12 febbraio 2008

Agenda Darfur. Il Sudan

Agenda Darfur. Il Sudan


di Roberto Maurizio




Il Sudan

Il Sudan, Jumhuriyat as-Sudan in arabo جمهورية السودان,, o Giumhuriyetal Al Sudan, è uno Stato africano. E’ il più grande paese dell’Africa per estensione 2.505.810 km2, ha una popolazione di 39.148.162, 15 abitanti per km2, confina con nove paesi (Ciad, Egitto, Etiopia, Libia, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Repubblica Centrafricana, Kenia) ed è bagnato dal Mar Rosso con 600 chilometri di costa. Il nome del paese africano deriva dall’arabo Bilad as-Sudan, che vuol dire “paese dei neri”, poiché gli arabi così chiamavano i territori confinanti col Sahara meridionale, le cui popolazioni erano appunto nere. La capitale, Khartoum, conta 1.974.780 ab. / 2005. La lingua ufficiale è l’arabo, considerato il più “puro” di tutti gli altri, quello che più si avvicina all’arabo del Corano. E’ indipendente dal 1° gennaio 1956 ed è membro dell’Onu dal 12 novembre 1956. La valuta è, dal 1° gennaio 2007, la sterlina sudanese, pari a circa 3,20 Euro. Il Prodotto interno lordo è di circa 84.700 milioni di dollari, che colloca il paese al 62° posto nel mondo, quello pro-capite è di appena 2.520 dollari l’anno, che fa scendere il paese al 133° posto nella classifica mondiale, e l’Isu (Indice dello sviluppo umano dell’Undp) è pari a 0,526, che fa sprofondare il paese al 147° posto. Rispetto all’Italia, ci sono due fusi di differenza. La nostra Ambasciata si trova a Karthoum P.O. Box 793 - Street 39 - Tel. 0024911 471615/6/7 Fax 471217 Strada 39 - Block 61 - Khartoum 2 P.O.Box 793 Khartoum Sudan Tel.: +249 1 83471615/6/7 Fax: +249 1 83471217 e.mail: ambasciata.khartoum@esteri.it Cellulare di emergenza: +249 9 12306050 sito web: http://www.ambkarthoum.esteri.it/. L’ Ambasciatore è Lorenzo Angeloni. Il Nunzio Apostolico è Mons. Leo Boccardi. Omar Assad Ahmad al-Bashir è Capo di Stato e di Governo della Giunta militare. Il Sudan è, nella fantasia “metropolitana”, l’Africa selvaggia, mai sopita, mai ferma, mai uguale a se stessa. Impenetrabile dalle convenzioni, continua ad essere questo immenso paese nel quale nemmeno le cifre riescono ad emergere e vengono utilizzate, di volta in volta, per giustificare e accreditare, non la scientificità del dato, ma l’ideologia o le proprie convinzioni da cortile. Non sto alludendo solo alle cause che hanno scatenato le guerre che hanno martoriato il paese, sulle cause occorre ancora riflettere e aspettare i responsi degli storici, ma alla semplice lettura dei dati geografici.

Il Nilo

Il Sudan è uno Stato situato, secondo alcuni, nell'Africa Nord Orientale e, secondo altri, nell’Africa Centro Orientale. Questa discrepanza non è puramente “semantica”. C’è un risvolto ideologico. Se dico Nord Orientale, l’avvicino all’Arabia Saudita. Se dico Centro Orientale, l’avvicino al Ciad. E’ come il Messico. Questo paese geograficamente appartiene al Nord del mondo (al di sopra dell’Equatore), culturalmente e storicamente è un paese del Sud America.
Con i suoi due rami che confluiscono a Khartoum, il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco, e i loro tributari, il Nilo caratterizza no in modo deter­minante la morfologia del paese. Il Nilo Bianco scorre dal confine ugandese fino al­la confluenza con l'altro braccio, formando così il Nilo vero e proprio. Il Nilo Azzurro, il maggiore per portata di acque, nasce nell'altopiano etiopico e attraversa la parte centrorientale del paese. Tra gli affluenti del Nilo il più importante è l'Atbara, che nasce a sua volta nell'altopiano etiopico. Gran parte del territorio sudanese consiste di una piatta pianura.
La storia
Il Sudan ha una storia che affonda le sue radici nel paleolitico. Segnali di antropizzazione sono esistenti in molte parti del paese. A Singa, località nella wilaya del Nilo Azzurro, fu scoperto un cranio di Homo sapiens boscimanoide, mentre manufatti rudimentali sono stati ritrovati in più zone, con la notevole industria del ciottolo di Nuri. La regione settentrionale del Sudan attuale nell'antichità era conosciuta anche come "regno della Nubia", e la sua civiltà fiorì essenzialmente lungo il corso del Nilo, tra la prima e la sesta cataratta. I regni che si susseguirono furono grandemente influenzati dal vicino Egitto faraonico, ed a loro volta vi fecero sentire il loro influsso. In realtà, infatti, i confini tra gli antichi regni egiziani e sudanesi fluttuarono frequentemente, e una buona parte di quello che ora è il Sudan del Nord era, in antichità, indistinguibile dall’alto Egitto. La Nubia giunse a comprendere Assuan. In età romana il Fezzàn fu visitato da Giulio Materno, mentre Nerone inviò alcuni centurioni in esplorazione lungo il Nilo, ma questi si fermarono prima di raggiungere il Sudan. Gli esploratori arabi invece vi penetrarono e ne restano le testimonianze di el Bekri, Edridi e Ibb Battuta, raccolte da Leone Africano, che visitò l'area del Bornu e compendiò le sue ricerche e quelle degli arabi.

