29 giugno 2010

I dettagli della Montessori

I dettagli generano confusione. Montessori
di Roberto Maurizio

Il lungo periodo
Durante la Guerra Fredda, 1947-1989, due erano le visioni prevalenti nel pensiero economico e politico nel mondo. L’individualismo esasperato che portava anche le classi più povere ad emergere, e il socialismo, in cui lo Stato era padrone e signore e le classi povere giustificavano l’esistenza del Signore, che avrebbe combattuto nel tempo per rendere le classi inferiori, superiori, con il passar degli anni (nel lungo periodo, come diceva Keynes, tutti saremo morti).

Dal particolare al generale, dal generale al particolare



Generale, inteso come il “tutto”, tutto il mondo uguale, l’internazionalizzazione, presupposto della globalizzazione per tutti uguale, si contrapponeva alla “personalizzazione”, al “federalismo”, alle “biodiversità” esistenti sul pianeta Terra. Queste formule distinguevano la destra (prima il “particolare”, l’individuo, la famiglia, l’impresa privata, lo Stato e la Chiesa, la religione, la differenziazione) dalla sinistra (prima “il generale”, lo Stato senza chiesa, senza religioni, senza sovrastrutture, l’impresa pubblica, l’educazione pubblica, la sanità pubblica, la globalizzazione senza distinzione).

Lo “scemeggiato”



E’ andato in onda, durante la “Guerra Fredda” uno “Scemeggiato”: “Gli otto Samauri”. Da una parte, la destra, favorevole alla pena di morte e contro il Terzo mondo, dall’altra la sinistra che voleva un mondo tutto uguale, dove in tutti i paesi fossero rispettati i diritti umani. L’Italia fu attraversata nel 1990 da una voglia di repressione che ha fatto invidia al fascismo! Tutti uguali davanti alla legge. L’olio di ricino sostituito dal carcere a vita. Tutti i corrotti dentro. Di italiani si sarebbero salvati solo 8. “ Gli otto Samurai”. Ma chi avrebbe mai costruito carceri per 57.800.000 italiani su una popolazione totale di 57.800.008? Lo “scemeggiato”, tra i titoli di coda, annoverava uno degli otto: un certo Di Pietro da Montenero di Bisaccia.

Il bastone e la carota



La sinistra si è sempre distinta dalla destra per l’uso che ha sempre privilegiato della carota (ad eccezione di Stalin, Tito, Pol Pot, Ceausescu, Fidel Castro e via discorrendo, che hanno prodotto milioni e milioni di morti, non foche monache, ma donne, uomini, vecchi e bambini, quelli tanto amati dalla Margherita Hack). La destra ha sempre imperversato nel mondo con il colonialismo, l’imperialismo anglo-americano.

Maria Montessori



La pedagogista, figlia di Alessandro e Renilde Stoppani, ha avuto un grande ruolo nella scuola italiana. Ciò che “Stampa, Scuola e Vita” vuole mettere in evidenza, in questo post, è solo che Maria Montessori detestava i dettagli nello studio che, secondo lei, portavano ad una grande confusione (la citazione viene da Crozza Alive sulla Sette). I dettagli sono importanti, ma non costituiscono l’essenza della conoscenza. Una volta, i dettagli facevano capire la divisione tra destra e sinistra. Oggi, i dettagli servono solo a fare confusione. E’ di sinistra schierarsi in favore degli immigrati? No, adesso anche i “finiani”, di destra, sono favorevoli. Allora? Oggi, i dettagli, con Internet, sono disponibili a tutti. E’ la loro memorizzazione che fa difetto. Allora, aveva ragione la Montessori che invitava gli studenti e gli insegnanti a puntare sui punti fermi e irripetibili. I dettagli sono solo degli elementi che confondono l’essenza centrale di un argomento didattico. Solo dopo aver conosciuto l’essenza della conoscenza si passa ai dettagli. Ma, i dettagli, nel loro insieme, rappresentano la conoscenza?

27 giugno 2010

G8, G20, No Global, Black Block, che noia. W il Giotnoia!

Giotnoia
di Roberto Maurizio


E' possibile che ogni anno dal 1975 in poi, dal primo Vertice del G8, allora G6 a Ranbouillet, dobbiamo assistere a questa farsa di "uomini neri mascherati" che combattono contro il diavolo, contro il capitalismo, cioè contro i 3/4 dell'umanità, mentre gli altri muoiono di fame? Fatela finita, Black Block o Bloc (non siete riusciti nemmeno a darvi un nome e un cognome preciso) perché invece di rompere le vetrine dei negozi e i forzieri delle banche non cominciate a studiare e a dare indicazioni precise sul futuro dell'umanità? Il Gi otto con voi diventa una noia. Rompete tutto e anche i coglioni. Non bastano i Gi otto noia ufficiali a riunirsi, a spendere soldi e a non concludere niente? Servite anche voi che rompete le vetrine. Il G8, il G20, il G24, il Ggiovani industriali, il G8Africa, il G8 della Maddalena, il G20 del Canada, e via discorrendo. Salviamo il salvabile, finché c'è tempo. Idee e non vetrine rotte, percorsi da seguire nel breve termine e anche nel lungo, nonostante Keynes, e non rivoluzioni da quattro soldi (meglio quelle dei Talebani che hanno impiegato 2.000 anni a difendersi dallo straniero). Gi otto, che noia che barba!

Rina Gagliardi. Una perdita per il giornalismo italiano

Grave lutto nel giornalismo di sinistra: Rina Gagliardi
di Roberto Maurizio



“Di Rina mi fido”

Alle ore 18.00 di oggi, 27 giugno 2010, subito dopo la sconfitta dell’Inghilterra da parte della Germania, sui quotidiani italiani on line, solo Il Corriere della Sera, Il Riformista, il Secolo XIX e, ovviamente il manifesto, insieme all’Ansa, all’Agi e all’Adnkronos, davano la notizia della scomparsa di Rina Gagliardi. La Stampa, riportava solo la morte di Aldo Giuffrè, nato a Napoli il 10 aprile 1924. Nulla sul Sole 24 Ore. Non si vuole fare le pulci alle notizie che i giornali pubblicano. Ma è strana l’assenza della copertura della notizia su Repubblica e su l’Unità, che hanno “rimediato”, successivamente con due “brevi”. I due maggiori giornali di sinistra hanno copiato, pari pari, quanto già scritto dagli altri quotidiani. Sic gloria mundi. Rina Gagliardi è stata uccisa da un’implacabile malattia, ieri, 26 giugno 2010. Nata il 15 novembre 1947 a Pisa, aveva diretto il manifesto, era stata senatrice del Prc, con Sandro Curzi aveva co-diretto Liberazione. Negli ultimi tempi collaborava a Gli Altri la testata di Piero Sansonetti. Laureata alla Normale era arrivata a Roma seguendo la passione per la politica e il giornalismo. Nel 1971 aveva fatto parte del gruppo di giovani brillanti ed entusiasti che insieme a Castellina, Rossanda, Parlato, Pintor e altri fuorusciti dalle file del Pci fondarono il manifesto. Personalmente, non l’ho conosciuta profondamente, se non nel corso di qualche conferenza internazionale sulla cooperazione e lo sviluppo. Diversa, senza arroganza, con le sue forti idee radicate, mai una frase violenta contro chi combatteva, senza però abbassare mai la sua voce talvolta ruvida. Più che una giornalista, più che una politica, è stata il simbolo di un’acuta analista della vita quotidiana politica economica e sociale che sapeva cogliere il senso degli snodi più importanti della vita, come l’impatto del femminismo sulla va sulla realtà italiana e internazionale. Per riassumere la sua vita, basta leggere quanto scriveva sul suo blog, prima delle elezioni del 13 e 14 aprile del 2008. «Salve. Sono Rina Gagliardi, senatrice “uscente” di Rifondazione comunista nella breve XVesima legislatura che ci sta alle spalle. Era la mia “prima volta” nelle istituzioni, che per tanti anni ho osservato come giornalista politica, ed è stata un’esperienza certamente interessante – ma anche faticosa, anzi molto dura e non poi così ricca di soddisfazioni politiche. Alle elezioni del 13 e 14 aprile sono candidata nelle liste del Senato de “La Sinistra, l’arcobaleno”: numero 2 nella circoscrizione della Toscana. Questo blog, che devo al lavoro creativo di due amici, Giggi Cuozzo e Ivan D’Angelo, è dedicato alle donne. Sullo sfondo, troverete le fotografie di cinque grandi donne del ‘900 che mi sono particolarmente care: Rosa Luxemburg, la rivoluzionaria polacca assassinata dalla Spd nel gennaio 1919, che tante intuizioni profetiche ha offerto al movimento della sua e della nostra epoca; Hannah Arendt, la grande filosofa tedesca, poi esule negli Usa, che tanto ha contribuito alla fondazione di una “scienza della politica”; Simone Weill, la straordinaria pensatrice che ha attraversato molti mondi, sperimentando la condizione operaia, la ricerca filosofica e l’utopia; Simone de Beauvoir, scritrice squisita e “madre storica” del femminismno, col suo insuperato “Secondo sesso”; e Maria Callas, la voce più grande del secolo, insuperabile Norma, Lucia, Violetta, Medea, Tosca. Quest’ultima, certo, non sembra molto avere a che fare con le altre – ma per me queste cinque donne sono unite da un unico filo rosso che corre nella mia testa, nel mio vissuto, nel mio far politica”. Insomma, Rina non era apprezzata e stimata solo dalla sinistra. Nel corso di una diatriba tra Il Foglio e Liberazione su un presunto licenziamento di un redattore della testata di Rifondazione Comunista, Fulvio Grimaldi, allontanato perché critico nei confronti del regime Castrista, Giuliano Ferrara così chiosava la lettera del condirettore del Prc: di Rina Gagliardi mi fido.

