29 novembre 2008

Congiunzione astrale Giove, Venere e Luna

Giove, Venere e Luna. La Stella Cometa dei Re Magi?
di Roberto Maurizio



Un avvenimento da non perdere «Mentre sui cieli di Roma, si stende una congiunzione “fatale” tra Marte e Giove e una miriade di stormi lacerano il cielo terso e caldo della tua capitale squarciato dal suono acido e stridulo dei gabbiani, la tua salma giace immobile con il viso rivolto ad Occidente. Dorme il compagno Sandro, combattente come Marte e stratega come Giove. Dorme il compagno Sandro, pensando alle battaglie mai vinte per i miseri e per i poveri. Dorme il condottiero di mille illusioni. Di tanto in tanto, si alza un pugno chiuso davanti alla tua bara. Non ho fatto in tempo a “immortalarlo”, ma tu l’hai visto. Forse, ho sbagliato congiunzione, Sandro. Quella vera che ti ha accompagnato nel regno del sonno perpetuo si è verificata tra Saturno e Venere: il Messaggero degli dei con le ali ai piedi e la dea della bellezza e dell’amore. Amore è l’unica parola che riassume la tua vita, amore per la verità e amore per la vita». Ecco come avevo commentato il cielo di Roma, dopo aver visto la camera ardente di Sandro Curzi al Campidoglio. Avevo sbagliato l’abbinamento: la congiunzione era tra Venere e Giove. Scattai delle foto, ma non erano “spettacolari”, come l’avvenimento che sta per coinvolgerci. Domani, 30 novembre e, soprattutto, dopodomani, primo dicembre, si verificherà una congiunzione astronomica senza precedenti.

Un matrimonio in grande stile


Il “matrimonio stellare” tra Giove e Venere con testimone d’eccezione la Luna sarà un fenomeno visibile ad occhio nudo in tutto il mondo. I tre astri più luminosi del Sistema Solare e dell’intera volta celeste (escludendo Sirio che supera in luminosità solo Giove) si troveranno in una posizione che qualcuno ha definito “Infelice” (unhappy face), qualcuno avvicina questo allineamento a quello della Stella Cometa di Betlemme. Comunque, sarà un avvenimento che avrà una risonanza “fotografica”. “Stampa, Scuola e Vita” invidia chi godrà di questa occasione guardandola dall’alto delle montagne innevate, dagli immensi spazi oceanici, da una finestra nel centro di Milano, da una cella di prigione dell’Ucciardone, da una stanza di ospedale di Vibo Valenzia. “Il Terzo Occhio” fermerà nell’obiettivo questo matrimonio stellare. Sarà uno spettacolo singolare che vedrà, in primo luogo, Venere che si avvicina a Giove; Giove che si difende, non cede e non si fa sopraffare dalla Luna, che invece, con la sua sottile falce crescente nasconderà Venere per un’ora e venti secondi (occultazione lunare).

Le osservazioni della congiunzione in Italia

Per riconoscere i due pianeti, guardate subito dopo il tramonto verso Sud/Sud-Ovest (costellazione del Sagittario), gli unici punti luminosi che vedrete saranno proprio loro! Le migliori osservazioni le farete tra le 17 e le 18. Col passare delle ore, i due pianeti scenderanno sempre più verso l’orizzonte ed appariranno anche le stelle, ma riconoscerli sarà altrettanto facile, perché restano i corpi celesti più luminosi del nostro cielo. In serata poi i pianeti finiranno per essere nascosti da case e alberi ed infine scompariranno dietro l’orizzonte. La congiunzione astronomica è iniziata il 26 novembre.
Ecco gli orari dell’occultazione lunare di Venere in Italia il 1° dicembre 2008
· Milano dalle ore 17.08 alle ore 18.24
· Roma dalle ore 17.21 alle ore 18.22
· Palermo dalle ore 17.34 alle ore 18.13
· Trieste dalle ore 17.17 alle ore 18.26
· Firenze dalle ore 17.14 alle ore 18.25
· Cagliari dalle ore 17.16 alle ore 18.20
· Lecce dalle ore 17.43 alle ore 18.14
· Catania dalle ore 17.44 alle ore 18.08
La stella cometa di Betlemme (nella Storia dell'Arte)

La stella cometa di Betlemme (nella Storia dei Bambini)

Basta togliere Saturno e mettere Venere per avere la percezione dei Re Magi

Una condanna Ue esemplare: terroni, neri, marocchini, laziali!

Dopo 60 anni la Ue condanna i milanesi razzisti
di Roberto Maurizio


Mi ricordo che Mario "a Fatica", dopo essere stato 30 giorni a Milano, tornò a San Martino in Pensilis (provincia di Campobasso) e parlava un milanese come quello di Eros Ramazzotti: “mì so turnat acquì e nun ved l’or de ripartì” (“sono tornato nel mio paese che amo, ma non vedo l’ora di ripartire). Mario, il cui nomignolo era un nomen omen al contrario ("a Fatica" sta per lavoro, visto da lui proprio come una maledizione biblica), si trasferì a Milano con la sua valigia di cartone: 24 ore di treno (sembra che dal suo viaggio abbia preso il nome “Il Sole che dopo 24 ore” si trasforma in nebbia)! Mario ebbe un impatto violento con la metropoli, con le sue fogne, con i suoi topi, con il "razzismo". Mario "a Fatica" abbandonò i suoi averi nel Molise, cioè il nulla, e salì per fare fortuna al Nord. Lo chiamarono terrone. Per 60 anni, questa ingiuria gli è rimasta sulle sue spalle come offesa rivolta anche a milioni di molisani, pugliesi, abruzzesi, siciliani, calabresi, basilischi, sardi e, anche, laziali, quelli di Frosinone. Oggi, finalmente, chi dirà terrone andrà a finire in galera. Chi l’ha deciso? I ministri della Giustizia Ue che hanno raggiunto un accordo sull’adozione della "Decisione quadro" contro il razzismo e la xenofobia. La “Decisione” (che tempestività, questa Ue alla quale diamo i soldi) prevede sanzioni penali da 1 a 3 anni per «coloro che incitano pubblicamente e intenzionalmente alla violenza e all’odio, anche attraverso la disseminazione o la distribuzione di trattati, foto o altro materiale diretto contro un gruppo di persone o un membro di tale gruppo definito in base alla razza, al colore, alla religione, discendenza o origini nazionali o etniche».

