PAPA GIOVANNI PAOLO I. DOPO TRENT'ANNI, ANCORA MISTERI E ILLAZIONI
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
LA FEDE
Quella vecchietta cieca, che incontrai
la notte che me spersi in mezzo ar bosco,
me disse: - Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, ché la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò 'na voce,
fino là in fonno, dove c'è un cipresso,
fino là in cima, dove c'è la Croce…
Io risposi: - Sarà … ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede …
- La cieca allora me pijò la mano
e sospirò: - Cammina! - Era fa Fede.
(Trilussa)
Il cammino della fede
La poesia “La Fede” di Trilussa venne recitata da Papa Giovanni Paolo I (vedere il video su http://www.youtub.com/), dopo aver attraversato due ali di folla sulla “Sedia gestatoria” nel corso di un’udienza in Vaticano. La recitazione della poesia fu una pagina memorabile nella storia della Chiesa cattolica. Con un improbabile accento romanesco, il “Papa del sorriso” riuscì ad affascinare la gente proprio per la semplicità della sua recitazione e l’alto contenuto religioso racchiuso nei pochi versi della poesia di un “forse quasi massone” e di un “abbastanza anticlericale”.
26 agosto 1978
Era il 26 agosto di trent’anni fa quando Giovanni Paolo I venne eletto al Soglio Pontificio. Il giorno dopo, con semplicità ed umiltà, raccontò quello che era successo durante le elezioni: «Ieri mattina, sono andato alla Sistina a votare, tranquillamente: mai avrei immaginato quello che stava per succedere! Appena è cominciato il pericolo per me, i due colleghi che mi erano vicini mi hanno sussurrato parole di coraggio. Uno ha detto: Coraggio, se il Signore dà un peso, darà anche l'aiuto per portarlo. E l'altro collega: Non abbia paura, in tutto il mondo c'è tanta gente che prega per il papa nuovo. Venuto il momento, ho accettato. ...io non ho né la sapientia cordis di Papa Giovanni, e neanche la preparazione e la cultura di Papa Paolo, però sono al loro posto. Devo cercare di servire la Chiesa; spero che mi aiuterete con le vostre preghiere». «Nessuno è venuto a dirmi: «Tu diventerai Papa». Oh! Se me lo avessero detto! Se me lo avessero detto, avrei studiato di più!» disse qualche settimana dopo. Papa Giovanni Paolo I era umile, semplice e sorridente, tanto che fu soprannominato "Il Papa del Sorriso" e "Il Sorriso di Dio". Sulla sua morte, ufficialmente per infarto, ci fu una grande prolificazione di congetture e sospetti. Si disse che era stato assassinato perché scomodo. Nessuno in Vaticano volle effettuare l’autopsia, perché non è una pratica usuale del luogo (anche se qualcuno sospetta che la salma di Luciani venne sottoposta alla necroscopia) e quella volta fu proprio la famiglia Luciani a non volerla fare. Pare che papa Giovanni Paolo I a volte parlasse a braccio, questo lo rendeva incontrollabile. Poi, secondo Vincenzo Calcara, la morte di Giovanni Paolo I permise di rimuovere alcuni cardinali nella gestione dello IOR (Banca Vaticana o Istituto per le Opere di Religione) e di accantonare il progetto di ridistribuzione dei beni della Chiesa, che pare il nuovo papa avesse in mente.
La semplicità di un sorriso
Il 26 agosto 1978, in un conclave durato una sola giornata, 111 cardinali scelsero Albino Luciani come 263° successore di San Pietro. All’epoca, il Papa del sorriso era patriarca di Venezia. Per la prima volta nella storia dei papi, Albino prese un doppio nome. Giovanni, in onore di Papa Giovanni XXIII, e Paolo, in onore di Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, Paolo VI, morto il precedente 6 agosto, dopo 15 anni di pontificato. Il suo ministero ufficiale iniziò il 3 settembre successivo con una messa celebrata in Piazza San Pietro. Papa Giovanni Paolo I morì improvvisamente solo dopo 33 giorni di pontificato, a 66 anni di età, fra la notte del 28 e il 29 settembre.
Un Papa veramente diverso
Nel suo brevissimo papato, Luciani pronunciò 9 discorsi, tenne 4 udienze e due omelie. Ma la sua semplicità e il suo sorriso sono rimasti impressi nella memoria di tutti. Appena eletto, Papa Luciani si presentò al mondo confessando la sua paura di fronte al grande compito cui era stato chiamato, per il quale si sentiva inadeguato. Arrossì davanti alla folla che in piazza San Pietro lo salutava e applaudiva. Parlò di sé in prima persona; disse io, con semplicità, abrogando senza colpo ferire il plurale maiestatis di secolare memoria. Si mostrò rispettoso e umile verso i predecessori, e spiegò di aver scelto di chiamarsi Giovanni Paolo in ossequio a Giovanni XXIII, di cui venerava la memoria, e a Paolo VI di cui ammirava la sapienza. Fin da subito si capì che sarebbe stato un Papa diverso, dopo il severo e tormentato Paolo VI. Luciani era sorridente e allegro, parlava in modo semplice, perfino troppo semplice secondo alcuni. In uno dei suoi primi discorsi suscitò stupore affermando che Dio è padre ma anche madre. Benché il suo pontificato sia durato un niente, Luciani diventerà famoso come il Papa del sorriso e dell'umiltà (humiltas, era scritto sul suo stemma papale).