Marsupiali di Sky contro il Ghana

. Il Ghana vince contro gli Usa, e i marsupiali di Sky dovrebbero sputarsi in faccia. Forza Africa
di Roberto Maurizio
Sky non ruba il canone come la Rai, ma prende i soldi dalle tasche degli italiani. Sky 200, quello delle partite comprate con i soldi australiani di Murdoch, che fa apparire pseudo “giornalisti” che non capiscono niente di calcio, ex giocatori che non capiscono nulla di stampa, aveva pronosticato la sconfitta del Ghana contro gli Usa: 2 a zero, 2 a 1, 1 a 1 e supplementari degli Usa 3 a 1. Questi porci con le ali di Murdoch di Sky (la D’Amico, quella cattocomunista messa all’angolo dagli altri murdacchiani dice, va be’ io tifo per gli sfigati, Gianluca Vialli, quello che dice che il secondo gol del Ghana è fatto solo per culo, José Altafini, che quando parla non dice niente, Mario Sconcerti, quello della Under 21 con la U), leggermente razzisti, non si sono sputati in faccia dopo la schiacciante vittoria del Ghana. Un certo Malù, giornalista nero di Sky, dal Sudafrica, chiama a raccolta i “fratelli neri”, con leggero sapore di “fratelli musulmani”. Ma quello che va a bene a Murdoch, cioè fare cassa, non è schifoso. Sono soldi “marsupiali”.

26 giugno 2010

Marilyn, JFK e Happy Birthday Mister President

Marilyn Monroe, JFK e Happy Birthday
di Roberto Maurizio


I ranking di Standard’s & Poors

Norma Jeane Mortenson (figlia della Morten), battezzata Norma Jeane Baker, la famosa Sex Symbol americana Marilin Monroe, bella donna (AAA), attrice (BBB), cantante (CCC), essere umano (Default), ebbe una vita a dir poco travagliata. Ma, il momento più brutto della sua carriera fu l’intervento canoro al party di compleanno del presidente Kennedy, l’incorruttibile, il leader con un carisma “Medionovecentesco”, simile a tanti altri “principi Machiavelli”, quando intonò - con fare malizioso ed ammiccante – Happy Birthday, Mister President, il 19 maggio 1962. Povera Marilyn con tutte le sue colpe, la prima di essere una bella donna, la seconda che non sapeva recitare, la terza che non conosceva una nota, ebbe pure la disgrazia di imbattersi non solo con il “Principe Americano Democratico”, ma con la più brutta canzone mai scritta sul festeggiamento del compleanno: Happy Birthday. L’accordo è in Fa maggiore, mentre la nota principale dell’inizio del brano è Do. “O Sole Mio”, la canzone più bella del mondo, cantata anche in Cina e in Indonesia, inizia con un accordo in Do maggiore e la nota principale è Do. Povera Marilyn per trovare il Do che era inserito nel Fa ha impiegato tantissimo tempo senza riuscirvi. Fu solo grazie alla “bravura” degli orchestrali che la performance della diva non si tramutò in tragedia. Il direttore dell'orchestra ruscì a ritrovare le giuste assonanze durante l’esecuzione “live” e a riportare la parità della tonalità di Marilyn con le disgraziate e sgraziate note di “Tanti auguri a te”. La colpa non è da attribuire a Marilyn, ma a questa musica, Happy Birthday, scritta con i piedi.

Oggi, 26 giugno



Oggi è una giornata importante per me. E’ il compleanno di mio figlio. Devo intonare questa sera “Happy Birthday”. Sono sicuro che la stonerò. Qualcosa, però, oltre alla stonatura, mi unirà a Marilyn: le note, seppure stonate, viaggeranno limpide nell'aria per arrivare alla persona amata.

23 giugno 2010

Seconda prova scritta agli esami di Stato. Ragionieri, trascurati dalla stampa

Seconda prova esami di Stato 2009-2010. Ragionieri Pigs
di Roberto Maurizio

Alunni di serie B
Anche quest’anno, come al solito, la prova di Economia aziendale proposta dal Ministero dell’Istruzione all’esame di Stato 2009-2010 non ha fatto eccezione rispetto agli altri temi proposti negli anni precedenti a questi alunni di serie B, che rappresentano, invece, il popolo delle Partite Iva, il popolo che lavora, i colletti bianchi, quelli che fanno andare avanti l’economia italiana, insieme ai commercianti, agli operai, ai lavoratori dipendenti dello Stato e delle imprese private. In realtà, nella traccia proposta dal Ministero per gli Istituti tecnici commerciali, Igea, Sirio e Programmatori, il richiamo alla crisi economica e finanziaria degli ultimi due anni è stato un bell’argomento, scelto con eleganza e con cura, come le difficoltà che hanno dovuto affrontare le imprese in questi anni di crisi. Molto convincente è stato anche il connubio impresa-banca. Però, forse il richiamo al “report” della banca, forse non doveva essere fatto. Comunque, il tema di Economica di aziendale, perlomeno quest’anno, è da apprezzare per lo sforzo di attualizzare una così bella materia, sempre maltrattata dai Media. Fateci caso: la Rai, quella del canone pagato dai ragionieri, parla solo dei liceali. Perché? Perché sono figli dei giornalisti che non sanno fare altro se non il liceali a tutti i costi. Ovviamente, è il Liceo classico a prendersi la parte del leone nelle notizie, seppur rappresenta una percentuale basse rispetto all’esercito degli studenti impegnati agli esami di Stato. Segue nella classifica, nel rating, dei Mass Midia italiani, lo scientifico. Per par condicio, si passa ai Licei artistici che forniscono voti alla sinistra. I telegiornali della Rai, come quelli di Mediaset, della Sette e della “Otte” se ne strafottono dei “Fantozzi”. E’ sempre stato così. Questi giornali di destra e di sinistra, “aborrano” i ragionieri. Su 500 mila studenti agli esami di Stato 2009-2010, forse, 150 – 200 mila appartengono agli Istituti tecnici. Ma, questi alunni di serie B non fanno notizia. I figli di papà, quelli del liceo, sempre in prima linea. Un caso per avvalorare la tesi? Prendete il Corriere della Sera. Andate a vedere le tracce e le soluzioni On Line della “Seconda Prova” degli esami di Stato in corso. Tutte le tracce e le soluzioni delle seconde prove sono presenti, ad eccezione di quella di Economia aziendale degli istituti tecnici commerciali, Igea, Sirio e Programmatori. Perché? Perché, i ragionieri, studenti per questi giornalisti di quattro soldi non fanno notizia. E’ il figlio del notaio del liceo classico, quello del politico a quello scientifico che fa aumentare la tiratura. Il figlio dell’operaio, della borgata romana al “Corrierone” non interessa. E questo fa aumentare l’incazzatura. Questa visione classista del Corriere, come degli altri cosiddetti giornali democratici, sfiora il razzismo, che è stato sempre tollerato dagli stessi insegnanti di serie B degli istituti tecnici commerciali, per non parlare di quelli professionali, che, nell’ottica “pseudo razzistica” sono considerati come ebrei, zingari e gay. In altre parole, mentre questi ultimi “Pigs” rappresentano la feccia e sono preceduti dai “ragionieri” e dai “geometri”, praticamente i neri e palestinesi della situazione. In alto della scala , su questi luridi ignoranti, compaiono per prima i liceali un po’ arruffoni, cioè i cinesi e i giapponesi della situazione, mentre emergono sul gradino più alto della scolarizzazione italiana, il popolo puro ariano, bello, alto, biondo con gli occhi azzurri: i liceali. Alle ore 19.30 del 23 giugno 2010, sul Corriere della Sera sono presenti le tracce e le soluzioni delle seconde prove di tutti gli indirizzi scolastici italiani, ad eccezione degli Istituti Tecnici Commerciali Igea, Sirio e Programmatori , dei Periti Meccanici e dei Termotecnici.

Cos'è l'amore

Cos’è l’amore
di Roberto Maurizio


E’ una richiesta di affetto
Di cure
Di attenzioni
Che non si fermano mai.
E’ la voglia d’acqua di piante assetate
Per germogliare i fiori.

21 giugno 2010

Antropocene e gli Esami di Stato 2009-2010

Antropocene. Il Corriere della Serva
di Roberto Maurizio


Tirem innanz

Già dare spazio a un sedicente professore di microbiologia australiano è un azzardo, soprattutto durante il solstizio d’estate. Ma a via Solferino, quella strada anfosa di Milano, di azzardi esistono e come. Un rincoglionito professore di 95 anni, un certo Frank Fenner, australiano, cioè di una di quelle tribù che sono più pacifici che indiani, viene presentato come “lo scienziato che ha contribuito a debellare il vaiolo”. Peccato, che il vaiolo sia stato debellato da Edward Jenner, 1796, che fa sola rima con Fenner. Forse, questo australiano ha fatto qualcosa per il vaiolo. Ma “tirem innanz”.


Quanto è buono Fenner!


Fenner, rispetto ai Maya che hanno previsto la fine del mondo nel 2012, ci dà una chance: 100 anni. Dovremmo essere grati a questo impostore che ci regala anni di vita in più rispetto all’altro più illustre coglione inglese, il principe Carlo d’Inghilterra, che ci vuole fare morire tutti nel 2014. Nel Medio Evo le streghe venivano bruciate. Perché non bruciamo questi emeriti schifosi che, solo per fare soldi, fanno scrivere ad altrettanti inutili giornalisti, coglioni e anche donne, quasi streghe che ritornano, pubblicizzando delle fandonie. (Simona Marchetti).


Il Giudizio Universale


Possa cadere sulle teste di questi millantatori un giudizio di estromissione dal contesto universale. Dov’è l’Onu? Dov’è il controllo su questi imbecilli? Non il Giudizio Universale, ma solo quello di Tor Bella Monaca basterebbe a sputtanare questi violenti impostori, ladri di verità, farabutti, e metterli sulla forca. Chi spaventa l’umanità con le cazzate dovrebbe essere messo al rogo. Non con il fuoco, costerebbero troppo rispetto a quanto valgono questi ignobili individui, ma con la loro “imbalsamazione” per 500.000 miliardi di anni per mostrargli la bontà dell’Universo che conserverà l’umanità integra e perfetta per almeno la metà dei miliardi di anni assegnati alla sopravvivenza di questa specie umana, unica, anche se non esclusiva, di questo immenso spazio chiamato “amore”.


