14 giugno 2010

Anticiclone

Anticiclone
di Roberto Maurizio


L’anticiclone è una zona di alta pressione sulla superficie terrestre a forma circolare o ellettica. Al suo interno i venti sono deboli, spesso a regime di brezza e soffiano in senso orario nell’emisfero boreale e antiorario in quelli australe. Un tipico esempio di anticiclone dell'emisfero boreale è dato da quello delle Azzorre. Mentre d'estate esso può arrivare ad occupare l'intero bacino del Mediterraneo, apportando condizioni prolungate di bel tempo, d'inverno si ritira in genere nei suoi luoghi di origine consentendo, perciò, alle perturbazioni atlantiche di giungere sino al Mar Mediterraneo. Nelle stagioni intermedie, invece, l'anticiclone delle Azzorre si sposta continuamente, determinando tempo molto variabile. Un altro importante anticiclone che condiziona la scena meteorologica mediterranea è l'anticiclone subtropicale africano che staziona in modo permanente nell'Africa subsaharina, ma può risalire verso Nord nei mesi estivi, portando temperature elevatissime nelle zone pianeggianti interne dei paesi dell'Europa meridionale. Un'altra importante area di alta pressione dinamica che influenza il clima italiano ed europeo è l'anticiclone scandinavo, che si forma soprattutto nei mesi invernali nell'Europa settentrionale, originando dall'estrema espansione nord-orientale dell'anticiclone delle Azzorre (sospinto verso il Circolo Polare Artico) a seguito della formazione di una lacuna barica nel Mar del Nord: questa area di alta pressione determina discese di aria fredda verso l'Europa centro-orientale e meridionale.L'anticiclone balcanico viene a formarsi sulla penisola balcanica, soprattutto nelle stagioni intermedie, come espansione Nord-Orientale dell'anticiclone subtropicale africano, da cui può anche isolarsi e rendersi autonomo, andando così a formare una struttura di alta pressione di blocco. Tutto questo, solo per dire come siano false certe affermazioni che gettano discredito sull’uomo, come il più assassino della natura. Certo, un contributo dell’uomo derelitto e ignorante esiste. Ma come fanno le Nazioni Unite a tollerare questo scempio? Purtroppo, in Italia esiste la censura: quella della cultura e della scienza. La televisione non si occupa di questi problemi se non in modo sporadico e tendenzialmente fazioso. Ma, mettiamo che il fazioso convenga. Allora, i film italiani prodotti da registri di sinistra presentano una Sicilia avvolta dal caldo; nel 1954, passai tutte le notti sul balcone per il gran caldo; nel 1962, durante la crisi cubana, mio cugino Raffaele non riusciva a dormire per il caldo afoso, nonostante i fermenti lattici dello yogurt; nel 1968, nonostante la guerra in Vietnam e le occupazioni delle università, un caldo infernale, proprio quello dell’anticiclone africano invase tutta l’Europa; e poi, altri anni e altre date: il 6 giugno del 1987, del 1990, del 1995, del 1999, del 2000, non bastava l’acqua del rubinetto a farti rinfrescare. Insomma, la nostra Terra è così. O l’accettiamo o la rifiutiamo. Squallidi mi sembrano quelli che usano i condizionatori che distruggono l’ambiente, l’atmosfera. Il caldo ci è offerto gratis dal Sole. Accettiamolo così com’è, anche perché fa bene. L’anticiclone delle Azzorre, da parecchi anni, forse anche perché sospinto dal Niño, non ci offre estati con il bel tempo e con il clima accettabile. Siamo costretti a subire l’anticiclone africano, quello che brucia la terra e le menti, ma è anche quello che porta benessere sul nostro continente. Le cicale, le zanzare, le rondini, i pipistrelli godono con il caldo. I pesci non aspettano altro. Gli animali selvatici si accoppiano solo se c’è il caldo, per non parlare delle lucertole, dei serpenti, delle vipere. La biodiversità si sviluppa solo sotto il caldo Sole d’estate. E’ proprio durante una delle tante serate “di caldo” che la Quinta C del Verrazano 2006 ha deciso di incontrarsi di nuovo. Una prova di Economia aziendale fallimentare, peggio della Grecia. Il professore di Contabiltà, ganzo e forte della sua ignoranza, insieme ad una professoressa di geografia economica, che non sarebbe nemmeno degna di pulire le scale della Società geografica italiana di Villa Celimontana, che non è degna nemmeno di essere considerata un’insegnante, facevano il gioco di “Un, due, tre… stella”. T’ho beccato! Che schifo di insegnanti. Non meritano nemmeno di essere ricordati. La storia cancellerà la loro nullità, la storia farà giustizia su questi energumeni che hanno utilizzato i loro 543 euro, per gettare in fondo al cuore di tanti giovani studenti italiani solo per il piacere di sentirsi ancora dei vermi. Che cosa hanno ottenuto questi emeriti stronzi di professori che, con il loro “Un, due, tre… stella” hanno gettato fango sulla scuola italiana e fango sugli studenti e gli insegnanti? Niente. Se non foss’altro che ritrovarsi di nuovo di fronte all’Anticiclone, quello, che come la Livella di Totò li fa ingoiare secondi di splendida gloria in un abisso totale, dove la mente inerme e senza fango, riesce a discernere il sacro dal profano. Brutta stronza di professoressa di geografia 2006. Solo lo schifo più assoluto ti può salvare. Non conosco il tuo nome, ma come fai ad esistere ancora insieme a quel coglione di Economia aziendale? La giustizia divina ha i suoi tempi. Ma arriverà. Quella umana vi farà vedere che siete stati degli aguzzini peggiori di quelli di Saddam Hussein. Ecco. Terroristi appoggiati da una banda di malfattori interna, guidata dalla Vicepreside, titolo che non le sarà mai congeniale. Vendi le bruschette, vendi la tua inutilità, vendi la tua bruttezza che ti ha fatto così cattiva che non ha nemmeno il coraggio di guardarsi allo specchio.

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