30 agosto 2008

Vacanze molisane 3

A San Martino in Pensilis, un nido di uccello
di Roberto Maurizio
Hotel Santoianni immerso nel verde

Settembre. Meglio l’influenza che un filmino sulle vacanze!
La gioia di tutti i vacanzieri viaggiatori è poter condividere con gli altri le emozioni vissute durante un viaggio o un periodo di riposo. Molto spesso, purtroppo, il “viaggiatore” diventa anche fotografo e, alcune volte, che è ancora più grave, “regista”. Nel mese di settembre, oltre al dramma del rientro al lavoro, alla tragedia dell’inizio della scuola di ogni ordine e grado, alla possibilità di prendersi un raffreddore o, primo fra tutti, l’influenza, si abbatte inesorabilmente il ciclone delle abbuffate d’immagini di repertorio. Il candido e incolpevole utente viene coinvolto a sua insaputa alla rappresentazione del repertorio del viaggiatore, che come da tradizione classica, cambia ogni anno, ma la noia fa tutt’uno con il fastidio e il disgusto. Quindi, Attenti agli inviti a cena di settembre da parte di un “viaggiatore fotoreporter-regista”. Per la cavia, a volte, la situazione da drammatica potrebbe diventare mortale, soprattutto quando il “viaggiatore” è un capo tribù, un nonno pensionato con 4 figli, 4 nuore, 12 nipoti, 2 consuoceri, 7 cugini altri con 14 nipoti, 3 amici con 6 mogli con 13 figli di 8 coppie. Ovviamente, mutatis mutandis, le cose non cambiano se il viaggiatore diventa viaggiatrice. E’ l’orgasmo, che a tutti i costi ti vuole fare raggiungere il viaggiatore o viaggiatrice, quello che ti inchioda e non ti dà possibilità di scampo. Il satanasso ti vuole mostrare il suo “nuovo” repertorio, con tutte le foto e tutti i filmini girati durante le ferie. Ho conosciuto persone, prima di Brunetta, che si sono date malate per 3 settimane dopo la sbornia subita in una sola serata nella quale sono stati costretti a vedere 7 filmini su Capri, 1492 fotografie scattate sulla Costa Amalfitana, 456 sull’Aspromonte, 890 “da Catania a Trapani”, 122 a Favignana, 780 a Malta, e per finire un tragico flash-back “fuori programma” sulle comunioni dei 12 nipoti, messi in ordine cronologico invertito, di cui 4 rullini di diapositive trasmesse sullo schermo gigante. Grazie ad Internet, queste serate da incubo dovrebbero essere finite. Ma si sa, i tempi sono lunghi per uccidere tradizioni senza senso. Chi ha “prodotto” questi “capolavori” può “pubblicarli” o su un suo sito o su Google Hearth o altri “allocatori” similari. Alla fine, solo chi vuole farsi veramente del male sceglie autonomamente le foto e i video delle vacanze senza essere obbligato a mangiare al buio tra un slide e l’altra. Scherzi a parte, esistono dei siti in cui si possono pubblicare foto e filmati senza far del male a nessuno. Ecco perché ho deciso di utilizzare questo spazio concessomi gratuitamente da Google per raccontare le mie vacanze. Ho già presentato due puntate: Vacanze molisane 1 e Vacanze molisane 2. Oggi, arriva Vacanze molisane 3 e non finisce qui. Ma sono sicuro che vedranno il mio prodotto solo quelli che ci cliccheranno sopra. In questo modo, contribuirò a ridurre gli esaurimenti nervosi che fanno incazzare sempre di più Brunetta.

Avvolto da un cielo limpido


La troupe, fra trippa, pampanella e amore

Il nido d'amore

“Stampa, Scuola e Vita” decide di fare qualcosa di diverso quest’anno rispetto agli ultimi quarant’anni. Andare a San Martino. Consultata la manovalanza e i sindacati, che appena saputa la notizia entrano in sciopero permanente per due giorni, dopo ore estenuanti di trattative, il tavolo delle consultazioni decide di adeguarsi alle decisioni già prese nel lontano 1967, anno in cui furono gettate le basi della nuova cultura senza limiti geografici, senza timore degli integralisti albanofoni (quelli di Ururi), dei massimalisti fondamentalisti cocomeristi portocannonesi, degli irriducibili figli di Santa Cristina, dei lascivi termolesi, gli unici aperti alla modernità esasperata della “lacrima sul viso”. Allora? Cambiamo! Stessa spiaggia, stesso Sole: San Martino in Pensilis (che non ha spiaggia, ma perlomeno ha lo stesso Sole che potevi vedere in tutte le parti del globo, ad eccezione di un’eclissi, che avresti potuto vedere seduto sulla sedia più bassa della casa, mentre pensavi a cose concrete e costruttive). Una novità, in effetti, esiste. La redazione in gran completo (cioè io) decide di trasferirsi presso l’Albergo Santoianni, via delle Tremiti, San Martino.

Un nido d’uccello: l’Hotel Santoianni

Hotel Santoianni: il Patio

A pochi giorni dalle XXIX Olimpiadi di Pechino, il famoso stadio a forma di nido di uccello doveva ancora essere inaugurato, a San Martino in Pensilis, in sua vece appariva nell’immaginazione l’Hotel Santoianni: leader nella pulizia e nell’accoglienza. La gentilezza e l’ospitalità dei proprietari si colloca al di sopra delle righe: sempre affabili, disponibili e colloquiali. La cortesia si coniuga con il candore delle stanze, dei corridoi e della Reception. Contiguo all’Hotel, il Ristorante Nonna Ninuccia, stessa famiglia con gestione differente, dove puoi assaporare i prodotti tipici del paese e una cucina di alto livello francese. Non esiste limite all’inventiva. La cuoca riesce a trasformare i pani e i pesci, senza bisogno di miracoli. Il vero miracolo è nella dedizione completa alla preparazione delle pietanze che assumono un sapore diverso proprio perché pensate, cucinate e servite solo per la soddisfazione del cliente. Cucina di altri tempi, basata su un principio ancestrale sano ed eterno nei paesi del Basso Molise: l’ospitalità.

28 agosto 2008

La Terza settimana, come l'Alitalia, sulle palle degli italiani

La Terza settima. Un grande bleuf comunista, ripreso dalla destra, per non far cambiare niente
di Roberto Maurizio


Dalla quarta alla terza
La quarta settimana, intesa come impossibilità di arrivare a fine mese, è un’invenzione comunista, esattamente del Partito di Rifondazione Comunista, avallata da Prodi per sconfiggere Berlusconi, nel 2006. In realtà, la quarta settimana venne "invetata" da Mogol e Battisti: "Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati/al 21 del mese i nostri soldi eran già finiti" (lo stipendio si prendeva il 27 do ogni mese, chiamato san paganino). L'Italia, all'epoca di Berlusconi III, era piena di manifesti sulla "quarta settimana". Una volta vinto Prodi II, come per incanto gli italiani erano tutti felici e nientaffatto indebitati. Una bella trovata, la quarta settimana. Ma, esiste proprio? Intendiamoci, molte persone, vecchi, pensionati, giovani disoccupati sono veramente povere e al di sotto della soglia della povertà. Tuttavia, in Italia, queste persone rappresentano la stessa percentuale presente in altri paesi europei. Ma, lo slogan era troppo bello ed andò a segno, tanto che lo stesso Berlusconi III lo ha usato, riducendolo di sette giorni: gli italani non arrivano alla terza settimana.