Islam e Arabi

Il cristianesimo fu introdotto nel Sudan nel terzo o nel quato secolo, ma già intorno al 640 fece la sua comparsa l’Islam, proprio quando già tre dei regni che componevano lo stato erano stati convertiti al cristianesimo. La coesistenza fra le due fedi sarebbe rimasta accettabilmente pacifica sino al XIV secolo. Il dominio economico nel Sudan feudale di quei secoli a cavallo del millennio fu presto assunto da una classe di mercanti arabi. I più importanti tra i regni che si susseguirono in seguito furono il regno di Sennar e quello di Makuria.

I britannici

A partire dal 1820 il Sudan venne a cadere sotto il controllo dell’Egitto, quando con l'appoggio dei Turchi, Muhammad Alì, Wali d’Egitto, inviò un esercito agli ordini di suo figlio Isamil Basha e di Muhammad Bey per occupare il Sudan orientale. La conquista fu completata con la sottomissione della regione meridionale del paese nel 1839; con l'ingresso dei conquistatori, si sviluppò un intenso commercio di schiavi.

I Padri Comboniani

Nel 1857 giunsero in Sudan alcuni missionari cattolici fra i quali Daniele Comboni, che vi fondò la comunità missionaria dei Padri Comboniani.

Mahdi e Gordon

Il leader religioso Muhammad ibn Abballa, l’autoproclamato Mahdi (il messia), tentò negli anni ’80 del XIX secolo di unificare le tribù del Sudan centrale e di quello occidentale. Guidò una rivolta nazionalista contro il dominio egiziano, che culminò con la presa di Khartoum nel 1885, nel corso della quale trovò la morte anche Gordon, il famoso generale britannico. Lo stato mahdista sopravvisse fin quando Khalifa, successore di Mahdi, non fu definitivamente sopraffatto nel 1898 dalle forze anglo-egiziane guidate da Lord Kitchener nella nota battaglia di Omdurman. Nel 1899 gli inglesi costituirono il paese vinto in protettorato (formalmente anglo-egiziano in base ad un trattato poi ratificato nel 1936) e divisero il Sudan in due distinte colonie, il Sud ed il Nord, situazione che permase invariata fino al 1956.

Le licenze
Poco dopo (1903) il governo locale iniziò una assegnazione di "licenze" ai missionari che richiedevano di poter entrare nel paese, definendo i territori nei quali sarebbe stato loro consentito di insediarsi. La zona settentrionale nubiana rimase esclusa da tali assegnazioni e restò prevalentemente musulmana.
Umma e Ashqqa'

Nel 1943, allentandosi la pressione britannica a causa del conflitto mondiale, sorsero due partiti spontanei di inclinazione nazionalista, il partito Umma e il partito Ashiqqa' (quest'ultimo di ispirazione islamica), entrambi principalmente riferentisi al Sudan settentrionale.
1947

Nel 1947 si tenne la conferenza di Juba con la quale le due parti del paese concordarono per la riunificazione ed il Sud venne ammesso alla rappresentatività parlamentare.
1953

Nel 1953 il regime di protettorato fu abolito grazie ad un accordo anglo-egiziano ispirato a principi di autodeterminazione dei popoli. Immediatamente dopo, a novembre, si tennero elezioni generali per il rinnovo dell'Assemblea legislativa dalle quali nel gennaio successivo sortì la legittimazione di Al-Azhari a capo del governo. Uno dei primi atti fu l'istituzione di un Comitato per la sudanizzazione, nel quale però fu notata una sporporzionatamente esigua rappresentanza del Sudan meridionale.