Qui lo dico e qui lo nego


Queste cazzate pubblicate dal Corriere della Sera, che funge da cassa di risonanza di straordinari imbecilli, potrebbero essere prese come spunto per i prossimi Esami di Stato 2009-2010. I catastrofisti non sono violenti. Anzi, salverebbero 500.000 persone sulla Terra. Una specie di Arca di Noè. E’ ovvio che prima o poi tutto finirà. Ma perche questi coglioni lo dicono in piena crisi economica e proprio quando 500.000 alunni circa sono chiamati a svolgere il Tema di italiano, quello ideato da un’altra mente eccelsa sarda? 500 potrebbe essere il numero sul “futuro dell’umanità”. La “biodiversità”, l’empatia, sono troppo di sinistra, per questo non saranno scelti. Allora, perché no, i Maya e questo Frank Fenner? Speriamo che gli studenti rispondano picche! Cambiamenti climatici per quattro trombe d’aria? Per uno Tsunami in più e uno in meno. Ma il terremoto di Messina del 1908, quello del Gargano del 1600. I vulcani che hanno oscurato il Sole. Che cazzo c’entrano con l’esplosione demografica e dei consumi fuori controllo?


Homo Sapiens


Esisterà ancora l’Homo Sapiens quando verranno buttati al mare, in mezzo all’Oceano Pacifico, tutti i catastrofisti? Come fa un inglese, un britannico, un suddito (già dire suddito, vuole dire che non ha le palle, non riesce a far valere le proprie opinioni). I sudditi sono persone che strisciano sulla terra come vipere. Solo il vermi ricevono ordini incondizionati dalla Regina. Quando la Regina non riesce nemmeno a tappare la bocca del Principe Carlo, allora siamo allo sbando! E’ caduto l’Impero Romano, è caduta l’Urss. La prossima sarà quest’Isola sconfitta solo dai romani, contro la quale Bonaparte e la Germania non hanno potuto fare niente. Ma quanto ancora resta per l’Impero Americano? Se questa idea costruita sull’Illuminismo continua a dare spazio ai catastrofisti?


Isola di Pasqua e l’Antropocene

La razza umana, sostengono i catastrofisti, è entrata nell’era nota come Antropocene (termine coniato nel 2000 dallo scienziato Paul Crutzen per definire l’era geologica attuale, in cui le attività dell’uomo sono le principali fautrici delle modifiche climatiche), l’effetto sul pianeta è stato tale da poter essere paragonato a una delle epoche glaciali o all’impatto di una cometa. Piccoli vermi che vogliono paragonarsi ad una cometa. Formiche che credono di essere padroni dell’Universo. I catastrofisti credono che questo mondo possa fare la stessa fine degli abitanti dell’isola di Pasqua. Attualmente, i cambiamenti climatici, dicono questi “scienziati”, sono ancora in una fase molto iniziale, ma già si vedono dei considerevoli mutamenti nelle condizioni atmosferiche. Gli Aborigeni hanno dimostrato che potrebbero vivere per 40 o 50mila anni senza la scienza (grazie al cavolo, ndr), la produzione di diossido di carbonio e il riscaldamento globale, ma il mondo non può e così la razza umana rischia di fare la stessa fine di molte altre specie che si sono estinte nel corso degli anni. La catastrofica e pessimistica visione di Fenner non sembra, però, trovare grande rispondenza fra i suoi stessi colleghi. «Frank può anche avere ragione - ha spiegato il professor Stephen Boyden, oggi in pensione, ma alcuni di noi hanno ancora la speranza che si arrivi a prendere consapevolezza della situazione e che, di conseguenza, si mettano in atto i cambiamenti necessari a raggiungere un vero sviluppo ecosostenibile». Ecco come finisce l’articolo del Corriere della Sega. Da’ una minima speranza, dopo aver gettato il panico. Che giornale! Meno male che c’è la Lega. I leghisti se la legheranno al dito. E se nel 2014 il mondo non finisce faranno un culo così a quello stronzo del prossimo probabile re della Terra di Albione, di quella gente che veniva stramaledetta dal fascismo.

20 giugno 2010

Rosy Bindy, i Kiwi e l'Opossum

L'opossumammazzà. Rosi, con la Y, la bella del vuvuzela
di Roberto Maurizio


Grande quanto un gatto



L'animale simbolo della Nuova Zelanda è il kiwi. Una sorta di uccello preistorico notturno, senza ali, e con un caratteristico becco che utilizza per cercare cibo in profondità, nella terra. L'evoluzione ha portato quest'animale a ridursi di dimensioni, diventando grande circa quanto un gatto; tuttavia non sono diminuite le dimensioni delle sue uova che quindi appaiono sproporzionate rispetto al corpo. In Nuova Zelanda non vi sono specie endemiche di mammiferi. I coloni provenienti dall'Australia introdussero l'opossum per sfruttarne in termini commerciali la pregiata pelliccia. Tuttavia, il vorace opossum ha purtroppo sconvolto l'equilibrio faunistico del paese, causando anche l'estinzione di oltre 1.300 specie di uccelli e lo stesso kiwi è a rischio, poiché l'opossum ne attacca gli adulti e ne divora le uova. I neozelandesi sono freneticamente attivi nel tentativo di estirpare gli oltre 70 milioni di esemplari di opossum, prima che comprometta ulteriormente l'ecosistema locale. Per questa ragione ogni iniziativa che preveda l'eliminazione fisica degli opossum, viene etichettata in Nuova Zelanda come "ecologica".

Quattro milioni


La Nuova Zelanda ha poco più di quattro milioni di abitanti. Molto meno di Roma e Napoli messi insieme. Meno della Lombardia. Eppure, quattro robusti ragazzotti in mutande hanno messo in difficoltà la miliardaria squadra italiana, " Uscente Campione del mondo", nella Coppa del Sudafrica 2010. Forti, alti, belli e poveri, i Neozelandesi hanno dato filo da torcere all'Italietta di Lippi (il cui reddito triennale è superiore al Prodotto Nazionlae Lordo del Burkina Faso).

La bella del vuvuzela



Da quando è iniziata la Coppa del Mondo del Sudafrica, sono scomparsi tutti i politici italiani. Che bello, che meraviglia. Quelli di Pomigliano d'Arco sono stati relegati solo su Rai3. Incredibile, a Pomigliano volevano fare lo sciopero durante la partita dell'Italia in Sudafrica. A Pomigliano il lavoro è fatica ed hanno ragione. Perché lavorare quando lo possono fare gli altri? Ma non è questo il tema del Kiwi, del Opossum, quello della ex Dc Rosy Bindi? Tra lo sgradevole e l'allucinante suono delle vuvuzelas, ad un certo punto, durante uno Zapping e l'altro, vedo spuntare la faccia, chiamiamola così, di Rosy Bindi. Una pugnalata! Credevo che i politici fossero andati in letargo! Invece la Rosi, con la Y, appare come un'immaginetta sul teleschermo! Tra i vuvuzelas, i Kiwi, l'Opossum e la Rosy, con la Y,quanti voterebbero in favore della Bindi? Forse Bindi, sicuramente sì. Umberto Bindi, quello omosessuale, quello de "Il nostro concerto", quello che aveva tante canzoni nel cassetto, quello che è stato "fucilato" da un'Italia retrograda che ha mandato avanti mezze calzette che con la loro "diversità" che hanno fatto i soldi a nistre spese. E' troppo facile fare il ricchione e arricchirsi. Forse, Umberto Bindi non seppe cantare come una gallina nel pollaio, dove qualche gallo di troppo era mafioso. Forse Umberto, rispetto a tutti gli altri troppo gay in Tv, aveva fatto uno sgarro. Ma quanti omossessuali vanno ancora avanti solo perché credono di essere intelligenti come i mancini. Ma basta essere solo mancini? No. Bisogna, per per questa porca Tv, essere mancini e omosessuali. Perché? Forse perché sono i più ricattabili? Come le presentatrici, sgallettate che mentre parlano si levano un pelo dal labbro inferiore? Fateci caso, quando sentite quelle belle donne presentare il telegiornale le scivola la lingua a sinistra. Allora, Gad Lerner, quando te la prendi con le povere ragazze provinciali che intendono solamente "sbarcare il lunario" per arrivare in Tv e vendere il suo corpo per fare quattro soldi, non sono migliori di quelle che hanno dato la loro lingua in privato e sbiascicano durante il telegiornale guadagnando milioni e milioni di euro? Una bella presentatrice che vende la sua bocca non è più vergognosa di una "velina" di Avellino che mostra le chiappe e non fa un ....? A voi, catto, fasci, arabi, ebrei, comunisti piace nascondervi sotto le quinte. Dare il culo sotto le quinte è molto più bello che "lavorare" ogni giorno per raggiungere un po' di popolarità.

Ammazzare le zanzare




Ma sono uscito, come al solito, fuori tema. La Bindi, la Rosi con la Y, non si può vedere d'inverno, quando una serie forsennata di "programmi televisivi pseudo politici" (non facciamo i nomi per non pubblicizzarli, mentre i conduttori se la spassano infischiandosene dei veri problemi di tutti i giorni degli italiani) manda in onda una marmaglia organizata di farabutti che applaudono. Stalin, Hitler, Mussolini, Franco, Pinochet, Pol Pot & C. sono riusciti ad ammazzare con i loro applausi circa 500 milioni di persone. Gli applausi ammazzano la gente. Continuate con gli applausi, la demagogia, il fondamentalismo e l'imbecillità. Fate ancora girare la ruota della vostra fortuna. Fate girare la ruota dei corrotti sotto le quinte. La riflessione sui numeri, sulle cifre, sulle strategie, su "come fare per ammazzare le zanzare" è la strategia vincente. Come fai ad ammazzare le zanzare è una strategia vincente. Come quella contro il Buco nell'Ozono, contro il Co2. Come sarebbe semplice e vincente... Invece, la Rosi, con la Y, tutt'ad un tratto, ti appare nella sua cruda realtà, mentre tu volevi solo vedere il Brasile!

