Aung San Suu Kyi. Buon compleanno
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
La stella più bella e limpida delle Pleiadi
Il 19 giugno 1945, nasce a Rangoon, Birmania, attualmente Myanmar, Aung San Su Kyi (in birmano [àuɴ sʰáɴ sṵ tʃì]). Non so se farò in tempo a fargli gli auguri un giorno prima. Cmq, anche se adesso l'orologio mi dà 0.01 del 19 giugno 2010, spero che blogspot l'abbia registrato alle ore 23 e 59 del giorno prima. Aung San Suu Kyi compie il 19 giugno 65 anni. Figlia del generale Aung San, della fazione nazionalista del Partito Comunista della Birmania, di cui fu segretario dal '39 al '41) e di Khin Kyi. La vita di Aung San Suu Kyi è stata travagliata fino dai primi anni. Suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, dopo aver negoziato l'indipendenza della nazione dal Regno Unito nel 1947, fu infatti ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie, Khin Kyi, e altri due figli, uno dei quali sarebbe morto in un incidente. Dopo la morte del marito, Khin Kyi, la madre di Aung San Suu Kyi divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960. Aung San Suu Kyi fu sempre presente al fianco della madre, la seguì ovunque, ed ebbe la possibilità di frequentare le migliori scuole indiane e successivamente inglesi, tanto che nel 1967, ad Oxford, conseguì la prestigiosa laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia. Continuò poi i suoi studi a New York e nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite, e in quel periodo conobbe anche uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che l'anno successivo sarebbe diventato suo marito, e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim.
Una libertà repressa
"Stampa, Scuola e Vita” sta seguendo di parecchi anni la sorte di questa “donna”, unica al mondo che mette in discussione la sua femminilità contro un regine autoritario e dispotico. Una "donna sola" che combatte nel buio. Oscurata dai media occidentali, buttata nella solitudine dalle cosiddette “democrazie” occidentali, offesa dai partiti di sinistra che non alzano un dito per Daw Aung San Suu Kyi. “Stampa, Scuola e Vita” ha dedicato a Aung San Suu Kyi migliaia di parole cadute nel vuoto assoluto. Su Facebbock, “Stampa, Scuola e Vita” ha aperto uno spazio nel quale si richiede la liberazione immediata di San Suu Kyi. Niente. La Giunta del Myanmar gode di appoggi tanto grandi che è quasi inutile agire sul Web, nonostante le bellissime parole pronunciate da una delle stelle più belle delle Pleiadi, da San Suu Kyi: “Usate la vostra libertà per promuovere la nostra”! Ma dov’è la libertà in Europa? Da quando esiste? Dove la libertà degli Stati Unti e di Obama? Dove quella dei Palestinesi offerta ai popoli oppressi? Dov’è Chavez? Dov’è l’America Latina? Dove l’Europa che non riesce nemmeno a riconoscere la propria identità? Se il coraggio non ce l’hai non te lo puoi dare e non lo puoi offrire agli altri. Se la Libertà non esiste in Occidente non te la puoi inventare e non la puoi trasmettere agli altri. Aung è prigioniera dei suoi pensieri. I generali, come era suo padre, non possono dare alla gente la volontà di vivere una tranquilla vita senza pretese. La Birmania, il Myanmar è un paese stupendo, protetto dall’ottusità dei colonnelli comunisti. Una vegetazione inesplorata. Una biodiversità senza fine. Una natura vergine tra le più belle del mondo. L’ottusità comunista è servita a salvaguardare una natura senza nessun rivale nel mondo. La Birmania, il Myanmar è il paese più bello in assolto su questo pianeta.
La torta
La torta
Sessantacinque candeline sulla torta di Aung San Suu Kyi. Sessant’anni circa dalla nascita del sacrario Myanmar. Un Paradiso Terrestre che potrebbe essere venduto per quattro soldi alle multinazionali (cioè agli imbecilli di via Tuscolana, 45, gestori di un’Agenzia di Viaggi). Quando è crollato il Muro di Berlino (1989) i paesi europei schiavi dell’Urss avevano una biodiversità da ammirare. Ma nessuno poteva vederla. Il crollo del Muro ha diviso la torta. Ora tutti gli zoticoni si avventano su 60 anni di sacrifici che ridurranno come la Brianza nel giro di solo 5 anni. La Cambogia, il Vietnam, la stessa Cina, fino a quando erano “comunisti” riuscivano a preservare un valore: quello della veridicità della terra e dei rapporti sociali. La torta, cioè la spartizione del “capitale” (cioè quattro euro), spinge inesorabilmente sulla strada della globalizzazione selvaggia basata sulla conquista della fetta più grande.