Lucio Battisti


La politica dell'essudato
Gli italiani, ora, si scoprono poveri. Il pane, la pasta, la benzina, l'Alitalia, i libri di scuola e le vacanze diventano problemi irrisolvibili per l'italiano medio. Si crea così, la politica dell’essudato (cioè, l'italiano sudato in esubero, sempre incazzato, che porta l'Alitalia sulle palle) cioè quella strategia che consente di avere la memoria come quella di un pesce rosso. L'"essudazione" è un neologismo che si spiega in questo modo: il passato non esiste, il presente fa schifo, il futuro ti distruggerà. Essudazione significa sfiducia del cittadino consumatore, del cittadino contribuente, del cittadino maltrattato: "non si trova casa, non si trova lavoro, piove governo ladro"! Eppure, le guerre in Italia non ci sono più; i terroni che andavano a Nord non ci sono più o sono ridotti al lumicino; al sessantotto, ad eccezione di Gianni Minà, non ci crede più nessuno. "Eppure all'epoca non si trovava casa, non si trovava lavoro". Le domeniche a piedi, l'Austerity degli anni '70, sono solo un ricordo del petrolio impazzito a 80 euro al barile, Moro è già stato ammazzato, le Brigate Rosse sono state sconfitte, il riflusso è imperante, a Falcone e a Borsellino vengono dedicate scuole e strade, come a Ilaria Alpi, "eppure all'epoca non si trovava casa, non si trovava lavoro"! La prima guerra all'Iraq è passata, l'11 settembre è alle spalle, "eppure, all'epoca, non si trovava casa non si trovava lavoro"! Oggi c'è la Georgia, il Darfour, la Betancourt. Non si può riproporre la stessa musica. Ecco, allora, perché non pensiamo ad uno slogan più accattivante? La famiglia (dopo che è stata distrutta dal divorzio) non ce la fa più a raggiungere fine mese. Ma quando mai una famiglia onesta è riuscita a comprarsi due, tre, quattro Suv?


Il Gallo, il Grillo e la Gallina




Una volta, dieci anni fa, si diceva: questa destra non merita, non ha uomini e donne all’altezza! La sinistra era convinta di avere il fior fiore degli intellettuali, pagati a suon di dollari, mentre gli “altri” avevano solamente la televisione e le veline. I soldi, cara sinistra e cara destra, fanno il sistema! Questa frase così qualunquistica è pronunciata nei bar di Sezze e in quelli di Gallarate. Le api vanno dove c’è nettare. Gli imprenditori, i giornalisti, e perfino le persone “normali” guardano i propri interessi e scelgono i partiti migliori per le loro tasche. Solo i religiosi, gli idealisti, gli altruisti sono proiettati in un futuro senza ricompense. La ricompensa è quella che viene rihiesta per regalare felicità a Di Pietro (il Gallo) e a Grillo (omen nomen) con tanti milioni di euro. Chi ci rimette è la Gallina dalle uova d'oro, che prima o poi verrà spennata per poter arricchire sempre di più i politici che pensano solo ai propri sporchi interessi.

L’ombrellone


Italiani! Credete proprio che Di Pietro e Grillo, Fassino e D’Alema, Pannella e Del Turco, Alemanno e Fini, Berlusconi e Putin, possano veramente rappresentarvi? Perché non vi rappresentati da soli? Chi vi/ci protegge? Nessuno. Occorre creare qualcuno, qualcosa di nuovo o già esistente. In cinque anni di Governo Berlusconi IV non si possano risolvere tutti i problemi. Berlusconi ha un limite. Non solo temporale, ma della classe e gentaglia che lo rappresenta. Berlusconi, nel suo piccolo (piccolo è bello) vorrebbe cambiare l’Italia. Ma l’Italia di centinaia e centinaia di fannulloni, di migliaia e migliaia imbroglioni con le barche, con le Maserati, con le Ferrari (la Ferrari, doveva rappresentare, secondo il suo ideatore, un’Italia che meritava: ma dove sono andate a finire le Ferrari, con grande disappunto del Maestro, in mano a persone che non sanno discernere il bene dal male), contro i milioni di gente onesta che vuole essere solamente amministrata con correttezza. La politica dell’ombrellone segue a ruota quella dell’essudato. I raggi del Sole sferzano i bagnanti che si rifugiano sotto l’ombrellone. Il caro vita, la delinquenza, la terza settimana, la disoccupazione, l’Alitalia, lo Stretto di Messina, la Mafia, la Camorra, la Sacra Corona Unita, la N’Drageta, la Georgia, il Darfour, la Somalia, la Cina, i cattolici dati in fiamma in India, la badante che spera nella morte del badato, il badato che spera in Dio, dio che non può prendersela con Bossi, perché anche a Lui non piace l’Inno di Mameli, Mameli che non riesce a capire come questa Italia non possa raggiungere la terza settimana.


La terza settima
La teoria "comunista" della Terza settimana, bella come slogan, è duqnue falsa. Percentualmente, l’ipotesi populistica che tutta l'Italia non riesce a raggiungere fine mese è priva di senso. E’ vero che parecchi non hanno abbastanza soldi per soddisfare tutte le loro ambizioni. Ma se la famiglia non riesce araggiungere fine mese, com'è che c'è la fila sulle autostrade? Personalmente, non ho incontrato quest'estate persone in questa. Questo però non significa che non ci siano. Forse una vecchietta di Lucera, con 450 euro al mese, non arriva a fine mese.


Datemi un segno: il primo quarto di Luna



Dove sono gli italiani che non superano la terza settimana? Risposta:
1. A Napoli (chi è stato a Napoli nelle famiglia “normali” sa che è falso). La maggioranza delle famigle napoletane sono per bene e non hanno bisogno di elemosina.
2. Nel Molise, ad eccezione di poche persone, tutti possono vantare il privilegio di verdura fresca e polli senza Iva; e il problema non esiste;
3. In Basilicata, il piccolo Kuwait italiano? Non ne parliamo. Fiumi di soldi hanno invaso la regione.
4. Nel Veneto, nell'Italia del Nord-Est? No
5. In Lombardia? Ovviamente no.
6. Forse i "tresettimanisti" si sono rifugiati sul primo quarto di Luna.