Ma quanti ergastoli, allora, si meriterebbero i polentoni?

28 novembre 2008

Il Terzo Occhio

“Il Terzo Occhio”
di Roberto Maurizio
Foto di Roberto Maurizio, Roma 28 novembre 2008
Anni luce, secondi d'amore
Questa nuova rubrica di “Stampa, Scuola e Vita”, “Il Terzo Occhio”, sostituisce la precedente, “Cogli l’attimo”. Questa sezione del blog, sempre dedicata all’arte fotografica, si distingue dalla prima perché mentre con “Cogli l’attimo” il fotografo o la fotografa dovevano solo essere pronti a “immortalare” quello che si svolgeva davanti ai loro occhi e agli obiettivi delle loro macchine fotografiche (ad esempio, i piccioni a Venezia, Veltroni al Circo Massimo, Berlusconi durante il cucù), “Il Terzo Occhio” intende trasmettere attraverso l’immagine non solo l’istante, l’emozione, la storia, la bellezza, ma una congiunzione astrale tra Cassiopea e Orione ripresi durante i miliardi di anni trasformati in un attimo.

Foto di Beniamino Maurizio, Montecarlo, settembre 2008

“Il Terzo Occhio” è quello che va “oltre l’attimo fuggente”, non ha nulla a che fare con il Dalai Lama, con il suo terzo occhio, del quale portiamo grande rispetto, non ha nulla a che fare con la velina di Santoro. Anzi. Provate a fotografare la velina e vedrete il buio.

Ecco cosa vede "Il Terzo Occhio", solo amore

Granbassi e la Grancassa. Mi manda Rai 2

Granbassi e la Grancassa
di Roberto Maurizio

Dagli l'oro


Mentre su Bombay cala il sipario (150 morti ufficiali, ma forse più di 1.000 quelli effettivi), l’Italia viene colpita dalla violenza delle perturbazioni meteorologiche (4 morti, 10 feriti, allagamenti, neve), l’influenza cresce tra i bambini e si annuncia come la peggiore degli ultimi 10 anni, la crisi economica mette a terra tutto l’Occidente e si fa sentire in Italia con migliaia e migliaia di posti di lavoro persi e centinai di negozi ingoiati dalle cambiali e dagli usurai che comprano barche e coop center call, finalmente arriva una buona notizia: Margherita Granbassi, la velina di Santoro, domenica mattina prossima, a Praga, regalerà la maschera da scherma (100 euro) usata in gara alle Olimpiadi di Pechino al Dalai Lama. "Sono molto emozionata all'idea di incontrare il Dalai Lama" spiega Margherita prima di imbarcarsi per Praga. "Lui è un uomo che da sessant'anni combatte in modo pacifico per la causa del suo popolo. Ho sempre ammirato l'equilibrio con cui ha saputo guidare la propria gente e farne sentire la voce in tutto il mondo dall'esilio. So che il mio gesto è una cosa piccola rispetto alla dimensione del problema (poteva dargli la medaglia d’oro 100.000 euro, n.d.r.), ma credo anche che sia dovere di ognuno fare quel che è nelle sue possibilità (arifacce, dagli la medaglia) per contribuire al rispetto dei diritti umani".

Mi manda Rai 2 (non si sa mai di poter andare alla Regione Lazio, anche se qui i carabinieri non li vogliono)

Bertinotti e il Dalai Lama: "in ginocchio da te"

"Non solo in Tibet, ma (tanto che ce sto, visto che me Manda Rai 2) in tutti i paesi del mondo (in cuor suo pensava anche a quel porco paese guidato da un usurpatore il cui nome non può essere fatto, l’innominato cucù). Credo che noi sportivi possiamo contribuire proprio tenendo alta l'attenzione dell'opinione pubblica (cioè possiamo arraccattare voti)". Ecco da chi siamo guidati: dai guitti, dagli spadaccini, dagli attori che guadagnano miliardi, dai politici che vanno in barca in nome del popolo italiano. Aridatece Prodi, perlomeno andava in bicicletta. Che brutta fine che ha fatto il Dalai Lama, consegnandosi nelle mani di Santoro e della sua Velina.

Ecco che riesce a fare il "fondamentalismo". Attenzione a "Mi Manda Rai 2"

Santoro invoca la fine del mondo

Italiani, brava gente
di Roberto Maurizio

Questa foto, trovata con Google attraverso il percorso "Italiani brava gente", è intitolata "La Ritirata". Ma come? Gli Italiani si ritirano marciando da Ovest verso Est e senza armi? Il vero titolo potrebbe essere "La disfatta" e questi sono prigionieri dell'Urss.

Se fosse stata "la ritirata", la fotografia doveva avere questa prospettiva: da Est verso Ovest. Ma la storia, che usa le fotografie a suo piacimento, è ancora una "scienza inesatta". Per capire veramente la storia della Seconda Guerra mondiale occorreranno ancora 30 anni. Le inesattezze non sono frutto di errori, ma dell'ideologia, quella che ancora è ospitata come protagonista nelle trasmissioni di Santoro. Quando finirà la guerra civile in Italia? Quando avremo un paese unito? Quando non avremo più bisogno di menzogne? Speriamo che la sfiga di Santoro sia vera: un'Italia allo sfascio da ricostruire insieme. Iniseme a chi?

