8 novembre 2008

Via Libero Leonardi, un rogo senza colpevoli

Contro la violenza, la solidarietà?
di Roberto Maurizio
Foto di Roberto Maurizio
Il fatto, tra cronaca e indiscrezioni
Foto di Roberto Maurizio
Alle ore 2.10 di notte, il 27 ottobre 2008, in via Libero Leonardi (Cinecittà Est – Roma) scoppia un inferno di fiamme e fumo. Gli abitanti del palazzo (più di 250 persone) vengono svegliate nella notte da insoliti rumori provenienti dal basso dell’edificio, prima scambiati come tuoni, poi come una crudele realtà: più di 60 auto parcheggiate al seminterrato, nei piani Piloty, sono state date alle fiamme che si sono immediatamente propagate al primo e secondo piano. I dettagli sono sommari e provvisori. Immediatamente (ora italiana), intervengono 13 mezzi dei vigili del fuoco, che compiono, come al solito, il loro dovere. La notizia fa scalpore e viene trasmessa da tutte le televisioni e da tutta la carta stampata. Un palazzo bruciato dalle tenebre! Macchine in fiamma per autocombustione. La polizia brancola nel buio. Qualcuno sostiene di aver sentito le voci degli incendiari. Nessuna telecamera è presente nelle vicinanze, non c’è un bancomat, non c’è un Ministero, non c’è un’ambasciata. Anche gli assassini più cretini possono agire indisturbati in questa bellissima zona della capitale d’Italia, dedica a Morfeo. Morfeo Est. E’ un dormitorio dove alle otto di sera (le 20.00) circa 50.000 persone entrano nei propri appartamenti per potersi chiudere a riccio in modo che la mattina seguente con il lavoro alzano il prodotto interno lordo italiano. E l’Italia che fa per loro? Niente, se non riconvocarli alle prossime votazioni. Fra poco ci saranno le elezioni europee, dove tutti i partiti hanno già deciso di presentare sempre le stesse persone di sempre. Uno scatto d’orgoglio ci vorrebbe per questa misera e bistratta Cinecittà Est, questo Morfeo Est che ospita fior fiori di ragazzi e ragazze stupendi. Largo ai giovani, largo a nuove idee, che potrebbero sconfiggere i miserabili assassini, siano essi ragazzi problematici (i più pericolosi, perché non hanno né idee, né obiettivi), siano essi delinquenti abituali isolati, siano essi collegati alla Camorra, alla Mafia, alla Sacra Corona Unita o alla N’Drangheta. Lo Stato, con il contributo dei suoi apparati di difesa contro la criminalità (Carabinieri, Poliziotti, Fiamme Gialle, Vigili Urbani, etc.), saprà dare una risposta convincente alla delinquenza, non può essere altrimenti.

Foto di Roberto Maurizio


Perlomeno tre processioni!

Foto di Roberto Maurizio

In questa ottica, cioè in difesa dei cittadini più deboli, si è svolta ieri, 7 novembre 2008, dalle ore 19.00 alle ore 20.45, una fiaccolata per sostenere le famiglie dell’edificio di via Libero Leonardi, 130, dato alle fiamme da ignoti che sicuramente hanno sentita la voce dei circa 10.000 manifestanti (forse è troppo!), 5.000 (ancora troppo), ma veramente tanti tanti (perlomeno tre processioni) che ha trapassato le loro orecchie e che ha gli ha fatto capire che la solidarietà è più forte della violenza. Dovunque voi siate, fatevi vedere. Uscite allo scoperto “delinquenti delle tenebre”. Con il vostro gesto terroristico avete rovinato centinaia di famiglie. Vigliacchi! Questo, però, non è stato lo spirito che ha animato la manifestazione. Nonostante le lacrime ancora versate davanti ad una Tv, nonostante il racconto da panico ancora presenti negli occhi di una signora di via Libero Leonardi (dove ha sede anche una prestigiosa scuola media che ha dato la licenza a migliaia e migliaia di ragazzi del quartiere, “Italo Calvino”), i manifestanti hanno chiesto: 1. Mantenere alta l’attenzione sul grave evento (ma questa è una mozione del Senato!); 2. Chiedere agli inquirenti piena luce sui fatti; 3. Mantenere il presidio delle Forze dell’Ordine; 4. Ristrutturazione dell’immobile e ritorno delle famiglie; 5. Riqualificazione del quartiere.

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Basta con il buonismo!
Fermo restando che è compito delle Forze dell’Ordine, della Magistratura, della Politica fare chiarezza sull’accaduto, non si può tollerare più che in un quartiere e in un’intera città si muovano liberamente dei pericolosi piromani. Che fare? 1. Mettere telecamere anche nei luoghi non “nevralgici”, (l’Anas, il Catasto e le banche a Cinecittà Est hanno le loro belle telecamere); 2. Promuovere un centro di sollecitazione civica per porre allarmi di situazioni critiche (raggruppamenti di giovani senza un perché, movimenti sospetti di ragazzi al di sotto dei quattordici anni la mattina); 3. Utilizzo di Internet per una radiografia del quartiere. Sono strumenti di difesa che non richiamano l’uso delle ronde notturne dei cittadini. Sono le stesse misure che vengono attribuite alle banche, perché mai i cittadini debbono essere posti al di sotto degli Istituti di credito? Ovviamente, tutto ha un costo. Ma nessun costo può essere paragonato alla vergogna di aver una macchina, un motorino o una casa incendiata. Perché vergogna? Perché dopo la beffa c’è anche il menefreghismo di molti che continuano a far finta di niente.

Foto di Roberto Maurizio


Conclusione. Tutto è nelle mani di Benoît II



La partecipazione popolare di solidarietà è una conquista della democrazia. Ma ridarrà la casa a chi l’ha perduta? E se sì, quali sono stati i sacrifici delle persone offese? Durante la fiaccolata ho avuto modo di incontrare una delle persone coinvolte in questo terrificante rogo. Nonostante il dramma è costretta a lavorare senza poter tornare a casa. Basterebbe questo per poter scardinare i propositi che sono nella mente dei nostri amministratori del X Municipio (mantenere l’attenzione alta) e quelli che non esistono nell’intervallo di intelligenza del nostro Benoît II.

1 commento:

  1. Invito tutti a scrivere un commento su questo post. Martedì prossimo il X Municipio discuterà sul problema dei nostri concittadini e sul bambino ucciso dal temporale dei giorni scorsi. Invece di trovare i responsabili dell'omicidio del bambino si vuole attribuire una targa, una via, una piazza. Il grido di dolore di una madre e di un padre di un bambino di 13 anni non possono essere minimamnte soffocati nella gola solo perché viene assegnato un premio al figlio che non c'è più. Vogliono sapere chi è il responsabile della morte del loro figlio. Vogliono sapere chi ha fatto tagliare le radici di una pianta che per 13 anni aveva dato la vita al loro figlio.

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