Allora?



Finalino: l'Alitalia e la terza settimana stanno sulle palle degli italiani


Il giornalista Francesco Accardo di Rai3 più famoso del mondo: l'Alitalia sulle palle degli italiani

Presentateci, possibilmente, da persone senza conflitto di interesse, le statistiche reali degli italiani. I poveri, forse, raggiungono l'8% della popolazione (sempre molto), mentre i "benestanti" sono l’82% dei rimanenti. Insomma, la terza e quarta settimana, come l'Alitalia, stanno sulle palle degli italiani. Più fatti e meno palle.

27 agosto 2008

Ingrid Betancourt a Roma per un milione di euro

La Betancourt con l'Unità per un milione di euro
di Roberto Maurizio



Se novembre è il mese dei morti, settembre è quello della fine di un amore. Ingrid Betancourt, passato l’incubo della prima ipotesi, ha scelto il secondo per venire a Roma. Sbarcherà nella Città eterna, eternamente abitata più da falchi che da colombe, per guardare negli occhi chi le aveva promesso un milione di euro con il premio Nobel per chissà che cosa. Un grazie andrà, sicuramente all'Unità, i cui capi sono stati cacciati, poi a Veltroni che mise un lenzuolo di 100 euro per ricordare Ingrid e San Suu Kyi (la seconda non mangia nemmeno, e la prima deve a Walter, quindi, solo 50 euro). L'ostaggio più famoso del mondo, per il quale questo blog ha dedicato con spontanea simpatia tanta parte del suo spazio, verrà ricevuto dal fratello del Commissario Montalbano, presidente della Provincia di Roma, Zingaretti, il primo settembre, alle ore 13.30. Dopo il primo sinistro, la Betancourt sarà presentata a Palazzo Valentini (a nostre spese) da Maurizio Chierici, secondo sinistro, e incontrerà Veltroni come terzo sinistro. Dopo questa grande abbuffata, finalmente, la Lady franco-colombiana, più colombiana che franca, sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica, Napolitano, dal Presidente della Camera, Fini, e, infine, dal sindaco di Roma, Alemanno. La ciliegina sulla torta verrà messa dalla ex sequestrata con l'incontro a base di briosce e candidi mancini con la Montalcini, Premio Nobel, che farà valere la sua autorevolezza al di sopra dei suoi 1.492 milioni di euro (cifra inventata che corrisponde alla scoperta dell'America) per far regalare un milione di euro a Ingrid dai suoi amici norvegesi. Scoprire l'America in Norvegia, però, è sempre un piacere.

Aung San Suu Kyi non fa notizia. Licenziamo i fannulloni giornalisti

AUNG SAN SUU KYI RIFIUTA IL CIBO
di Roberto Maurizio




Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione birmana e premio Nobel per la Pace, non consuma le provviste che le vengono recapitate a casa, dove si trova agli arresti. Gli ultimi rifornimenti accettati risalgono al 15 agosto 2008. Questa la notizia che non viene ripresa dai giornali italiani di sinistra. Aung non fa notizia a sinistra. Quando servirà per prendere voti, tutti i giornali del Pd si ricorderanno di lei, l'eroina abbandonata. Anche i cosiddetti giornali di destra se ne fregano. San Suu Kyi non è come l'Ici, non è un romeno violento, né uno zingaro Rom. L'informazione scorretta è la normalità in questo paese. Sconfitti i fannulloni statali da Renato Brunetta con facilità, minacciando e applicando il licenziamento, quanto tempo ancora bisognerà aspettare per vedere licenziati i giornalisti che non fanno il loro mestiere?

26 agosto 2008

Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, Albino Luciani, Karol Jòzef Wojtyla, Joseph Aloise Ratzinger

Angelo, Giuseppe, Giovanni, Battista, Enrico, Antonio, Maria, Albino, Karol, Jòzef, Joseph, Alois
di Roberto Maurizio



Angelo Alois Albino
I nomi, non i cognomi, degli ultimi papi, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, spaziano da Angelo di Giovanni XXIII ad Albino di Giovanni Paolo I, da Karol di Giovanni Paolo II a Joseph e Alois di Benedetto XVI. Anche Maria, Enrico e Battista, oltre a Giuseppe, sono ricorrenti. Da un confronto musicale, Giuseppe elide Giovanni, Battista stride con Enrico, Antonio e Maria non sono concordanti, Karol, Jòzef e Joseph sono impronunciabili. Restano solo tre assonanze: Angelo Alois Albino. Ai posteri l'ardua sentenza.

Papa Luciani. Che delusione!

Giovanni Paolo I: 26 agosto - 29 settembre 1978
di Roberto Maurizio

Che delusione!
Credevo che i credenti fossero ancora rispettosi della loro Fede e che non esistessero classifiche nella "nomenclatura" dei papi. Il bene, come il male, non si contabilizzano con la durata: un torto, anche se dura un minuto, è identico a quello che dura una vita; un atto di carità, anche se dura un secondo, potrebbe essere impresso nella storia infinita dell'umanità. Papa Giovanni Paolo I è durato solo 33 giorni, Papa Giovanni Paolo II è durato un'eternità. Ma niente può dividere il primo dal secondo. Una grande intuizione, come quella di sconfiggere il male, è simile a una poesia di Trilussa, durano per l'eternità. La Fede è il "grano" sul quale nascerà la nuova società basata sulla pace e sullo sviluppo, sulla giustizia e sulla pietà. Una società basata sulla fede in Dio, fede nell'amicizia, fede nell'amore, fede nella misericordia, fede nello sviluppo, fede nella "perdonanza", fede nella divisione equa dei beni, fede in un partito (anche i comunisti, andranno in Paradiso, tutti, anche chi incosciamente voleva Uccidere, solo a parole), fede nella famiglia, fede nella nazione, fede nella ciecità, fede nella Fede.

Internet cattolica contro Grillo e Di Pietro
I siti su Giovanni Paolo II sono oltremodo affollati. Niente a confronto con quelli di Papa Benedetto XVI. A Giovanni Paolo I è riservato uno "zoccolo duro" di amici relegati in siti molto belli, ma poco frequentati. Una marea di internauti cattolici se "la battono" con Grillo, che non raggiunge nemmeno il primo posto di Wikio, e più passa il tempo e più sprofonda l'orda vandalica di chi vuole colpire la società civile, formata da lavoratori che si alzano alle 4 alle 5 alle 6 della notte, e quelli, i burocrati, che si alzano alle 7 e alle 8. Ma Grillo e Di Pietro a che ora si alzano?

