8 giugno 2010

Il calcio africano nella Coppa del Mondo Fifa 2010

L’Africa nel pallone

di Roberto Maurizio



Maschere o nuovi attori?


Dall’11 giugno all’11 luglio prossimi, l’attenzione del mondo intero sarà catturata dal Mondiale di Calcio 2010 del Sudafrica. 32 squadre nazionali “lotteranno” per conquistare l’ambito trofeo alla sua diciannovesima edizione. Alle qualificazione del Campionato mondiale di calcio 2010 o Coppa del Mondo Fifa del 2010 (in lingua inglese FIFA World Cup 2010 e in linua afrikaans Fifa Sokker-Wêreldbekertoernooi in 2010), noto anche come Sudafrica 2010, avevano partecipato ben 204 squadre. Dopo una dura selezione, sono rimaste solo 32 nazionali di calcio a competersi la Coppa del Mondo: 13 europee, 8 americane, 3 asiatiche e 2 oceaniche e 6 africane: Algeria, Camerun, Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e Sudafrica. L’Europa, continente sul quale è nato questo sport, ha fatto la parte del leone. Tutti gli “sportivi” (o meglio “gli appassionati” di calcio) conoscono, per filo e per segno, le squadre europee ed delle Due Americhe. Lontanissime, appaiono quelle asiatiche (tra le quali emergono le due Coree, quella del Nord e quella del Sud), per non parlare di quelle del continente oceanico. Ma anche l’Africa, anche se molto vicina all’Europa, è poco conosciuta. In Italia sono assai noti nomi, come Eto’o, Song, Nguemo, Webo, Dgrongba, Toure, Parka, Meghni, Muntari, Appiah, solo per citarne alcuni, ma pochi sanno della loro nazionalità e della squadra nazionale di appartenenza. “Stampa, Scuola e Vita”, con questo articolo, vuole rendere omaggio a tutta l’Africa, quella del Nord, rappresentata dall’Algeria, quella del Sud, dal Sudafrica, quella del Continente Nero, francofona, Costa d’Avorio e Camerun (in realtà, anche un po’ anglofona), e l’anglofona, Nigeria. In ordine alfabetico, presentiamo i sei “squadroni” africani che durante le altre Coppe del Mondo hanno fatto tremare la blasonata e veterana Europa e potenze “distruttive” come Brasile e Argentina. Nell’imminente Sudafrica 2010, come si comporteranno le sei squadre africane? Come maschere del tempo che fu, o nuovi attori?


Algeria. Le volpi del deserto




Dopo l’exploit degli anni ‘80 con due partecipazioni di fila ai Mondiali (eliminazione, in entrambi i casi, al primo turno sia in Spagna che in Messico) e il coronamento del buon lavoro fatto nel 1990 col trionfo in Coppa d’Africa (ad oggi unico trofeo in bacheca), l’Algeria, Les Fennecs, a distanza di 24 anni si riaffaccia sul palcoscenico internazionale e lo fa con tantissimi punti interrogativi. Che figura farà questa squadra? Difficile rispondere a questa domanda, molto più certa la garanzia di una guida solida: già, perché il ct Rabah Saadane è proprio quello di 28 e 24 anni fa, insomma, una istituzione che non a caso prese nuovamente le redini dei magrebini li ha spediti, seppur a fatica, in Sudafrica. Il suo è un calcio abbastanza semplice, si serve del fidato 4-4-2 e fa affidamento su una difesa solida e arcigna; proprio la componente fisica potrà essere l’arma in più di questa selezione, molto potente e in ogni modo imprevedibile. Anche perché nel sangue dei giocatori algerini molto spesso scorre sangue francese, insomma la tradizione calcistica c’è: ben la metà dei componenti della rosa è nata in Francia e il difensore Antar Yahia (colonna del Bochum, ma anche un anno nella Primavera dell’Inter) giocò coi “Blues” nelle squadre giovanili, salvo poi appellarsi a dei cavilli per difendere i colori delle “Volpi del Deserto” (stesso discorso per Medjani, addirittura in passato capitano della Francia under 21). Non ci sarà Meghni, l’incompiuta mezzapunta della Lazio che comunque nell’Algeria non sfigurava di certo; per lui fatale l’infiammazione al tendine rotuleo che lo affligge da tempo, il Ct, Rabah Saadane, non l’ha voluto rischiare. In compenso in attacco figureranno il generoso Ghezzal, che a Siena non ha mai deluso in quanto a impegno, e Raifi dell’Istres, squadra francese; ma come dicevamo prima è la difesa la base su cui puntano gli algerini col già citato Yahia (eroe perché autore del gol qualificazione ai danni dell’Egitto) e Bougherra dei Rangers; al centro del campo poi il capitano Mansouri cercherà di accordare l’orchestra, aiutato dall’estro di Ziani. L’Algeria giocherà contro l’Inghilterra, Stati Uniti e Slovenia nel Girone C.