Passaporto tricolore
A Bombay (Mumbay), India, oggi è caccia agli inglesi e agli americani. Gli italiani vengono risparmiati. I passaporti "tricolori" servono per salvare la vita anche ad altre persone. Anche Al Qaeda riconosce, dunque, il "valore" degli italiani come "brava gente". Chi sputa, invece, sugli italiani? Santoro e la sua compagnia di vagabondi con roulotte da 100.000 euro a botta. Gli imprenditori italiani, come gli operai, sono apprezzati in tutto il mondo. Dove vengono sbeffeggiati? Ad Anno Zero! Gli operai presi per il culo perché gli fanno credere che hanno sempre ragione loro. Gli imprenditori perché sono dei porci nati e cresciuti.

Viva Berlinguer!
Tutti gli italiani, invece, hanno sofferto la fame nel secondo dopo guerra, si sono rimboccate le maniche negli anni ’60, hanno conquistato diritti civili prima inesistenti ed hanno, negli anni ’70, sofferto la crisi petrolifera e, insieme a Berlinguer, hanno seguito l’Austerity, negli anni ’80 e ’90 la disoccupazione era alle stelle e i redditi dei lavoratori inesistenti, eppure ce l’hanno fatta, negli primi anni 2000, l’11 settembre ha portato ancora disagio, e gli italiani hanno saputo reagire. Adesso, Santoro, che ha il gusto di allarmare la gente, sperando in cuor suo di far crollare la borsa e quindi il capitalismo e quel lurido imperialismo dei risparmiatori pensionati italiani ai quali vuole mettere l’aliquota del 20%, ci dice insieme ai suoi “monaci” di merda che invita alle sue trasmissioni, che la fine del mondo sta per arrivare. Che fare? Basta non guardare più una trasmissione mal fatta, senza contraddittorio, unilaterale e schifosa. L’invito è: non guardate più Santoro. Fatelo licenziare direttamente dalla Rai!

27 novembre 2008

Mumbai, Vito Scafidi e Babbo Natale

Giornalisti italiani a Bombay (Mumbai)? Chi li ha mandati e perché?
di Roberto Maurizio


Mumbai brucia Vito
Mentre “Le Monde” urla contro l’attentato ignobile di Bombay, la stampa italiana parla di un concittadino morto a Mumbai (ma dov’è Mumbai?). Si leva alta la voce di Obama contro l’odio che ha prodotto centinaia di morti. Due giornalisti di Repubblica erano al Pub, bombe e spari! Io rifugiata nella cantina. Come avevo “previsto” Vito saresti sparito oggi. La Repubblica dà spazio ad una “spia” che fa vedere il degrado al Darwin (non poteva farlo prima? Anche se è un degrado che a confronto con le altre scuole italiane metterebbe il Darwin tra le eccellenze).

Che brutti tempi: anche Babbo Natale viene licenziato!

Bombay, caro Vito, ha distrutto la tua immagine e nessun richiamo appare sulla tua morte e sul futuro dei nostri studenti. Bombay (Mumbai) ti ha salvato nei giorni scorsi. Saresti stato il penultima pagina. Il tuo caro giornale, la Stampa, ti è ancora vicino, ma ti ha messo dopo una notizia sugli esteri: “Viene a sederti sulle mie ginocchia”. Babbo Natale licenziato il tronco.

26 novembre 2008

Vito e le flebili luci delle Pleiadi

L’ultimo saluto a Vito Scafidi, illuminato dalle flebili luci delle Pleiadi
di Roberto Maurizio


Che le Pleiadi ti passano illuminare per l’eternità


Volevo esserci oggi al tuo funerale, Vito. Avrei cercato nei volti dei tuoi compagni il perché della tua morte assurda. Avrei avuto un’unica risposta: dolore. Il dolore è un sentimento che si vive profondamente nell’animo, una cicatrice che procura nelle viscere e soprattutto nello sterno solo un’assurda sofferenza che non si espone all’esterno e, quindi, non avrei potuto fotografato niente. Se non il vuoto. Quel vuoto che continua ad aleggiare intorno alla tua anima pura e casta. Oggi, l’Italia ti rende l’ultimo saluto, nel senso che da domani nessuno penserà più di te. Scomparirai nella tua tomba e verrai dimenticato dai giornali, dalle televisioni e dai blog (non dal mio, che ti renderà omaggio sempre, come quello che inutilmente sto offrendo alla causa di Aung San Suu Kyi, al Darfur e alle popolazione del Sahel. “Stampa, Scuola e Vita” ha ricevuto, grazie a te, un’attenzione particolare, esagerata sotto certi versi. Ascolti da paura, che termineranno subito dopo la tua deposizione nella tomba. Ringrazio tutti, ma ringrazio soprattutto i giovani che mi hanno seguito. Sono loro il futuro (questa cazzata me la potevo risparmiare), certo non i vecchi rincoglioniti che permettono ancora alla stampa, ai media, di agire a loro piacimento solo per conquistare una parte del mercato. Da domani, il mio blog, da 800 contatti, ritornerà nei suoi limiti fisiologici. Non fa nulla! Resta la vergogna che da domani insieme all’audience del mio blog calerà l’attenzione dei padroni della stampa. Studenti, ragazzi, ragazze (soprattutto voi che avete una marcia in più), aiutate questo blog a non far dimenticare quelle “flebili luci delle Pleiadi” che io dedicai a Aung San Suu Kyi. Ditemi che cosa si può fare? L’informazione deve essere di chi la riceve e non di chi la offre solo per i soldi. Facciamo che l’informazione sia corretta. Facciamo che il problema delle scuole non debba aspettare altri sei anni (da San Giuliano di Puglia a Rivoli) per tornare alla ribalta con altri “martiri”. Ecco chi è stato Vito. Un martire dell’indifferenza, salito alla ribalta per quattro giorni. Di quanti martiri hanno bisogno questi politici per fare soltanto il loro dovere?