19 giugno 2010

La legge bavaglio

Intercettazioni, privacy, delinquenti e affini
di Roberto Maurizio


Ma siamo sicuri che con le intercettazioni siamo a cavallo?

Gli auguri di Obama a Aung San Suu Kyi

Buon compleanno, San Suu Kyi. Firmato Obama
di Roberto Maurizio

Ventimila alberi per Kyi
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“Stampa, Scuola e Vita” ha già fatto, ieri, gli auguri di buon compleanno a Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione birmana e premio Nobel per la pace. Oggi, 19 giugno 2010, San Suu Kyi festeggerà il suo 65 compleanno agli arresti domiciliari nella sua residenza. Offrirà il pranzo agli operai che stanno lavorando per rafforzare la sua abitazione ormai fatiscente, ma non potrà lasciare la casa per partecipare alla festa organizzata in suo onore da alcuni membri del suo partito a Rangoon. I suoi sostenitori pianteranno circa 20 mila alberi per celebrare il compleanno.
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Obama: “determinazione e coraggio”
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Aung San Suu Kyi ha passato gran parte degli ultimi due decenni in carcere: ieri, Onu, Usa e Gran Bretagna sono tornati a chiedere la sua liberazione. Tra gli appelli, quello del Presidente statunitense Barack Obama che ha ribadito in una nota diffusa ieri la sua richiesta alla giunta militare al potere in Birmania di rilasciare "immediatamente e senza condizioni" la leader birmana. "Desidero inviare i miei migliori auguri a Aung San Suu Kyi, l'unico premio Nobel per la Pace al mondo in carcere, in occasione del suo 65mo compleanno", ha detto Obama, ricordando la leader dell'opposizione del Myanmar, da anni agli arresti domiciliari dopo un lungo periodo in carcere iniziato dopo la sua vittoria alle elezioni del 1990. "La sua determinazione, il suo coraggio, il sacrificio personale nell'impegno per i diritti umani e per il cambiamento democratico in Birmania - ha detto Obama - sono fonte di ispirazione per chi è schierato per la libertà e la giustizia. Ancora una volta – ha aggiunto il Presidente Usa - rivolgo un appello al governo della Birmania per il rilascio immediato e senza condizioni di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici e perché venga loro consentito di costruire una Birmania più stabile e prospera che rispetti i diritti di tutti i cittadini".
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U Win Tin: “la vostra libertà per promuovere la nostra”


Il compleanno di San Suu Kyi è l'occasione per riportare l'attenzione della comunità internazionale sul regime birmano e sugli oltre 2 mila prigionieri politici tenuti in isolamento o rinchiusi nelle carceri del Myanmar. In un'altra lettera, fatta uscire di nascosto dal paese e recapitata al quotidiano britannico The Indipendent , il collaboratore più stretto di San Suu Kyi, U Win Tin, si rivolge ai paesi liberi perché facciano pressione sul governo di Naypyidaw: "Per favore, usate la vostra libertà per promuovere la nostra", scrive U Win Tin, "e voglio aggiungere qualcosa di più. Per favore portateci più libertà, in Birmania. Siamo affamati di libertà e stiamo aspettando che qualcuno, qualche istituzione o qualche paese ce la porti".
Le foto sono state prese dal sito di "RaiNews24"

18 giugno 2010

Aung San Suu Kyi. Il Crisantemo giallo

Aung San Suu Kyi. Buon compleanno
di Roberto Maurizio


La stella più bella e limpida delle Pleiadi



Il 19 giugno 1945, nasce a Rangoon, Birmania, attualmente Myanmar, Aung San Su Kyi (in birmano [àuɴ sʰáɴ sṵ tʃì]). Non so se farò in tempo a fargli gli auguri un giorno prima. Cmq, anche se adesso l'orologio mi dà 0.01 del 19 giugno 2010, spero che blogspot l'abbia registrato alle ore 23 e 59 del giorno prima. Aung San Suu Kyi compie il 19 giugno 65 anni. Figlia del generale Aung San, della fazione nazionalista del Partito Comunista della Birmania, di cui fu segretario dal '39 al '41) e di Khin Kyi. La vita di Aung San Suu Kyi è stata travagliata fino dai primi anni. Suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, dopo aver negoziato l'indipendenza della nazione dal Regno Unito nel 1947, fu infatti ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie, Khin Kyi, e altri due figli, uno dei quali sarebbe morto in un incidente. Dopo la morte del marito, Khin Kyi, la madre di Aung San Suu Kyi divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960. Aung San Suu Kyi fu sempre presente al fianco della madre, la seguì ovunque, ed ebbe la possibilità di frequentare le migliori scuole indiane e successivamente inglesi, tanto che nel 1967, ad Oxford, conseguì la prestigiosa laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia. Continuò poi i suoi studi a New York e nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite, e in quel periodo conobbe anche uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che l'anno successivo sarebbe diventato suo marito, e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim.

Una libertà repressa


"Stampa, Scuola e Vita” sta seguendo di parecchi anni la sorte di questa “donna”, unica al mondo che mette in discussione la sua femminilità contro un regine autoritario e dispotico. Una "donna sola" che combatte nel buio. Oscurata dai media occidentali, buttata nella solitudine dalle cosiddette “democrazie” occidentali, offesa dai partiti di sinistra che non alzano un dito per Daw Aung San Suu Kyi. “Stampa, Scuola e Vita” ha dedicato a Aung San Suu Kyi migliaia di parole cadute nel vuoto assoluto. Su Facebbock, “Stampa, Scuola e Vita” ha aperto uno spazio nel quale si richiede la liberazione immediata di San Suu Kyi. Niente. La Giunta del Myanmar gode di appoggi tanto grandi che è quasi inutile agire sul Web, nonostante le bellissime parole pronunciate da una delle stelle più belle delle Pleiadi, da San Suu Kyi: “Usate la vostra libertà per promuovere la nostra”! Ma dov’è la libertà in Europa? Da quando esiste? Dove la libertà degli Stati Unti e di Obama? Dove quella dei Palestinesi offerta ai popoli oppressi? Dov’è Chavez? Dov’è l’America Latina? Dove l’Europa che non riesce nemmeno a riconoscere la propria identità? Se il coraggio non ce l’hai non te lo puoi dare e non lo puoi offrire agli altri. Se la Libertà non esiste in Occidente non te la puoi inventare e non la puoi trasmettere agli altri. Aung è prigioniera dei suoi pensieri. I generali, come era suo padre, non possono dare alla gente la volontà di vivere una tranquilla vita senza pretese. La Birmania, il Myanmar è un paese stupendo, protetto dall’ottusità dei colonnelli comunisti. Una vegetazione inesplorata. Una biodiversità senza fine. Una natura vergine tra le più belle del mondo. L’ottusità comunista è servita a salvaguardare una natura senza nessun rivale nel mondo. La Birmania, il Myanmar è il paese più bello in assolto su questo pianeta.

La torta


Sessantacinque candeline sulla torta di Aung San Suu Kyi. Sessant’anni circa dalla nascita del sacrario Myanmar. Un Paradiso Terrestre che potrebbe essere venduto per quattro soldi alle multinazionali (cioè agli imbecilli di via Tuscolana, 45, gestori di un’Agenzia di Viaggi). Quando è crollato il Muro di Berlino (1989) i paesi europei schiavi dell’Urss avevano una biodiversità da ammirare. Ma nessuno poteva vederla. Il crollo del Muro ha diviso la torta. Ora tutti gli zoticoni si avventano su 60 anni di sacrifici che ridurranno come la Brianza nel giro di solo 5 anni. La Cambogia, il Vietnam, la stessa Cina, fino a quando erano “comunisti” riuscivano a preservare un valore: quello della veridicità della terra e dei rapporti sociali. La torta, cioè la spartizione del “capitale” (cioè quattro euro), spinge inesorabilmente sulla strada della globalizzazione selvaggia basata sulla conquista della fetta più grande.

Una vita di Premi
1990 : Premio Fondazione Rafto per I diritti umani (Norvegia)
1990 : Premio Sakharov per la libertà di pensiero (Parlamento europeo)
1991 : Premio Nobel per la Pace (Norvegia)
1991 : Premio per I diritti umani (Stati Uniti)
1992 : Premio Marisa Bellisario (Italia)
1992 : Premio internazionale Simòn Bolívar (Unesco)
1993 : Premio Rose (Danimarca)
1993 : Premio internazionale per i Diritti umani Victor Jara (Stati Uniti)
1993 : Premio Jawaharlal Nehru per l’intesa internazionale (India)
1995 : Premio Gandhi (Canada)
1995 : Premio per la Libertà del Comitato internazionale di aiuto (Stati Uniti)
1997 : Cittadinanza onoraria Città di Roma (Italia)
1997 : Premio internazionale del gruppo per la pace e la giustizia Sant’Angela (Irlanda)
1999 : Premio per la Libertà, International Republican Institute (Stai Uniti)
2000 : Premio Dublino per la Libertà (Irlanda)
2000 : Medaglia presidenziale per la libertà (Stati Uniti)
2003 : Premio “Esprit Libre Forum pour la Liberté”, (Stati Uniti)
2004 : Cittadinanza onoraria Città di Parigi
2005 : Premio Olof Palme
2007 : Cittadinanza onoraria Città del Canada
2008 : Premio della Fondazione Jacques Barrot Vice-Presidente della Commissione europea M. Federico Mayor Co-Presidente del Panel delle Nationi Unite per l’Alleanza delle Ci
vilizzazioni
2009: 14 maggio, Aung viene arrestata con l’accusa di “aver infranto le regole” della sua assegnazione alle arresti domiciliari
2010: 19 giugno, Aung compie 65 anni.