La squadra algerina




Portieri: Fawzi Chouachi (Es Setif), Lounes Gaouaoui (Aso Chlef), Mohamed Lamine Zemmamouche (Mc Algeri), M'bohi Rais Ouheb (Slavia Sofia)
Difensori: Laifaoui Abdelkader (Es Setif), Madjid Bougherra (Glasgow Rangers), Carl Medjani (Ajaccio), Rafik Halliche (Nacional Madeira), Anther Yahia (Bochum), Habib Bela‹d (Boulogne), Nadir Belhadj (Portsmouth), Djamel Mesbah (Lecce). Riserva: Mohamed Meftah (Js Kabylie).
Centrocampisti: Hassan Yebda (Portsmouth), Mehdi Lacen (Santander), Yazid Mansouri (Lorient), Adlane Guedioura (Wolverhampton), Riad Boudebouz (Sochaux), Djamel Abdoun (Nantes), Fouad Kadir (Valenciennes), Mourad Meghni (Lazio), Karim Ziani (Wolfsburg), Karim Matmour (Borussia Moenchengladbach).
Riserve: Lazhar Hadj Aissa, Hocine Metref, Khaled Lemmouchia (Es Setif), Amri Chadli (Kaiserslautern).
Attaccanti: Abdelkader Ghezzal (Siena), Rafik Djebbour (Aek Atene), Rafik Sa‹fi (Istres).