Arditi e Drughi



A Pianezza (Torino) oggi si sono svolti i tuoi funerali, Vito. Un lungo applauso ha accolto il tuo feretro nella tua chiesa. Sulla tua bara è stata stesa una maglia della Juventus, che con te ha dimostrato di non essere degna di quel nome che indossa: la gioventù non ha nulla a che fare con il rifiuto di portare al braccio il segno di lutto in tuo ricordo; la gioventù non si mischia con gli imbrogli o con le delusioni che danno i dirigenti senza cuore; non esiste una Juventus senza cuore, non esiste un Liceo Darwin senza cuore. Esistono i Dirigenti senza cuore! Due ali di una folla imponente ti hanno applaudito, con l’anima (ma questo i Dirigenti non lo percepiscono). Ai tuoi funerali hanno partecipato migliaia di persone. C’è stato il lutto cittadino. Ad attenderti c’era il sindaco Claudio Gagliardi che ha aspettato la tua bara seguita con compostezza e dignità da papà Fortunato (al quale va da padre a padre il mio cordoglio) e da mamma Cinzia. Un po’ più indietro tua sorella Paola, i tuoi nonni, gli zii, i cugini. Ancora più dietro, ma avanti a tutti nel tuo ricordo, i compagni della tua martoriata scuola e quella più bella, molto più bella, della tua squadra di calcio. Ma quando lo capiranno che la scuola deve essere come una squadra di calcio? Sulla tua bara è stata stesa una maglia della Juventus, sul cuscino di fiori gialli e azzurri ci sono le sciarpe di tifosi juventini, gli Arditi e i Drughi. Non c’era nessuna maglietta dei giocatori della tua cara Juventus, quindi anche la presenza del Sindaco di Torino è stata come non fatta. Sergio Chiamparini, ma dov’erano i giocatori della Juve? Dov’erano i dirigenti? Dov’era l’anima di una squadra che abbraccia tutta l’Italia. La Juventus non è solo Torino. La Juventus, come la Fiat, è l’Italia!

L'amore infinito di tua sorella Paola
Toccante è stata la lettera letta in chiesa da tua sorella Paola Scafidi. «Sei stato un ragazzo davvero grande di cui erano orgogliosi la mamma e il papà. Ora sei diventato un martire, sei diventato l'angelo custode di tutti noi studenti» . «Continuerai a svegliarti tutte le mattine con me - ha aggiunto trattenendo le lacrime - continueremo a litigare per le cose più stupide. Questo non è un addio, è un ciao». Tua sorella, Vito, non è stata sincera. Ha mascherato il suo dolore che gli esplode nel cuore. Lo ha trattenuto solo per i tuoi genitori. Ma prima o poi si accorgerà della tua assenza e ti ricercherà nel profondo della sua anima. Sarà costretta allora a non dirti ciao, ma addio. (Non si possono trasmettere i singhiozzi via Internet).

Addio Vito, nonostante tutto la scuola è vita

Addio Vito
Riflessione “a caldo” sulla Preside Maria Torelli
di Roberto Maurizio
Vito Scafidi

Sono un insegnante in pensione con 33 anni di carriera, 12 dei quali come Vicepreside, a Roma. La mia testimonianza si svolge lungo questo percorso: 1. La legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, come dice la parola stessa, si riferisce agli insegnanti e ai non docenti, tant’è che non è prevista una "figura alunno" nella normativa o se è indicato lo studente svolge un ruolo secondario. La legge, quindi, riguarda appena il 5% della popolazione scolastica (cioè insegnanti e non insegnanti, che prendono il 95% dei fondi della Pubblica Istruzione). 2. La legge in questione, se applicata male, soprattutto negli istituti vecchi, li trasforma in campi di sterminio o prigioni tipo Guantanamo. 3. La scuola è o dovrebbe essere un luogo dove viene trasfusa l'intelligenza, la cultura l'obbedienza, la ricerca. Tutte qualità che hanno bisogno di spazio, luce, colori, sapori, profumi. La 626 è una matrigna per le scuole quando cala dall’alto le porte antipanico che trasformano la scuola in un lager.

4. Questa legge è sempre stata preso sottogamba e con superficialità e derisione, soprattutto dagli studenti, perché era proposta in modo errato. 5. In California, come abbiamo visto di recente, le simulazioni del Big One sono svolte con partecipazione e apprensione, perché lo Stato della costa ovest è completamente (100%) minacciato dal “prossimo futuro terremoto sicuro”, mentre lo Stato italiano è minacciato “solo al 70%”; la Sardegna è immune; la Pianura padana se la può cavare con poco; la Liguria e la Valle d’Aosta ce la possono fare; a Roma, infine, c’è il Papa. A 100 anni dal terremoto di Messina, a 6 da quello di San Giacomo di Puglia, la Sicilia e il Molise sono fortemente allarmati (o dovrebbero essere se non sono incoscienti), così come l’Irpinia, la Basilicata, l’Umbria (sempre in “prima faglia”), Marche e Abruzzo, poi, non possono dormire sonni sicuri. Quindi? La legge non viene recepita da tutte le regioni con la stessa intensità e questo viene “assorbito” dagli studenti con "superficialità".

Vito, il padre e la madre


6. La stampa, intesa come quella categoria che dovrebbe fare informazione per deontologia professionale, perché viene pagata (come quella pubblica) con i soldi dei cittadini, perché se perde i lettori non sa a chi vendere i “giornali” (bellissimo il cartello dei ragazzi di Rivoli: “Come possiamo crepare in fabbrica se ci ammazzate prima”? Splendido! Ovviamente come trovata “giornalistica”. “Come potete vendere i giornali se ci fate ammazzare dal prossimo futuro sicuro terremoto”? Ma tant’è, nessuno se ne frega. 7. Gli istituti delle Medie Superiori sono gestiti dalle Province. Quella di Roma, ad esempio, nel mio ex Istituto tecnico commerciale non è riuscita, dopo 40 anni, a fare appoggiare uno “scivolo di 5 metri per i disabili” sull'ingresso! Ha “traslocato”, questa Provincia, per risparmiare, più di 1.000 alunni di un Liceo artistico, che avrebbero bisogno di spazio orizzontale. Invece li ha piazzati su cinque piani, su corridoi lastricati di sudore e pianto, ed ha costruito, di converso, un mostro: una scala antincendio che invece di andare al di là dell’edificio poggia i suoi piede all’interno del cortile: la Provincia di Roma, ovviamente pensava di fare una bella frittata “colorata” con i 1.000 scalpi indirizzati al punto giusto e nel momento giusto nel luogo più accogliente per fare un “Megafunerale”, mega intesa nella sua accezione matematica. 8. Uno, dieci, cento, mille! Non fa differenza. Adesso è toccato “solo” a uno, al povero Vito. Speriamo che il suo sacrificio servi a salvare gli alunni “colorati” dei Licei artistici.