Falce e moschetto



L’Onu non ha messo mai il dito sulla piaga della Birmania, del Myanmar. Ha sempre negato il diritto di ingerenza negli affari di paesi aderenti. Forse l’ha fatto per poter, piano piano, recuperare aree che possano essere ancora utili a questo Pianeta? Se risorgerai, come sono sicuro che questa evenienza si verificherà nel più breve tempo possibile, Aung San Suu Kyi non devi permettere l’annientamento della bellezza del tuo paese. Se democrazia significa sventrare le coste, distruggere le foreste, far morire centinaia di migliaia di animali e di piante, costruire un super mercato, cementificare e asfaltare la terra, allora è meglio che continua ad esistere un imbecille che con la falce e il martello, con i fucili e il moschetto, nega questa aberrazione della realtà.

L’influenza della non violenza



Sono sicuro che tu, una volta libera, renderai il Myanmar sempre più bello e sempre più accogliente. Forse lo chiamerai “Paradiso” o semplicemente “Eden” o posto nel quale sto veramente bene. Solo l’Undp può darti una mano. Non fidarti di altri organismi Onu venduti alle multinazionali (cioè ai macellai di turno che ammazzano le vacche sacre e spandono nel mondo l’influenza A, B, C e D). L’influenza della tua non violenza potrà determinare un cambiamento nel più bel paese del mondo, solo se verranno rispettati i canoni del rispetto della natura.

Mai più prigionieri politici


Mentre oggi, 18 giugno 2010, alla vigilia del sessantacinquesimo compleanno dei Aung San Suu Kyi, un gruppo di manifestanti ha inscenato una dimostrazione davanti alla sede dell'Ambasciata birmana a Manila (Filippine) per chiedere la liberazione del premio Nobel per la Pace, agli arresti domiciliari a Yangoon (Myanmar, ex Birmania), i milioni di alberi e di animali selvatici facevano il tifo per la stella più luminosa delle Pleiadi. Gli attivisti hanno portato una torta di compleanno e crisantemi gialli davanti alla sede diplomatica: "Chiedere la liberazione immediata e senza condizioni è il più bel regalo che potevamo offrirle per il suo compleanno", ha dichiarato Egoy Bans, portavoce della Free-Burma Coalition nelle Filippine. "Consideriamo la sua protratta detenzione un insulto alla giustizia e alla democrazia", ha aggiunto. I manifestanti hanno chiesto anche il rilascio degli altri detenuti politici, che sarebbero 2.157 secondo i dati forniti dalla 'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici in Birmania', e denunciato torture e altre forme di persecuzione di cui sono vittime i prigionieri politici nel paese.

Il tuo fiore: il crisantemo giallo

Cara Aung San Suu Kyi, il crisantemo che arriva dall'Oriente, in tuo onore significa fiore d'oro: probabilmente il colore predominante per questo fiore era in origine il giallo. Le prime notizie scritte sul fiore risalgono a 500 anni prima di Cristo, nella Cina di Confucio, il suo significato già allora era quello della vita che si rinnova. Anche dopo l'introduzione in Giappone conservò lo stesso significato: in questo Paese il crisantemo riveste probabilmente l'importanza e la popolarità che in Occidente ha la rosa, infatti in Giappone esistono interi giardini dedicati solo a lui. In Europa la prima vera classificazione del fiore, che equivalse al suo debutto in società, risale al 1735 ad opera di Linneo. Potremmo spiegare con una leggenda il perché questo fiore rappresenta lo spirito della vita che si rinnova, anche se da noi rappresenta l'omaggio ai defunti per eccellenza: una bambina vegliava in lacrime la sua mamma moribonda, pregando gli spiriti di non farla morire lasciandola così sola. Uno Spirito fu commosso dalla sua preghiera e comparendole davanti le porse un fiore con cento petali dicendole: quando verrà la Morte per prendere la tua mamma, dalle questo e dille che gli spiriti ti hanno concesso di passare ancora con lei tanti giorni quanti sono i suoi petali. Appena lo spirito scomparve la bambina si mise al lavoro, riducendo ogni petalo in tantissime striscioline sottili, cercando di non danneggiarne alcuno. Quando arrivò la Morte, già avvisata dallo Spirito che era stata fatta una concessione speciale a quella bambina, si ritrovò davanti un fiore con un numero infinito di petali e, pensando ad uno scherzo degli spiriti ai suoi danni, decise di non portare la donna al loro cospetto ancora per molto, molto tempo e disse alla bambina: anche io voglio farvi un regalo: tu e la tua mamma starete insieme tanti anni quanti sono i petali del tuo fiore, e se ne andò.

Gialappa's band. Libertà di stampa in Sudafrica

Gialappa, vuvuzelas, D’Amico e immigrati
di Roberto Maurizio


Qual è il problema della Gialappa’Band? Sono nati tutti e tre intorno al probabile scoppio della Terza Guerra Mondiale, il 1962. La crisi dei missili sovietici a Cuba. I loro genitori e i loro parenti hanno influito negativamente sulla crescita dei tre feti che, invece di essere abortiti secondo la legge 22 maggio 1978, n° 194, ovviamente votata successivamente, furono procreati a scapito dell’umanità. Marco Santin (Milano, 11 febbraio 1962), Carlo Taranto (Milano, 16 dicembre 1961 e Giorgio Gherarducci (Milano, 1° novembre, ma molti sostengono 2 novembre, 1963) hanno contribuito a costruire un’Italia diversa. L’altro danno dei tre ribelli della crisi missilistica è inciso nel loro Dna: sono nati a Milano. E’ un’avventura che non si augura nemmeno al peggior nemico. Nascere a Milano, in tre mesi sommersi dalla nebbia, febbraio, novembre e dicembre è sentirsi per tutta la vita leghisti e pensare al federalismo. Meno male che il nome del gruppo derivi dalla “gialappa” (Ipomoea purga), una pianta floreale messicana dal cui tubero si estrae un fortissimo lassativo per i cavalli. Il trio è tristemente noto per le loro performance sui casi frequenti di calciatori colpiti da infezioni intestinali a causa delle cattive condizioni igieniche ed ambientali. Pagati da destra e da sinistra riescono a fare satira e informazione. Prendono a calci i soldi di Berlusconi e non ricevono soldi da Prodi e da D‘Alema. Rappresentano il più bell’esempio di libertà di stampa. Sotto di loro solo il tritolo. Non sono ideologicamente schierati, se non per i diritti umani e per la difesa dell’ambiente. Sono come il 75% degli italiani stufi di essere presi per il naso. Personalmente, raccomando di seguire tutte le partite dei mondiali “commentate” dai Giallappa’s Band su Radio Deejay. Riescono a fornire informazioni in diretta che la Rai, di merda, e Sky non riescono a dare. Confusi tra le trombette del Sudafrica, la Rai e Sky, per non parlare della venduta Sette, non riescono a commentare un’azione di calcio come si deve. Sky riesce anche, come sa fare, a dare notizie false. Secondo tempo, Messico - Francia, zero a zero, mentre vinceva per uno a zero il Messico, passato poi a due a zero. Sky di Rupert Murdoch, l’australiano, cioè l’acerrimo miliardario nemico di Berlusconi, italiano e pure sangue milanese, paga milioni di euro alla Ilaria D’Amico che, nel frattempo, come le operaie di Termini Imerese, di Termoli e di Pomigliano d’Arco, fa un figlio, lavora per la Sette, conducendo trasmissioni schierate a “sinistra”, cioè contro Berlusconi per far piacere a Murdoch e torna per i mondiale come se nulla fosse. Ma chi la vede a Sky non gli viene in mente che è venduta di parte? Ognuna può pensare come vuole, ma io che pago Sky, perché devo avere una presentatrice di sport che si occupa di politica. Sicuramente la D’Amico è bravissima. Ma perché io con Sky devo pagare una schierata con la sinistra più becera che mi viene a raccontare le sue favole, che dovrebbe invece, se fosse una vera madre, sussurrare alle orecchie del suo bambino o bambina? Come fa una mamma a prendere soldi da un miliardario occupandosi di sport e poi prendere altri milioni per fare propaganda sulla Sette? Ovviamente, l’intenzione di Murdoch è quella di usare questa sottospecie di velina (quanti telespettatori maschi guardano soltanto le sue mammelle oggi ammosciate o le sue gambe incrociate con le mutande bianche nel sottofondo), questa sottospecie di escort che prende soldi da Sky e dalla Sette (forse sovvenzionata dalla Telecom che ha più debiti che sorrisi). Con tutto il rispetto. Delle due una. O Ilaria è brava nel calcio, allora va bene Sky, o è brava nella politica, allora va bene la Sette. Ma quale è la verità? Queste due Tv libere da tutti i controlli del mondo assumono Ilaria come Anchorman, anche perché la D’Amico ha il 78% della stima delle donne. Sarà un mondiale nel quale le sorprese non mancheranno. Speriamo che la Rai, che ha inviato circa 500 giornalisti a seguire i mondiali con i soldi nostri, Sky, che ci ripropone un’emerita giornalista inconcludente, che sbaglia pure i risultati, e la Sette, pronta ad assumere la D’Amico e il socialista d’annata, facciano un tonfo dettato dalla g l o b a l i z z a z i o n e (ho dovuto scrivere così, perché Microsoft Work, mi cambia la parola con localizzazione). Questo è la D’Amico, questo è Sky. Ma perché non fate i programmi senza le ideologie? Come si fa a tifare per l’Italia se Sky e la D’Amico fanno il tifo per l’Australia e per l’Unione Sovietica? Erano belli i tempi in cui gli iscritti al Pci tifavano la Dinamo Mosca contro il Torino. Adesso, al posto dei leghisti che tifano contro il tricolore, alla Sette che tifa per Israele, con Gad Lerner in testa, e per i Palestinesi, con la D’Amico, a Murdoch che tifa Sky for Australia, non ci resta che sperare di avere l’appoggio dei nostri immigrati africani, i soli oggi affidabili che, dopo i Bafaba Bafana, le Super Aquile, le Stelle Nere, gli Elefanti, i Leoni Indomabili e le Volpi del Deserto tiferanno, come i Gialappa, per l’Italia! Viva gli immigrati, viva l'Italia e viva i Gialappa! Tutto il resto è noia.

