontare le ramificazioni del conflitto in Darfur, la regione meridionale del Sudan al confine con il Ciad. La missione ha avuto come primo scopo quello di dare supporto ai 290 mila rifugiati che in fuga dal Darfur per approdare al confine tra Ciad, Sudan e Repubblica Centro Africana. La Russia, che parteciperà alla Missione della Forza di Pace Ue in Ciad a partire dal prossimo novembre, invierà quattro elicotteri da trasporto. La notifica del sostegno russo alla Missione è stata resa nota contemporaneamente all'avvio della missione di monitoraggio in Georgia dell'Ue Eumm, che si avvia ufficialmente domani, 1° ottobre, e coincide con la crisi Russia/Nato/Ue avviatasi quest'estate in seguito alla crisi militare nel Caucaso. Su questo argomento, si è espressa Christina Gallach, portavoce dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Ue, per cancellare ogni dubbio su un possibile legame tra l'evoluzione delle relazioni dell'Unione con la Russia: «I negoziati tra Ue e Russia sulla cooperazione in Ciad, iniziati lo scorso marzo, non sono stati per nulla influenzati dalla tensione scattata dopo la guerra in Georgia», ha detto Cristina Gallach. «È molto positivo - ha aggiunto Gallach - che con i russi si possa continuare a fare affari».
Le guerre perse e “vinte” della Botteri
di Roberto Maurizio


La faccia della Giovanna Botteri è radiosa, subito dopo il “discorso alla nazione” del Presidente Bush di oggi, 30 settembre 2008, alle 14 e 45 ora italiana . La giornalista sottolinea la drammaticità delle parole del Presidente americano. Botteri, dopo aver detto che il Congresso era contro la proposta dell’intervento pubblico, che gli americani erano contrari ad assumersi un impegno così gravoso, ha fatto passare per imbecille Bush, finendo il suo collegamento dicendo, nonostante Bush insiste. La Botteri si è tolto, così, finalmente, il proiettile dalle scarpe che aveva dovuto ingoiare in diretta il 9 aprile 2003, quando alle ore 13.40 circa (ora italiana), quattro carri armati americani fecero ingresso nel centro di Bagdad da sud-est, nei pressi dell’hotel Palestine, l’ultima zona della città ancora in mano alla resistenza dei fedeli di Saddam. Giovanna, inviata del Tg3, mostra in diretta le immagini dell’evento. I fedayin di Saddam stanno lasciando la zona, dice la giornalista, “questa dovrebbe essere considerata la fine della guerra se non ci fosse ancora incertezza sulla fine di Saddam e dei suoi figli”. La pace non è ancora finita in Iraq. Mentre si aperto una guerra ancora più grave, con ripercussioni incalcolabili: Il crollo del capitalismo e la fine dell’imperialismo yankee per i quali Giovanna ha sempre combattuto. Non li ha potuto vedere a Bagdad. Oggi, si sta leccando i baffi, a New York, vicino alle Torre Gemelli. Sotto sotto, ma non troppo sotto, Giovanna sta sperando in un’altra prossima caduta di altro acerrimo nemico in casa. Il “filisteo” lombardo non molto alto.


Anticocciniglia con effetti lucidanti
Per sconfiggere le coccinelle, acerrime nemiche delle rose, occorrono prodotti velenosi e chimici in grado di sterminare i nemici. Esistono, però, dei prodotti così potenti, come l’ideologia, che non uccide solo il nemico, ma anche il carnefice. Chi si erge come “Anticocciniglia con effetti lucidanti” potrebbe, in seguito, subire una brutta avventura. Che cada Wall Street e tutti i filistei è una bestialità senza senso. Ride bene chi ride ultimo.

Cada Wall Street e tutti i filistei

Le guerre perse e “vinte” dalla Botteri
di Roberto Maurizio

Giovanna Botteri



Sotto la notizia, il ghigno
La faccia della Giovanna Botteri sul Tg3 è radiosa, subito dopo il “discorso alla nazione” del Presidente Bush di oggi, 30 settembre 2008, alle 14 e 45 ora italiana . La giornalista sottolinea la drammaticità delle parole del Presidente americano. Botteri, dopo aver detto che il Congresso era contro la proposta dell’intervento pubblico, che gli americani erano contrari ad assumersi un impegno così gravoso, ha fatto passare per imbecille Bush, finendo il suo collegamento dicendo, nonostante tutto Bush insiste.


Un proiettile nella scarpa


La Botteri si è tolto, così, finalmente, il proiettile dalla scarpa che aveva dovuto ingoiare in diretta il 9 aprile 2003, quando alle ore 13.40 circa (ora italiana), quattro carri armati americani fecero ingresso nel centro di Bagdad da sud-est, nei pressi dell’hotel Palestine, l’ultima zona della città ancora in mano alla resistenza dei fedeli di Saddam. Giovanna, inviata del Tg3, mostra in diretta le immagini dell’evento. I fedayin di Saddam stanno lasciando la zona, dice la giornalista, “questa dovrebbe essere considerata la fine della guerra se non ci fosse ancora incertezza sulla fine di Saddam e dei suoi figli”. La pace non è ancora finita in Iraq. Mentre si aperto una guerra ancora più grave, con ripercussioni incalcolabili: Il crollo del capitalismo e la fine dell’imperialismo yankee per i quali Giovanna ha sempre combattuto. Non li ha potuto vedere a Bagdad. Oggi, si sta leccando i baffi, a New York, vicino alle Torre Gemelli. Sotto sotto, ma non troppo sotto, Giovanna sta sperando in un’altra prossima caduta di altro acerrimo nemico in casa. Il “filisteo” lombardo non molto alto.

