2 giugno 2010

Corrado, cuor di leone

Corrado, Cuor di Leone
di Roberto Maurizio



La dittatura dei numeri

Il bandito Giuliano

Una poesia 0 una filastrocca contro la Tv non riescono a cambiare il mondo. Avevo previsto una “filippica”, brutta come “Filippa” di Fazio, contro Ballarò, senonché, ho pensato che, in questo brutto periodo, non era tempo di scherzare. Solo gli stolti possono credere che esiste ancora la fantasia, e poi, le farfalle, le rondini, i miei “condomini e concittadini”, cioè i pipistrelli, i passeri (con sempre di più meno passere), e quei rompicoglioni dei piccioni che cacano sul mio balcone, e, infine, i miei amati e affezionati Sosa, Susa, Susino e Susina. Se avessi scritto questa mia bella “poesia” 50 anni fa, nessuno l’avrebbe letta. Adesso, invece, con Internet, Facebook, Google, il mio blog, il mio sito, Youtube (che non ho capito ancora come funziona), Skype, Netlog, Myspace, Messanger e Twitter io sono disponibile in tutte le contrade del mondo. Non sto scherzando. La globalizzazione, l’arroganza delle multinazionali, l’energia alternativa che ti fa volare le pale sulla Mafia, la nuova medicina, unica al mondo, la pietra filosofare che ti fa diventare in un secondo dopo, Tarzan e poi Robin Hood, Geronimo e poi Garibaldi, Gandhi e poi il Dalai Lama, Gramsci e poi Che Guevara, Al Capone e poi il Bandito Giuliano. A quest’ultimo, come agli altri, ho dedicato la prima adolescenza vissuta in una misera terra dove i sapori, i colori e le essenze, mi riportavano a qualcosa di non atteso. Senza aver mai studiato sui libri la figura di Salvatore Giuliano , conoscevo di lui le sue gesta di bandito meridionale che combatteva per noi ragazzi del Sud. Non sapevo assolutamente nulla del bandito Giuliano (un cognome che era anche un nome, come il mio). Senza cartine geografiche, riuscì ad individuare la “Montagna”, circa 18 metri di altezza, piena di “biodiversità”: lepri, vipere, lucertole, lumache, alberi di alto fusto (castagni e pini), erbacce di tutte le specie che si inserivano nelle calze di lana indossate anche durante l’estate. Un mondo diverso, dove trovavi la tranquillità di fare viaggi speciali in altre zone del mondo, come l’Africa. Ecco, la mia “Montagna” era come l’Africa e vi giuro che io assaporavo nei profumi delle piante il continente baciato dal Sole. Non solo, la mia mente andava oltre. La mia “Montagna” era di origine argillosa e sabbiosa. Le volpi costruivano le loro tane. Niente di più. Però, salire a 7 metri di altezza in verticale, per un bambino era un’impresa. Obiettivo la tana della volpe, scavata con maestria nel cuore della “Montagna”. Era come arrampicarsi verso i confini del cosmo. Quando eri di fronte ad una quercia, ad un leccio, ad un acero, ad una roverella, ad un’edera, ad un biancospino, ad un ginepro, ad un corbezzolo, ad un viburno, il cielo era condiviso da un’intensità di azzurro che ti indicava solo la meta e nient’altro. Come affrontare la meta? Come fare per raggiungere la Grande Madre Lepre, mentre eri circondato dai ciclamini e dai funghi, dai cardi, dalle stoppie, da tante canne selvatiche, ritenute velenose, dagli spuntoni di piante secche, dai rampicanti e dalle rose selvagge con tante spine? L’unico argomento che ti faceva andare avanti era: “Salvare Monte Lepre”, “Costruire la Montagna”. A 100 metri dalla “Montagna” c’era una specie di tomba levigata sulle intercapedini di un’edicola di sabbia. Ovviamente, era solo un residuo del ritiro del mare. Ma, per me rappresentava un segnale di un mondo più giusto. Un giorno, a capo della mia “banda” della “Cittadella” (Tor Bella Monica, odierna) che combatteva contro lo Sceriffo di Mezza Terra (la Banda della Magliana) sferrammo l’attacco decisivo. Una specie di intifada. Pietre, fionde, rimanenze di Stick, parolacce e quant’altro. La vittoria di quello scontro venne attribuita, secondo i canoni dei “Ragazzi di via Pal” a noi, alla “Cittadella”. Mentre Domenico e Fulvio erano i migliori a giocare a calcio, fatto sul selciato, sul cemento, a sinistra della discesa nella quale si svolgeva il “Giro d’Italia”, con le biglie colorate al cui interno, si potevano vedere, come se fosse un vero occhio, i riflessi del bianco, del rosso e del verde. Leo con Michele, “assoldati” alla “Cittadella”, ma con estrazione sociale “diversa”, più vicina ai poveri di “Mezza Terra”, erano quelli che dettavano la legge della “prepotenza”, quelli senza paura. ‘U Scheriff, era più testardo di tutti e voleva assolutamente vincere. “Mezza Terra” deve vincere! Squacciaprete (una specie di Aiace) si era schierato contro i “pariolini” della Cittadella. Un solo grido, un solo obiettivo, “Montagna Libera” guidava i facinorosi della Cittadella. Prima fra tutti, c’era Corrado Cuor di Leone che, insieme al fratello Michelino, aspettavano gli ordini impartiti dal capo indiscusso, che aveva al suo seguito il fidato Leone. Non un cane, non un leone, ma un acerrimo nemico della violenza. Un cane ecologico, se la prendeva con le macchine e con i camion. Fu investito tante volte dai suoi acerrimi nemici. Corrado, Cuor di Leone, si sentì coinvolto in questo dramma: un cane, un amico, un parente. Alla fine, però, questi grandi figli di mignotta che ti fanno ancora pagare le multe per i bolli e che ti hanno “impiccato”, come Saddam Hussein, il tuo povero cane, Leone, mentre imparavi a memoria “Macongranpenalerecagiù”, e “Addio monti sorgenti dall’acque” di Manzoni, oggi ti chiedono ancora di sopportare ancora. Corrado, il grande cuor di leone, non né più di questa menzogna infame di politici inetti che non comprendono le esigenze degli elettori. Corrado, e mi dispiace “usarlo” adesso per sputare in faccia a questa classe politica, di destra, di sinistra, di centro, rappresenta la vita. Una nozione che non viene insegnata a questi energumeni che ci governano. La vita, per lo loro, è solo l’aumento dell’inflazione, lo spread, il rating. Ecco, proprio il Rating. Proprio quando una persona sta per abbandonare il mondo dovrebbe avere la possibilità di dare un suo voto, un suo rating alla vita. Quello che Corrado, secondo me, potrebbe dare al mondo, è un solo voto: SEI. Sei felice che i profumi della tua terra, dalla quale hai sempre ricevuto un bene profondo, non ti lasceranno mai? Sei sicuro che il sapore del sugo dei maccheroni, del peperoncino e della genuinità corrispondono alla tua anima? Sei pronto a respirare l’aria dell’Adriatico, portato dai venti delle Tremiti, senza battere ciglio? Sei consapevole di essere la persona più giusta del mondo? Sei tu, Corrado, l’esempio della completezza della vita? Sei tu quello che si batteva contro “Mezzaterra”? Ti nomino mio secondo per l’eternità. La tua bontà non ha limiti. Però dobbiamo ancora combattere contro “Mezzaterra”. Non mi abbandonare. E’ un ordine!



