28 settembre 2008

Nancy Pelosi. In ginocchio da me

Nancy Pelosi. In ginocchio da me
di Roberto Maurizio



Il Dalai Lama, una meta, un vetta
Il 23 marzo di quest’anno, ho fatto un attacco durissimo a Nancy Pelosi, la Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Ho detto che aveva troppi soldi, che si interessava del Dalai Lama contro la Cina, che come italiana aveva qualcosa in meno nel suo Dna perché era a favore dell’aborto. I soldi sono rimasti tali, il Dalai Lama ha ritirato le sue pretese nei confronti della Cina che è uscita stravincitrice dalle belle Olimpiadi che ha saputo organizzare, sia quelle “normali” sia quelle “meno”, l’aborto, invece, rimane la piaga in questo mondo di lacrime.

La Cina, una fetta
Che il Dalai Lama debba essere sostenuto è ovvio. Che i monaci buddisti devono avere il consenso del Governo di Pechino per andare all’aldilà, lo abbiamo appreso dalla Rai (L’Eredità del 27 settembre 2008). Che la Pelosi si faccia avanti per dire la sua su altre problematiche in favore del cattolicesimo, non mi sovviene.


La genuflessione

I grandi americani e la Pelosi


Le ultime notizie del 26 settembre, sulla prestigiosa leader democratica Nancy, ci propongono un Ministro del Tesoro, Henry Paulson, in ginocchio davanti a Nancy Pelosi. Durante la tempestosa riunione alla Casa Bianca in cui si è arenato il piano di salvataggio del sistema finanziario proposto dall'amministrazione Bush, il Ministro del Tesoro si è genuflesso davanti alla speaker della Camera Nancy Pelosi implorando lei e gli altri democratici di non dire niente che potesse «far saltare» il già difficile accordo. rivali nella corsa alla presidenziale John McCain e Barack Obama avevano lasciato la Casa Bianca senza fare dichiarazioni dopo un incontro che è stato descritto dai partecipanti come il più «tempestoso» a loro memoria. «Il presidente George W. Bush faceva fatica a farsi sentire. A un certo punto i democratici hanno abbandonato il tavolo per riunirsi nella vicina Roosevelt Room e Paulson li ha inseguiti, implorandoli di non far saltare la proposta», ha scritto il Wall Street Journal. «Non sapevo che fossi cattolica», avrebbe scherzato la Pelosi in quello che alcuni partecipanti hanno descritto come uno dei rari momenti della riunione in cui qualcuno ha sorriso.

La riflessione
L’atteggiamento di sinistra di Nancy potrebbe essere paragonato, mutatis mutandis, a quello della Cgil nel caso Alitalia. Peggio stiamo e meglio stiamo!

Nessun commento:

Posta un commento