Una vita di Premi
1990 : Premio Fondazione Rafto per I diritti umani (Norvegia)
1990 : Premio Sakharov per la libertà di pensiero (Parlamento europeo)
1991 : Premio Nobel per la Pace (Norvegia)
1991 : Premio per I diritti umani (Stati Uniti)
1992 : Premio Marisa Bellisario (Italia)
1992 : Premio internazionale Simòn Bolívar (Unesco)
1993 : Premio Rose (Danimarca)
1993 : Premio internazionale per i Diritti umani Victor Jara (Stati Uniti)
1993 : Premio Jawaharlal Nehru per l’intesa internazionale (India)
1995 : Premio Gandhi (Canada)
1995 : Premio per la Libertà del Comitato internazionale di aiuto (Stati Uniti)
1997 : Cittadinanza onoraria Città di Roma (Italia)
1997 : Premio internazionale del gruppo per la pace e la giustizia Sant’Angela (Irlanda)
1999 : Premio per la Libertà, International Republican Institute (Stai Uniti)
2000 : Premio Dublino per la Libertà (Irlanda)
2000 : Medaglia presidenziale per la libertà (Stati Uniti)
2003 : Premio “Esprit Libre Forum pour la Liberté”, (Stati Uniti)
2004 : Cittadinanza onoraria Città di Parigi
2005 : Premio Olof Palme
2007 : Cittadinanza onoraria Città del Canada
2008 : Premio della Fondazione Jacques Barrot Vice-Presidente della Commissione europea M. Federico Mayor Co-Presidente del Panel delle Nationi Unite per l’Alleanza delle Ci
vilizzazioni
2009: 14 maggio, Aung viene arrestata con l’accusa di “aver infranto le regole” della sua assegnazione alle arresti domiciliari
2010: 19 giugno, Aung compie 65 anni.
Falce e moschetto
1990 : Premio Fondazione Rafto per I diritti umani (Norvegia)
1990 : Premio Sakharov per la libertà di pensiero (Parlamento europeo)
1991 : Premio Nobel per la Pace (Norvegia)
1991 : Premio per I diritti umani (Stati Uniti)
1992 : Premio Marisa Bellisario (Italia)
1992 : Premio internazionale Simòn Bolívar (Unesco)
1993 : Premio Rose (Danimarca)
1993 : Premio internazionale per i Diritti umani Victor Jara (Stati Uniti)
1993 : Premio Jawaharlal Nehru per l’intesa internazionale (India)
1995 : Premio Gandhi (Canada)
1995 : Premio per la Libertà del Comitato internazionale di aiuto (Stati Uniti)
1997 : Cittadinanza onoraria Città di Roma (Italia)
1997 : Premio internazionale del gruppo per la pace e la giustizia Sant’Angela (Irlanda)
1999 : Premio per la Libertà, International Republican Institute (Stai Uniti)
2000 : Premio Dublino per la Libertà (Irlanda)
2000 : Medaglia presidenziale per la libertà (Stati Uniti)
2003 : Premio “Esprit Libre Forum pour la Liberté”, (Stati Uniti)
2004 : Cittadinanza onoraria Città di Parigi
2005 : Premio Olof Palme
2007 : Cittadinanza onoraria Città del Canada
2008 : Premio della Fondazione Jacques Barrot Vice-Presidente della Commissione europea M. Federico Mayor Co-Presidente del Panel delle Nationi Unite per l’Alleanza delle Ci
vilizzazioni
2009: 14 maggio, Aung viene arrestata con l’accusa di “aver infranto le regole” della sua assegnazione alle arresti domiciliari
2010: 19 giugno, Aung compie 65 anni.
Falce e moschetto
L’Onu non ha messo mai il dito sulla piaga della Birmania, del Myanmar. Ha sempre negato il diritto di ingerenza negli affari di paesi aderenti. Forse l’ha fatto per poter, piano piano, recuperare aree che possano essere ancora utili a questo Pianeta? Se risorgerai, come sono sicuro che questa evenienza si verificherà nel più breve tempo possibile, Aung San Suu Kyi non devi permettere l’annientamento della bellezza del tuo paese. Se democrazia significa sventrare le coste, distruggere le foreste, far morire centinaia di migliaia di animali e di piante, costruire un super mercato, cementificare e asfaltare la terra, allora è meglio che continua ad esistere un imbecille che con la falce e il martello, con i fucili e il moschetto, nega questa aberrazione della realtà.
L’influenza della non violenza
Sono sicuro che tu, una volta libera, renderai il Myanmar sempre più bello e sempre più accogliente. Forse lo chiamerai “Paradiso” o semplicemente “Eden” o posto nel quale sto veramente bene. Solo l’Undp può darti una mano. Non fidarti di altri organismi Onu venduti alle multinazionali (cioè ai macellai di turno che ammazzano le vacche sacre e spandono nel mondo l’influenza A, B, C e D). L’influenza della tua non violenza potrà determinare un cambiamento nel più bel paese del mondo, solo se verranno rispettati i canoni del rispetto della natura.
