13 dicembre 2008

"Er barcarolo" e l'Isola Tiberina

Dopo la tempesta, vedo le macchinette far festa…
di Roberto Maurizio

L'Isola Tiberina sommersa dalle acque (foto di roberto maurizio)


Cessato allarme
E’ stato un tripudio di macchinette fotografiche, di cellulari, di telecamere, davanti allo “spettacolo” dell’Isola Tiberina quasi inghiottita dai flutti del padre tanto amato e altrettanto odiato. Il “biondo” Tevere, dopo il cessato allarme, pronunciato da inetti dati in prestito all’informazione, di un’improbabile esondazione, grazie all’opera compiuta dai Piemontesi nel 1870 con le famose "spallette" che impediscono all’acqua di ripetere gli allagamenti a cui la Roma papale dell’ottocento era soggetta prima dell’occupazione savoiarda, è tornato a dialogare con i romani. L’Isola Tiberina ha mostrato ancora una volta la sua volontà di non soccombere all’inerzia degli amministratori capitolini, tutt’altro affaccendati: fare soldi e far divertire i loro maldestri e ignoranti elettori.

Auditorium nomen nostrum Veltronium
Le nere “Notti bianche”, le funeste “Estate romane”, la squallida e incomprensibile stagione dell’Auditorium sono serviti per non difendere Roma dalla semplice manutenzione dell'argine del fiune. Qualcuno si chiederà a che cosa servivano i soldi dell’Ici: a mettere i centomila cartelli stradali con su la scritta "Auditorium". Dappertutto, in ogni luogo, è presente un cartello che ti indica dove cazzo si trova questo maledetto Palazzo della Musica. Se cerchi una strada "normale" non la trovi in nessuna parte. Se devi andare a Via dei Ciclamini o a Via Vigna Fabbri senza Tom Tom o un navigatore ultrasetallitare, devi soffrire le pene dell’inferno (grazie a Veltroni che era ateo o giù di lì). Adesso è peggio. Con Alemanno non puoi nemmeno raggiungere l’inferno!


Una ventata di vita e di armonia

Una turista fotografa l'Isola Tiberina (foto di Roberto Maurizio)

Il Tevere dorme, il Tevere sta con i romani, il Tevere scorre e ruba la piogia dalle montagne e la porta nella capitale. Porta con l'acqua una ventata di vita e di armonia. Il “Barcarolo romano” ha sempre vissuto momenti belli e brutti con il suo biondo fiume. Il "Barcarolo" oggi si sente preso in giro, ma continua a cantare e ad andare contro corrente: "e quanno canta l’eco s’arisente".

Le foto sull'Isola Tiberina invasa dalle acque saranno pubblicate nei prossimi Post.

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