17 giugno 2010

La Maffia e l'Affrica

Pensierini
di Roberto Maurizio

La Maffia e l’Affrica

L’articolo 41 della Costituzione rappresenta un vecchiume che solo il Pd può ancora apprezzare. Nella sua essenza finale c’è da ravvisare, giustamente con la filosofia sovietica, che se io ho comprato un appartamento con i miei risparmi, se un’altra persona, ad esempio un senza tetto, ha bisogno di un tetto, giustamente, me lo toglie. E’ giusto. Il secondo, cioè il senza tetto, vuole un tetto e me lo toglie. Attenzione, la Bulgara, ex paese comunista, ha attualmente la percentuale più alta di case di proprietà in Europa, ma prima della caduta del muro di Berlino erano tutte case dello Stato e lo Stato pddista (quello di Santoro & C.) può tornare anche in Italia. Le imprese rappresentano l’anima della crescita economica di un paese. Una Costituzione moderna deve far assumere a questi imprenditori un ruolo molto più rilevante rispetto agli anni ‘40. Un imprenditore, come un mio ex alunno, che lavora nel settore della lavanderia, che rischia in proprio, che non ha ferie, non ha riconoscimenti, che assume altri lavoratori è trattato come un qualsiasi Briatore con navi e yacht a disposizione. L’Italia è composta da imprenditori che si alzano alle quattro di mattino e lavorano per ben 310 giorni al giorno, contro gli 80 degli insegnanti, i 160 degli statali, i 60 dei dirigenti, i 40 dei professori universitari. Occorrerebbe fare le elezioni in base alla quantità di lavoro svolto. I mafiosi non lavorano, fanno lavorare gli altri e non dovrebbero nemmeno votare. Chi scrive i libri contro la Mafia lavora 20 giorni all’anno, lo stesso tempo che Vespa impiega per farsi scrivere un libro. Santoro che adesso è in ferie, quante ore lavora all’anno? Santoro e la sua squallida claque hanno diritto al voto? Il mio dentista, lavora 315 giorni all’anno. Dovrebbe votare 77 volte 7 rispetto a Santoro. Ma fra i due non so chi più odio. E’ un odio dovuto, perché senza dentista sei perso e senza Santoro non potresti assaporare la bellezza della verità, come quelle della bella tenebrosa della Domenica che rende vere anche le menzogne. E a Frascati, all’ospedale di Frascati. Si dice che la legge sulle intercettazioni renderà vano un’inchiesta sul malfunzionamento degli ospedali, delle scuole. Ma quando mai i giornalisti italiani pagati fior fiore di bigliettoni hanno fatto un'inchiesta a favore del cittadino e quando mai faranno nel fututo un’inchiesta seria? Senza le intercettazioni sono perduti, senza le veline sono una nullità. Insomma, che cosa fa diventare questo paese un paese di serie C? I nostri politici. La tassazione delle rendite finanziarie, ad esempio, riproposta da parte del Pd è più antiquata e ingiusta regola mai proposta da un partito del popolo. Esempio: io, impresa o persona fisica ha guadagnato un tot, sul quale ho pagate già le tasse, dal 38%, persone fisiche al 50% persone giuridiche, ed ho risparmiato un tot che investo. Perché, oltre alle tasse che ho già pagato mi volete far pagare il 20, 24%? La doppia tassazione non è ammessa in nessun paese del mondo, spero. Che fine ha fatto l'art. 47 della Costituzione? Quando si tratta di difendere i loro privilegi, i giornalisti e i politici fanno a spallate per fregare l'opione pubblica. Spaccate le gambe ai ladri, ai farabutti che sono il 10% della popolazione italiana. Ma, il 90% degli italiani che ha che fare con questi ladri? Il povero pensionato che investe i suoi risparmi, che danno stabilità a un Italia ballerina, deve pagare secondo il Pd il 20% ad uno Stato che gli ha fatto pagare dalla culla alla tomba circa il 50%. Pensate alle cose serie. Pensate come combattere la Maffia e i farabutti, quelli che hanno tre ville, quattro barconi, sette macchine, senza lavorare. Insomma, siamo in un’impasse. Come la Corea del Sud. Lo spocchioso argentino Maradona, osannato sugli spalti come l’argentino Che Guevara, non prende una batosta dalla Corea del Sud, quella che ha imbracciato non il fucile della Corea del Nord, ma l’arma del lavoro delle imprese, dell’iniziativa privata, rispetto agli yacht dei vaccari argentini finanziati da uno Stato sempre sull’orlo del default. Speriamo solo che l’Affrica con le sue squadre impegnate nella Coppa del Mondo possa fare quadrato contro l’arroganza dei paesi ricchi che comprano i loro gioielli, da Eto’o a Drogba. Forza Africa: forza le Volpi del Deserto (Algeria), i Leoni Indomabili (Camerun), gli Elefanti (Costa D’Avorio), le Stelle Nere (Ghana), le Super Aquile (Nigeria) e i Bafana Bafana (Sudafrica).

16 giugno 2010

Verrazano. Una stella e cinque V

Il logo del Verrazano
di Roberto Maurizio

Cinque punte di una stella composta da cinque "V", come Verrazano. Il alto, a destra, una "V" normale, seguita in senso orario da altre quattro "V" che assumono le sembianze di un boomerang. Cioè, la cultura, l'insegnamento e l'amore hanno sempre un "ritorno". Nella foto, una ragazza indica la "stella" del Verrazano, sotto lo sguardo e il sorriso di un ex alunno. Questa la sintesi di una grande gioventù italiana che crede ancora in questa nostra bella e ineguagliabile penisola. Uno stivale, con tante condraddizioni, pieno di mafie e di corruzioni, di federalismi e campanilismi, ma anche con tanto affetto e con bontà infinita. Su 60 milioni di italiani, ben 59 e più milioni sono cittadini onesti. Non tutti hanno studiato al "Verrazano", ma tutti questi 59 milioni e più vedono alto nel cielo la "stella" del Verrazano: V come vittoria contro le ideologie, contro l'arrivismo, contro chi crede ancora nei soldi come soluzione immediata di tutti i problemi. Prima dei soldi esiste l'amore, come si evince dalla stella a cinque punte del Verrazano. V come Vi vogliamo bene!

14 giugno 2010

Anticiclone

Anticiclone
di Roberto Maurizio


L’anticiclone è una zona di alta pressione sulla superficie terrestre a forma circolare o ellettica. Al suo interno i venti sono deboli, spesso a regime di brezza e soffiano in senso orario nell’emisfero boreale e antiorario in quelli australe. Un tipico esempio di anticiclone dell'emisfero boreale è dato da quello delle Azzorre. Mentre d'estate esso può arrivare ad occupare l'intero bacino del Mediterraneo, apportando condizioni prolungate di bel tempo, d'inverno si ritira in genere nei suoi luoghi di origine consentendo, perciò, alle perturbazioni atlantiche di giungere sino al Mar Mediterraneo. Nelle stagioni intermedie, invece, l'anticiclone delle Azzorre si sposta continuamente, determinando tempo molto variabile. Un altro importante anticiclone che condiziona la scena meteorologica mediterranea è l'anticiclone subtropicale africano che staziona in modo permanente nell'Africa subsaharina, ma può risalire verso Nord nei mesi estivi, portando temperature elevatissime nelle zone pianeggianti interne dei paesi dell'Europa meridionale. Un'altra importante area di alta pressione dinamica che influenza il clima italiano ed europeo è l'anticiclone scandinavo, che si forma soprattutto nei mesi invernali nell'Europa settentrionale, originando dall'estrema espansione nord-orientale dell'anticiclone delle Azzorre (sospinto verso il Circolo Polare Artico) a seguito della formazione di una lacuna barica nel Mar del Nord: questa area di alta pressione determina discese di aria fredda verso l'Europa centro-orientale e meridionale.L'anticiclone balcanico viene a formarsi sulla penisola balcanica, soprattutto nelle stagioni intermedie, come espansione Nord-Orientale dell'anticiclone subtropicale africano, da cui può anche isolarsi e rendersi autonomo, andando così a formare una struttura di alta pressione di blocco. Tutto questo, solo per dire come siano false certe affermazioni che gettano discredito sull’uomo, come il più assassino della natura. Certo, un contributo dell’uomo derelitto e ignorante esiste. Ma come fanno le Nazioni Unite a tollerare questo scempio? Purtroppo, in Italia esiste la censura: quella della cultura e della scienza. La televisione non si occupa di questi problemi se non in modo sporadico e tendenzialmente fazioso. Ma, mettiamo che il fazioso convenga. Allora, i film italiani prodotti da registri di sinistra presentano una Sicilia avvolta dal caldo; nel 1954, passai tutte le notti sul balcone per il gran caldo; nel 1962, durante la crisi cubana, mio cugino Raffaele non riusciva a dormire per il caldo afoso, nonostante i fermenti lattici dello yogurt; nel 1968, nonostante la guerra in Vietnam e le occupazioni delle università, un caldo infernale, proprio quello dell’anticiclone africano invase tutta l’Europa; e poi, altri anni e altre date: il 6 giugno del 1987, del 1990, del 1995, del 1999, del 2000, non bastava l’acqua del rubinetto a farti rinfrescare. Insomma, la nostra Terra è così. O l’accettiamo o la rifiutiamo. Squallidi mi sembrano quelli che usano i condizionatori che distruggono l’ambiente, l’atmosfera. Il caldo ci è offerto gratis dal Sole. Accettiamolo così com’è, anche perché fa bene. L’anticiclone delle Azzorre, da parecchi anni, forse anche perché sospinto dal Niño, non ci offre estati con il bel tempo e con il clima accettabile. Siamo costretti a subire l’anticiclone africano, quello che brucia la terra e le menti, ma è anche quello che porta benessere sul nostro continente. Le cicale, le zanzare, le rondini, i pipistrelli godono con il caldo. I pesci non aspettano altro. Gli animali selvatici si accoppiano solo se c’è il caldo, per non parlare delle lucertole, dei serpenti, delle vipere. La biodiversità si sviluppa solo sotto il caldo Sole d’estate. E’ proprio durante una delle tante serate “di caldo” che la Quinta C del Verrazano 2006 ha deciso di incontrarsi di nuovo. Una prova di Economia aziendale fallimentare, peggio della Grecia. Il professore di Contabiltà, ganzo e forte della sua ignoranza, insieme ad una professoressa di geografia economica, che non sarebbe nemmeno degna di pulire le scale della Società geografica italiana di Villa Celimontana, che non è degna nemmeno di essere considerata un’insegnante, facevano il gioco di “Un, due, tre… stella”. T’ho beccato! Che schifo di insegnanti. Non meritano nemmeno di essere ricordati. La storia cancellerà la loro nullità, la storia farà giustizia su questi energumeni che hanno utilizzato i loro 543 euro, per gettare in fondo al cuore di tanti giovani studenti italiani solo per il piacere di sentirsi ancora dei vermi. Che cosa hanno ottenuto questi emeriti stronzi di professori che, con il loro “Un, due, tre… stella” hanno gettato fango sulla scuola italiana e fango sugli studenti e gli insegnanti? Niente. Se non foss’altro che ritrovarsi di nuovo di fronte all’Anticiclone, quello, che come la Livella di Totò li fa ingoiare secondi di splendida gloria in un abisso totale, dove la mente inerme e senza fango, riesce a discernere il sacro dal profano. Brutta stronza di professoressa di geografia 2006. Solo lo schifo più assoluto ti può salvare. Non conosco il tuo nome, ma come fai ad esistere ancora insieme a quel coglione di Economia aziendale? La giustizia divina ha i suoi tempi. Ma arriverà. Quella umana vi farà vedere che siete stati degli aguzzini peggiori di quelli di Saddam Hussein. Ecco. Terroristi appoggiati da una banda di malfattori interna, guidata dalla Vicepreside, titolo che non le sarà mai congeniale. Vendi le bruschette, vendi la tua inutilità, vendi la tua bruttezza che ti ha fatto così cattiva che non ha nemmeno il coraggio di guardarsi allo specchio.