Anticocciniglia con effetti lucidanti


La cocciniglia

Per sconfiggere la cocciniglia, acerrime nemiche delle rose, occorrono prodotti velenosi e chimici in grado di sterminare i nemici. Esistono, però, dei prodotti così potenti, come l’ideologia, che non uccide solo il nemico, ma anche il carnefice. Chi si erge come “Anticocciniglia con effetti lucidanti” potrebbe, in seguito, subire una brutta avventura. Che cada Wall Street e tutti i filistei è una bestialità senza senso. Ride bene chi ride ultimo.

Con i piedi per terra

Giucas Casella, Zelig, Concita e la satira
di Roberto Maurizio

La "pugnetta"

Mentre il capitalismo sembra sprofondare sotto i magli di una crisi dello stesso livello di quella del 1929, se non peggio, l’Italia si perde sull’Isola dei famosi (una delle poche trasmissioni dove non viene attaccato Silvio Berlusconi, per il momento). Contemporaneamente, Zelig (con perdite gravi di audience, spero), pagato da Berlusconi, non fa altro che vomitare sul suo datore di lavoro. Claudio Bisio, nonostante tutto, vuole far ridere ad ogni costo. Così si inventa la “pugnetta”. I telespettatori ridono e gli Arcimboldi di Milano se la godono. Se i genitori degli Arcimboldi e dei Bisiotti avessero usato le stesse tecniche suggerite da Zelig sarebbe stato veramente un evento fantastico per la salvezza del nostro Globo.

Wall street
Mentre Wall Street ingoia miliardi di dollari, e forse sta per mangiarsi anche i nostri risparmi, il povero imbecille telespettatore italiano ingoia l’abbandono di Giucas Casella dall’«Isola dei famosi». La “pugnetta” di Zelig si colloca allo stesso livello della minaccia a mano armata contro il Ministro Brunetta (che fa rima con…).


Concita



Grazie Concita, così si fa la satira! Era ora di decidere l’eliminazione di chi con la sua altezza oscura Berlusconi! Una sinistra così non si era mai vista prima: uccidevano solo quelli alti più di un metro e settantadue (ogni riferimento a Moro è puramente casuale).

Luxuria
Sull’Isola dei famosi solo una persona, una vera persona, si può salvare: è Vladimir Luxuria, che ha dovuto lottare contro l’integralismo più ottuso, molto diffuso, nella sinistra radicale. Mentre, deve essere respinto con veemenza l’arroganza di Zeling che se la prende addirittura con i ciechi. Forse quelli che sono diventati tali con le loro “pugnette”. Animali! Bisio, sei un animale! Ma quello che più dovrebbe preoccupare gli italiani è il perché Berlusconi debba continuarti a pagare. Ormai, i voti gli hai già portati! Perché devi continuare a conficcare la lama del coltello sulla persona che ti paga? Non è colpa tua, caro Bisio. Forse, oggi, con un giorno in più rispetto al suo calendario, il Deus ubis commilitonis eminentis, capirà che non gli servi più. Come le Iene, come Non dire mai…, come Ilary Blasi.

Le Iene
Quello che non capisco, come non capiranno molti italiani, perché il Governo Berlusconi sta mandando i soldati nelle strade, sta ripulendo l’Italia dai Rom, sta sbaragliando le puttane dalle strade, e poi, in Tv ha dei veri acerrimi nemici che non offendono solo lui, ma anche gli spettatori che sono costretti a seguire certe trasmissioni. Santoro, va bene! Chi vede Anno Zero sa che non parte da zero ma parte da sinistra. Sa che è di sinistra. Va bene. Ma, facendo zapping sulle trasmissioni colluse con il conflitto d’interesse, quelle di Mediaset, ti compaiono, non già quelle dichiarate di sinistra come Maurizio Costanzo, per quel che vale, colluso con Maria De Filippi, una donna, una storia, ma le Iene. Decisamente schierate. Il team formato da giovani bene della borghesia romana e lombarda, che vestono i panni sinistri.

D’Alema sesterzi
Ma non sarà che Berlusconi paga i suoi schiavi giornalisti della cosiddetta sinistra per sconfiggere la sinistra? Tutti i giornalisti, negli anni ’80 e ’90 prendevano soldi dai Governi (ad eccezione di Giuliana Sgrena e qualche un altro). Oggi, per essere di sinistra devi essere contro Berlusconi. Quindi, io, per fare gli interessi di Berlusconi mi dichiaro contro Berlusconi, quindi sono di sinistra, prendo i soldi da Berlusconi. Così se io sono contro gli Stati Uniti e sono di sinistra, per avere i soldi dagli Stati Uniti mi dichiaro contro Berlusconi, quindi sono di sinistra. Ma non vado con Barack Obama, come ha fatto Walter Veltroni che non ha capito niente (yes, we can, tradotto in romanesco se po’ fa’ e ha perso le elezioni). Vado con chi conta (Yes, I want money, Dammi i sesterzi), come dice con i piedi per terra Massimo D’Alema.

29 settembre 2008

Che delusione! Bloggheanno

Bloggheanno
di Roberto Maurizio

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (foto Ansa)


Credevo di aver inventato un neologismo. Che delusione! Il Web è pieno di Buon Bloggheanno. Chissà se l'hanno pensato anche in Cina, Marocco e Ecuador. In inglese, come si dirà? Comunque, oggi 29 settembre, ho scoperto che c'è un altro compleanno famoso. No, non è Natale, ma quasi!

Buon "Bloggheanno"

Oggi, 29 settembre 2008
di Roberto Maurizio
BUON BLOGGHEANNO

29 settembre 2007-29 settembre 2008

Seduto in quel caffè, io non pensavo a te… Guardavo il mondo che girava intorno a me.
E’ stato un caso che io abbia iniziato la “redazione” di «Stampa, Scuola e Vita» il 29 settembre 2007, proprio con canzone di Mogol e Battisti. Sono trascorsi 366 giorni da quel 29 settembre 2007 e il blog tira avanti. Buon bloggheanno!

