19 novembre 2008

Razza Padana

Razza Padana
di Roberto Maurizio

Dal sito della Lega Nord

Il Carroccio contro Roma ladrona e seduttrice


Ormai la “Lega Nord” è diventato il partito più vecchio d’Italia, se si escludono i Radicali di Marco Pannella. Lo Tsunami Tangentopoli dei primi anni ’90 ha distrutto i vecchi partiti della Prima Repubblica, ne ha fatto nascere altri che si sono trasformati, accorpati, scissi, ricomposti e di nuovo scollati. Il fenomeno leghista è difficile da interpretare. Visto dal di fuori, soprattutto al Sud, si tende a fare emergere solo gli aspetti folcloristici, spazzando via quello che esiste di buono, ad esempio nella preparazione di molte personalità del Partito di Bossi. Visto al suo interno, soprattutto al Nord, ci si chiude in una torre d’avorio che limita una visione globale dei problemi economici, sociale e culturali di un’Italia costretta a cambiare e a mettersi al riparo dalle sfide che provengono dalla globalizzazione. Un tentativo di analisi del fenomeno Bossi è condotto dal libro “Razza padana” edito da Rizzoli, uscito la scorsa estate, di 398 pagine formato 13x20, al prezzo di 11,50 euro, scritto da Adalberto Signore, nato a Roma e Alessandro Trocino, nato a Milano, da genitori non milanesi. L’ubicazione geografica dei paesi natali dei due autori è stata sottolineata dai loro detrattori leghisti che hanno surclassato il libro di Signore e di Trocino (giornalisti de “Il Giornale” e il “Corriere della Sera”). “Razza Padana” è un volume scorrevole e di buona fattura, che va ad aggiungersi alla ormai nutrita bibliografia sul Carroccio. Gli autori articolano il libro in due parti: nella prima, “le tappe”, dopo un resoconto della gioventù di Umberto Bossi dai toni vagamente agiografici, viene raccontata in dettaglio la storia della Lega Nord, dagli anni pioneristici fino al ritorno al governo di quest’anno. Nella seconda, “le idee”, il partito viene invece analizzato da diverse interessanti prospettive: il rapporto con Roma (ladrona ma anche seduttrice) ad esempio, ma anche la recente penetrazione nell’Emilia “rossa” o il rapporto con la sinistra e gli intellettuali. Il merito del volume è quello di illustrare con grande chiarezza una caratteristica fondamentale della Lega: la capacità di cambiare radicalmente e rapidamente posizione su quasi tutti i principali temi della politica italiana, federalismo escluso. Un atteggiamento che per altri partiti non si esiterebbe a dileggiare con un “Contrordine compagni”!

Il fascino della Lega Nord


La Lega, liquidato come un fenomeno passeggero, considerato pericoloso per il riemergere di pulsioni xenofobe, o folcloristico per il richiamo ai riti celtici e alle ampolle, dunque, attecchisce nelle città e nelle fabbriche, ruba voti alla sinistra, urla Roma ladrona ma ambisce alle sue poltrone. Il partito di Bossi ha resistito alla grave malattia del suo leader, uscendo vincitore dalle ultime elezioni. Ormai fuori dal ghetto pedemontano delle valli bergamasche, il Carroccio è avanzato nelle grandi città, nelle fabbriche, nell'Emilia rossa, nel centro del Paese. Di fronte alla disgregazione dei rapporti di forza tradizionali e alla secolarizzazione dei partiti, diventa decisivo interrogarsi sull'enigma di un movimento che non si considera né di destra né di sinistra, e che è l'unico, dopo la scomparsa del Pci, a restare ancorato al territorio. Raccontare la Lega significa provare a spiegare senza tesi preconfezionate, senza pregiudizi ma anche senza fare sconti alle sue derive populiste, l'evoluzione di un partito che ha segnato gli ultimi vent'anni della politica nazionale.

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