9. Cara Preside Torelli, Lei non si deve scandalizzare se la famiglia di Vito non l’ha voluta ieri alla camera ardente del figlio: quel cadavere era ancora troppo caldo! Se fossi stato in Lei non mi sarei nemmeno avvicinato. Si è chiesta dov’era durante la terribile ricreazione? Durante le migliaia ricreazioni degli studenti? Certo Lei non è un ingegnere, ma pesa sulla Sua coscienza non aver agito prima. Una Preside, o come si fa chiamare adesso “Dirigente scolastico”, deve stare 24 ore su 24 nel luogo del lavoro (perché la scuola è il Suo luogo di lavoro); deve conoscere palmo a palmo la scuola; deve controllare tutto ciò che può essere un pericolo per i Suoi “Dipendenti” (docenti, non docenti e studenti). Sì, anche gli studenti “dipendono” dalle sue azioni. Non so se oggi Lei parteciperà ai funerali. Adesso il cadavere è più freddo. Ma non si illuda che possa trovare un’accoglienza “calda” dai genitori che hanno perso per sempre un figlio!

25 novembre 2008

Vito Scafidi, un ritratto con amore

A Vito, con amore
di Roberto Maurizio
foto di Roberto Maurizio

Angoscia e apprensione
Mentre oggi a Roma la Confindustria esibiva i suoi muscoli negli Stabilimenti di Cinecittà, alla presenza del Capo del Governo, Silvio Berlusconi, e Guido Bertolaso, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, rispondeva alle interrogazioni urgenti alla Camera dei Deputati sul crollo del controsoffitto del Liceo Scientifico Darwin di Rivoli costata la vita a Vito Scafidi, a Milano si verificava una nuova tragedia in una scuola. Un bambino di appena sei anni cade dal secondo piano dopo essere stato abbandonato in classe dalla maestra. Ore di angoscia e di apprensione si stanno vivendo, ancora adesso, per la sorte del bimbo cinese. Il piccolo è in prognosi riservata al Niguarda, la sua maestra è ricoverata in stato di shock. La magistratura aprirà un’inchiesta. Intanto gli studenti hanno paura di entrare in classe. Secondo un sondaggio di Skuola.net il 57% degli alunni tra i 14 e i 19 anni ritengono insicure le strutture che ogni giorno li ospitano. Per protestare contro il crollo al liceo di Rivoli questa mattina si sono tenuti due cortei, uno a Torino e uno proprio a Rivoli dove circa tremila persone si sono ritrovate nella piazza principale e si sono poi dirette verso la scuola teatro della tragedia.

13 miliardi di euro

Roma, Istituto Tecnico Industriale "Galilei", foto di Roberto Maurizio

Per mettere in sicurezza i circa 57 mila istituti scolastici italiani - pubblici e privati - servirebbero 13 miliardi di euro, ha detto Bertolaso. "È uno sforzo economico non indifferente, una spesa difficilmente sostenibile", ha aggiunto il capo della Protezione civile. Sottolineando che l'intervento prioritario sarà assicurato alle scuole nelle zone ad altissimo e alto rischio sismico, per un costo di circa 4 miliardi. E il problema sicurezza è davvero grave, secondo quanto riferito dal Sottosegretario: "È nostro dovere avviare un serio programma di prevenzione, non bisogna aspettare tragedie - ha detto - ciò che è avvenuto nel liceo Darwin di Rivoli non è una situazione episodica nelle scuole italiane d'epoca - ha detto - le scuole andrebbero sistematicamente sottoposte a manutenzione straordinaria, ed è evidente che questi interventi siano ancora più urgenti nelle zone a rischio sismico". Sempre sull'incidente di Rivoli, Bertolaso ha spiegato che "non è stato un cedimento strutturale"; dalle prime verifiche, infatti, sembra che il crollo sia stato "causato dal cedimento di un controsoffitto pesante di circa 150 chili al metro quadro ancorato al solaio della struttura" e alla connessa tubatura metallica.

La professionalità di Bertolaso



Il passaggio fondamentale del Sottosegretario è stato quello relativo alla 626, cioè alla legge relativa alla sicurezza dei luoghi di lavoro. Nelle scuole, questo non l’ha detto Bertolaso, ci sono professori, presidi e bidelli che prendono i soldi dei cittadini italiani, e quindi degli studenti che rischiano la propria pelle, senza fare nulla! La vergogna di questo sperpero di soldi non è nulla in confronto a quello che ha denunciato Bertolaso: la 626 per le scuole non esiste! “Con i provvedimenti di fine anno" – ha detto il Sottosegretario - sono state adottate "deroghe". In pratica uno studente può morire tranquillamente fino a dicembre 2009, perché mancano i finanziamenti! Incredibile! I genitori nei loro posti di lavoro sono tutelati dalla legge 626, mentre sui figli possono cadere tegole, travi, tetti, aerei (è successo anche questo) sulle loro teste tanto lo Stato se ne frega. Insomma, denuncia il Sottosegretario, "la legge madre sulla sicurezza nei luoghi di lavoro si applica in tutte le realtà fatti salvi gli edifici scolastici. Il che è inaccettabile".