13 giugno 2010

Aula Magna "Elvira Sepe"

19 febbraio 2011. Seconda Festa dell’Itc “Giovanni da Verrazano” di Roma
di Roberto Maurizio

Gli ex alunni indicano la "strada mestra"

Non ho l’età


Gigliola Cinquetti, 1964

Erano passati appena 20 anni dalla Conferenza di Bretton Woods (1944), 19 dalla fine della Seconda Guerra mondiale, quando a Roma nacque l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Giovanni Verrazano”. Era l’anno in cui, dopo il “miracolo ”, apparve la prima “congiuntura economica”: scoppia la prima crisi che provoca la fuga dei capitali all’estero che non provoca solo ristagno, ma quasi un collasso. Nel 1964, Gigliola Cinguetti cantava “non ho l’età”. Era l’anno in cui i contrasti tra i partiti di centrosinistra provocano uno delle più gravi crisi della storia della Repubblica. Si è andati molto vicino al Colpo di Stato, all'arresto dei dissidenti (anche fra le file democristiane) e a una guerra civile nel paese (il Piano Solo).

Anni '60

E' l'anno dove scompare Togliatti il cui testamento politico, "Il memoriale di Yalta", diede un forte impatto emotivo nel paese e nello stesso Pci. Una critica liberante all'interno del partito rispetto all'impostazione trionfalistica dei precedenti anni. E mentre prima alcune frange accusavano il partito di silenzi, anche ora, nonostante l'autocritica non è proprio per nulla diminuita; anzi provocano profonde lacerazioni. Il 1964 è l'anno che sul piano internazionale vi sono due grandi eventi nei due blocchi, l'allontanamento di Kruscev in Urss e gli americani male consigliati che vanno a imbarcarsi in una guerra in Vietnam che durerà quasi dieci anni, senza ottenere nulla, ma solo sdegno in molti paesi, compresi quelli della Nato, come l'Italia; e più tardi anche nella stessa America quando inizieranno i genitori a vedere tornare a casa sempre più numerosi i propri figli dentro le bare, ma anche gli altri non toccati dai lutti nel non vedere alcun risultato, ma solo spese. (In Vietnam - i bombardamenti furono due-tre volte superiori alla seconda guerra mondiale).

Dalla bomba atomica cinese ai topless


Nel 1964, ad ottobre, mentre si aprivano i battenti dell’Istituto ancora senza un nome, si succedono tre notizie che rimescolano tutta la politica mondiale degli anni successivi. La prima, di cui abbiamo già partlato, la liquidazione di Kruscev in Urss, la seconda, l’elezione di Johnson negli Usa e la terza, na nascita della Cina come potenza nucleare. I maoisti che stavano già nascendo in Italia fecero festa cantando "La Cina è vicina, è già in Albania". ricordando così agli italiani che in Albania era stato in visita il primo ministro cinese Chou En Lai. E se la bomba i cinesi la portano in Albania, cosa succede in Italia e in Europa? Questa era l'inquietante domanda che si facevano gli italiani e gli europei. Il 1964, è l'anno dove sul territorio azionale, nonostante tante difficoltà, è quasi terminata la galleria del Monte Bianco; si inaugura l'intera Autostrada del Sole Milano Napoli; entra in funzione la Metropolitana Milanese; inizia il Centro siderurgico di Taranto; il grande banchiere Enrico Cuccia già concepisce la globalizzazione e dà stimolo alla grande concentrazione dell'Italia industrializzata. Il 1964, insomma è l’anno del centrosinistra, dei servizi pubblici, dei sindacati rampanti, dei primi topless. Scandali su tutte le spiagge! Poliziotti e pretori arrestano e processano sia le "svergognate", sia i manichini esposti nei negozi e denuncino negozianti con la motivazione "esposizione di oggetti osceni". Perfino nella liberale Saint Tropez (dove il Topless è stato inaugurato) il sindaco ha minacciato "chiederò che la gendarmeria sorvoli con gli elicotteri gli stabilimenti balneari, ci opporremo con tutti i mezzi" (Com. Ansa del 28 sett, ore 18.47). "Parigi. Con una circolare ai prefetti il Ministro francese dell'Interno ha vietato in tutto il territorio i topless" (ib. 23 luglio, ore 23.26). Una ondata di medioevo stava rispuntando in quei giorni sulle coste marine di tutta Europa.

La filosofia di Holunder


Holunder, il Sambuco cocciuto del Verrazano

Mentre tutto questo succedeva in Italia e nel mondo, nel 1964, nel quartiere di Cinecittà di Roma, veniva aperto il primo istituto superiore del quartiere, che allora sfiorava i 200 mila abitanti (da solo poteva fare una Provincia e non aveva ancora nessuna scuola superiore). Situato a 47 metri sul livello del mare, posizione di coordinate celesti, longitudine, 41 gradi, 51 pri mi e 25 secondi Nord, latitudine, 12 gradi, 34 primi e 19 secondi Est, l’Istituto “Da Verrazano” era stato ideato per ospitare più di 30 aule, esposte a Nord dell’edificio, con grandi finestre situate a Sud dal quale proveniva la luce del Sole; a Sud-Est erano state costruiti i laboratori; ad Ovest, il “centro di comando”: la Presidenza, la Vicepresidenza, la Sala Professori e, in alto, al quinto piano, l’appartamento privato del Preside che offriva una panoramica sulla zona esposta a Sud-Ovest. Altre aule e altri laboratori, nel terzo e quarto piano del Sud Ovest. In pratica, un immenso edificio, che alle 30 aule canoniche del Nord, aggiungeva altre circa 10 aule a Sud Ovest. E poi, al pianterreno, un’immensa Aula Magna (dedicata oggi, alla Professoressa Elvira Sepe), una grande biblioteca che porta il nome della Professoressa Maura Pacini, un’enorme sala ricevimento genitori, uno spazio per la ricreazione e per la colazione degli studenti, uno stanzone di grandi dimensioni per la segreteria didattica. E, infine, una palestra che poteva ospitare tranquillamente 1.000 studenti. Una grande risorsa edilizia gestita dalla Provincia di Roma che, nel turbinio delle scorribande politiche, è stata sempre più abbandonata all’oblio e all’abbandono. L’Istituto, cioè l’edificio, è stato sventrato dalla Provincia negli anni successivi, distruggendo vere e proprie ricchezze e cimeli storici, come la sala “Lingue”, il laboratorio di “Scienze” e quello di “Merceologia”, due “Sale Conferenze”, due aule con le prime macchine contabili Olivetti, le Audit 202 e 402, i Mercator 4000 e 5000, due sale computer, con Ibm a 20 mega di Ram, e una Sala Dattilografia con le macchine per scrivere sempre all’avanguardia, ad esempio Olivetti Lexikon. La Provincia, quindi, ha sempre messo in atto la sua filosofia della distruzione e l’annientamento, come quella praticata contro Holunder. “Stampa, Scuola e Vita” ha dedicato ad Holunder, cioè al sambuco testardo che cresce spontaneamente tra le intercapedini delle fondamento del “Palazzo Verrazano”. L’accanimento teraupedico nei confronti del cocciuto Holunder ormai dura da più di 40 anni. Ogni anno a privamera, la Provincia rade al suolo Holunder che, ineffabilmente, ricresce ad agosto. E’ una lotta che ha sempre visto vincitore Holunder. Ma la Provincia è più testarda di Holunder e, quest’anno, 2010, sembra proprio che ce l’abbia proprio fatta. Le due scale antincendio dell’Aula magna sono state costruite proprio sopra la “casa” di Holunder.