28 settembre 2008

Nancy Pelosi. In ginocchio da me

Nancy Pelosi. In ginocchio da me
di Roberto Maurizio



Il Dalai Lama, una meta, un vetta
Il 23 marzo di quest’anno, ho fatto un attacco durissimo a Nancy Pelosi, la Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Ho detto che aveva troppi soldi, che si interessava del Dalai Lama contro la Cina, che come italiana aveva qualcosa in meno nel suo Dna perché era a favore dell’aborto. I soldi sono rimasti tali, il Dalai Lama ha ritirato le sue pretese nei confronti della Cina che è uscita stravincitrice dalle belle Olimpiadi che ha saputo organizzare, sia quelle “normali” sia quelle “meno”, l’aborto, invece, rimane la piaga in questo mondo di lacrime.

La Cina, una fetta
Che il Dalai Lama debba essere sostenuto è ovvio. Che i monaci buddisti devono avere il consenso del Governo di Pechino per andare all’aldilà, lo abbiamo appreso dalla Rai (L’Eredità del 27 settembre 2008). Che la Pelosi si faccia avanti per dire la sua su altre problematiche in favore del cattolicesimo, non mi sovviene.


La genuflessione

I grandi americani e la Pelosi


Le ultime notizie del 26 settembre, sulla prestigiosa leader democratica Nancy, ci propongono un Ministro del Tesoro, Henry Paulson, in ginocchio davanti a Nancy Pelosi. Durante la tempestosa riunione alla Casa Bianca in cui si è arenato il piano di salvataggio del sistema finanziario proposto dall'amministrazione Bush, il Ministro del Tesoro si è genuflesso davanti alla speaker della Camera Nancy Pelosi implorando lei e gli altri democratici di non dire niente che potesse «far saltare» il già difficile accordo. rivali nella corsa alla presidenziale John McCain e Barack Obama avevano lasciato la Casa Bianca senza fare dichiarazioni dopo un incontro che è stato descritto dai partecipanti come il più «tempestoso» a loro memoria. «Il presidente George W. Bush faceva fatica a farsi sentire. A un certo punto i democratici hanno abbandonato il tavolo per riunirsi nella vicina Roosevelt Room e Paulson li ha inseguiti, implorandoli di non far saltare la proposta», ha scritto il Wall Street Journal. «Non sapevo che fossi cattolica», avrebbe scherzato la Pelosi in quello che alcuni partecipanti hanno descritto come uno dei rari momenti della riunione in cui qualcuno ha sorriso.

La riflessione
L’atteggiamento di sinistra di Nancy potrebbe essere paragonato, mutatis mutandis, a quello della Cgil nel caso Alitalia. Peggio stiamo e meglio stiamo!

27 settembre 2008

Papa Luciani. Un sorriso brevissimo

Papa Giovanni Paolo I. 28 settembre 1978.
Solo 33 giorni di pontificato
di Roberto Maurizio


La “classifica” dei papi su Internet
Domani cade il trentesimo anniversario dalla morte di Papa Giovanni Paolo I, Papa Luciani. "Stampa, Scuola e Vita" aveva aperto, il 26 agosto scorso (a trent’anni dall’elezione di Papa Luciani), uno spazio su uno dei pontificati più brevi della storia della Chiesa. I contatti al blog sono stati deludenti, inferiori sicuramente rispetto alla grande figura di questo grande ed inconcompreso Pontefice. Papa Luciani non «tira», non crea audience. Internet è un’immensa famiglia che consente agli utenti di trovare le notizie che si desiderino ricevere da tutte le parti del mondo. Basta digitare il nome, l’avvenimento, la strada, il fatto storico e tutto viene sciorinato in pochi centesimi di secondi. Ad esempio, digitando su Google, Papa Luciani, si ottiene, in 10 decimi di secondi, 355.000 “risultati”. Scrivendo, Papa Giovanni Paolo II, in 15 decimi, si ottengono 846.000, gli stessi riservati a Benedetto XVI. Su Yahoo, i "risultati" sono ancor più eclatanti: Benedetto XVI, 6.710.000, in 27 centesimi di secondi; Giovanni Paolo II, 3.340.000 in 34 centesimi, Papa Luciani 574.000 in 33 centesimi (all'incirca l'8% di Papa Ratzinger).


ln ricordo di Papa Luciani
Nonostante le non soddisfacenti “performances” di Giovanni Paolo I su Internet, oggi e domani, a Roma, gli amici di Papa Luciani ricorderanno il “Papa dal dolce sorriso”. Saranno in pochi. Troppo pochi per un prete che valeva molto di più.

Alitalia, scuola e il testamento biologico

Faccia di bronzo
di Roberto Maurizio

La forza dei denti


Guglielmo Epifani ha già ricostruito tutta la sua cavità orale. I denti perfetti sono il frutto di tanta migliaia di euro che i lavoratori della terza settimana non si possono permettere. I sussidi ai lavoratori si limitano agli assegni familiari. I denti dei figli degli operai saranno sempre più brutti. Si salveranno solo i figli delle seguenti categorie: parlamentari, sindacalisti, dirigenti d’impresa privati (che lavorano), dirigenti di imprese o istituzioni pubbliche (che non fanno niente: forza Brunetta) e giornalisti (solo quelli venduti).


L’Italia è una Repubblica che si fonda sui privilegi degli altri (articolo 21)

Qual è il problema dei privilegi? Che non vengono dati a tutti. Il privilegio è la massima ingiustizia che esista nel mondo, quando non viene equamente distribuito. E' uno dei gradini fondamentali della Mafia. La condivisione della povertà portava l’Italia degli anni ’30 ad essere unita. La povertà portava all’immigrazione senza privilegi (se non qualche ragazza sfruttata come prostituta, oggi, smentendo la parcondicio, questo privilegio viene negato alle povere lavoratrici del sesso). La ricchezza condivisa si è fatta strada negli anni ’60. Una lambretta, una vespa e una cinquecento alla portata di tutti (anche se allora i Caimani e i Papaveri non mancavano, quelli che avrebbero riprodotto animali come la Gruber, le tante Guzzanti l’una contro l’altra unite nella lotta contro il Nano, 168 centimetri (ma la Guzzanti quanto è alta? Spero 3 metri al di sopra della gentaglia che lei vuole incenerire).