Le trombe e i tromboni

Foto di Roberto Maurizio

Sempre a Roma, presso l’Istituto Tecnico Industriale “Galilei”, come annunciato da questo Blog, si è tenuta l’atteso meeting sulla VI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole. Basta! Non se ne può più delle giornate dedicate alla fame nel mondo (16 ottobre), mentre ogni giorno continuano a morire per denutrizione centinaia e centinaia di bambini, al risparmio (31 ottobre), mentre ogni giorno le borse continuano a bruciare i soldi di milioni di “formiche” a favore di poche “cicale” (le banche). Bisogna passare dai Fasti delle Feste alla Realizzazione dei Fatti. Le scuole hanno bisogno di tegole e non di parole! Ai giovani non interessa la retorica, vogliono la concretezza delle azioni. “Cittadinanzattiva” ha indubbiamente il merito di sollevare i problemi, ma non li può risolvere! E questo i giovani lo capiscono. Partecipano in pochi e tra questi pochi poco ci credono.

Dagli studenti romani un bel saluto a Vito

Foto di Roberto Maurizio

“Stampa, Scuola e Vita” ha partecipato oggi alla manifestazione tenutasi presso il “Galilei” (vedere le foto). La cosa più toccante, cioè quella cosa che sanno fare solo i giovani, è un ritratto che gli studenti e le studentesse romane hanno voluto dedicare al loro compagno Vito, vittima dell’incuria e della superficialità che caratterizza una scuola ormai allo sbando. Non basta, purtroppo, un ritratto per ridare vita ad un giovane che amava la vita e si chiamava Vito.

24 novembre 2008

25 novembre, contro lo stupro

Sostieni e promuovi la giornata mondiale contro gli stupri
di Roberto Maurizio

Lo stupro non è solo l'atto violento di sopraffazione sessuale che costringe una donna mediante violenza o minaccia a compiere o a subire atti sessuali, sanzionato dal nostro codice penale . Lo stupro è un atto indegno contro le donne e i bambini è ignobile e va condannato. Senonché, detto in questo modo, qualcuno potrebbe approfittarsi. Tanto le leggi italiane non sono adeguate. Lo stupratore, dovunque si trovi, sarà condannato dalla sua stessa coscienza che non ha. La violenza è un atto criminale che non deve essere protetta da nessuna legge. Occorre che le donne e gli animali, i bambini e la natura, senza passare per il Parlamento, si rivolgano a Facebook, a Internet, a Netlog. Sbattere il mostro in prima pagina. Questa soluzione forse non è convincente. Sbattere il mostro sulla forca. Anche questa se desiderabile non è praticabile. Sbattere il mostro nella sua stessa inconsistenza. Ecco. Chi usa la violenza è una persona (chiedo scusa ai porci) è un animale, uno senza anima. Animali, anzi senz'animali, sono le persone (bestie, pietre -ma le pietre sono quelle accarezzate dalle acque dei ruscelli e dei fiumi- non so come offenderli di più), sono esseri inesistenti. Ecco non esistono, anche se fanno del male. Ma non potranno mai guardarsi allo specchio perché la loro immagine non è contemplata nella giustizia di questo universo che vorrebbe distruggerli perché fuori da ogni progetto divino. Chi usa violenza sulle donne, sui bambini, sugli animali non è un uomo è solamente una merda.

Vito Scafidi e la Festa per la Prevenzione

PRONTI PARTENZA, GNAM
di Roberto Maurizio

Vito Scafidi

Quanti studenti ancora?
Ironia della sorte! Domani, 25 novembre, per “celebrare” la morte di Vito Scafidi, la scuola italiana lancia una Festa per la Prevenzione nelle scuole. Con grande enfasi, questa notizia è stata lanciata dai grandi mezzi di comunicazione di “mazza” che vorrebbero portare all’attenzione dei cittadini italiani, attualmente impegnati a seguire la sorte dei quattro coglioni dell’Isola dei Famosi. Dunque, ecco la VI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole (e quando c’è stata la quinta, la quarta, la terza, la seconda, la prima e la retromarcia)? Non molto distante dall’Isola dei famosi, il 7 novembre scorso, 75 bambini della scuola elementare di Port-Au-Prince (Haiti) furono uccisi dal crollo dell’edificio e altri 100 rimasero feriti, nel quasi totale silenzio dei mezzi di comunicazione di “mazza”. Stampa, Scuola e Vita diede immediatamente la notizia che si può ritrovare nell’archivio di novembre (Haiti, strage di bambini), paragonando i bambini haitiani a quelli molisani, vittime innocenti. A pochi giorni di distanza, si ripete non nel Quarto Mondo, perché Haiti appartiene al Quarto Mondo con dignità, ma a pochi chilometri dalla sede della Multinazionale Fiat, Ferrari, Alfa Romeo: a Rivoli, e non in un Istituto professionale o tecnico (completamente abbandonati a loro stessi, come il popolo di Haiti), ma in un Liceo Scientifico!

Il rutto collettivo
L’evento era stato già messo in scaletta dai politici, come su Facebook. Evento (Il grande rutto collettivo), creato da (Cittadinanzattiva onlus, con tanto di Ufficio stampa), tipo (Vedemo se ce la potemo fa’), dove (un po’ qua un po’ là), quando (25 novembre, dalle ore 11 alle 14 – come il Raduno negato agli ex alunni del Verrazano –ndr-). Forse sarebbe stato il caso, per lutto, spostare la data. No. Un evento come questo che parla della sicurezza nelle scuole proprio quando si verifica un omicidio va tenuto assolutamente per poter “scagionare” i colpevoli.

Grembiuli, canne e telefonini
L'evento nazionale si svolgerà a Roma, presso l'Istituto tecnico industriale Galilei, in via Conte Verde 51 (fermata metro Manzoni), ore 9-13. L'iniziativa coinvolgerà circa 120 studenti di scuole secondarie della città perché realizzino graffiti e pannelli artistici sul tema della sicurezza a scuola, declinata in tutti i suoi aspetti: sicurezza strutturale, prevenzione e lotta ai comportamenti violenti e al bullismo, prevenzione dall'uso di droghe e fumo, corretto utilizzo delle nuove tecnologie. Ma adesso qualcuno mi deve spiegare che cazzo c’entrano i graffiti, le canne e quattro cazzotti con un muro che ti cade sulla testa! Ecco da chi siamo governati. Per non farti cadere un muro in testa non fumarti le canne e non fare il bullo. E poi, brutto animale che non sei altro, cerca di non portare il telefonino a scuola. Adesso ho capito perché è crollato il muro a Rivoli, qualche imbecille aveva con sé il telefonino. Ecco la scuola italiana: con il grembiule, senza telefonino (soprattutto quello di “pronto chi spara”) e senza canne abbiamo risolto tutti i problemi. Pensate se l’11 settembre 2001 non ci fossero stati i telefonini non avremmo potuto ascoltare le scene di panico e di affetto dei “martiri” dell’imbecillità del fondamentalismo, lo stesso che usano certe direttive del Ministero della Pubblica (oggi con Berlusconi, senza Pubblica) Istruzione (oggi con Berlusconi anche senza Istruzione), insomma del Ministero democristiano.