Il Papa breve, “in breve”
Albino Luciani nacque a Forno di Canale (ora Canale D'Agordo), diocesi di Belluno, il 17 ottobre 1912 da Giovanni Luciani e Bortola Tancon ed ebbe tre fratelli: Edoardo, Nina e Federico (deceduto un anno dopo la nascita). La fanciullezza di Albino trascorse tra la bellezza dei valli e le montagne bellunesi, nelle sofferenze della Prima Guerra Mondiale e la povertà. Era un ragazzo svelto e vivace. Ai 10 anni era nata la sua vocazione sacerdotale, per la predicazione di un frate capuccino. Nel 1923, fece il suo ingresso nel Seminario Minore di Feltre. Nel 1928, Albino Luciani entrò nel Seminario di Belluno. Il 7 luglio 1935 fu ordinato sacerdote. Svolse il suo ministero come cappellano della parrocchia del suo paese natale e poi in quella di Agordo, dove insegnò religione presso l'Istituto Tecnico Minerario. Nel 1937, fu nominato Vicerettore del Seminario di Belluno. Fu professore di Teologia Morale e dogmatica, di Diritto Canonico e Storia del' Arte. Nel 1947, ottenne il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel 1949, organizzò il Congresso Eucaristico di Belluno ed è uscito il suo libro " Catechetica in briciole ". Nel 1954, fu nominato Vicario Generale della diocesi di Belluno. Il 15 dicembre 1958, fu nominato vescovo di Vittorio Veneto. Ricevette la consacrazione episcopale il 27 dicembre 1958, dalle mani di Sua Santità Giovanni XXIII nella Basilica di San Pietro. Per 11 anni svolge il suo ministero in questa diocesi. Nel 1962, iniziò la sua partecipazione al Concilio Vaticano II.
" Sto pensando in questi giorni che con me il Signore attua il suo vecchio sistema : prende i piccoli dal fango della strada e li mette in alto, prende la gente dai campi, dalle reti del mare, dal lago e ne fa degli apostoli. È il suo vecchio sistema. Certe cose il Signore non le vuole scrivere né sul bronzo, né sul marmo, ma addirittura nella polvere, affinché se la scrittura resta, non scompaginata, non dispersa dal vento, sia ben chiaro, che tutto è opera e tutto merito del solo Signore (...) Su questa polvere il Signore ha scritto la dignità episcopale dell'illustre diocesi di Vittorio Veneto ". Il 15 dicembre 1969, fu nominato Patriarca di Venezia. Papa Paolo VI, il 5 marzo 1973, gli assegnò il titolo di Cardinale di San Marco. Per 3 anni (1973-1976) fu Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana. Partecipò ai Sinodi dei Vescovi del 1971,1974 e 1977. Nel 1976, uscì il suo libro " Illustrissimi ", un insieme di lettere scritte ai più svariati personaggi della storia e della fizione letteraria.
"Personalmente, quando parlo da solo a Dio e alla Madonna, più che adulto, preferisco sentirmi fanciul lo. La mitria, lo zucchetto, l'anello scompaiono; mando in vacanza l' adulto e anche il vescovo (...), per abbandonarmi alla tenerezza spontanea, che ha un bambino davanti a papà e mamma. (...) Il rosario, preghiera semplice e facile, a sua volta, mi aiuta a essere fanciullo, e non me ne vergogno punto ".
Parroco universale un po’ malaticcio
Albino Luciani. Il futuro Papa
Giovanni Paolo I, prima ancora che Papa, era una specie di parroco della Chiesa universale. Conobbe sofferenza e malattia, finì in sanatorio, subì 8 operazioni. E proprio la salute stava per costargli la nomina a vescovo: Giovanni XXIII, che stimava quel parroco bellunese, un giorno chiese come mai Luciani non venisse mai proposto per la promozione, e gli fu detto che era malaticcio. Si racconta che Papa Giovanni replicò: allora vuol dire che lo faremo morire vescovo. E così nel 1958 finalmente don Albino diventa vescovo e nel 1973 cardinale.
Fumata bianca da record
Lo stemma di Papa Giovanni Paolo I
Luciani fu eletto a tempo di record: dall' 'extra omnes' alla fumata bianca passarono solo 25 ore e 48 minuti. Solo 4 votazioni per trovare l'accordo. Il card. Felici annunciò l'Habemus Papam alle 19:19. Pochi minuti dopo il nuovo Papa si affacciò dalla loggia di San Pietro per salutare e dare la benedizione ai 25.000 presenti e al mondo collegato via tv. L'elezione fu tanto rapida che colse in contropiede anche il cerimoniale, e il Papa dovette affacciarsi di nuovo più tardi per il rituale saluto alle guardie svizzere e a un battaglione dell'esercito italiano, nel frattempo schieratisi. Si disse che Luciani era stato scelto quasi per caso, una sorta di figura minore, a metà strada fra le personalità sostenute da chi voleva un nuovo papa conservatore e da chi lo voleva modernista. Alla vigilia del conclave non era ritenuto fra i papabili, benché la sua figura fosse tutt'altro che secondaria. Uomo di vasta cultura e preparazione teologica, era fermissimo in materia dottrinale; coniugava tali caratteristiche con la semplicità e la partecipazione, con la passione per le persone e il loro destino. Si ricorda la sua attenzione per i problemi delle famiglie e di quelle povere in particolare, si batté contro il divorzio, si interrogò sugli anticoncezionali.