Il testamento biologico



I più attenti si sono resi conto che questo non è un blog di destra, anche se su alcuni punti sembra che irrompa in tematiche privilegiate dalla destra: Almirante, Castelli, Bossi, Mr Bean , la casa di Manhattan. E’ un blog e basta. Quando ci sarà da attaccare Berlusconi che non riesce a ripulire Napoli, quando ci sarà da attaccare Berlusconi che non riesce a far volare i nostri aerei (se devo morire, scelgo io, testamento biologico, e voglio morire con l’Alitalia e non con i cugini francesi o i vecchi amici-nemici tedeschi, e non se ne parli neanche di Bianche Scogliere di Dover), quando ci sarà da attaccare Berlusconi che rompe i coglioni con le sue veline e con gente assoldata che sputa dentro il piatto pieno di milioni di euro, allora saremo in prima fila. Allora scenderemo in campo contro il Cavaliere, se non cadrà prima colpito alle spalle da 33 lame confitte nella sua schiena dagli amici, parenti e serpenti. Nel suo testamento biologico, sembra che Berlusconi abbia detto non voglio morire democristiano, non voglio morire comunista, non voglio morire, come Craxi, socialista. Sembra che abbia detto solamente: non voglio morire. Ma quanti vecchi comunisti gridavano negli anni '80 e '90 di non volere morire democristiani e adesso si ritrovano nel Pd? Quanti fascisti dicevano, prima di Fiuggi, di non voler morire democristiani, adesso si ritrovano nel Pdl? Quanti comunisti dicevano di voler morire comunisti e oggi sono fuori dal Parlamento? Dopo 60 anni di Repubblica l'unico partito che ha vinto, vince e vincerà sarà la Dc.


Gli slogan, la cosa più squallida

La conchiglia in difesa della vita

Le aziende, che devono far comprare il loro prodotto da una massa eterogenea di consumatori, lanciano slogan comprensibili a tutti, anche ai più imbecilli. Ma sono imprese, che debbono far vivere centinaia e centinaia di operari, di impiegati, di dirigenti, di guadagnare, di realizzare un Roe, un Roi. Ecco che allora anche i partiti politici lanciano i loro slogan, sempre imbecilli per la massa. Ok. Ma che i sindacati, cioè quelli che prendono le quote direttamente dagli iscritti, si avvalgano di slogan solo per poter squarciare la gola e per risultare il più incazzato possibile, è inammissibile. Quando si parla di scuola non si possono utilizzare slogan. Solo una sinistra vecchia e squallida può ancora manifestare il suo dissenso non con proposte ma con slogan.

Scuola, aborto e contadini


Slogan chiama slogan. Allora, questo è il mio slogan in favore del futuro dei nostri giovani.

Il futuro di Epifani e quello degli antigelmini (che ammazzano i bambini: aborto) si chiama contadini.

Mandare tutti coloro che rifiutano il cambiamento a casa, anzi in campagna, non dove hanno le ville e i casolari, ma a zappare la terra è l'unico modo per salvare l'Italia. Dategli una zappa e fategli capire che cosa significa lavorare. Produrre. Lavorare la terra è la cosa più umana che ci sia. Uno zappatore ha il contatto diretto con la natura. Chi meglio di Epifani e di quelle vecchiacce maestre trasmesse dal Tg3 e professoresse fotografate in aula potrebbe realizzare questo sogno?

25 settembre 2008

Castelli: uno contro i mostri

Roberto Castelli: un "verde" rivoluzionario
di Roberto Maurizio


Roberto Castelli

Benedetto Santoro
Che delusione la trasmissione del benedetto Santoro, "Anno zero", prima di Lui con la L maiuscola, nemmeno il Diluvio. Benedetto dalla sinistra radicale e dai centristi ulivisti e dai dipietristi, spero che non lo sia anche da Benedetto ridimensionato dopo Porta Pia. La serata è stata alquanto squallida, peggiore di ogni altra trasmissione del Toro Santo, congeniata in modo da fare arrabbiare gli italiani e portare voti a Berlusconi. I primi piani di ragazze assoldate, quelli delle hostes con milioni di brufoli sulla faccia, fanno parte di un copione già visto. Allora Corrado, Rampini, sono qua, passami il nostro corrispondente. Dopo 30 anni la Rai, la televisione di Stato che paga i suoi debiti scellerati con i nostri soldi, ha inviato un degno sostituito del grande Maestro, Furio Colombo, allevato negli Stati Uniti, con la cultura Liberty. Ha mangiato pane e Mutella, cioè quella sostanza che ti fa cambiare senza che ti accorgi senza far cambiare in te niente rispetto a quello che avevi prima. Pane e Mutella è la merenda preferita dai politici italiani e dai giornalisti venduti e legati a doppio filo con la politica. Un pollo di batteria, nel senso buono, ben allevato, il Furio, che parla bene, è disinvolto e sciolto. Che dice quello che pensa prima che il cervello gli abbia dato l'Ok. Furio Colombo (che appoggia, aimé, anche i sogni ebraici, oltre quelli onirici di una sinistra ormai allo sbando) è stato allevato nel brodo primordiale della cultura imperialista americana, dove oggi si è immersa, senza turarsi le narici, la grande corrispondente di Bagdad, la Giovanna Botteri. Ma cazzo, il Finacial Times manda qui in Italia un giornalista che fa gli interessi degli Inglesi, mentre noi mandiamo una giornalista che fa solo i cazzi suoi? Non è pensabile che Le Monde o El Pays mandi un corrispondente in Italia che per contratto debba parlare male di Sarcozy e di Zapatero. La Botteri stravolge le notizie americane perché le legge con le lenti antiamericane e antiberlusconiane. Il nano (alto 1 e 70, forse con i tacchi, esattamente come me con i tacchi e come il 55% degli italiani). Allora per i colombisti e i botteristi essere bassi è una malformazione? E allora Napoleone? I partigiani che combattevano contro i repubblichini erano alti un metro e 58. Allora non hanno dignità di essere citati nella storia patria, solo perché erano bassi? In Italia, dopo l'arrivo della carne Beef dagli Usa, con il piano Marshall, dopo lo sviluppo degli anni '60, la statura della gente è aumentata perché si mangiava più carne e più proteine. Anche i "vecchi", oggi, vivono di più perché mangiano più carne.