Siamo uomini o caporali!
Attualmente, "Stampa, Scuola e Vita" è al posto 13.536 di Wikio. Il mio blog non ha futuro se sarà sempre più mangiato dalle grosse Balene Bianche. La Balena Bianca, una volta, era la Dc, magari tornasse! Sapremmo distinguere tra amici e avversari (ancora meglio, tra amici e nemici). Una volta, erano nemici i democristiani che non esistono più. Ora te li trovi alleati con i compagni che facevano la diffusione dell'Unità porta a porta che credevano (Fede) nel Partito Comunista (un'ideale che non può essere tradito) ed erano sbeffegiati dai venditori di fumo, di sporcizia, di malaffare, truffatori, mangiapane a tradimento, banditi, esclusi perfino dalla Mafia e dalla Camorra, perché non erano uomini: erano solamente dei caporali.

Una preghiera a Benedetto
Se nelle tue preci c'è ancora un po' di spazio, fa che l'umile Giovanni Paolo I possa rientare nelle tue implorazione alla Madonna: quella che ha tanto amato Sant'Albino Luciani.

25 agosto 2008

Papa Luciani. Misteri, illazioni e santità

PAPA GIOVANNI PAOLO I. DOPO TRENT'ANNI, ANCORA MISTERI E ILLAZIONI
di Roberto Maurizio


LA FEDE
Quella vecchietta cieca, che incontrai

la notte che me spersi in mezzo ar bosco,
me disse: - Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, ché la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò 'na voce,
fino là in fonno, dove c'è un cipresso,
fino là in cima, dove c'è la Croce…
Io risposi: - Sarà … ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede …
- La cieca allora me pijò la mano
e sospirò: - Cammina! - Era fa Fede.
(Trilussa)


Il cammino della fede



La poesia “La Fede” di Trilussa venne recitata da Papa Giovanni Paolo I (vedere il video su http://www.youtub.com/), dopo aver attraversato due ali di folla sulla “Sedia gestatoria” nel corso di un’udienza in Vaticano. La recitazione della poesia fu una pagina memorabile nella storia della Chiesa cattolica. Con un improbabile accento romanesco, il “Papa del sorriso” riuscì ad affascinare la gente proprio per la semplicità della sua recitazione e l’alto contenuto religioso racchiuso nei pochi versi della poesia di un “forse quasi massone” e di un “abbastanza anticlericale”.

26 agosto 1978


Era il 26 agosto di trent’anni fa quando Giovanni Paolo I venne eletto al Soglio Pontificio. Il giorno dopo, con semplicità ed umiltà, raccontò quello che era successo durante le elezioni: «Ieri mattina, sono andato alla Sistina a votare, tranquillamente: mai avrei immaginato quello che stava per succedere! Appena è cominciato il pericolo per me, i due colleghi che mi erano vicini mi hanno sussurrato parole di coraggio. Uno ha detto: Coraggio, se il Signore dà un peso, darà anche l'aiuto per portarlo. E l'altro collega: Non abbia paura, in tutto il mondo c'è tanta gente che prega per il papa nuovo. Venuto il momento, ho accettato. ...io non ho né la sapientia cordis di Papa Giovanni, e neanche la preparazione e la cultura di Papa Paolo, però sono al loro posto. Devo cercare di servire la Chiesa; spero che mi aiuterete con le vostre preghiere». «Nessuno è venuto a dirmi: «Tu diventerai Papa». Oh! Se me lo avessero detto! Se me lo avessero detto, avrei studiato di più!» disse qualche settimana dopo. Papa Giovanni Paolo I era umile, semplice e sorridente, tanto che fu soprannominato "Il Papa del Sorriso" e "Il Sorriso di Dio". Sulla sua morte, ufficialmente per infarto, ci fu una grande prolificazione di congetture e sospetti. Si disse che era stato assassinato perché scomodo. Nessuno in Vaticano volle effettuare l’autopsia, perché non è una pratica usuale del luogo (anche se qualcuno sospetta che la salma di Luciani venne sottoposta alla necroscopia) e quella volta fu proprio la famiglia Luciani a non volerla fare. Pare che papa Giovanni Paolo I a volte parlasse a braccio, questo lo rendeva incontrollabile. Poi, secondo Vincenzo Calcara, la morte di Giovanni Paolo I permise di rimuovere alcuni cardinali nella gestione dello IOR (Banca Vaticana o Istituto per le Opere di Religione) e di accantonare il progetto di ridistribuzione dei beni della Chiesa, che pare il nuovo papa avesse in mente.

La semplicità di un sorriso



Il 26 agosto 1978, in un conclave durato una sola giornata, 111 cardinali scelsero Albino Luciani come 263° successore di San Pietro. All’epoca, il Papa del sorriso era patriarca di Venezia. Per la prima volta nella storia dei papi, Albino prese un doppio nome. Giovanni, in onore di Papa Giovanni XXIII, e Paolo, in onore di Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, Paolo VI, morto il precedente 6 agosto, dopo 15 anni di pontificato. Il suo ministero ufficiale iniziò il 3 settembre successivo con una messa celebrata in Piazza San Pietro. Papa Giovanni Paolo I morì improvvisamente solo dopo 33 giorni di pontificato, a 66 anni di età, fra la notte del 28 e il 29 settembre.

Un Papa veramente diverso

Nel suo brevissimo papato, Luciani pronunciò 9 discorsi, tenne 4 udienze e due omelie. Ma la sua semplicità e il suo sorriso sono rimasti impressi nella memoria di tutti. Appena eletto, Papa Luciani si presentò al mondo confessando la sua paura di fronte al grande compito cui era stato chiamato, per il quale si sentiva inadeguato. Arrossì davanti alla folla che in piazza San Pietro lo salutava e applaudiva. Parlò di sé in prima persona; disse io, con semplicità, abrogando senza colpo ferire il plurale maiestatis di secolare memoria. Si mostrò rispettoso e umile verso i predecessori, e spiegò di aver scelto di chiamarsi Giovanni Paolo in ossequio a Giovanni XXIII, di cui venerava la memoria, e a Paolo VI di cui ammirava la sapienza. Fin da subito si capì che sarebbe stato un Papa diverso, dopo il severo e tormentato Paolo VI. Luciani era sorridente e allegro, parlava in modo semplice, perfino troppo semplice secondo alcuni. In uno dei suoi primi discorsi suscitò stupore affermando che Dio è padre ma anche madre. Benché il suo pontificato sia durato un niente, Luciani diventerà famoso come il Papa del sorriso e dell'umiltà (humiltas, era scritto sul suo stemma papale).