Il Sudan, tra conflitti e speranze
Il Sudan è un paese martoriato dalla guerra e riassume in sé molte caratteristiche dell'area del Mar Rosso, con la presenza di elementi di cultura a tratti tribale, a tratti araba e musulmana. All'interno del suo territorio, come accade spesso in Africa, convivono molti gruppi etnici, e questa convivenza è eredità del periodo coloniale, quando i territori delle nazioni africane erano definiti a tavolino, senza rispetto dei popoli e delle culture. Nel paese è possibile notare una differenza netta, tra un nord arabo e musulmano e un sud prevalentemente composto da popolazioni nere, alcune delle quali praticano culti animasti, mentre altre seguono la religione cristiana.Le ragioni dei lunghi conflitti che insanguinano il paese sono da ricercare, forse, anche in questi presupposti. La comunità internazionale, guidata dagli Stati Uniti, è da lungo tempo impegnata a cercare una soluzione pacifica, ma il numero dei morti e dei rifugiati continua a salire. La lotta per il controllo dei giacimenti petroliferi, com’è facile immaginare, apre nuovi scenari. Il conflitto tra nord del paese prevalentemente arabo ed un sud cristiano animista è alimentato da una guerra civile che dura da più di 40 anni. Nel 2004, la condizione del Sudan è stata definita dalla Comunità Internazionale "la più grave situazione umanitaria esistente". Molti gli sforzi fatti dalla Comunità Internazionale e numerosi anche i tentativi di organizzazioni Africane (tra cui l'Unione Africana) di portare la guerra civile ai tavoli di pace. Grande il problema dei guerriglieri ribelli contro un governo del nord che ha imposto, sin dagli anni '80, il duro regime della Sharia, la legge araba. A contrapporre infatti l'egemonia del GoS (Government of Sudan) due le principali fazioni ribelli: lo SLM/A (Sudan People's Liberation Movement/Army) e il Jem (Justice for Equality Movement) che continuano a battersi per liberare il sud dal regime imposto.

La crisi umanitaria più grave del nuovo secolo

Il conflitto tra nord del paese prevalentemente arabo ed un sud cristiano animista è alimentato da una guerra civile che dura da più di 40 anni. Nel 2004, la condizione del Sudan è stata definita dalla Comunità Internazionale "la più grave situazione umanitaria esistente". Molti gli sforzi fatti dalla Comunità Internazionale e numerosi anche i tentativi di organizzazioni Africane (tra cui l'Unione Africana) di portare la guerra civile ai tavoli di pace. Grande il problema dei guerriglieri ribelli contro un governo del nord che ha imposto, sin dagli anni '80, il duro regime della Sharia, la legge araba. A contrapporre infatti l'egemonia del GoS (Government of Sudan) due le principali fazioni ribelli: lo SLM/A (Sudan People's Liberation Movement/Army) e il Jem (Justice for Equality Movement) che continuano a battersi per liberare il sud dal regime imposto.
I conflitti interni

Fin dall'indipendenza dal Regno Unito, proclamata dal Parlamento nel dicembre 1955 ed ottenuta nel 1956, la politica interna è stata dominata da regimi militari che, secondo una visione pressoché unanime degli studiosi, avrebbero favorito governi a orientamento islamico e privilegiato il Sudan settentrionale. I conflitti interni e la guerra civile, che hanno dominato la scena interna dal 1955 al 1972 e che hanno origine antecedente all'indipendenza, nacquero dal contrasto fra le forze governative settentrionali e le forze Anya Nya che rivendicavano l'autonomia della parte meridionale del paese. Nel 1957 fu proposta da parte dei nord-sudanesi una costituzione che eleggesse l'Islam a religione di stato e la lingua araba a lingua ufficiale dello stato. L'anno successivo i sud-sudanesi abbandonarono i lavori dell'assemblea costituente una volta compreso che l'ipotesi di una federazione fra Nord e Sud del paese non sarebbe stata accolta.