Più Grasso che Aldo
Oltre alla trasmissione di Santoro, "Anno Zero", esiste un'altra rubrica sulla carta stampata che dà ai nervi: è quellla "selezionata" da Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Ai tempi di Aldo Moro, circolavano battute che non hanno nulla da invidiare a quelle di quell'essere malvagio che non riesce a far chiudere la trasmissione di Santoro con una risata, il compagno Vauro, mentre riesce benissino a far chiudere il Manifesto per le fesserie che dice: "chi ha rovinato l'Italia, ecco l a battuta squallida, Moro, ma non lo dico"; oppure, ancora più squallida, Fanfani a Moro: "io sono piccolo e basso, ma tu sei Aldo e stronzo". Avevo creduto in Aldo Grasso. Lo avevo proposto anche come Ombdusman, difensore civico dei telespettari. Invece, nel Corrierone esiste la censura fascista, molto più grave di quella "applicata" da Mussolini. Perlomeno, chi non era d'accordo con il Duce, sapeva di ricevere una risposta. Il Duce, Aldo Grasso, non si degna nemmeno di rispondermi. Alto sul suo sgabello dorato, simile a quello di tanti Santori, imbottito di 200.000 euro l'anno di stipendio pagati dagli italiani.


Roberto Castelli
In questa valle di lacrime, versate dai piloti e dalle hostes per mantenere intatti i loro privilegi, si è alzata una voce (la sola, e poi dicono che la televisione è di Berlusconi) quella di Roberto Castelli. I meridionali, quelli meno imbecilli, farebbero bene a sentire cosa dicono Castelli e la Lega. Purtroppo, gli italiani sono guidati da Santoro, anzi, lui crede di rappresentare gli italiani, con le sue trasmissioni lacrimevoli. Allora, appare in trasmissione una lacrimevole velina, Margherita Granbassi, bronzo olimpico, come la faccia di benedetto Santoro, la schermitrice che cerca di fare soldi cadendo nella brace del qualunquismo. Mentre resta integra la visione del povero Castelli, abbandonato nelle fauci della propoganda, una brutta parola che regna in questo paese guidato dalle mafie, dalle camorre, dalle ndranghete e dalla più perversa sacra corona unita: un'Italia più sana, non quella di Di Pietro che vorrebbe sbattere tutti in galera, basata sul federalismo, sull'assunzione delle responsabilità oggettive e soggettive territoriali. Purtroppo la Ppropaganda non serve. Ci sono milioni di persone affette da un virus che non concede scampi. Ad esempio: ai fascisti non serve la propaganda er essere tali: ci credono e basta, così come ai comunisti (termine non obsoleto) non serve Santoro, sono già convinti così come li ha fatto la natura. Allora. Perché esiste Santoro? E'solo per fare incazzare l'Italia che non vuole i piloti mliardari come lui, un'Italia che non vuole più viaggiare (un giorno sì e dieci non) con l'Alitalia. Gli italiani vogliono un'Italia nuova, senza retaggi, senza Bella Ciao, da Santoro e Giovinezza, da Fede, senza scioperi, senza trasmissioni televisive balorde, senza politici che promettono e non mantengono le loro promesse. Vogliono un'Italia con una scuola che funziona, con gli ospedali che funzionano, con i posti di lavoro per i giovani. Invece la Rai ci ributta in faccia, la Littizzetto, la cui volgarità supera qualsiasi immaginazione. Con i Bond di Fazio, in prima serata, dobbiamo ingoiare le inutili previsioni del tempo: rosso di sera Littizzetto ti spara.

Un affare della madonna

Un affare della madonna
di Roberto Maurizio

San Toro e i piloti
"Un affare della madonna". Questa l'espressione utilizzata da un brillante interlocutore nella trasmissione di Santoro "Anno zero". Il famoso conduttore farà sempre più soldi (sfruttando anche i piloti dell'Alitalia, gli unici ad opporsi all'accordo, ma Santoro vale 1.000 piloti)! Anche il linguaggio entra a gamba tesa dentro l'affare Alitalia. I giornalisti e i politici, che hanno degli sconti enormi, sono interessati al salvataggio di Alitalia per conservare i loro privilegi. Pagate i biglietti giornalisti e politici. Di Pietro ti stai facendo fregate. L'Udc ti sta scavacaldo a sinistra. Sinistra? Un paese Borbonico? Ma quello stronzo che ha detto questa frase non sa cosa è stato il Regno delle Due Sicilie. Con il federalismo il Sud Borbonico si svilupperà. Santoro dovrà andare a lavorare in Padania.

Il giornalista federale
Da sempre i giornalisti si sono interessati dei voli Alitalia. La libertà di stampa contrasta con la libertà di volo, per cui ogni sciopero degli aerei veniva sbattutto in prima pagina, mentre quelli delle altre categorie sindacali non venivano nemmeno citati. Perché? Perché la "tratta" (come se fosse una cambiale) Roma-Milano è frequentata da migliaia di giornalisti che abitano nella capitale e lavorano a Milano, o abitano a Milano e lavorano a Roma. Perché Bossi non pensa a un "giornalismo federalista"?