Camerun. I Leoni indomabili


Samuel Eto'o

Il Camerun è di gran lunga la squadra con il miglior pedigree nel continente africano, sono stati i primi a raggiungere i quarti di finale in un mondiale. Era il 1990, gli africani sorpresero tutti battendo nella partita inaugurale del torneo i campioni del mondo dell’Argetnina, poi furono eliminati ad un passo dalla semifinale, non senza fatica, dall’Inghilterra. Dopo quell’exploit però i Leoni Indomabili non sono riusciti a ripetersi, anzi non hanno mai superato il primo turno riuscendo a vincere soltanto una delle nove partite disputate. Il loro record è stato poi eguagliato dal Senegal nel 2002. Dopo la mancata qualificazione nel 2006 il Camerun si presenta in Sudafrica con una rosa molto competitiva, la guida è stata affidata a qualificazioni in corso al francese Paul Le Guen, il tecnico che negli anni ha legato il suo nome ai trionfi in patria del Lione. La stella assoluta, nonostante nella sua prima stagione all’Inter sia stato meno travolgente dei tempi del Barcellona, è sicuramente Samuel Eto’o, d’altra parte sono suoi la maggior parte dei gol segnati nella fase di qualificazione. Al suo fianco non mancano però giocatori di assoluta qualità, a partire dal suo compagno di reparto Pierre Webo che ha fatto benissimo quest’anno in Spagna con la maglia del Mallorca. Un altro nome da segnarsi è quello di Alexander Song, giocatore che ha messo in mostra una notevole crescita personale nella sua ultima stagione all’Arsenal. In generale, la linea di centrocampo è ben assortita, Jean Makoun e Eyong Enoh hanno esperienza internazionale e piedi buoni. Il veterano della squadra è Rigobert Song, in Italia vestì la maglia della Salernitana, in difesa riesce ancora ad essere molto valido. L’omonimia con Alexander non è casuale, il giovane Gunner è infatti suo nipote. Tra i pali l’esperto Idriss Carlos Kameni, il pacchetto arretrato camerunese ha concesso soltanto quattro gol in tutta la fase di qualificazione, una garanzia. La Nazionale di calcio camerunense, i cui giocatori sono noti con il nome di Leoni Indomabili, è la squadra di calcio che rappresenta il Camerun ed è posta sotto l'egida della propria federazione. Il Camerun è storicamente una delle nazionali più forti dell'Africa. Ha vinto 4 volte la Coppa d’Africa (1984, 1988, 2000, 2003), un oro olimpico nel 2000 (unica africana insieme alla Nigeria) e conta 6 partecipazioni ai mondiali, record continentale. La Nazionale camerunense del 1990 è stata la prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale di Coppa del Mondo, eguagliata poi dal Senegal del 2002, nessuno ha fatto meglio. Nel 2003 i leoni raggiunsero la finale di Confederations Cup, dove furono sconfitti dalla Francia solo al golden goal. Anche in questa competizione il Camerun è la compagine africana che ha fatto più strada. Inoltre è la Nazionale che vanta il maggior numero di Palloni dOro Africani vinti, ben 10 (3 Eto’o, 2 Milla e N’Kono, 1 Onguene, Abega e Mboma), con un grande vantaggio su Ghana (6) e Nigeria (5), un dato che dimostra la grande tradizione del calcio camerunense. Il Camerun può inoltre vantare il Calciatore africano del secolo Roger Milla, eletto dalla Caf, l'organismo ufficiale africano; il miglior marcatore della storia della Coppa d’Africa, Samuel Eto’o, e il recordman assoluto di presenze del torneo Rigobert Song. «La differenza tra le altre squadre africane e noi è la nostra mentalità e lo spirito di combattenti che abita in noi, lo stesso del nostro simbolo, il leone». Il primo mondiale disputato dal Camerun è stato quello di Spagna 82, dove i leoni furono eliminati senza perdere nemmeno una partita: 3 pareggi tra cui quello con l'Italia futura campione del mondo rendono il paese africano un imbattuto in Coppa del Mondo fino al 1990, per 8 anni restò l'unica squadra mai sconfitta nella sua storia nel mondiale. In Italia nel 1990, i leoni vinsero all'esordio con l'Argentina campione del mondo di Maradona per 1-0 con rete di Omam-Biyk, poi trascinati da Roger Milla con 4 gol arrivarono sino ai quarti, eliminati dall'Inghilterra che trionfò solo ai tempi supplementari per 3-2, dopo che il Camerun fu addirittura in vantaggio per 2-1, ma con 2 calci di rigore l'Inghilterra pareggiò e poi vinse; questo risultato è tuttora il migliore di una nazione africana ai mondiali a pari del Senegal nel 2002. La maglietta del Camerun, nel 2009 è stata realizzata dalla Puma: il tessuto è aderente come nel 2004, ma le novità sono il nuovo logo e un nuovo disegno stilizzato del leone sul cuore, ma soprattutto tra la spalla destra e il petto, è disegnato di sfondo un grosso viso del leone, in un'altra tipologia differente da quella classica e da quella stilizzata presente sul cuore. La seconda maglia invece è di color giallo con righe verticali sottilissime di color rosso. Il Camerun è inserito nel Gruppo E con Olanda, Danimarca e Giappone. L'esordio è con gli asiatici il 14 giugno a Bloemfontein, poi c'è la sfida a Pretoria con i danesi il 19 giugno e infine il 24 giugno a Città del Capo lo scontro con l'Olanda, una delle favorite per la vittoria finale. In caso di passaggio del turno c'è prima il gruppo dell'Italia, e poi ai quarti ci sarebbero quasi sicuramente una tra Brasile, Spagna, Portogallo o Costa d’Avorio.


La squadra del Camerun



Portieri: Hamidou Souleymanou (Kayserispor), Idriss Carlos Kameni (Espanyol Barcelona), Guy Roland Ndy Assembe (Valenciennes);
Difensori: Benoit Assou-Ekotto (Tottenham Hotspur), Sebastien Bassong (Tottenham Hotspur), Gaetan Bong (Valenciennes), Aurelien Chedjou (Lille), Geremi Njitap (Ankaragucu), Stephane Mbia (Olympique Marsiglia), Nicolas Nkoulou (Monaco), Rigobert Song (Trabzonspor);
Centrocampisti: Enoh Eyong Tarkang (Ajax), Jean II Makoun (Olympique Lione), Georges Mandjeck ( Kaiserslautern), Joel Matip (Schalke 04), Landry Nguemo (Celtic Glasgow), Alexandre Song (Arsenal);
Attaccanti: Vincent Aboubakar (Coton Sport de Garoua), Eric Choupo- Moting (Norimberga), Achille Emana (Betis Siviglia), Samuel Eto’o (Inter), Mohamadou Idrissou (Friburgo), Pierre Webo (Mallorca).


