14 novembre 2008

Rai e libertà di stampa

Libertà di stampa
di Roberto Maurizio

Aridateci i puzzoni: Luigi De Marchi, Claudia Pregno e Giuliano Ferrara

Ma siamo sicuri che in Italia esiste la libertà di stampa? Tre esempi: 1. Radio Radicale, la radio sedicente più libera del mondo, licenzia Luigi De Marchi; 2. La pseudo trasmissione scientifica “Leonardo” su Rai 3 licenzia forse l’unica giornalista attraente dalla sua scaletta, Claudia Pregno; 3. La Rai licenzia in modo definitivo l’intelligenza, riproponendoci Montalbano latin lover, l’Isola dei famosi, i Pacchi e la pensionata più pagata del mondo la Raffaella Carrà, mentre imbecilli di “stampo mafioso” imperversano su tutte le reti senza nessun controllo.

Il qualunquismo

Avete fatto caso? Una volta andavi su Rai Uno e trovavi la Dc, su Rai Due il Psi, su Rai Tre il Pci, sceglievi e sapevi chi era l’interlocutore. Adesso, dal momento che le televisioni sono tutte in mani a Berlusconi, su Rai 3 c’è Ballarò (Pci) e va bene, da sempre in mano a loro, su Rai 2 c’è Anno Zero di Santoro (Pci), che una volta era socialista, su Rai 1 c’è il fratello del Presidente della Provincia del Lazio (Montalbano) (Pci). Sulle televisioni del Cavaliere ci sono su Italia 1 “Le Iene”, decisamente di sinistra come la nullatenente Ilary Blasi, su Canale 5 c’è Claudio Bisio che conduce Zelit e fa un film che nemmeno a farla a posta si chiama “Si può fare”. Sulla Sette c’è la conduttrice di “0tto e mezzo” scippato a Giuliano Ferrara, Lilly Gruber europarlamentare “comunista” e “Crozza Italia” che non fa altro che sputtanare “Forza Italia” e tutti quelli che liberamente la votano.
Il Ciarlatano

In questo mondo libero, chi è invece che rovina la libertà di stampa? Emilio Fede, il ciarlatano che prima di parlare si genuflette davanti al Cavaliere. Che vada sul satellite! Così vogliono quelli della libera informazione. La libera informazione è quella che prima di parlare ti dà la possibilità di capire da che parte sta chi sta dando le notizie. E’ molto più libero Emilio il ciarlatano che quando parla sai già come la pensa e puoi fare le dovute osservazioni. Ma quando da un mentecatto che crede di fare il bello e il cattivo tempo con i soldi dei cittadini italiani (vedi “Che tempo fa” con l’altro sinistorzo da strapazzo, Fabio Fazio con la quasi “brigatista rossa” Luciana Litizzetto – chiedo scusa ai brigatisti che potrebbero offendersi per l’accostamento irriverente -) si ottengono programmi volgarmente unilaterali, allora bisogna gridare all’assalto alla libertà di stampa.

Privatizziamo la Rai

Per ottenere qualche passo avanti verso la libertà di stampa, occorre privatizzare la Rai, mettere sul mercato le televisioni di Berlusconi, fare scegliere agli ascoltatori, finora trattati solo come contribuenti dello Stato o contribuenti delle pubblicità. Vogliamo una televisione pulita, come quella degli anni ’60, dove aveva spazio la cultura, la musica classica, la scienza, il divertimento per il puro divertimento, il teatro, i quiz genuini. Insomma, non ne possiamo più di una televisione di basso livello e di basso profilo. Non è la domanda che è malata in Italia e l’offerta televisiva putrida, corrotta e disonesta come quella della carta stampata.

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