Mai più prigionieri politici
Mentre oggi, 18 giugno 2010, alla vigilia del sessantacinquesimo compleanno dei Aung San Suu Kyi, un gruppo di manifestanti ha inscenato una dimostrazione davanti alla sede dell'Ambasciata birmana a Manila (Filippine) per chiedere la liberazione del premio Nobel per la Pace, agli arresti domiciliari a Yangoon (Myanmar, ex Birmania), i milioni di alberi e di animali selvatici facevano il tifo per la stella più luminosa delle Pleiadi. Gli attivisti hanno portato una torta di compleanno e crisantemi gialli davanti alla sede diplomatica: "Chiedere la liberazione immediata e senza condizioni è il più bel regalo che potevamo offrirle per il suo compleanno", ha dichiarato Egoy Bans, portavoce della Free-Burma Coalition nelle Filippine. "Consideriamo la sua protratta detenzione un insulto alla giustizia e alla democrazia", ha aggiunto. I manifestanti hanno chiesto anche il rilascio degli altri detenuti politici, che sarebbero 2.157 secondo i dati forniti dalla 'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici in Birmania', e denunciato torture e altre forme di persecuzione di cui sono vittime i prigionieri politici nel paese.
Il tuo fiore: il crisantemo giallo
Cara Aung San Suu Kyi, il crisantemo che arriva dall'Oriente, in tuo onore significa fiore d'oro: probabilmente il colore predominante per questo fiore era in origine il giallo. Le prime notizie scritte sul fiore risalgono a 500 anni prima di Cristo, nella Cina di Confucio, il suo significato già allora era quello della vita che si rinnova. Anche dopo l'introduzione in Giappone conservò lo stesso significato: in questo Paese il crisantemo riveste probabilmente l'importanza e la popolarità che in Occidente ha la rosa, infatti in Giappone esistono interi giardini dedicati solo a lui. In Europa la prima vera classificazione del fiore, che equivalse al suo debutto in società, risale al 1735 ad opera di Linneo. Potremmo spiegare con una leggenda il perché questo fiore rappresenta lo spirito della vita che si rinnova, anche se da noi rappresenta l'omaggio ai defunti per eccellenza: una bambina vegliava in lacrime la sua mamma moribonda, pregando gli spiriti di non farla morire lasciandola così sola. Uno Spirito fu commosso dalla sua preghiera e comparendole davanti le porse un fiore con cento petali dicendole: quando verrà la Morte per prendere la tua mamma, dalle questo e dille che gli spiriti ti hanno concesso di passare ancora con lei tanti giorni quanti sono i suoi petali. Appena lo spirito scomparve la bambina si mise al lavoro, riducendo ogni petalo in tantissime striscioline sottili, cercando di non danneggiarne alcuno. Quando arrivò la Morte, già avvisata dallo Spirito che era stata fatta una concessione speciale a quella bambina, si ritrovò davanti un fiore con un numero infinito di petali e, pensando ad uno scherzo degli spiriti ai suoi danni, decise di non portare la donna al loro cospetto ancora per molto, molto tempo e disse alla bambina: anche io voglio farvi un regalo: tu e la tua mamma starete insieme tanti anni quanti sono i petali del tuo fiore, e se ne andò.
Il tuo fiore: il crisantemo giallo
Cara Aung San Suu Kyi, il crisantemo che arriva dall'Oriente, in tuo onore significa fiore d'oro: probabilmente il colore predominante per questo fiore era in origine il giallo. Le prime notizie scritte sul fiore risalgono a 500 anni prima di Cristo, nella Cina di Confucio, il suo significato già allora era quello della vita che si rinnova. Anche dopo l'introduzione in Giappone conservò lo stesso significato: in questo Paese il crisantemo riveste probabilmente l'importanza e la popolarità che in Occidente ha la rosa, infatti in Giappone esistono interi giardini dedicati solo a lui. In Europa la prima vera classificazione del fiore, che equivalse al suo debutto in società, risale al 1735 ad opera di Linneo. Potremmo spiegare con una leggenda il perché questo fiore rappresenta lo spirito della vita che si rinnova, anche se da noi rappresenta l'omaggio ai defunti per eccellenza: una bambina vegliava in lacrime la sua mamma moribonda, pregando gli spiriti di non farla morire lasciandola così sola. Uno Spirito fu commosso dalla sua preghiera e comparendole davanti le porse un fiore con cento petali dicendole: quando verrà la Morte per prendere la tua mamma, dalle questo e dille che gli spiriti ti hanno concesso di passare ancora con lei tanti giorni quanti sono i suoi petali. Appena lo spirito scomparve la bambina si mise al lavoro, riducendo ogni petalo in tantissime striscioline sottili, cercando di non danneggiarne alcuno. Quando arrivò la Morte, già avvisata dallo Spirito che era stata fatta una concessione speciale a quella bambina, si ritrovò davanti un fiore con un numero infinito di petali e, pensando ad uno scherzo degli spiriti ai suoi danni, decise di non portare la donna al loro cospetto ancora per molto, molto tempo e disse alla bambina: anche io voglio farvi un regalo: tu e la tua mamma starete insieme tanti anni quanti sono i petali del tuo fiore, e se ne andò.
Nessun commento:
Posta un commento