25 settembre 2008

Castelli: uno contro i mostri

Roberto Castelli: un "verde" rivoluzionario
di Roberto Maurizio


Roberto Castelli

Benedetto Santoro
Che delusione la trasmissione del benedetto Santoro, "Anno zero", prima di Lui con la L maiuscola, nemmeno il Diluvio. Benedetto dalla sinistra radicale e dai centristi ulivisti e dai dipietristi, spero che non lo sia anche da Benedetto ridimensionato dopo Porta Pia. La serata è stata alquanto squallida, peggiore di ogni altra trasmissione del Toro Santo, congeniata in modo da fare arrabbiare gli italiani e portare voti a Berlusconi. I primi piani di ragazze assoldate, quelli delle hostes con milioni di brufoli sulla faccia, fanno parte di un copione già visto. Allora Corrado, Rampini, sono qua, passami il nostro corrispondente. Dopo 30 anni la Rai, la televisione di Stato che paga i suoi debiti scellerati con i nostri soldi, ha inviato un degno sostituito del grande Maestro, Furio Colombo, allevato negli Stati Uniti, con la cultura Liberty. Ha mangiato pane e Mutella, cioè quella sostanza che ti fa cambiare senza che ti accorgi senza far cambiare in te niente rispetto a quello che avevi prima. Pane e Mutella è la merenda preferita dai politici italiani e dai giornalisti venduti e legati a doppio filo con la politica. Un pollo di batteria, nel senso buono, ben allevato, il Furio, che parla bene, è disinvolto e sciolto. Che dice quello che pensa prima che il cervello gli abbia dato l'Ok. Furio Colombo (che appoggia, aimé, anche i sogni ebraici, oltre quelli onirici di una sinistra ormai allo sbando) è stato allevato nel brodo primordiale della cultura imperialista americana, dove oggi si è immersa, senza turarsi le narici, la grande corrispondente di Bagdad, la Giovanna Botteri. Ma cazzo, il Finacial Times manda qui in Italia un giornalista che fa gli interessi degli Inglesi, mentre noi mandiamo una giornalista che fa solo i cazzi suoi? Non è pensabile che Le Monde o El Pays mandi un corrispondente in Italia che per contratto debba parlare male di Sarcozy e di Zapatero. La Botteri stravolge le notizie americane perché le legge con le lenti antiamericane e antiberlusconiane. Il nano (alto 1 e 70, forse con i tacchi, esattamente come me con i tacchi e come il 55% degli italiani). Allora per i colombisti e i botteristi essere bassi è una malformazione? E allora Napoleone? I partigiani che combattevano contro i repubblichini erano alti un metro e 58. Allora non hanno dignità di essere citati nella storia patria, solo perché erano bassi? In Italia, dopo l'arrivo della carne Beef dagli Usa, con il piano Marshall, dopo lo sviluppo degli anni '60, la statura della gente è aumentata perché si mangiava più carne e più proteine. Anche i "vecchi", oggi, vivono di più perché mangiano più carne.


Più Grasso che Aldo
Oltre alla trasmissione di Santoro, "Anno Zero", esiste un'altra rubrica sulla carta stampata che dà ai nervi: è quellla "selezionata" da Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Ai tempi di Aldo Moro, circolavano battute che non hanno nulla da invidiare a quelle di quell'essere malvagio che non riesce a far chiudere la trasmissione di Santoro con una risata, il compagno Vauro, mentre riesce benissino a far chiudere il Manifesto per le fesserie che dice: "chi ha rovinato l'Italia, ecco l a battuta squallida, Moro, ma non lo dico"; oppure, ancora più squallida, Fanfani a Moro: "io sono piccolo e basso, ma tu sei Aldo e stronzo". Avevo creduto in Aldo Grasso. Lo avevo proposto anche come Ombdusman, difensore civico dei telespettari. Invece, nel Corrierone esiste la censura fascista, molto più grave di quella "applicata" da Mussolini. Perlomeno, chi non era d'accordo con il Duce, sapeva di ricevere una risposta. Il Duce, Aldo Grasso, non si degna nemmeno di rispondermi. Alto sul suo sgabello dorato, simile a quello di tanti Santori, imbottito di 200.000 euro l'anno di stipendio pagati dagli italiani.


Roberto Castelli
In questa valle di lacrime, versate dai piloti e dalle hostes per mantenere intatti i loro privilegi, si è alzata una voce (la sola, e poi dicono che la televisione è di Berlusconi) quella di Roberto Castelli. I meridionali, quelli meno imbecilli, farebbero bene a sentire cosa dicono Castelli e la Lega. Purtroppo, gli italiani sono guidati da Santoro, anzi, lui crede di rappresentare gli italiani, con le sue trasmissioni lacrimevoli. Allora, appare in trasmissione una lacrimevole velina, Margherita Granbassi, bronzo olimpico, come la faccia di benedetto Santoro, la schermitrice che cerca di fare soldi cadendo nella brace del qualunquismo. Mentre resta integra la visione del povero Castelli, abbandonato nelle fauci della propoganda, una brutta parola che regna in questo paese guidato dalle mafie, dalle camorre, dalle ndranghete e dalla più perversa sacra corona unita: un'Italia più sana, non quella di Di Pietro che vorrebbe sbattere tutti in galera, basata sul federalismo, sull'assunzione delle responsabilità oggettive e soggettive territoriali. Purtroppo la Ppropaganda non serve. Ci sono milioni di persone affette da un virus che non concede scampi. Ad esempio: ai fascisti non serve la propaganda er essere tali: ci credono e basta, così come ai comunisti (termine non obsoleto) non serve Santoro, sono già convinti così come li ha fatto la natura. Allora. Perché esiste Santoro? E'solo per fare incazzare l'Italia che non vuole i piloti mliardari come lui, un'Italia che non vuole più viaggiare (un giorno sì e dieci non) con l'Alitalia. Gli italiani vogliono un'Italia nuova, senza retaggi, senza Bella Ciao, da Santoro e Giovinezza, da Fede, senza scioperi, senza trasmissioni televisive balorde, senza politici che promettono e non mantengono le loro promesse. Vogliono un'Italia con una scuola che funziona, con gli ospedali che funzionano, con i posti di lavoro per i giovani. Invece la Rai ci ributta in faccia, la Littizzetto, la cui volgarità supera qualsiasi immaginazione. Con i Bond di Fazio, in prima serata, dobbiamo ingoiare le inutili previsioni del tempo: rosso di sera Littizzetto ti spara.

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