Con il cappio al collo

Alitalia con il cappio al collo
di Roberto Maurizio




Un'Italia con il cappio al collo: ma chi volerà mai più Alitalia, compagnia comunista guidata dal pilota Travaglio.

Alemanno e Veltroni. La bustarella

Alemanno e Veltroni. La bustarella
di Roberto Maurizio




La busta di plastica tra i rami


Sventolava ancora
Erano mesi e mesi che una busta di plastica era appesa su un ramo di un albero inconsapevole e, soprattutto, incolpevole. A Roma, a Cinecittà Est. Nonostante che fossero state tenute le elezioni comunali ed era stato scelto un nuovo sindaco, la busta di plastica era ancora ancorata su quel ramo e sventolava ogni qual volta il vento si alzava da Ovest.

Mai dire Register
Prima di incamminarmi sulla strada sdrucciolevole, di questo simbolo (una busta di plastica appesa ad un ramo di un albero) Innanzitutto voglio spiegare ai miei lettori, pochi, ma buoni, perché continuo ogni volta a dire che l’articolo o la riflessione o la poesia è di Roberto Maurizio. Solo in questo modo ho la possibilità di riconoscermi. Ho cercato di avere un mio sito personale con Register. Una cosa ignobile. Ignobili sono i soldi che ti frega, ignobile è il misero risultato. Ma la cosa più ignobile di tutto, è la scelta delle ragazze per sponsorizzare l’accalappianavigatore: Register, come i piloti dell’Alitalia. Tutte anoressiche, brutte, prezzolate dal cugino di 76 anni. Non si capisce come fanno a Register a prendere le ragazze più brutte. Non hanno fatto una selezione come le Veline. Perché sbattete i mostri in prima pagina per rappresentare voi stessi, mostri, egoisti che come i piloti dell’Alitalia volete affossare l’Italia. Essendo iscritto a Wikio News Your Way (http://www.wikio.it/) , debbo per forza farmi riconoscere. A proposito, entrate su Wikio e votatemi. Pensate se Dante, Leonardo, Machiavelli, Manzoni si preoccupavano della classifica. O tempora o mores! Comunque, entrate nel mio blog, non ho ancora il sito perché Register è ignobile. Se qualcuno di voi può dirmi dove trovare uno spazio più ampio di questo blog, che, però fino a questo momento è stato il migliore in assoluto. Anzi, ringrazio Google per la loro disponibilità, gratis. Avete capito bene GRATIS. Viva Google che saprà dare ai suoi utenti sempre più assistenza e più capacità di esprimersi. Un limite di Google sono le foto. Ovviamente, su Internet non possono viaggiare foto ad alta definizione. Non so perché, ma fino ad oggi è così.

Nonostante ciò, l’ambiente predomina
Ciononostante, spero di poter inviare in bassa definizione, meno di 100 k per foto, un mio progetto di salvaguardia dell’ambiente. Le foto sono dedicate agli ambientalisti per caso, quelli che hanno rovinato l’Italia con la paura del nucleare, la paura della fine del mondo, la paura del passaggio a Nord Ovest, la paura del passaggio a Nord Est, la Groenlandia che si sgretola, i ghiacciai che si estinguono, attribuendo tutto questo a quella povera e malvagia formica che è l’uomo, che crede di essere dio, crede che anche le sue malefatte possano scalfire minimante il nostro amato pianeta. Chi lo distrugge è l’imbecillità di poter volare con le raccomandazioni e con il Tfr. Imbecilli. Volete comprare l’Alitalia come le formiche vogliono acquistare il Sol Levante. Io, personalmente, ha assistito ad una discussione tra le mie amate formiche: Lilli Gruber, dice quella di sinistra, è la migliore; ma se non ha nemmeno sentito un operario della Fiat, dice quello di destra. Il Centro, se centra, non centra. Appelliamoci a Di Pietro e al suo megafono, dicono i sinistri quasi centristri, quasi squadristi, sicuramente qualunquisti, massimalisti e giustizialisti. Giustizia per tutti: facciamo vedere che noi formiche siamo al timone. Dirigiamo il mondo contro la prostituzione, il male assoluto, altro che Bin Laden, quella che ha il coraggio di dare due minuti di benessere a questi coglioni che lavorano tutto il giorno, contro chi beve 2 bicchieri di vino (così possiamo arrestare, un’altra volta, Gesù Cristo e dare gli arresti domiciliari a Padre Pio), poi, se ci resta il tempo, arrestiamo Berlusconi, fa sempre notizia (è stato lui che ci ha ridotto così, prima eravamo formiche con la tessera Cgil intoccabile, ora Lui pretende di farci lavorare e ridurci come le cicale, quelle che cantano e fanno veramente i soldi).

Dopo lo sproloquio
Dopo questo sproloquio, arriviamo al dunque. Roma, dopo Veltroni, è sempre più brutta, più sporca che pria (come avrebbe detto giustamente Petrolini). Alemanno continua ad armare i vigili (pensate che carneficina, capaci come sono solo di elevare multe il 19 agosto per divieto di sosta, eleveranno i loro revolver per colpirti il 2 novembre) e non ad armare gli spazzini, capaci come i piloti di essere contro il Bel Paese. Spazzare è un’arte. La pulizia è civiltà.

La busta e la bestia
Quella brutta busta di plastica era appesa là, dai tempi di Veltroni. Costui se ne fregava. E la busta era là. Andiamo alle elezioni. Vogliamo una città più vivibile, più civile, più pulita. E vince Alemanno. E la busta è ancora là. Come si fa ad eliminare quella busta?

Quanto sei bella Roma
Roma è sicuramente la città più bella del mondo. Roma non appartiene ai romani (pugliesi, marchigiani, siciliani e calabresi). Roma è la storia. Roma non appartiene al Sindaco. Veltroni aveva fatto del Campidoglio la sua dimora, la sua reggia imperiale. Ma perché non te ne vai in Africa o a Manhatthan. Alemanno non riuscirà mai ad elevarsi alla stessa altezza di Uolte, Guolte (come chiamava mio nonno mio cugino Walter). Gli mancano i salotti bene. Quelli di O vita o vita mia!