Costa d’Avorio. Gli Elefanti

Didier Drogba

La Costa d’Avorio si presenta per la seconda volta nella sua storia ai mondiali. La prima apparizione risale all’edizione di quattro anni fa in Germania, gli africani, in quel caso, finirono in un girone infernale con Argentina, Olanda e Serbia e Montenegro, persero per 2-1 contro sudamericani e olandesi, ma riuscirono a centrare la loro prima vittoria in un mondiale nell’ultima partita contro gli ex iugoslavi rimontando l’iniziale svantaggio per 2-0 e vincendo per 3-2. Anche in questa circostanza non sono stati fortunati con i sorteggi, il loro girone in Sudafrica è uno dei più difficili e sulla loro strada troveranno come avversari il Brasile e il Portogallo. A guidare quella che è ritenuta una delle potenze del calcio africano c’è Sven Goran Eriksson, un allenatore esperto e abile nel gestire giocatori di prima grandezza, anche se i precedenti dello svedese come commissario tecnico non sono eccelsi, fallimentari sono stati infatti i suoi anni alla guida di Inghilterra e Messico. Il destino della Costa d’Avorio dipenderà dalla presenza di Didier Drogba, la stella del Chelsea è una sorta di eroe nazionale nel suo paese, che ha rimediato una frattura all’avambraccio in amichevole. Purtroppo la sua presenza è a rischio anche se per il momento si è scelto di aspettare prima di sostituirlo, il giocatore è stato già sottoposto ad un intervento e spera di riuscire a recuperare in tempo per l’esordio del 15 giugno contro i lusitani, se non dovesse farcela è pronto a sostituirlo Bakari Koné. Ma gli “Elefanti” non sono solo Drogba, sono molti i giocatori che militano in Europa, alcuni dei quali sono vere e proprie stelle. Nel Chelsea gioca anche Salomon Kalou che con il suo compagno di squadra forma un reparto offensivo di tutto rispetto. Il centrocampo invece è composto da due giocatori che vengono dalla Liga, Yaya Touré e Didier Zokora sono una coppia molto solida e anche in questo caso non manca certo l’esperienza. Ma la Costa d’Avorio può vantare anche una delle difese più forti del continente africano, Arthur Boka, Emmanuel Eboué e Kolo Touré costituiscono una garanzia. L’unico punto debole è forse il portiere, Boubacar Barry gioca in Belgio con il Lokeren ma non è considerato uno dei più affidabili nel suo ruolo. La nazionale ivoriana esordì contro la vicina rappresentativa del Dahomey, oggi noto come Benin, nel 1960 con una vittoria per 3-2. Da allora la nazionale si inserì bene nel panorama calcistico africano potendo contare su un buon parco giocatori, ma i risultati non furono brillanti: gli Elefanti in trent'anni raggiunsero al massimo qualche semifinale in Coppa d'Africa. Più precisamente, raggiunsero due volte il terzo posto e una volta il quarto nel periodo tra il 1965 ed il 1970, entrando poi in un lungo periodo di crisi fino al 1986, quando tornarono sul podio. È durante la Coppa d’Africa nel 1992 che la nazionale ivoriana centra il primo ed unico trofeo della sua storia. Inserita in girone coi detentori del titolo algerini, la Costa d'Avorio esordisce proprio contro loro battendoli con un netto 3-0, mentre un successivo e tranquillo pareggio col Congo gli garantisce il passaggio del gruppo. Nella fase ad eliminazione diretta gli ivoriani si impongono sullo Zambia per 1-0 e, successivamente, ai rigori contro il favorito Camerun. Approdano così per la prima volta in finale contro il Ghana, battuto ai calci di rigore nella finale giocata allo Stadiio dell’Amicizia diDakar, in Senegal dopo un estenuante 11-10 dal dischetto. L'8 ottobre 2005, però, la squadra ha fatto di meglio, qualificandosi per la prima volta nella sua storia alla fase finale di un Mondiale. Nella Coppa d’Africa 2006 giocata in Egitto, la Costa d'Avorio ha conquistato il secondo posto alle spalle dei padroni di casa, che ha sconfitto gli ivoriani per 4-2 dopo i calci di rigore nella finale del 10 febbraio 2006 disputata al Cairo. Nella Coppa d'Africa 2008 giocata in Ghana, è stata eliminata in semifinale dopo la sconfitta contro l'Egitto per 4-1, in una riedizione della finale di due anni prima. Il 9 ottobre 2009 si qualifica al Mondiale 2010 in Sudafrica, gli Elefanti saranno in girone con Brasile, Portogallo e Corea del Nord; ancora una volta l'urna è stata davvero sfortunata, e si può dire con sicurezza che come 4 anni prima quello della Costa d'Avorio è il girone più duro. A 3 mesi dai mondiali, il 27 febbraio 2010, viene esonerato il Ct Vahid Halilhodžić. Al suo posto viene chiamato Philippe Troussier che torna così alla guida della nazionale a distanza di 16 anni, ma viene allontanato dopo un solo mese per essere sostituito da Sven-Goran Eriksson.