Poeessia
Mentre i cosiddetti giovani
Si drogano davanti al sagrato della chiesa,
Là dove prima era stato celebrato un funerale,
Mentre il camion dell’immondizia
Raccoglie le atrocità di questa era scellerata
Mentre, come una volta, i cristiani credenti
Si recano al Divino Amore, con canti, luci e suoni
inconcepibili,
da lontano si vedono sfavillare i fuochi d’artificio,
di altri quartieri romani, sottoposti al rito satanico-camorristico
di uno scoppio in più per allontanare il destino
di una camicia fatta su misura con le iniziali
sulle maniche, o sulla panza che sempre più
avanza.
quelli che sono costati tante vite e tanto sgarro,
l’unico sorbetto che ti resta è Ballarò
che va in onda proprio quando si replica
l’ultima puntata di Lost.
Ballarò è l’ultimo sorbetto, prima dell’estate,
una Rai da cancellare, una Rai faziosa,
senza nulla togliere a Fazio (600 mila euro).
L’unica consolazione è aver saputo
quanto guadagna il “semiconduttore” di
Ballarò: 400 milioni di euro all’anno
(il vero conduttore di sinistra sta sui 10 milioni di euro)
Perché cavolo mia madre mi diceva
di non essere di sinistra?
La dittatura dei numeri
è quella “scienza” che costringe i politici
e gli elettori a confrontarsi con le cifre esatte.
Il numero è quella cosa che ti sputtana!

Nessun commento:

Posta un commento