Ecco le foto
Cosa bisogna fare allora per risolvere i problemi in questo paese? Prendere una “canna” di bambù, avvicinarsi all’albero colpito dal misfatto e rimuovere la busta bestiale che deturpa il paesaggio di uno su 60 milioni di italiani.

19 settembre 2008

Lina Sotis e Ancelotti

Lina Sotis e Ancelotti
di Roberto Maurizio

Carlo Ancelotti

Tutto ebbe inizio il 14 settembre scorso, subito dopo la seconda sconfitta consecutiva del Milan. Dopo due giornate, il “grande” Milan si trovava ancora a zero punto (- 3 come media inglese). Il Papa, nello stesso giorno, a Parigi, diceva di non benedire le coppie separate. Più separati di così, come Ancelotti e il Milan! Il Bon Ton vorrebbe che Ancelotti faccia le valigie. Nulla di serio. Però, Bon Ton, Ancelotti, Milan e Papa potevano rappresentare una miscela esplosiva per un sorriso in più. Quindi mando alla rubrica Bon Ton la mia “miserrima” battuta. Dopo due giorni, la mia “porcata” non compare sul Corriere, rubrica Bon Ton. Allora mi scateno. Perché? Cosa c’è sotto? Una censura preventiva per favorire il Papa a pochi giorni dal 20 settembre? Come si permettono di censurare una “cretinata”? È il segno dei tempi? Non ci resta che piangere. Scrivo una lettera orrenda alla conduttrice della rubrica per fa valere i miei diritti. Cara Lina, (questo è il testo integrale, intervallato tra parentesi da miei commenti postumi) ho inviato alla Sua rubrica una mia riflessione sul Bon Ton. Carlo Ancellotti (e qui cade l’asino, Ancellotti, nonostante che si pronunci cosi, almeno per i meridionali, si scrive Ancelotti, con una l, è come “innammorato” che a Napoli vale il doppio). Milan. Zero punti. Purtroppo ho utilizzato un accostamento "invadente": il Papa che in Francia ha, giustamente, affermato, di non benedire le coppie separate. Volevo solo dire la mia opinione: Ancellotti (sempre con due elle) non deve più guidare il Milan. Lei mi ha censurato, senza dirmi perché. Lei ha la mia email e mi avrebbe dovuto rispondere. Non l'ha fatto. Io, come può constatare ho scritto altre lettere sul Corriere della Sera, ma, grazie al loro spirito democratico, i Suoi colleghi li hanno pubblicate. Solo due rubriche mi hanno censurato, la Sua e quella del Vice direttore che vola sempre più in alto, l'ambasciatore che non porta pene (qui me la sono presa con l’Ambasciatore Sergio Romano, che avrà giustamente scartata una mia missiva). Lei mi ha censurato perché in Italia non si può parlare male del Papa? Se fosse vero, saremmo veramente in dittatura (qui il tono si alza, non contro il Papa, ma contro la Stampa corrotta). Attenzione, però, anche le vostre lettere censurate passano sul Web (il riferimento è esplicito, tutto ciò che passa sul Web resterà per l’eternità, come Pamela Anderson). Il Web che voi state utilizzando è la vera democrazia (La demagogia incalza, mi sentivo come Di Pietro con il megafono fra gli "operai" dell’Alitalia – 88 mila euro l’anno, sono quelli della terza settimana). Voi non potete staccare la spina (riferimento intellettuale di sinistra, Marshall Mcluhan). Lo potete fare solo con la censura (e il pensiero va a Hugo Chavez e a Evo Morales, il primo del Venezuela pieno di italiani che si fanno calpestare la testa, il secondo a capo della mia amata Bolivia, la terra di Bolivar, amante della pace e dello sviluppo). Ma esiste la storia con la S maiuscola (i nostri storici non hanno ancora saputo decifrare gli ultimi sessant’anni della nostra storia, pur avendola vissuta, come fa, allora ad esistere una Storia?). Sono sicuro che Lei non avrà il coraggio di pubblicare la mia lettera (invece no, l’ha pubblicata). Non siete come Radio Radicale dove possono accedere tutte le persone che vogliono dire qualcosa (mentre censurano i loro collaboratori, ad iniziare da Capezzoni per finire a Luigi De Marchi). Voi censurate e fate dire solo le banalità che volete. Se per essere pubblicati non bisogna citare il Papa, ditelo. Mi risponda e mi dica: 1. perché sono stato censurato? 2. quali sono i vostri criteri di scelta; 3. Bon Ton è una rubrica aperta a tutti? In questa valle di lacrime, con licenziamenti che tagliano le gambe a migliaia e migliaia di persone negli Stati Uniti, esiste solo un'Isola Felice: l'Italia. In questo bel paese tutto è consentito (anche far prevaricare l’ombra sinistra del licenziamento per di battere Berlusconi: ecco i nuovi martiri, che saranno fatti santi, i sindacalisti che scelgono il patibolo, non per loro, ma per i bambini che saranno ridotti alla fame a causa dell’ideologia, una bestia feroce che cerca in ogni modo di sopravvivere a scapito di innocenti), anche censurare le battute. Il seno della Savino non lo censurate. Se continuate così vi resterà solo una cosa da fare: rifarvi il seno (sarà quello che si rifaranno gli operai milionari dell’Alitalia). (questo pezzo sarà pubblicato su robertomaurizio1947.blogspot.com).