Il Papa breve, “in breve”


Albino Luciani nacque a Forno di Canale (ora Canale D'Agordo), diocesi di Belluno, il 17 ottobre 1912 da Giovanni Luciani e Bortola Tancon ed ebbe tre fratelli: Edoardo, Nina e Federico (deceduto un anno dopo la nascita). La fanciullezza di Albino trascorse tra la bellezza dei valli e le montagne bellunesi, nelle sofferenze della Prima Guerra Mondiale e la povertà. Era un ragazzo svelto e vivace. Ai 10 anni era nata la sua vocazione sacerdotale, per la predicazione di un frate capuccino. Nel 1923, fece il suo ingresso nel Seminario Minore di Feltre. Nel 1928, Albino Luciani entrò nel Seminario di Belluno. Il 7 luglio 1935 fu ordinato sacerdote. Svolse il suo ministero come cappellano della parrocchia del suo paese natale e poi in quella di Agordo, dove insegnò religione presso l'Istituto Tecnico Minerario. Nel 1937, fu nominato Vicerettore del Seminario di Belluno. Fu professore di Teologia Morale e dogmatica, di Diritto Canonico e Storia del' Arte. Nel 1947, ottenne il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel 1949, organizzò il Congresso Eucaristico di Belluno ed è uscito il suo libro " Catechetica in briciole ". Nel 1954, fu nominato Vicario Generale della diocesi di Belluno. Il 15 dicembre 1958, fu nominato vescovo di Vittorio Veneto. Ricevette la consacrazione episcopale il 27 dicembre 1958, dalle mani di Sua Santità Giovanni XXIII nella Basilica di San Pietro. Per 11 anni svolge il suo ministero in questa diocesi. Nel 1962, iniziò la sua partecipazione al Concilio Vaticano II.
" Sto pensando in questi giorni che con me il Signore attua il suo vecchio sistema : prende i piccoli dal fango della strada e li mette in alto, prende la gente dai campi, dalle reti del mare, dal lago e ne fa degli apostoli. È il suo vecchio sistema. Certe cose il Signore non le vuole scrivere né sul bronzo, né sul marmo, ma addirittura nella polvere, affinché se la scrittura resta, non scompaginata, non dispersa dal vento, sia ben chiaro, che tutto è opera e tutto merito del solo Signore (...) Su questa polvere il Signore ha scritto la dignità episcopale dell'illustre diocesi di Vittorio Veneto ". Il 15 dicembre 1969, fu nominato Patriarca di Venezia. Papa Paolo VI, il 5 marzo 1973, gli assegnò il titolo di Cardinale di San Marco. Per 3 anni (1973-1976) fu Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana. Partecipò ai Sinodi dei Vescovi del 1971,1974 e 1977. Nel 1976, uscì il suo libro " Illustrissimi ", un insieme di lettere scritte ai più svariati personaggi della storia e della fizione letteraria.
"Personalmente, quando parlo da solo a Dio e alla Madonna, più che adulto, preferisco sentirmi fanciul lo. La mitria, lo zucchetto, l'anello scompaiono; mando in vacanza l' adulto e anche il vescovo (...), per abbandonarmi alla tenerezza spontanea, che ha un bambino davanti a papà e mamma. (...) Il rosario, preghiera semplice e facile, a sua volta, mi aiuta a essere fanciullo, e non me ne vergogno punto ".

Parroco universale un po’ malaticcio

Albino Luciani. Il futuro Papa

Giovanni Paolo I, prima ancora che Papa, era una specie di parroco della Chiesa universale. Conobbe sofferenza e malattia, finì in sanatorio, subì 8 operazioni. E proprio la salute stava per costargli la nomina a vescovo: Giovanni XXIII, che stimava quel parroco bellunese, un giorno chiese come mai Luciani non venisse mai proposto per la promozione, e gli fu detto che era malaticcio. Si racconta che Papa Giovanni replicò: allora vuol dire che lo faremo morire vescovo. E così nel 1958 finalmente don Albino diventa vescovo e nel 1973 cardinale.

Fumata bianca da record

Lo stemma di Papa Giovanni Paolo I


Luciani fu eletto a tempo di record: dall' 'extra omnes' alla fumata bianca passarono solo 25 ore e 48 minuti. Solo 4 votazioni per trovare l'accordo. Il card. Felici annunciò l'Habemus Papam alle 19:19. Pochi minuti dopo il nuovo Papa si affacciò dalla loggia di San Pietro per salutare e dare la benedizione ai 25.000 presenti e al mondo collegato via tv. L'elezione fu tanto rapida che colse in contropiede anche il cerimoniale, e il Papa dovette affacciarsi di nuovo più tardi per il rituale saluto alle guardie svizzere e a un battaglione dell'esercito italiano, nel frattempo schieratisi. Si disse che Luciani era stato scelto quasi per caso, una sorta di figura minore, a metà strada fra le personalità sostenute da chi voleva un nuovo papa conservatore e da chi lo voleva modernista. Alla vigilia del conclave non era ritenuto fra i papabili, benché la sua figura fosse tutt'altro che secondaria. Uomo di vasta cultura e preparazione teologica, era fermissimo in materia dottrinale; coniugava tali caratteristiche con la semplicità e la partecipazione, con la passione per le persone e il loro destino. Si ricorda la sua attenzione per i problemi delle famiglie e di quelle povere in particolare, si batté contro il divorzio, si interrogò sugli anticoncezionali.
" Amare significa viaggiare, correre con il cuore verso l'oggetto amato (...) Amare Dio è, dunque, viaggiare col cuore verso Dio. Viaggio bellissimo (...) L' amore a Dio è anche viaggio misterioso : io non parto cioè, se Dio non prende prima l'iniziativa (...) Ciò significa, amare Dio non poco ma tanto; non fermarsi al punto in cui si è arrivati, ma col Suo aiuto progredire nell'amore ".

La divina provvidenza
Papa Luciani e il futuro Papa Ratzinger

Quando Paolo VI pubblicò l'Humanae vitae, la sua lealtà al Papa fu assoluta. Negli ambienti ecclesiastici, oltre che fra i fedeli, godeva di molta stima. Qualche anno fa, l'allora card. Ratzinger disse alla rivista “30 Giorni” che il nome di Luciani era affiorato in un incontro fra cardinali di lingua tedesca e brasiliani (Schröffer, Koenig, Hoeffner, Bengsch, Arns e Lorscheider): “non volevamo decidere niente, ma solo parlare un po”. Mi sono lasciato guidare dalla Provvidenza ascoltando i nomi, e vedendo come si è formato finalmente un consenso sul patriarca di Venezia. Ne fui molto felice. Avere come pastore della Chiesa universale un uomo con quella bontà e con quella fede luminosa era la garanzia che le cose andavano bene. L'improvvisa morte di Albino Luciani sollevò interrogativi e sospetti, qualcuno scrisse addirittura che il Papa era stato avvelenato. Ma una commissione medica ne accertò la morte per cause naturali. Per Giovanni Paolo I è in corso la causa di beatificazione.