Novembre il mese dei morti, delle rimembranze e dell’imbecillità
Per farla breve, all'iniziativa del 25 novembre (mese dei morti) di Roma sono stati invitati a partecipare rappresentanti di: Ministero dell'Istruzione, Ministero della Gioventù, Commissione Cultura della Camera, Provincia di Roma, Dipartimento della Protezione civile. Fra gli altri eventi DA NON PERDERE in programma per la Giornata, si segnalano: sempre a Roma presso il Liceo scientifico Cavour con interventi della Protezione civile e del 118 (prova di primo soccorso); Fiumicino, presso la Scuola media Porto Romano, prove di evacuazione e simulazioni con interventi della Protezione civile, 118 e Vigili del fuoco; a Lamezia Terme la locale assemblea di Cittadinanzattiva coinvolgerà gli studenti del Liceo scientifico Galilei in una lezione di legalità (appuntamento alle ore 11); ad Alessandria presso il Liceo Classico Da Vinci, alla presenza dell'assessore regionale alla istruzione e il Comandante dei vigili del fuoco. Due iniziative a Sulmona e Bussi in Abruzzo con il coinvolgimento della Protezione civile regionale. In occasione della Giornata della sicurezza nelle scuole, Cittadinanzattiva Abruzzo inviterà le istituzioni locali a verificare le condizioni di sicurezza degli istituti superiori di Chieti, dove sono segnalati casi di sovraffollamento e scarse condizioni igienico-sanitarie delle aule. In Campania l'evento principale si terrà a Battipaglia, dove saranno realizzate prove di evacuazione, tra le ore 10 e le ore 12, con il coinvolgimento delle forze di Polizia e di Protezione civile locale nelle scuole elementari e medie della città. In Lombardia l'evento principale si terrà a Milano, presso la Direzione didattica statale in Piazza Leonardo Da Vinci con l'intervento, fra gli altri, della Protezione civile locale.

Si succhiano il soldone e non mettono un mattone
Cittadinanzattiva invita a segnalare situazioni di insicurezza nelle scuole, di ogni ordine e grado: sovraffollamento delle aule, barriere architettoniche e qualità della vita dei disabili, crolli di intonaco e infiltrazioni di acqua, incidenti a scuola, palestre scolastiche inagibili. Si può inviare la segnalazione sul sito www-cittadinanzattiva.it , oppure telefonare allo 06.36718555 (PIT Servizi, dal lunedì al venerdì ore 9-13.30). La Giornata, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, si colloca nell'ambito della Campagna Impararesicuri di Cittadinanzattiva, giunta quest'anno alla sua VI Edizione. La Campagna Impararesicuri 2008 si svolge sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con la collaborazione del Dipartimento della Protezione civile e con i Patrocini del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, del Ministero delle Politiche Giovanili e delle Attività Sportive, del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Fin qui tutto bene, e noi si Stampa, Scuola e Vita offriamo le dovute informazioni. Però, vi sembra logico utilizzare le frasi che seguono per “accattivare” la simpatia e l’attenzione dei nostri teenager come quello utilizzato da questa associazione che succhia soldi e non mette un mattone?

Dai rischi naturali mi salvo io, dai rischi della scuola mi salvi iddio
Ecco le frasi più allettanti: “Messa in sicurezza delle scuole italiane”, “lavorare per il radicamento della cultura della sicurezza e della salute tra i più giovani”, “creare collegamenti stabili tra le scuole e il territorio per la gestione comune dei rischi prevenzione dei comportamenti violenti a scuola e sviluppo della cittadinanza attiva e della legalità”. Ci poteva mancare un premio. Ecco il “Premio delle Buone Pratiche di Educazione alla Sicurezza ed alla Salute”, ed ecco i percorsi didattici più strutturati e duraturi nel tempo. Cosa viene offerto agli alunni che sul loro collo sentono l’alito gelido della disoccupazione: “Verranno forniti alle scuole che lo richiederanno strumenti e materiali didattici riguardanti: a. La conoscenza dei rischi naturali con particolare riferimento a quello sismico (per le scuole secondarie, “perché quelle elementari nel Molise li abbiamo già sistemate per le feste - ndr” ); b. L’educazione al ben-essere (per le scuole d’infanzia e primarie, “per le altre il Mal essere” -ndr); c. La prevenzione dei comportamenti violenti a scuola e l’educazione alla cittadinanza attiva (per tutte le scuole, “pensa, all’asilo non ci saranno più risse e spacchi del collo della bottiglia di birra per conquistare la bionda Josephin -ndr).

Il Kit per le scuole
Il massimo dell’orgasmo si raggiunge quando si arriva alla definizione del Kit per la scuola. Ciascuna scuola dell’infanzia e primaria che ne farà richiesta riceverà quest’anno: - 1 pacchetto di segnalibri sul benessere da distribuire a ciascuna classe (“sarà giallo per i figli degli operai che non raggiungono la terza settimana, verde per i figli degli statali che arrivano alla seconda, marrone per i figli degli immigrati provenienti dall’Est europeo – bianco nero per i figli degli juventini che speriamo non raggiungano la classifica; azzurro per i figli dei napoletani, ma qui la satira potrebbe essere greve! - 1 guida “Pronti partenza, gnam” per ciascuna classe, indirizzata agli insegnanti, contenente informazioni e percorsi didattici specifici.