Morale della favola

Lina Sotis


Ecco la risposta sconvolgente che Lina Sotis, responsabile di Bon Ton, una rubrica che conduce sul Corriere della Sera fin dal 1982, un manuale di saper vivere in società, autrice di numerosi saggi e romanzi, tra gli altri, “Il nuovo Bon Ton”, “A me piace quella lì”, “Il colore del tempo” e “Una come tutte”.
Sotis, Mercoledì, 17 Settembre 2008
Caro Roberto, lei non è stato censurato ma ha semplicemente posto la domanda a chi proprio non sa rispondergli. A mala pena so chi sia l' Ancellotti e non vedo perché devo infiltrarmi in una situazione così insidiosa e paludosa. Perché si arrabbia tanto? E' milanista? E' di cattivo carattere o ce l'ha con me? In ogni modo grazie di scriverci, ma per piacere la prossima volta scelga soggetti lontani dal calcio. Tipo: vale la pena di arrabbiarsi tanto con una signora.Ciao Roberto.

Lina, l’incantevole
Cara Lina, se non fosse per la tua età, io sarei stato schiavo dei tuoi desideri. Non è che son di primo pelo, ma per me sei veramente magnifica. Hai smontato in un attimo tutti i miei bollori. Hai ragionato con la testa e con il cuore. Ci vorrebbero altre donne come te in questa Italietta che non riesce ad uscire dalle secche, perché è milanista, comunista, fascista, calcista. Ci vogliono donne come te che riescono a riconoscere il buongusto e disprezzano le mutande bianche o rosa che escono dai bordi dei pantaloni o della gonna. Quello che manca all’Italia è il buon gusto. Arrangiarsi è cattivo gusto, come quello che ho fatto con te. Ancellotti, vedrai, verrà alla Roma. Più cattivo gusto di così?

18 settembre 2008

Oratoria parlamentare. Un'arte tramontata con Almirante

Governo e opposizione si parlano addosso
di Roberto Maurizio

Giorgio Almirante


Parlare a braccio

Franco Frattini

Erano gli anni della guerra fredda. I nostri politici, ora ridotti a colabrodo da mani pulite, intervenivano sui temi di politica internazionale, con dignità e con cognizione di causa. Nei loro interventi fornivano spiegazioni e argomentazioni approfondite. L’audience era ridotta e riservata a pochi giornalisti che travisavano e disinformavano l’opinione pubblica. Comunque, era un’altra Italia. Che delusione, oggi, 17 settembre 2008, sentire il Ministro degli Affari Esteri, improvvisare a braccio e riferire sui principali temi di politica internazionale: la Georgia, l’Afghanistan, il Medio Oriente. Frattini, per far valere la sua posizione, ha creduto oggi, di essere Fini. Il Presidente della Camera, molto lontano da Almirante anche se parla a braccio come lui, non ha idee da mettere insieme. Parla, parla per non dire nulla. Frattini brillò nel suo intervento di investitura nell’Ue, forse perché si era preparato a dovere. Oggi, ha voluto imitare Fini e Almirante. Una delusione. Ripetizioni in continuazione, discorsi iniziati e campati in aria, come quelli della ex Ministra pro cinese che ha fatto più affari lei con i regimi che lei definisce vomitevoli e che non rispettano i diritti umani ma rispettano i soldi, come lei. La Bonino, per non rimanere nel dubbio, è stata alla stessa altezza di Frattini. Una volta, quando si parlava in Parlamento, i ministri, gli onorevoli e i senatori, si preparavano, con il contributo di altre persone. Oggi, si sentono onnipotenti. Possono dire quello che vogliono, Improvvisando.



Emma Bonino for President

Almirante, un politico, un oratore
Gli italiani non hanno bisogno di improvvisatori. I grandi oratori, come Almirante, non esistono più. Studiate Ministri e onorevoli, preparatevi, prima di intervenire nella sede più alta della nostra Repubblica: il Parlamento.

P.S. Il mio non vuole essere un elogio ad Almirante, ma rappresenta il disprezzo per chi non possedendo le qualità oratorie del vecchio missino, vuole a tutti i costi imitarlo.

15 settembre 2008

Martina Veltroni e Abdul Salam Guibre

Il «cambio favorevole»
di Roberto Maurizio

Abdul Salam Guibre

Un Ministero che non c'è

C’era una volta, il «cambio favorevole» lira dollaro. E un flusso internabile di soldi sbarcavano in Italia. Oggi, la situazione si è invertita. “Arrivano i nostri” sul suolo imperialista e attaccano Fort Apache. Certo, ad investire negli Usa non sono le famiglie italiane che non riescono a raggiungere il 21 del mese (come diceva Battista e Mogol), né tanto meno i tanti Fausto e Daniele Cristofori che si alzano alle cinque (non de la tarde, come Zapatero) ma alle cinque del mattino, con la pioggia o con la nebbia. Non hanno bisogno del Ministro Brunetta. Il loro ministro si chiama lavoro.



Martina Veltroni

Pasquale Cafiero

Il Principe Antonio de Curtis


Abdul Salam Guibre del Burkina Faso che cosa ci faceva alle sei del mattino davanto a quel bar di Milano? Abdul si poteva chiamare Pasquale Cafiero, brigatiere di Poggio Reale dal ’53 oppure Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis Di Bisanzio Gagliardi, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e d'Epiro, conte e duca di Drivasto e di Durazzo, o semplicemente Totò, le cose, forse, non sarebbero cambiate. Sicuramente, però, Pasquale Cafiero (se non era di guardia) e Antonio de Curtis (se non ripassava la sua parte che avrebbe succesivamente dimenticata) a quell'ora dormivano.


Twin Towers, regia di Bin Ladin



Mentre cambia molto sapere che il capo del Pd, Veltroni, spronato dal «cambio favorevole», possa rimanere ancora vergine, casto e illibato, con le mani pulite e immacolate, nonostante l’acquisto di un appartamento alla sua primogenita ventenne, Martina, licenziata al “Tasso” con la passione per il cinema, nell’Isola simbolo del capitalismo mondiale, non lontano dai luoghi resi immortali da centinaia di film, il più importante dei quali è stato prodotto da Al-Kaida, con la regia di Osama Bin Laden.