Verrazzano o Verrazano?



Foto di Roberto Maurizio

Ma, torniamo a quel 5 ottobre 1964, lunedì, dopo la Festa Nazionale di San Francesco. Stava nascendo un nuovo Istituto che non aveva ancora un nome. Che fare? A quale personaggio storico dedicare il nascente Istituto, a questa “imponente” struttura? Le “menti eccelse” si misero a lavoro. Si sarebbe potuto chiamare, ad esempio, Pareto. Ma già c’era. Einaudi, ma già c’era. Colombo, ma già c’era. Cavour, ma già c’era. Non si sa a chi venne in mente di ripescare un nome che non aveva niente a che fare con la Ragioneria o con i Geometri. Si poteva chiamare Fra’ Paciolo, l’”inventore” della Ragioneria, ma faceva molto Vaticano! Allora decisero di dedicare questa struttura a Giovanni Da Verrazzano. Il primo problema che si pose ai “soloni”, ma come si scrive Verrazano? Con una o due zeta? Gli americani, che hanno appena 300 anni di storia e di cultura lo scrivono con una sola zeta. Del resto, il Da Verrazzano era analfabeta e si firmava con una sola zeta. Del Da Verrazano con una o con due zeta non si sa né quando sia nato, né quando sia morto e nemmeno come sia morto. Insomma, quel nome venne appiccicato proprio a quella struttura scolastica che, come il Da Verrazano storico, avrebbe avuto belli e cattivi tempi. In modo amichevole, l’Istituto venne chiamato, in seguito, semplicemente Verrazano, con una zeta, senza il Da, che doveva essere con la D maiuscola perché Giovanni non era un nobile. Anche di Cristoforo Colombo non si conosce esattamente la data di nascita (tra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451), ma, perlomeno sono note le date della sua “scoperta” dell’America (12 ottobre 1942) e della sua morte (20 maggio 1506).



Omen nomen



Foto di Roberto Maurizio

Il nome di un personaggio come il Da Verrazzano era proprio appropriato al nascente Istituto (omen nomen), che si sarebbe imbattuto tra i violenti flutti di tempeste “scolastiche” che avrebbero visto come i marinai tra i flutti perigliosi del mare aperto, sia i docenti, sia i non docenti, sia gli alunni. I fasti dell’Istituto con più di 2.000 studenti negli anni ’70 e ’80, con doppi e tripli turni, si mescolarono ad una discesa di iscrizione incessante, fino ad arrivare a poco più di 100. Il corso serale, Igea e Programmatori, negli anni ’90 ha rigenerato la scuola che è diventata una tra le più qualificate strutture in questo contesto. Il serale del Verrazano viene inviato e copiato in tutte le regioni italiane. Anche l’Europa sta monitorando il “fenomeno” serale del Verrazano.


Per grazia ricevuta


Fulvio (foto di Roberto Maurizio)

Ieri sera, dopo 15 anni, la classe 5A 1994-1995, ha deciso di passare a salutare l’Istituto, incontrandosi davanti ai cancelli chiusi della scuola con due ex insegnanti e con due bidelli (sarebbe più corretto chiamarli “non docenti”). Ma, Mariano e Fulvio sono veramente fieri di essere chiamati bidelli. Il ruolo dei “bidelli” e delle “bidelle” è fondamentale nella crescita “culturale” e scolastica degli studenti e delle studentesse. Fra di loro, studenti e bidelli, si instaura una specie di “società solidaristica di persone” che ha come “mission” fondamentale la lotta contro il despotismo degli insegnanti che pretendono perfino di interrogare e di far fare i compiti in classe e a casa, ai poveri alunni. Questo obiettivo è stato pienamente raggiunto tra bidelli e studenti del Verrazano. Dopo la foto di rito, il piccolo gruppo si sposta, come da prassi consolidata, davanti ad una “pizza”. Come al solito, la nostalgia e i rimpianti prendono il sopravvento. Non si fa altro che parlare del passato, dell’Esame di Stato 1995, del compito di Tecnica bancaria che nessuno è riuscito a farlo completamente in tutte le scuole d’Italia. Solo al Verrazano, “per grazia ricevuta”, il compito venne “steso” e portate a termine. La Professoressa Sepe era “il membro interno” della Quinta A e il sottoscritto della Quinta C. L’Italia è un buffo paese fondato sul “riformismo”.



Obiettivo raggiunto


Mariano (foto di Roberto Maurizio)

Quell’anno, il 1995, era proprio l’ultimo anno prima della prima riforma degli esami di licenza superiore, che da Maturità diventano di Stato, e il Ministero da Pubblico, diventa solo Ministero con o senza Ricerca e senza pubblico. Il Miur non è l’acronimo di Ministero dell’Istruzione per l’Università e la Ricerca. Diventa quasi un mostro: il “mostro Miur”, possibile cattivo nei cartoni animati di Viale Trastevere. La Riforma Gentile è un sogno. Chiunque, si sia cimentato a dare un impulso alla scuola italiane nel secondo dopoguerra è rimasto tritato nella macchina orrenda della burocrazia. Oggi, come durante tutto il periodo del dopo guerra, tutti coloro che hanno messo le mani sulla Pubblica Istruzione se le sono ritrovate infangate e irretite dalla burocrazia. Il Preside Scipioni, del Verrazano, aveva trovato la soluzione per la scuola italiana: “obiettivo raggiunto”. Ad ogni persona, studente, non docente, docente, dirigente veniva assegnato un compito che doveva essere raggiunto. Se non la raggiungevi eri sottoposto alla gogna mediatica. Oggi, non si fa altro che parlare dei meriti, delle eccellenze. E’ proprio la Professoressa Sepe che seppe raggiungere l’eccellenza. Con una grinta da leonessa, dopo aver “spremuto” gli alunni per tutto l’anno, difendeva i suoi “cuccioli”. Fu così che nel 1995, si adoperò la Professoressa alla quale l’Istituto ha dedicato l’Aula Magna. Un “membro interno” contro sei esterni. La leonessa “aggredita” dagli sciacalli esterni seppe portare a termine il suo obiettivo. Mi ricordo ancora il suo sguardo imperterrito tra leonessa africana ferita e tonno impigliato tra le reti dei pescatori di Mazzara del Vallo. Le sue parole, mai superflue, due e non più di una. La fine degli scrutini. La vittoria conquistata sul campo. Ecco, in breve, il racconto di una vita durata troppo poco a discapito di tutti gli studenti italiani. Non è vero che attualmente non esistano insegnati come la Professoressa Sepe. Anzi, le giovani leve si rifanno sempre ai suoi insegnamenti. Chi sta con i giovani rimane giovane. E la gioventù, volendo o non, è cultura.


The show must go on. 19 febbraio 2011


La Quinta A 1994-95, Prof.ssa Cinti, Mariano e Fulvio (foto di Roberto Maurizio)

Durante la “festa” alunni, bidelli e professori del Verrazano, purtroppo, non mancano le lacrime, appena accennate, per la scomparsa prematura di questa o di quel professore. “The show must go on”. Così, il piccolo drappello del Verrazano decide di trovare uno spunto per poter chiamare a raccolta tutti gli ex alunni, i docenti e i non docenti che hanno “lavorato” presso un Istituto che ha fatto la storia di Cinecittà. Il gruppo, prima di salutarsi, torna sul “luogo del passato” e, dopo le ultime istantanee, si danno appuntamento per un nuovo “Grande Raduno” del Verrazano. C’è solo da decidere la data. Da una veloce analisi su Internet, scopro, a tarda notte, che, come dicevo prima, Giovanni Da Verrazzano, non ha date specifiche, se non quella del 24 febbraio 1524. “
La Quinta A 1994-1995, la Prof.ssa Cinti, il Prof. Maurizio, Fulvio e Mariano (un'infiltrata della Quinta C, la favolosa Quinta C 1994.1995)

Partimmo il 17 gennaio 1524 da Deserta (Ilhas Desertas)”, sostiene Giovanni Da Verrazzano in uno dei suoi pochi appunti. “Un isolotto disabitato situato nei pressi dell'isola di Madera, con la Dalfina e un equipaggio di cinquanta uomini. Avevamo viveri, armi e altri strumenti bellici e munizioni navali per resistere otto mesi. Prendemmo la rotta di ponente (ovest) con un leggero e soave vento che soffiava da levante (est) e percorremmo ottocento leghe (circa 4800 chilometri) in soli venticinque giorni. Il 24 febbraio, verso le ore 16, c'imbattemmo in una tempesta tanto violenta che credo nessun marinaio ne abbia mai vista una simile. Solo con l'aiuto divino e grazie alla solidità della nave dal nome glorioso e dal destino fortunato e capace di resistere all'urto possente delle onde, riuscimmo a salvarci”.

Il Secondo Grande Raduno degli ex alunni del Verrazano


Quinta A (a sinistra), Quinta C (a destra), foto di Roberto Maurizio


La data da “festeggiare” è certa: 24 febbraio. Solo che il 24 gennaio 2011 è giovedì. Allora, il Comitato promotore (i professori Cinti e Maurizio, i bidelli, Fulvio e Mariano, gli alunni, Cristina, Stella, Alessia, Roberta, Antonio, Alessio, Mirko, Christian, Manuel e Marco) hanno deciso, all’unanimità, di far svolgere la Seconda Grande Festa del Verrazano, sabato, 19 febbraio 2011, in “Aula Magna, Elvira Sepe” (ovviamente, dopo le autorizzazioni di rito da parte del Consiglio d’Istituto). Le adesioni si raccolgono su Facebook: Gruppo “Seconda Grande Festa del Verrazano. 19 febbraio 2011. Aula Magna “Elvira Sepe”.