La squadra della Costa d’Avorio



Portieri: Boubacar Barry (Lokeren), Aristides Zogbo (Maccabi Netanya), Daniel Yeboah (Abidjan);
Difensori: Souleymane Bamba (Hibernian), Arthur Boka (Stoccarda), Guy Demel (Amburgo), Emmanuel Eboue (Arsenal), Steve Gohouri (Wigan Athletic), Siaka Tiene (Valenciennes), Kolo Toure (Manchester City), Benjamin Brou Angoua (Valenciennes);
Centrocampisti: Jean-Jacques Gosso Gosso (Monaco), Abdelkader Keita (Galatasaray), Emmanuel Kone (International Curtea Arges), Gervais Yao Kouassi (Lilla), Christian Koffi Ndri (Siviglia), Cheik Ismael Tiote (Twente), Yaya Toure (Barcellona), Didier Zokora (Siviglia);
Attaccanti: Aruna Dindane (Lekhwiya), Seydou Doumbia (Young Boys Berna), Didier Drogba (Chelsea), Salomon Kalou (Chelsea).


Ghana. Le Stelle Nere




La Nazionale di calcio ghanese, conosciuta come la squadra delle Stelle Nere o il Brasile d'Africa, è la rappresentativa calcistica nazionale del Ghana ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica ghanese. È considerata una delle squadre africane più forti e può vantare in bacheca ben 4 vittorie in Coppa d'Africa (1963, 1965, 1978, 1982). Malgrado non si sia qualificata mai ad un Mondiale prima di Germania 2006, il Ghana vanta un grande prestigio a livello giovanile, avendo vinto il Campionato mondiale Under-17 per due volte ed essendosi classificata seconda per altre due volte nella stessa competizione. Nella Coppa d'Africa 2006 la squadra ha però deluso, venendo eliminata al primo turno. Alla sua prima partecipazione ad un Mondiale, Germania 2006, è stata eliminata agli ottavi di finale. Inserita nel Girone E con Italia, Stati Uniti e Repubblica Ceca, ha perso per 2-0 la prima partita contro l'Italia, mentre nella seconda ha battuto 2-0 la Repubblica Ceca. Nell'ultima partita del girone ha superato gli Stati Uniti per 2-1, conquistando una storica qualificazione agli ottavi da seconda classificata alle spalle dell'Italia. Il Brasile, però, è prevalso sui ghanesi, sconfiggendoli per 3-0. Ha disputato in casa la Coppa d'Africa 2008, dove ha raggiunto la semifinale e nella corsa per Sudafrica 2010 è stata la prima squadra africana, escluso il Sudafrica qualificato già d'ufficio, a qualificarsi con due turni d'anticipo eliminando le più deboli Mali, Benin e Sudan. Attualmente i giocatori più validi della squadra sono il difensore Samuel Kuffour, i centrocampisti Junior Agogo, Stephen Appiah, Michael Essien e Sulley Ali Muntari e l'attaccante Asamoah Gyan. A differenza di altre squadre dell'Africa nera (quindi escluso il Maghreb) che usano spesso e volentieri i colori delle proprie bandiere e, in genere, i colori panafricani o comunque divise molto vistose, la nazionale ghanese scende in campo con una divisa completamente bianca con bordi neri. In realtà questa scelta cromatica non è stata sempre univoca, essendo stata adottata da non molto tempo. In particolare il Ghana negli anni precedenti e comunque fino alla metà degli anni 1990 vestiva sgargianti divise richiamanti la bandiera nazionale, in genere gialle col rosso e verde ben marcati. Divisa emblematica è quella utilizzati tra gli anni 60 e 70, composta da strisce verticali giallo-verdi e spalle rosse. Simbolo di una certa continuità è la stella nera, presente nella bandiera proprio al centro e stemma primordiale della nazionale sul petto. Adottato in seguito lo stemma della federazione, la stella é sempre e comunque, magari in minor parte, comparsa sulle maglie. Attualmente è posta in traslucenza su una spalla. Il Ghana fa parte del Girone D con Germania, Australia e Serbia. L’allenatore è Milovan Rajevac, dall’agosto 2008, quando è subentrato a Sellas Tetteh, che aveva disputato le prime 4 gare di qualificazione a Sudafrica 2010. Rajevac vanta trascorsi da giocatore con le maglie di Borac Cacak, Stella Rossa Belgrado, Vojvodina e Sloboda. Intrapresa la carriera tecnica a partire dal 2004, guida per prima la Stella Rossa (con cui vince campionato e coppa nazionale); nel 2006/07 passa alla Vojvodina, nel 2007/08 guida il Borac, prima di essere chiamato dalla federazione ghanese per assumere le redini della selezione africana verso il Mondiale 2010.


