di Roberto Maurizio
Il Tevere e Castel Sant'Angelo: l'affare si ingrossa (nella bella foto, il volo di un gabbiano)
E poi parlano di emergenza idrica!
Tanta acqua è caduta su Roma. In un solo giorno, l'11 dicembre 2008, si è riversata sulla capitale tanta pioggia quanto quella che di solito viene registrata in un mese intero. Cosa è successo? Il finimondo. Quattro tuoni nella notte hanno svegliato i romani gentili intenti a godersi il meritato riposo dopo tanto lavoro svolto nei ministeri durante una settimana di fuoco, dove l’ombra del ministro orco Brunetta non gli ha permesso di bere il meritato cappuccino delle 10 e 23. Le strade intasate dall’acqua, purtroppo, hanno anche provocato una vittima, la cui anima è andata in cielo grazie all’incompetenza degli “amministratori”, quattro cialtroni venduti ai partiti che non riescono nemmeno a fare defluire un goccio d’acqua. Di destra, di sinistra. Basta. Ci vogliono persone competenti, non persone vendute alla politica. Un amministratore non deve sapere a memoria il Capitale di Marx (Pd-Pci) o il Vangelo secondo Matteo (Pd-Dc) o il Vangelo di Luca (secondo Pierferdinando dell’Udc – cioè la Dc – che adesso sta all’opposizione con il Pd e prima stava con la Pdl, cioè alleato di Forza Italia e la Lega e i fascisti), o il partito più preso a cazzotti dalla satira di sinistra (cioè Berluschitalia, insieme ai fascisti confluiti nell’antifascimo di Alleanza Nazionale rientrata insieme alla Mussolini nel Pdl o nella Pdl). La Pdl e il Pdl sono nomi di due sessi opposti: la prima si chiama così per non confondersi con il Pd, che non potrebbe chiamarsi la Pd (a qualcuno potrebbe sembrare la Puttana democratica). Allora, si chiama il Pdl, perché sono alleati, per poco, con la Lega che ce l’ha duro, quindi non si può chiamare la Pdl (Partito delle debosciate liberali). Quindi, arriva l’acqua, tant’acqua; arriva la neve, tanta neve! Vedrai che questi stronzi di politici non hanno visto nemmeno il calendario per sapere che stiamo in autunno inoltrato e che frappoco inizia un inverno duro. Quindi, politici di destra o di sinistra, come ogni anno, queste situazioni si verificano sempre. Ma a voi non vengono in mente perché vi dovete occupare di occupa le poltroni della Rai, vi dovete occupare come disoccupare i lavoratori dell'Alitalia, vi dovete occupare delle maestre uniche con o senza l'uso del preservativo.
Intanto il Ciclone incombe!
Un raro ciclone dell'Atlantico, Catarina, con la spirale destrorsa (26 marzo 2004)
«Tanti nodi stanno venendo al pettine, ha accusato il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, l’unico che capisce, che è copetente e che sa quello che dice: dobbiamo fronteggiare situazioni che potevano anche essere evitate se vi fossero stati in passato investimenti adeguati forse qualche danno si darebbe potuto evitare». Che schifo che fa quest’Italia che non riesce ad arginare un “temporale” di metà dicembre. Una pioggerellina di marzo se paragonata ai cicloni, agli uragani ai tornadi che investono altri paesi del mondo. Mezza pioggerellina di marzo e il sindaco di Roma chiede lo stato di calamità. Strade bloccate, uffici chiusi, negozi deserti. Cittadini! Direbbero a “Striscia la notizia”, “Italiani”, come dicono al Tg1. Basta. Fuori dalle scatole chi non sa gestire nemmeno quattro gocce! Ma il Tevere si ingrossa. Sapeste come le palle degli italiani si sono ingrossate per chi non sa gestire un’emergenza. Che cos’è che salva gli incompetenti? Il tempo, inteso sia come situazione atmosferica che prima o poi (due o tre giorni passa) sia come il passare dei minuti scanditi da un orologio analogico che ti invita all’oblio. Tutto, fra poco, sarà dimenticato, divorato non dalla globalizzazione, non dall’emissione dei gas serra, ma dalla normalità. Sarà normale tornare in ufficio in macchina e trovare file chilometriche per un imbecille che non riesce a governare un incrocio. Sarà normale tornare all’università e trovarle chiuse.
Le possibili aree che potrebbero ospitare dei cicloni mediterranei
Una giornata uggiosa (a Roma va in onda Battisti-Mogol)
Domani, se Roma non sarà allagata, se tutto rientrerà nella normalità, chi avrà il coraggio di dire alla signora affogata sotto un cavalcavia che si è trattato solo di un misero temporale? Di una giornata uggiosa? Speriamo che questa notte Roma e il Lazio siano sotto il tiro di un ciclone impossibile (vedere cartina) per giustificare quegli incompetenti che prendono i voti non in base alle competenze, ma solo perché rappresentano gli interessi dei partiti e non dei cittadini. Se tutto ciò non si verificherà, domani, grazie anche all'intelligenza della Cgil che ha sospeso lo sciopero dei trasporti pubblici, sarà una giornata normale. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, tornare a scuola è trovare le stesse crepe e la stessa sporcizia, identiche a quelle degli ospedali. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, vedere un altro morto sul lavoro. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, accendere l’albero di Natale e le luci sul balcone aspettando le vacanze natalizie. Sarà normale, domani, in una giornata uggiosa, vedere i ricchi tornare sulle Dolomiti incapaci di distinguere la congiunzione Venere Giove e allontanarsi miliardi di anni luce rispetto alle “Flebili Luci delle Pleiadi”.
Che dice la pioggerellina di marzo?
di Angiolo Silvio Novaro
Che dice la pioggerellina
Di marzo, che picchia argentina
Sui tegoli vecchi
Del tetto, sui bruscoli secchi
Dell’orto, sul fico e sul moro
Ornati di gèmmule d’oro?
Passata è l’uggiosa invernata,
Passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
Di fuor dalla nuvola bigia
Che in cielo si pigia,
Domani uscira’ Primavera
Guernita di gemme e di gale,
Di lucido sole,
Di fresche viole,
Di primule rosse, di battiti d’ale,
Di nidi,
Di gridi,
Di rondini ed anche
Di stelle di mandorlo, bianche......
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
Ornati di gèmmule d’oro?
Ciò canta, ciò dice:
E il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
Di marzo, che picchia argentina
Sui tegoli vecchi
Del tetto, sui bruscoli secchi
Dell’orto.
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