La meteora di un Santo


E’ passato, nella storia della chiesa e nella storia in genere, come una meteora. Ma è stata una meteora che ha colpito profondamente. Importanti passi avanti nella causa di beatificazione di Papa Luciani. Il 27 giugno 2008 e' stato infatti firmato dalla Congregazione delle cause dei Santi il decreto di validità degli atti dell'inchiesta diocesana sulla beatificazione di colui che fu Pontefice per soli 33 giorni nel 1978 e in Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e' stato concluso il processo diocesano sul presunto miracolo attribuito alla sua intercessione. Il 24 agosto, a Belluno, è stato annunciato in diretta televisiva (Canale d’Agordo) un presunto miracolo di Papa Luciani. E' accaduto, durante la trasmissione ''A sua Immagine'', nel cui contesto e' andata in onda la celebrazione della Messa su Rai Uno nel trentesimo anniversario dell'elezione a pontefice di Albino Lucani e nel 50* della sua ordinazione episcopale, da parte di Giovanni XXIII. La signora Daniela si e' presentata davanti alle telecamere, ha riferito di essere un'infermiera strumentista di sala chirurgica ed ha raccontato di aver avuto un tumore. ''La sera prima dell'operazione ho fissato un'immagine di Papa Lucani che avevo in stanza e l'ho pregato di farmi guarire. Io all'epoca non credevo, tanto meno pregavo. Ma in quelle condizioni l'ho fatto. Dopo qualche momento ho avvertito la presenza di una mano che si posava sul mio corpo ed ho sentito sciogliersi quasi d'incanto il nodo che avevo in corpo''. La signora ha detto di essersi convinta che la guarigione sia stata miracolosa e che da allora ha ricercato e recuperato la fede. Di testimonianze simili a questa o comunque di presunte grazie ne sono descritte numerose nei 40 volumi di firme, preghiere, richiesta appunto di grazie e di ringraziamenti che sono stati esposti nella chiesa arcipretale di Canale d'Agordo e, una volta completati, vengono conservati in appositi archivi. Ufficialmente, pero', sta per concludersi il processo diocesano ad Altamura per la presunta guarigione di un settantenne che 14 anni fa guari', inspiegabilmente sul piano scientifico, da un tumore maligno dopo aver pregato intensamente davanti ad un'immagine di Luciani.

Papa Luciani e il web
Sono molti i siti che si rifanno direttamente a Papa Giovanni Paolo I. Tra questi menzioniamo, http://www.amicipapaluciani.it/, dal quale abbiamo preso molto foto di Papa Luciani e molte informazioni. Gli amici di Papa Luciani si ritroveranno a Roma il 27 e 28 settembre 2008, per il loro VI raduno. Il tema scelto per questa occasione particolare è "Il coraggio di essere cristiani autentici".

Le foto sono state prese dal sito www.amicipapaluciani.it, al quale va il nostro ringraziamento

24 agosto 2008

Pechino e la Rai. Si salva solo la Radio

Rai. Medaglia nera
di Roberto Maurizio

Le difficoltà del fuso orario non c'entrano. La Rai, un'azienda di "raccomandati", ha raggiunto il suo apice negativo con le trasmissioni monopolistiche assegnateli a suon di miliardi. I poveri telespettatori hanno subito un torto di informazione. L'apice l'ha raggiunto con la trasmissione delle fasi finali, quando un "venditore ambulante" commentava un emozionante passaggio di consegna dei giochi olimpici da Pechino a Londra. Gli unici che si sono salvati sono stati i giornalisti della Radio.

Radio Radicale "incappata"

MARCO. UNTO DALLA FIEG
di Roberto Maurizio

Marco Cappato (foto di Roberto Maurizio)


“Aridatece” Massimo!


Massimo Bordin, direttore di Radio Radicale (foto di Roberto Maurizio)


“Stampa e regime” è la rassegna stampa giornaliera di Radio Radicale condotta, di solito, dal direttore dell’emittente Massimo Bordin . La lettura delle notizie è “accattivante”, la scelta degli argomenti “appropriata”, il raggio d’azione delle informazioni “allargato”. Meriterebbe certamente le tre AAA da parte di un’ipotetica certificazione rilasciata da un’Agenzia di Rating sulla stampa, che oggi non ancora esiste. L’ascoltatore, alla fine della rassegna, resta soddisfatto e informato. Purtroppo, anche Bordin ha diritto alle “ferie agostane” e ai meritati “riposi settimanali”. Durante la settimana, viene egregiamente sostituito, il sabato da Marco Taradash, che, insieme a Benedetto Della Vedova, ha fondato un nuovo movimento politico chiamato Riformatori Liberali. I guai della trasmissione iniziano ad agosto, quando il direttore deve essere sostituito per un periodo più lungo. Fino a qualche anno fa, in agosto, Bordin era sostituito da Daniele Capezzone, che conduceva anche la rassegna stampa domenicale. Tra Massimo e Daniele c’erano delle differenze. Il primo, però, non si allontanava molto dalle capacità del direttore di “presentare i fatti politici come se stesse scartando un prodotto di gastronomia”, facendoti apprezzare tutte le pieghe e le sfumature. Poi Daniele cadde in disgrazia ed ora fa il portavoce di Forza Italia. Ut consuetudo est: roba che sanno fare solo i radicali! Non quella di passare da destra a sinistra o viceversa, ma quella di cacciare a pedate le persone scomode, come hanno fatto di recente con Luigi De Marchi, ex presidente dell’Agsi (Associazione di giornalisti per lo sviluppo internazionale).



Una serie di foto scattate durante una manifestazione Radicale davanti alla Basilica di Don Bosco. Cappato è con la Bonino. Dietro la Bonino, un caro "amico" di "Stampa, Scuola e Vita". Le foto sono di Roberto Maurizio.


Un'unica opzione: comprare i giornali di regime!
Le scelte radicali, però, hanno sempre avuto una motivazione. Ad esempio, l’opzione di far condurre, in questi giorni, “Stampa e regime” da Marco Cappato è ben giustificata: l’eurodeputato radicale è stato “inviato” ed “unto” dalla Fieg (Federazione italiana editori giornali). L’ascoltatore di “Stampa e regime” resta allucinato, non capisce niente di quello che viene “letto” (si fa per dire) da Marco, non Panella, nenneno Taradash, ma Cappato. Il povero ascoltatore, così, rimane “incappato” nei meandri dei voli pindarici del “declamatore”, così è costretto a comprare i giornali!

21 agosto 2008

Vacanze molisane 2

Il Basso Molise
di Roberto Maurizio


Altitalia e Bassitalia


Una volta, si diceva “Altitalia” e “Bassitalia”, per discriminare in modo dispregiativo il Sud del nostro Bel Paese. Infatti, uno degli aggettivi che precedeva nella seconda accezione “italia”, cioè “bass”, era troppo esplicito e si avvicinava moltissimo alle pessime condizioni di miseria in cui giaceva il Meridione da centinaia di anni. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, gli intellettuali "impegnati" ricevevano finanziamenti provenienti dalle più disparate situazioni. Quelli di sinistra (anche perché erano gli unici esistenti sul terreno) non utilizzarono mai esplicitamente Bassitalia e, di conseguenza, Altitalia. La stessa sorte toccò al Cinema italiano che non sfruttò mai l'espressione (Bassitalia), forse censurata da alcuni produttori del Sud che stavano investendo i propri risparmi per foraggiare registi e attori, molto più “impegnati" degli intellettuali al "Sacro Monte”.


