di Roberto Maurizio
Hotel Santoianni immerso nel verde
La gioia di tutti i vacanzieri viaggiatori è poter condividere con gli altri le emozioni vissute durante un viaggio o un periodo di riposo. Molto spesso, purtroppo, il “viaggiatore” diventa anche fotografo e, alcune volte, che è ancora più grave, “regista”. Nel mese di settembre, oltre al dramma del rientro al lavoro, alla tragedia dell’inizio della scuola di ogni ordine e grado, alla possibilità di prendersi un raffreddore o, primo fra tutti, l’influenza, si abbatte inesorabilmente il ciclone delle abbuffate d’immagini di repertorio. Il candido e incolpevole utente viene coinvolto a sua insaputa alla rappresentazione del repertorio del viaggiatore, che come da tradizione classica, cambia ogni anno, ma la noia fa tutt’uno con il fastidio e il disgusto. Quindi, Attenti agli inviti a cena di settembre da parte di un “viaggiatore fotoreporter-regista”. Per la cavia, a volte, la situazione da drammatica potrebbe diventare mortale, soprattutto quando il “viaggiatore” è un capo tribù, un nonno pensionato con 4 figli, 4 nuore, 12 nipoti, 2 consuoceri, 7 cugini altri con 14 nipoti, 3 amici con 6 mogli con 13 figli di 8 coppie. Ovviamente, mutatis mutandis, le cose non cambiano se il viaggiatore diventa viaggiatrice. E’ l’orgasmo, che a tutti i costi ti vuole fare raggiungere il viaggiatore o viaggiatrice, quello che ti inchioda e non ti dà possibilità di scampo. Il satanasso ti vuole mostrare il suo “nuovo” repertorio, con tutte le foto e tutti i filmini girati durante le ferie. Ho conosciuto persone, prima di Brunetta, che si sono date malate per 3 settimane dopo la sbornia subita in una sola serata nella quale sono stati costretti a vedere 7 filmini su Capri, 1492 fotografie scattate sulla Costa Amalfitana, 456 sull’Aspromonte, 890 “da Catania a Trapani”, 122 a Favignana, 780 a Malta, e per finire un tragico flash-back “fuori programma” sulle comunioni dei 12 nipoti, messi in ordine cronologico invertito, di cui 4 rullini di diapositive trasmesse sullo schermo gigante. Grazie ad Internet, queste serate da incubo dovrebbero essere finite. Ma si sa, i tempi sono lunghi per uccidere tradizioni senza senso. Chi ha “prodotto” questi “capolavori” può “pubblicarli” o su un suo sito o su Google Hearth o altri “allocatori” similari. Alla fine, solo chi vuole farsi veramente del male sceglie autonomamente le foto e i video delle vacanze senza essere obbligato a mangiare al buio tra un slide e l’altra. Scherzi a parte, esistono dei siti in cui si possono pubblicare foto e filmati senza far del male a nessuno. Ecco perché ho deciso di utilizzare questo spazio concessomi gratuitamente da Google per raccontare le mie vacanze. Ho già presentato due puntate: Vacanze molisane 1 e Vacanze molisane 2. Oggi, arriva Vacanze molisane 3 e non finisce qui. Ma sono sicuro che vedranno il mio prodotto solo quelli che ci cliccheranno sopra. In questo modo, contribuirò a ridurre gli esaurimenti nervosi che fanno incazzare sempre di più Brunetta.
Avvolto da un cielo limpido
Il nido d'amore
“Stampa, Scuola e Vita” decide di fare qualcosa di diverso quest’anno rispetto agli ultimi quarant’anni. Andare a San Martino. Consultata la manovalanza e i sindacati, che appena saputa la notizia entrano in sciopero permanente per due giorni, dopo ore estenuanti di trattative, il tavolo delle consultazioni decide di adeguarsi alle decisioni già prese nel lontano 1967, anno in cui furono gettate le basi della nuova cultura senza limiti geografici, senza timore degli integralisti albanofoni (quelli di Ururi), dei massimalisti fondamentalisti cocomeristi portocannonesi, degli irriducibili figli di Santa Cristina, dei lascivi termolesi, gli unici aperti alla modernità esasperata della “lacrima sul viso”. Allora? Cambiamo! Stessa spiaggia, stesso Sole: San Martino in Pensilis (che non ha spiaggia, ma perlomeno ha lo stesso Sole che potevi vedere in tutte le parti del globo, ad eccezione di un’eclissi, che avresti potuto vedere seduto sulla sedia più bassa della casa, mentre pensavi a cose concrete e costruttive). Una novità, in effetti, esiste. La redazione in gran completo (cioè io) decide di trasferirsi presso l’Albergo Santoianni, via delle Tremiti, San Martino.
Un nido d’uccello: l’Hotel Santoianni
Hotel Santoianni: il Patio
A pochi giorni dalle XXIX Olimpiadi di Pechino, il famoso stadio a forma di nido di uccello doveva ancora essere inaugurato, a San Martino in Pensilis, in sua vece appariva nell’immaginazione l’Hotel Santoianni: leader nella pulizia e nell’accoglienza. La gentilezza e l’ospitalità dei proprietari si colloca al di sopra delle righe: sempre affabili, disponibili e colloquiali. La cortesia si coniuga con il candore delle stanze, dei corridoi e della Reception. Contiguo all’Hotel, il Ristorante Nonna Ninuccia, stessa famiglia con gestione differente, dove puoi assaporare i prodotti tipici del paese e una cucina di alto livello francese. Non esiste limite all’inventiva. La cuoca riesce a trasformare i pani e i pesci, senza bisogno di miracoli. Il vero miracolo è nella dedizione completa alla preparazione delle pietanze che assumono un sapore diverso proprio perché pensate, cucinate e servite solo per la soddisfazione del cliente. Cucina di altri tempi, basata su un principio ancestrale sano ed eterno nei paesi del Basso Molise: l’ospitalità.
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