Un’altra voce
I nostri alunni sono sottoposti a tempeste di sabbia ideologiche fin dall’asilo. L’ansia che i maestri e le maestre immettono nella mente dei bambini come un termometro di un’ideologia che vuole la distruzione del nostro pianeta, così buono e servente ai ritmi dell’Universo, dal quale dipende, è un’ansia irresponsabile. I poveri bambini vengono attratti da un’unica voce, anche se sono tre o quattro maeste, perché non c’è un’altra voce. La voce ufficiale della scuola dice che il mondo è brutto, è sommerso dalle immondizie, è sommerso dall’odio. Non è vero. Il mondo è bello e va vissuto fino in fondo. Fin dalle elementari, quindi, non si fa altro che parlare di disgrazie e di distruzione imminente del pianeta Terra, del Big Bang e dell’eliminazione del crocifisso dalle aule (ma che male fa quell’uomo che ha dato la sua vita per migliorare il benessere dell’umanità), quando invece ai bambini e agli uomini e alle donne si dovrebbe, ogni mattina far sentire il canto degli uccelli, delle piante (non tutti lo sentono, ma è forte e gradevole), dei tanti bambini che nascono, respirano la stessa aria che Vito Scafidi adesso non possiede più.

http://www.youtube.com/watch?v=95G0b9fUSbY

Vito Scafidi, Berlusconi, la Thyssen, San Giuliano di Puglia

Ha ragione Berlusconi, “fatalità”, ha torto la madre di Vito Scafidi, soldi come la Thyssen
di Roberto Maurizio


Il 50% delle scuole italiane è nelle stesse condizioni della IV G del Liceo scientifico di Rivoli e della scuola elementare "Francesco Iovine" di San Giuliano di Puglia, se non peggio. Ha ragione Berlusconi, è stata una "fatalità": ammazza che culo hanno tutte le altre scuole italiane. Andare a scuola e tornare a casa è come giocare un terno al lotto. Ogni giorno milioni di studenti tornano a casa. Ma che "fatalità", che culo!E’ solo una "fatalità" quella che ha colpito Vito Scafidi, che avendo appena 18 anni, che avendo ancora da vivere perlomeno altri 80, ha dovuto donare la sua vita alla "fatalità". E’ per questo che non sono d’accordo con la madre di Vito che ha chiesto un risarcimento uguale a quello della Thyssen: deve chiedere perlomeno il doppio del risarcimento inflitto giustamente dalla magistratura per un operaio della Thyssen. Bisogna individuare i responsabili di queste tragedie. Sono i Dirigenti scolastici con stipendi da nababbi (sei mila euro lordi al mese!) che posano le loro chiappe (tre mila ciascuna) sulle poltrone senza minimamente interessarsi delle strutture. Per loro, vecchi dell’altro secolo, conta solamente il divieto di entrare alla seconda ora, il divieto di occupare le scuole, il divieto di prendere gli ascensori, il divieto agli alunni di essere giovani. Non venite pagati, cari Dirigenti, simili a quelli dell’Alitalia, per negare l’esistenza, siete pagati per produrre sicurezza per gli studenti e tranquillità per le famiglie. Metà dello stipendio, della liquidazione e della pensione, la Preside la dovrebbe dare alla famiglia di Vito. Quanti sono i cosiddetti Presidi, Dirigenti scolastici, che se ne fregano delle barriere architettoniche. Perché se ne fregano? Perché per loro conta solo lo stipendio. Ristrutturare una scuola, iniziando proprio dall’eliminazione delle barriere architettoniche per i disabili e gli handicappati (smettiamola con sostantivi edulcorati che servono solo a farci ingoiare le ingiustizie), potrebbe essere un inizio realistico per poter dare ai nostri alunni, ai nostri figli, ai nostri nipoti la sicurezza di tornare a casa.

23 novembre 2008

Sandro Curzi: omaggio a un laziale da un romanista

La Lazio saluta Sandro Curzi, la Juve ignora Vito Scafidi
di Roberto Maurizio
(foto di Roberto Maurizio)
(foto di Roberto Maurizio)

Una “fatale” congiunzione
Mentre sui cieli di Roma, si stende una congiunzione “fatale” tra Marte e Giove e una miriade di stormi lacerano il cielo terso e caldo della tua capitale squarciato dal suono acido e stridulo dei gabbiani, la tua salma giace immobile con il viso rivolto ad Occidente. Dorme il compagno Sandro, combattente come Marte e stratega come Giove. Dorme il compagno Sandro, pensando alle battaglie mai vinte per i miseri e per i poveri. Dorme il condottiero di mille illusioni. Di tanto in tanto, si alza un pugno chiuso davanti alla tua bara. Non ho fatto in tempo a “immortalarlo”, ma tu l’hai visto.

(foto di Roberto Maurizio)

La bellezza della vita
Forse, ho sbagliato congiunzione, Sandro. Quella vera che ti ha accompagnato nel regno del sonno perpetuo si è verificata tra Saturno e Venere: il Messaggero degli dei con le ali ai piedi e la dea della bellezza e dell’amore. Amore è l’unica parola che riassume la tua vita, amore per la verità e amore per la vita.



(le foto sono di Roberto Maurizio)

Forza Lazio

(La Lazio con il lutto al braccio)
Forza Lazio, non l'avrei mai pronunciato, nemmeno per scherzo. Un romanista, non può mai dire "Forza Lazio" nemmeno in punta di morte. Sono però costretto ad osannare, per un momento, la mia squadra avversaria ed accerrima rivale. Vivaddio, la Lazio, oggi, si è comportata bene! Sul maxischermo dell’Olimpico è stata esposta la foto di Sandro Curzi, un sostenitore laziale tenace, e al braccio dei giocatori è comparso un piccolo segno di lutto. Ma ci voleva tanto alla Juve trovare un pezzo di stoffa nero e dedicarlo a Vito Scafidi?