La linea Gotica
Nickname Terrone

L'emigrante e la valigia di cartone

Il Meridione, cioè il Sud, cioè la parte più bella del cielo, in cui ruotano tutti i pianeti che accompagnano il Sole, dal suo levare al suo scemare, dove si trova l’eclittica, cioè l’intersezione del piano dell’orbita terrestre con la sfera celeste, invece di apparire come luogo più bello in cui si sviluppava la vita nelle sue molteplici forme, divenne sinonimo di regresso, sporcizia e ignoranza e agli “uomini” che si incamminarono con la loro valigia di cartone verso l’Alto (il Triangolo industriale) venne attribuito il delizioso nickname “terrone”.

Il Sol dell’Avvenir


Abbandonati a se stessi, nella loro ignoranza, speravano, gemevano e pregavano affinché i loro sacrifici non diventassero inutili e non diventasse inutile la loro fede. I "terroni" non sapevano a quale santo rivolgersi. Anche il Sole gli aveva voltato le spalle. Nebbia, solitudine, oltraggi e quant'altro. Unica ricompensa, la speranza. Il Sol dell'Avvenir: giustizia, pace, sviluppo e equità. Il Sole è stato tradito, come le speranze.

La Divisione nazionale di calcio


La Sampdoria - 1947/48

Gli "ideatori" di Alta e Bassa Italia furono gli organizzatori del Campionato di calcio 1945-46. Infatti, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’Italia si ritrovò in macerie e spezzata in due. Gli accaniti combattimenti lungo la Linea Gotica dell'inverno 1945 avevano gravemente compromesso, se non distrutto, le linee di comunicazione sull'Appennino, rendendo assai difficoltosi gli spostamenti fra la Pianura Padana e la Penisola italiana. In quelle difficili condizioni, la Federazione italiana gioco calcio (Figc) decise di far ripartire il campionato di calcio con una formula una tantum. Nel Nord del paese, sopra la Linea Gotica, fu organizzato un Campionato dell'Alta Italia (Milano, Torino, Genova, Venezia, etc.). Nel Meridione, sotto la Linea Gotica, la Bassa Italia, venne organizzato un Torneo Misto del Sud fra le squadre di Serie A e quelle di Serie B. Le città coinvolte furono tutte quelle situate al di sotto della Linea Gotica, da Firenze a Siena, da Pisa ad Ancona, da Roma a Napoli, da Bari a Palermo.

La difesa di San Basso

San Basso

Se le parole avessero sempre lo stesso senso, non ci sarebbero problemi: “Alto” viene utilizzato come Nord, “Basso” come Sud. In effetti, Milano è a Nord di Bari, quindi Milano si trova nell’Italia del Nord, quella Alta, quella verso la quale si sale e salendo si va verso l’alto, verso la gloria, verso la fortuna, mentre Bari si trova a Sud, dove si scende, dove si va sempre più in basso, verso la sconfitta, verso la sfortuna, verso la maledizione. Tralasciando il detto: “se Parigi avesse lu mar, fuss na piccola Bari”, nonostante i progressi verificatosi nel Mezzogiorno (altro luogo comune, a mezzogiorno di mangia e si la pennichella), le aggettivazioni sono dure a morire. Quando si pone l’aggettivo “basso” davanti ad un sostantivo, quest’ultimo sprofonda nel senso più negativo del suo significato: basso rendimento, basse inclinazioni, bassi profili. Anche ai santi l’aggettivazione potrebbe sembrare blasfema, ad eccezione del Patrono di Termoli, San Basso.


Aberrazione

Aberrometria

Come è noto, l’aberrazione ottica è una deformazione nella forma e nel colore di un’immagine prodotta da un sistema ottico. Esiste, poi, l’aberrazione della luce stellare. Aberrante, l’aggettivo da esso derivante, significa, in prima battuta, abnorme, anomalo, ma anche sviamento, irregolarità, errore. Si arriva, con l’aberrazione, a perversione, abiezione, pervertimento, turpitudine, degenerazione.


Alto e Basso Molise



Il Basso Molise, a destra in Alto, l'Alto Molise, a sinistra in Basso

Ci siamo, allora. Se Alto significa Nord e Basso Sud, come mai il Basso Molise si trova sopra l’Alto Molise? Possibile che un’aberrazione (intesa come “svista”), dovuta alla deformazione dei cervelli che hanno voluto attribuire a territori che si trovano alla latitudine (paralleli) 44°.04’16.50’’ N (San Salvo), abbia deciso di collocare le zone al di sotto della latitudine 41°21’51.31’’ N (al di sotto di Cercemaggiore, Vinchiaturo e Riccia). Ci sono molte teorie per attribuire ad Alto e Basso il loro vero significato nel Molise. I fautori dell’Alto Molise hanno torto marcio se si riferiscono alle coordinate della latitudine. Il Basso Molise è più alto dell’Alto Molise! Peggio è la loro situazione quando la si riferisce all’altitudine. Basti pensare alla denominazione affibbiata al capoluogo della Regione, Campobasso che trova a 785 metri sul livello del mare!

20 agosto 2008

XXIX Olimpiadi. La bellezza al femminile

La Coda del Serpente
di Roberto Maurizio


La bellezza femminile e le Olimpiadi
Le XXIX Olimpiadi di Pechino, com’era facilmente prevedibile, hanno avuto un grande successo di pubblico. Fino ad ora. I giochi olimpici lo meritavano, non fosse altro per la certosina preparazione da parte degli organizzatori (non solo cinesi) e per la “bontà” che l’atletica, la vela, il pugilato, la pallavolo, il tiro a segno e quant'altro contengono nel loro Dna. Qui, in questa sede, non si vuole discutere sul ciclismo e sul calcio, due sport oltremodo offesi dalla droga e dai soldi. S’intende, invece, parlare dell’ingenuità presente in alcune discipline nelle quali emerge nel suo massimo splendore la bellezza del corpo umano: ad esempio, la canoa e il beach voley. La mercificazione in “Occidente” della falsa bellezza delle donne realizzate a colpi di silicone non ha nulla da spartire con i principi presenti nelle “vecchie” e “ingiallite” pagine scritte sui libri sacri di tutte le religioni di questo mondo. Un corpo umano, come un “corpo” celeste, è bello così com’è. Saturno, Giove, Venere, Luna, la Chioma di Berenice, le Pleiadi, Ofiuco, la Nebulosa Baco da seta, la Star Quake, la Spira di stelle nella Nebulosa Aquila, la Coda del Serpente sono belli così come sono. Una donna velata è bella se è bella; una donna “siliconata”, “stirata”, “distrutta” è brutta se è brutta.