La "rivoluzione di maggio"
L'opera dei missionari stranieri fu interrotta nel 1964 da un imprevisto decreto di espulsione generalizzato; le tensioni crebbero sino a far montare in autunno una ribellione nota come "rivoluzione d'ottobre" e lo stato di agitazione permase gravissimo per lungo tempo. Pochi anni dopo, ormai nel 1969, Gaafer Mohamed Nimeiri avrebbe attuato un colpo di stato detto "rivoluzione di maggio", con l'appoggio dei comunisti.
Hec

Nel 1972 un accordo di pace firmato ad Addis Abeba garantì al sud una sorta di autonomia tramite la costituzione di un'assemblea regionale con facoltà di elezione del Presidente dell'Alto Consiglio Esecutivo (HEC), soggetto però alla conferma da parte del Presidente della Repubblica. Il primo presidente dell'assemblea regionale del sud fu Abel Alier. Parte dell'accordo prevedeva l'assorbimento delle forze Anya Nya nelle forze governative. L'anno successivo la costituzione del Sudan avrebbe confermato i punti principali dell'accordo.
Manifestazioni e scioperi

Il 12 aprile 1978 il governo centrale e le opposizioni, guidate dal Fronte Nazionale, sottoscrissero un accordo congiunto di rappacificazione, ma le tensioni si spostarono su un fronte socio-economico, e l'anno successivo fu caratterizzato da manifestazioni e scioperi, per il miglioramento delle condizioni economiche e per il riconoscimento di diritti fondamentali come la libertà di stampa.

Tre governi regionali

Il trasferimento a nord di milizie ex-Anya Nya, la decisione del Presidente Nimeiri di dividere il governo del sud in tre governi regionali e soprattutto la decisione di introdurre le sanzioni previste dalla Shari'a nel codice penale incontrarono l'opposizione degli ufficiali del sud e portarono all'ammutinamento di Bor nel 1983 che diede i natali alla SPLM/A Sudanese People's Liberation Movement/Army. La guerra civile ricominciò. Dal 1983 gli effetti delle carestie successive alla guerra hanno provocato oltre 2 milioni di morti ed oltre 4 milioni di rifugiati.
I militari
Il 30 giugno 1989 un colpo di Stato destituì il presidente Sadeq al-Mahdi eletto nel 1986 e portò al potere un regime militare guidato dal generale Omar Hassan Ahmed al-Beshir e dominato dal Fronte nazionale islamico (NIF). In seguito al colpo di stato il conflitto contro lo SPLM/A si intensificò ed anche le opposizioni politiche nord-sudanesi parteciparono in armi.
Nel 1996 l'ONU irrogò delle sanzioni per il supposto coinvolgimento del Sudan nell'attentato al presidente egiziano Mubarak dell'anno precedente. Le sanzioni consistevano in un embargo aereo internazionale e vennero seguite da "sanzioni" autonomamente irrogate dagli Stati Uniti, che pretesero un embargo generale.

1998

La guerra civile si protrasse senza tregua e nel 1998, anno in cui si tenne anche un referendum costituzionale, a causa di una siccità particolarmente pesante, nel Sud scoppiò una carestia di luttuosa gravità. L'anno successivo una assai tenue mitigazione delle difficoltà venne dall'apertura delle esportazioni di petrolio, ma la lotta politica restò incandescente e al-Beshir proclamò lo stato di emergenza; il Sud divenne vittima di regolari bombardamenti aerei. L'oppositore Hassan al-Turabi, già procuratore generale e leader del partito Popular National Congress (PNC), fu arrestato nel febbraio del 2001, dopo che la sua formazione aveva avuto alcuni abboccamenti con il SPLA per un coordinamento delle opposizioni. Stante la permanenza della carestia, e dato l'ormai ingente numero di vittime della guerra civile, vi furono svariati tentativi internazionali volti a raggiungere un accordo fra le parti, nessuno dei quali ebbe però successo fino al 2002.


2002
Nel giugno del 2002, con la collaborazione di John C. Danforth, ambasciatore statunitense ed incaricato speciale delle Nazioni Unite, iniziarono delle trattative di pace fra il governo sudanese e il SPLM/A. Il presidente dell'Uganda Yoweri Museveni riuscì a fare incontrare per la prima volta Bashir e John Garang, leader carismatico delle forze ribelli. Uno degli accordi fu la concessione di maggiore indipendenza al sud del paese e l'autodeterminazione dello stesso tramite un referendum.
Il petrolio


Una delle principali cause del conflitto è da molti osservatori rintracciata nella presenza di ingenti risorse petrolifere nella parte meridionale del paese.

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