Balotelli. Stella Nera ghanese



Oltre al famosissimo, Stephen Appiah (Accra, 24 dicembre 1980) centrocampista capitano della Nazionale di calcio del Ghana, un altro celeberrimo giocatore ghanese è conosciuto in Italia: Balotelli Mario. L’attuale “discusso” calciatore dell’Inter, nasce a Palermo il 12 agosto 1990 nel quartiere di Borgo Nuovo, da Thomas e Rose Barwuah, immigrati ghanesi. I genitori si trasferiscono nel comune bresciano di Bagnolo Mella, e di fatto abbandonano il figlio in ospedale; sarà il personale medico a dover accudire Mario fino all'età di circa 2 anni. Nel 1993 è affidato dal tribunale per i minorenni alla famiglia Balotelli di Concesio, dove cresce insieme ai tre figli della coppia (due maschi e una femmina). I due fratelli maggiori di Mario (Giovanni e Corrado) aiutano i genitori a prendersi cura di lui, e lo seguono nella sua attività di calciatore diventando i suoi procuratori. In base alla legge n. 91 del 5 febbraio 1992, Balotelli ha dovuto attendere il compimento del 18° anno di età per poter ottenere la cittadinanza italiana, in quanto il suo affido non era stato convertito in adozione. Il 13 agosto 2008, in una cerimonia ufficiale, il Sindaco di Concesio gli ha consegnato la carta d'identità italiana.


La squadra del Ghana


Portieri: Richard Kingson (Wigan Athletic/Ing); Daniel Adjei (Liberty Professionals); Stephen Adams (Aduana Stars).
Difensori: John Mensah (Sunderland/Ingh); John Pantsil (Fulham/Ing); Eric Addo (Roda/Ola); Hans Sarpei (Bayer Leverkusen/Ger); Samuel Inkoom (Basilea/Svi); Isaac Vorsah (Hoffenheim/Ger); Lee Addy (Bechem Chelsea).
Centrocampisti: Anthony Annan (Rosenborg/Nor); Sulley Muntari (Inter/Ita); Laryea Kingston (Hearts of Midlothian/Sco); Kwadwo Asamoah (Udinese/Ita); Andrè Ayew (Arles Avignone/Fra); Emmanuel Agyemang-Badu (Udinese/Ita); Kevin-Prince Boateng (Portsmouth/Ingh).
Attaccanti: Matthew Amoah (Nac Breda/Ola); Asamoah Gyan (Rennes/Fra); Dominic Adiyiah (Milan/Ita); Prince Tagoe (Hoffernheim/Ger); Derek Boateng (Getafe/Spa).