" Amare significa viaggiare, correre con il cuore verso l'oggetto amato (...) Amare Dio è, dunque, viaggiare col cuore verso Dio. Viaggio bellissimo (...) L' amore a Dio è anche viaggio misterioso : io non parto cioè, se Dio non prende prima l'iniziativa (...) Ciò significa, amare Dio non poco ma tanto; non fermarsi al punto in cui si è arrivati, ma col Suo aiuto progredire nell'amore ".
La divina provvidenza
Papa Luciani e il futuro Papa Ratzinger
Quando Paolo VI pubblicò l'Humanae vitae, la sua lealtà al Papa fu assoluta. Negli ambienti ecclesiastici, oltre che fra i fedeli, godeva di molta stima. Qualche anno fa, l'allora card. Ratzinger disse alla rivista “30 Giorni” che il nome di Luciani era affiorato in un incontro fra cardinali di lingua tedesca e brasiliani (Schröffer, Koenig, Hoeffner, Bengsch, Arns e Lorscheider): “non volevamo decidere niente, ma solo parlare un po”. Mi sono lasciato guidare dalla Provvidenza ascoltando i nomi, e vedendo come si è formato finalmente un consenso sul patriarca di Venezia. Ne fui molto felice. Avere come pastore della Chiesa universale un uomo con quella bontà e con quella fede luminosa era la garanzia che le cose andavano bene. L'improvvisa morte di Albino Luciani sollevò interrogativi e sospetti, qualcuno scrisse addirittura che il Papa era stato avvelenato. Ma una commissione medica ne accertò la morte per cause naturali. Per Giovanni Paolo I è in corso la causa di beatificazione.
La meteora di un Santo
E’ passato, nella storia della chiesa e nella storia in genere, come una meteora. Ma è stata una meteora che ha colpito profondamente. Importanti passi avanti nella causa di beatificazione di Papa Luciani. Il 27 giugno 2008 e' stato infatti firmato dalla Congregazione delle cause dei Santi il decreto di validità degli atti dell'inchiesta diocesana sulla beatificazione di colui che fu Pontefice per soli 33 giorni nel 1978 e in Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e' stato concluso il processo diocesano sul presunto miracolo attribuito alla sua intercessione. Il 24 agosto, a Belluno, è stato annunciato in diretta televisiva (Canale d’Agordo) un presunto miracolo di Papa Luciani. E' accaduto, durante la trasmissione ''A sua Immagine'', nel cui contesto e' andata in onda la celebrazione della Messa su Rai Uno nel trentesimo anniversario dell'elezione a pontefice di Albino Lucani e nel 50* della sua ordinazione episcopale, da parte di Giovanni XXIII. La signora Daniela si e' presentata davanti alle telecamere, ha riferito di essere un'infermiera strumentista di sala chirurgica ed ha raccontato di aver avuto un tumore. ''La sera prima dell'operazione ho fissato un'immagine di Papa Lucani che avevo in stanza e l'ho pregato di farmi guarire. Io all'epoca non credevo, tanto meno pregavo. Ma in quelle condizioni l'ho fatto. Dopo qualche momento ho avvertito la presenza di una mano che si posava sul mio corpo ed ho sentito sciogliersi quasi d'incanto il nodo che avevo in corpo''. La signora ha detto di essersi convinta che la guarigione sia stata miracolosa e che da allora ha ricercato e recuperato la fede. Di testimonianze simili a questa o comunque di presunte grazie ne sono descritte numerose nei 40 volumi di firme, preghiere, richiesta appunto di grazie e di ringraziamenti che sono stati esposti nella chiesa arcipretale di Canale d'Agordo e, una volta completati, vengono conservati in appositi archivi. Ufficialmente, pero', sta per concludersi il processo diocesano ad Altamura per la presunta guarigione di un settantenne che 14 anni fa guari', inspiegabilmente sul piano scientifico, da un tumore maligno dopo aver pregato intensamente davanti ad un'immagine di Luciani.
Papa Luciani e il web
Sono molti i siti che si rifanno direttamente a Papa Giovanni Paolo I. Tra questi menzioniamo, http://www.amicipapaluciani.it/, dal quale abbiamo preso molto foto di Papa Luciani e molte informazioni. Gli amici di Papa Luciani si ritroveranno a Roma il 27 e 28 settembre 2008, per il loro VI raduno. Il tema scelto per questa occasione particolare è "Il coraggio di essere cristiani autentici".
Le foto sono state prese dal sito www.amicipapaluciani.it, al quale va il nostro ringraziamento
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