27 giugno 2010

Rina Gagliardi. Una perdita per il giornalismo italiano

Grave lutto nel giornalismo di sinistra: Rina Gagliardi
di Roberto Maurizio



“Di Rina mi fido”

Alle ore 18.00 di oggi, 27 giugno 2010, subito dopo la sconfitta dell’Inghilterra da parte della Germania, sui quotidiani italiani on line, solo Il Corriere della Sera, Il Riformista, il Secolo XIX e, ovviamente il manifesto, insieme all’Ansa, all’Agi e all’Adnkronos, davano la notizia della scomparsa di Rina Gagliardi. La Stampa, riportava solo la morte di Aldo Giuffrè, nato a Napoli il 10 aprile 1924. Nulla sul Sole 24 Ore. Non si vuole fare le pulci alle notizie che i giornali pubblicano. Ma è strana l’assenza della copertura della notizia su Repubblica e su l’Unità, che hanno “rimediato”, successivamente con due “brevi”. I due maggiori giornali di sinistra hanno copiato, pari pari, quanto già scritto dagli altri quotidiani. Sic gloria mundi. Rina Gagliardi è stata uccisa da un’implacabile malattia, ieri, 26 giugno 2010. Nata il 15 novembre 1947 a Pisa, aveva diretto il manifesto, era stata senatrice del Prc, con Sandro Curzi aveva co-diretto Liberazione. Negli ultimi tempi collaborava a Gli Altri la testata di Piero Sansonetti. Laureata alla Normale era arrivata a Roma seguendo la passione per la politica e il giornalismo. Nel 1971 aveva fatto parte del gruppo di giovani brillanti ed entusiasti che insieme a Castellina, Rossanda, Parlato, Pintor e altri fuorusciti dalle file del Pci fondarono il manifesto. Personalmente, non l’ho conosciuta profondamente, se non nel corso di qualche conferenza internazionale sulla cooperazione e lo sviluppo. Diversa, senza arroganza, con le sue forti idee radicate, mai una frase violenta contro chi combatteva, senza però abbassare mai la sua voce talvolta ruvida. Più che una giornalista, più che una politica, è stata il simbolo di un’acuta analista della vita quotidiana politica economica e sociale che sapeva cogliere il senso degli snodi più importanti della vita, come l’impatto del femminismo sulla va sulla realtà italiana e internazionale. Per riassumere la sua vita, basta leggere quanto scriveva sul suo blog, prima delle elezioni del 13 e 14 aprile del 2008. «Salve. Sono Rina Gagliardi, senatrice “uscente” di Rifondazione comunista nella breve XVesima legislatura che ci sta alle spalle. Era la mia “prima volta” nelle istituzioni, che per tanti anni ho osservato come giornalista politica, ed è stata un’esperienza certamente interessante – ma anche faticosa, anzi molto dura e non poi così ricca di soddisfazioni politiche. Alle elezioni del 13 e 14 aprile sono candidata nelle liste del Senato de “La Sinistra, l’arcobaleno”: numero 2 nella circoscrizione della Toscana. Questo blog, che devo al lavoro creativo di due amici, Giggi Cuozzo e Ivan D’Angelo, è dedicato alle donne. Sullo sfondo, troverete le fotografie di cinque grandi donne del ‘900 che mi sono particolarmente care: Rosa Luxemburg, la rivoluzionaria polacca assassinata dalla Spd nel gennaio 1919, che tante intuizioni profetiche ha offerto al movimento della sua e della nostra epoca; Hannah Arendt, la grande filosofa tedesca, poi esule negli Usa, che tanto ha contribuito alla fondazione di una “scienza della politica”; Simone Weill, la straordinaria pensatrice che ha attraversato molti mondi, sperimentando la condizione operaia, la ricerca filosofica e l’utopia; Simone de Beauvoir, scritrice squisita e “madre storica” del femminismno, col suo insuperato “Secondo sesso”; e Maria Callas, la voce più grande del secolo, insuperabile Norma, Lucia, Violetta, Medea, Tosca. Quest’ultima, certo, non sembra molto avere a che fare con le altre – ma per me queste cinque donne sono unite da un unico filo rosso che corre nella mia testa, nel mio vissuto, nel mio far politica”. Insomma, Rina non era apprezzata e stimata solo dalla sinistra. Nel corso di una diatriba tra Il Foglio e Liberazione su un presunto licenziamento di un redattore della testata di Rifondazione Comunista, Fulvio Grimaldi, allontanato perché critico nei confronti del regime Castrista, Giuliano Ferrara così chiosava la lettera del condirettore del Prc: di Rina Gagliardi mi fido.

Nessun commento:

Posta un commento