Nigeria. Le Super Aquile




La Nazionale di calcio della Nigeria, i cui componenti sono soprannominati le Super Aquile, è la rappresentativa calcistica della Nigeria ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica nigeriana. Tradizionalmente è una delle Nazionali africane più forti e può vantarsi della conquista di due edizioni della Coppa d'Africa (1980 e 1994), di un oro olimpico (nel 1996) e di un argento (nel 2008). Nelle qualificazioni per il Mondiali 2010 nella seconda fase la Nigeria è in girone con Tunisia, Kenya e Mozambico. Nelle prime 2 giornate la Nigeria batte il Kenya 3-0, con Obinna che firma una doppietta, e pareggia in Mozambico, poi c'è il doppio scontro con la Tunisia, e in emtrambe le occasioni finisce in parità, 0-0 in Tunisia e 2-2 in Nigeria con il pareggio ospite beffardo al 89° con Darraji; dopo 4 turni la Tunisia ha quindi 8 punti, le super-aquile sono solo a 6, poi Mozambico a 4 e Kenya a 3. Il quinto turno la Tunisia vince 1-0 con il Kenya, in contemporanea la Nigeria in casa col Mozambico non riesce a trovare il gol della speranza, un pareggio manderebbe la Tunisia già in Sudafrica; mentre i tunisini già stanno festeggiando la qualificazione, al 93° minuto in pieno recupero, Obinna segna la rete della vittoria che tiene in vita la Nigeria e rimanda tutto all'ultimo turno, anche se rimane difficilissima la strada verso il Mondiale per le super-aquile. Il 14 novembre la Nigeria è in Kenya, che vuole la vittoria per andare almeno in Coppa d'Africa, Oliech al 16° porta in vantaggio il Kenya, il mondiale è sempre più lontano, la Tunisia intanto è sullo 0-0 in Mozambico; nel secondo tempo entra Martins lasciato inizialmente in panchina e tra il 62° e il 65° la partita si ribalta, prima segna proprio Martins, poi Yakubu, ma per andare al Mondiale deve perdere anche la Tunisia, che invece è sempre sul pari. Al 79° il Kenya pareggia spinto dai suoi tifosi con una rete di Wanga e per la Nigeria sembra ancora finita, ma ancora una volta Martins trascina i suoi e riporta in vantaggio la Nigeria all'83° minuto, e poco dopo avviene l'epilogo incredibile: In Mozambico la Tunisia già al Mondiale si fa beffare e subisce gol da Dàrio, che regala quindi la qualificazione alla Nigeria.Per la Nigeria è il quarto mondiale assoluto (eguagliata la Tunisia), e il ritorno dopo la delusione del 2006. I capocannonieri nelle qualificazioni con 3 reti sono stati Obinna e Uche, hanno segnato invece 2 reti Yakubu, Martins, Yobo e Odemwingie. Ai mondiali in Sudafrica i nigeriani, inseriti nel gruppo B e guidati da Lars Lagerbäck, incontreranno Argentina, Corea del Sud e Grecia. Il Ct è Lars Lagerback, 61 anni, alla guida della Nigeria da marzo. Alla Svezia tra il 2000 e il 2009, ha portato la sua nazionale alla qualificazione a due mondiali. La stella delle Super Aquile è Obafemi Martins, ex promessa dell’Inter, maturato in Premier League al Newcastle e in Bundesliga al Wolfsburg: ha l’obiettivo di trascinare la sua nazionale almeno fino ai quarti, cercando di centrare il miglior risultato nella loro storia.


La squadra della Nigeria




Portieri: Vincent Enyeama (Hapoel Tel Aviv), Dele Aiyenugba (Bnei Yehuda), Austin Ejide (Hapoel Petah Tikva).
Difensori: Taye Taiwo (Olympique Marsiglia), Elderson Echiejile (Rennes), Chidi Odiah (CSKA Mosca), Joseph Yobo (Everton), Daniel Shittu (Bolton Wanderers), Ayodele Adeleye (Sparta Rotterdam), Rabiu Afolabi (Salisburgo).
Centrocampisti: Kalu Uche (Almeria), Dickson Etuhu (Fulham), John Obi Mikel (Chelsea), Sani Kaita (Alaniya), Haruna Lukman (Monaco), Yusuf Ayila (Dynamo Kiev).
Attaccanti: Yakubu Aiyegbeni (Everton), Chinedu Obasi (Hoffenheim), Nwankwo Kanu (Portsmouth), John Utaka (Portsmouth), Obafemi Martins (Wolfsburg), Obinna Nsofor (Malaga), Osaze Odemwingie (Lokomotiv Mosca).