La Cina "in cinta"
Il comunismo nell’ex Unione Sovietica ha preservato parchi naturali, boschi, foreste e belle donne. La bellezza delle donne dell’ex Impero dell'Unione Sovietica, russe, ucraine, georgiane, caucasiche, polacche, ceche, romene, ungheresi, slovacche, per non parlare delle croate, montenegrine e slave in generale, era “occultata” dalla propaganda “occidentale”: solo donne con i baffi, senza calze di nailon. Anche il regime comunista cinese ha seguito la stessa sorte, fino a pochi anni fa: aree protette, solo perché non sfruttate, giardini paradisiaci, solo perché non regnava ancora il dio denaro, con tante, tante belle donne nascoste nelle povere case di una Cina in cinta ad entrare nel novero dei paesi ricchi.

9 agosto 2008

XXIX Olimpiadi a Pechino: una bella Cina

One World One Dream
di Roberto Maurizio

Ni Ling sta per accendere il braciere olimpico



La Cina è più vicina


Uno spettacolo eccezionale. Questa la sensazione di miliardi di persone che sono state incollate per ore e ore sui televisori di tutto il mondo per vedere lo sforzo che la Cina ha realizzato per fare bella figura nel mondo con l’apertura dei XXIX Giochi Olimpici. Una bella Cina, una Cina che ha buttato alle spalle il delirio della sua arroganza contro i diritti umani, contro una serie di nefandezze che contraddistinguono questo immenso paese alle prese del suo probabile passaggio tra i grandi della Terra e tra i nuovi paesi che faranno della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il loro irrinunciabile emblema. Servono, però, i “tempi tecnici”. La Gran Bretagna e la Francia per raggiungere l’attuale status di paesi democratici hanno impiegato circa 300 anni (la guerra delle Falkland o Malvinas e la guerra d’Algeria non sono così lontane). La dissolta Unione Sovietica si sta lentamente trasformando in diversi paesi “civili”. L’ex Yugoslavia, a sua volta, si è incamminata verso la strada maestra dello sviluppo economico e sociale.


Fatti, non parole


Sono appena trascorsi 50 anni dalla costituzione del Gruppo dei 77, ancora esistente sulla carta, e molti paesi aderenti hanno intrapreso un percorso senza ritorno verso la democrazia, lo sviluppo, la solidarietà e la pace. Fare pressioni per convincere i paesi ancora lontani dalla democrazia è giusto e doveroso. Ma, occorre saper attendere. Le Olimpiadi di Pechino resteranno nella storia come un momento di passaggio da un paese dittatoriale a un paese democratico. Basti pensare alla frase che circola oggi in Cina: One World, One Dream, lo slogan delle Olimpiadi di Pechino. Il Sogno è di raggiungere un mondo diverso, basato sul rispetto dei diritti umani e civili, sul ripudio della guerra e sullo sviluppo sostenibile, non solo a parole, ma con i fatti.

"Stampa, Scuola e Vita" si è occupata delle Olimpiadi nel mese di marzo 2008. Anche allora il titolo scelto per l'articolo fu "One Dream One World".

8 agosto 2008

Obiettivo 8.888 raggiunto

Stampa, Scuola e Vita a quota 12.652
di Roberto Maurizio
Foto di Roberto Maurizio


Verso quota 20.000


Avevamo promesso di raggiungere quota 5.000 l'8.8.08 (26 marzo 2008), invece abbiamo superato la quota 8.888 e ci siamo attestati a 12.652 visite. Un risultato eccellente raggiunto grazie alla vostra collaborazione. Mentre il mondo va verso la semplificazione e l'uniformità con la globalizzazione, i rapporti infrapersonali diventano sempre più difficili. L'ignoranza regna e monta. La sinistra diventa sempre più "sinistra", la destra sempre più "ignorante". La democrazia, cioè la possibilità di esprimersi, diventa sempre più "difficile". Chi può dare un contributo fattivo alla vera democrazia siamo noi che scriviamo e leggiamo i blog: il blog è l'aria pulita del mondo.


Magnanimità


Mettete più di otto persone intorno ad un tavolo. Fra di loro non esiste dialogo. I piatti volano al di sotto delle cazzate che vengono profuse dagli astanti. Berlusconi, un parassita, gli americani, imperialisti, i comunisti, assassini e ladri, i socialisti, non ne parliamo, i fascisti, come Berlusconi, Berlusconi, come gli americani, Bush, non ne parliamo, fa affari con i cinesi comunisti, assassini e ladri, Veltroni non esiste, Prodi, fa le carte, D'Alema, paga le rate della barca con i soldi della Cia, la Cia, finanzia il Pdl, il Pdl finanzia la mafia, la mafia dà i soldi a Forza Italia, Forza Italia dà i soldi a D'Alema, D'Alema li divide con la Chiesa, la Chiesa chiude il dialogo con gli abortisti, gli abortisti se la prendono con Ferrara, Ferrara parla male degli omicidi di milioni di feti immolati al dio del benessere, il benessere se la prende con chi vorrebbe parlare ma non ci riesce, perché tutti gli astanti hanno mangiato e bevuto alla faccia del comunismo, del fascismo, del capitalismo, della solidarietà, della magnanimità.

Assisi contro Pechino

Assisi contro Pechino: 08.08.08
di Roberto Maurizio


La cattedrale di Assisi (foto di Roberto Maurizio)


Per chi suona la Campana delle Laudi?
Si sta svolgendo nella città di San Francesco la manifestazione “08.08.08 – Da Assisi al mondo, un messaggio di pace e di nonviolenza”. Sotto un Sole cocente, alle 11.00, nella piazza antistante la Sala di Conciliazione, migliaia di persone si sono accalcate portando bandiere e confaloni. Una “festa di paese” che coinvolge sindaci e cittadini, suonatori e sbandieratori. La manifestazione toccherà il momento più elevato alle ore 14.08 (ore 8 e 8 minuti di Pechino) quando il suono della Campana delle Laudi rintoccherà in concomitanza dell’apertura della XXIX edizione dei Giochi Olimpici. La manifestazione è stata promossa dall’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) Umbria, dal Comune di Assisi (maggioranza di Centro Destra) e dal Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito. La Vice Presidente del Senato, Emma Bonino, ha tenuto a precisare che non si tratta di una “manifestazione di protesta” , ma di un’iniziativa per i diritti umani in Cina. Nell’ambito della performance, tuttavia, si chiederà anche la realizzazione di un “Tibet libero”.


La briscola dell’informazione

Fonte: Wikimedia
La notizia sulla manifestazione, nonostante il Sol Leone, è passata quasi inosservata sui media italiani. Solo l’Avvenire e l’Opinione (praticamente, il 4 di bastoni e il due di bastoni, quando regna coppe) hanno dato un certo risalto alla “celebrazione” di Assisi.