Sudafrica. Bafana Bafana

Matthew Booth, il gigante buono

I Bafana Bafana, come vengono chiamati i giocatori della squadra sudafricana, che in lingua zulu significa “i nostri ragazzi”, avranno l’onore e l’onere di essere la prima nazionale africana a disputare un mondiale di calcio da padrone di casa. Per prepararsi al meglio a questo compito hanno scelto come commissario tecnico un uomo esperto e vincente come Carlos Alberto Parreira, il brasiliano, oltre ad essere un giramondo, può vantare la vittoria dei mondiali del 1994, di una Coppa America nel 2004 e di una Confederations Cup nel 2005, sempre alla guida della nazionale verdeoro. Parreira è tornato sulla panchina del Sudafrica nell’ottobre del 2009, dopo che nel 2008 aveva rassegnato le dimissioni a causa di problemi di salute della moglie ed era stato sostituito da Joel Santana. Il Sudafrica ha partecipato a due edizioni mondiali, quella del 1998 e quella del 2002, in entrambi i casi è arrivata l’eliminazione al primo turno. Questa potrebbe essere l’occasione giusta per sfatare finalmente questo tabù che è anche l’obiettivo dichiarato da Parreira. Anche se nel paese sognano che la coppa resti in Africa, il brasiliano è cosciente dei limiti della sua squadra e cerca di mantenere alta la concentrazione. Questa squadra ha chiaramente dei limiti tecnici ma ha dimostrato di reagire bene quando fortemente motivata, è il caso della Confederations Cup dello scorso anno in cui riuscì ad arrivare quarta perdendo in semifinale con il Brasile e nella finale per il terzo posto con i campioni d’Europa della Spagna. Il giocatore più rappresentativo della rosa è sicuramente Steven Pienaar attualmente in forza all’Everton, la pensano così anche i suoi compagni che su di lui ripongono molte aspettative. Oltre a lui sono pochi quelli che possono vantare una qualche esperienza in campo internazionale. Gli unici a giocare in Europa sono Aaron Moloena, difensore e capitano dei Bafana Bafana che milita nel Portsmouth, Tsepo Masilela in Israele con il Maccabi Haifa, Kagisho Dikgacoi del Fulham, Anele Ngcongca del Genk e Bernard Parker che si è laureato campione d’Olanda con il Twente.



La squadra del Sudafrica






Portieri: Moeneeb Josephs (Orlando Pirates), Itumeleng Khune (Kaizer Chiefs), Shu-Aib Walters (Maritzburg United).
Difensori: Matthew Booth, Siboniso Gaxa (Mamelodi Sundowns), Bongani Khumalo (SuperSport United), Tsepo Masilela (Maccabi Haifa), Aaron Mokoena (Portsmouth), Anele Ngcongoa (Racing Genk), Siyabonga Sangweni (Lamontville Golden Arrows), Lucas Thwala (Orlando Pirates).
Centrocampisti: Lance Davids (Ajax Cape Town), Kagisho Dikgacoi (Fulham), Thanduyise Khuboni (Lamontville Golden Arrows), Reneilwe Letsholonyane (Kaizer Chiefs), Teko Modise (Orlando Pirates), Surprise Moriri (Mamelodi Sundowns), Steven Pienaar (Everton), MacBeth Sibaya (Rubin Kazan), Siphiwe Tshabalala (Kaizer Chiefs).
Attaccanti: Katlego Mphela (Mamelodi Sundowns), Siyabonga Nomvete (Moroka Swallows), Bernard Parker (FC Twente).


Le trombette sudafricane: incubo o folcklore?





Il 28 giugno del 2009, “Stampa, scuola e vita”, commentando la Confederations Cup del Sudafrica, aveva sottolineato l’incubo del fastidioso e odioso rumore di sottofondo prodotto dalle “vuvuzelas” che non sono insetti, anche se dalla Tv l’effetto è proprio simile a quello di uno sciame di api pronto a pungerti, ma le tipiche trombe che i simpatici sudafricani utilizzano sugli spalti per incitare le squadre in campo. Più che un sostegno, queste “maledette” trombette che rompono le trombe di Eustacchio potrebbero diventare un vero e proprio tormento per calciatori e telespettatori costretti a sentire questo inesauribile ronzio nelle orecchie dal primo minuto fino al novantesimo.





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