18 febbraio 2009

Verrazano Story. Il mare nel cassetto

Verrazano Story: il mare nel cassetto
di Roberto Maurizio

Nanni Loy durante un suo intervento in Aula Magna del Verrazano


Una lacrima sul viso

E’ difficile parlare, durante una festa come quella del “Grande Raduno ex Verrazano” che si svolgerà al Palacavicchi il 21 febbraio prossimo, di persone che non possono parteciparvi, non per loro colpa. Nanni Loy, Stefano Satta Flores, Roberto Vanore, sono tra le "celebrità" che hanno dato un loro contributo al nostro Istituto e ci hanno detto addio. Il tempo passa, inesorabilmente, e lascia dietro di sé i ricordi. La scuola è come una famiglia: i genitori (gli insegnanti), i figli (gli alunni); scompaiano i nonni (i presidi), e i genitori (insegnanti) diventano a loro volta nonni (presidi) e i figli (alunni) diventano genitori (insegnanti). E’ un ciclo naturale: è come la pioggia, la neve, la nebbia, il Sole, la Luna, i terremoti, le albe e i tramonti. A tramontare sono stati insegnanti, non docenti e alunni che hanno lasciato un’orma indelebile nei grandi stanzoni di una scuola nata su un progetto che risente ancora degli stilemi del Ventennio fascista, mascherato da una progettualità occidentale ancora non ben definita. Tra le greggi dell’agro romano pascolanti liberamente, nasce l’Istituto che avrebbe fatto la storia del quartiere, mentre al Festival di Sanremo trionfava “Non ho l’età” della Gigliola Cinquetti che batteva “Una lacrima sul viso” di un odioso Bobby Solo. L’edizione del XIV Festival di Sanremo ci riporta oggi alla mente l’esiguità del tempo che passa. E’ la stessa cosa che avviene oggi in Afghanistan e in Iraq. Ogni anno, in quelle terre, come in quelle nostre di una volta, è moltiplicato per 10. Il XIV Festival di Sanremo per gli italiani di allora era come il XXIX Festival del XXIV secolo. Il Festival allunga la vita, il Festival di Sanremo serve per non far pensare, per ridurre gli animi in un assemblaggio di imbecillità. Ma questo è già stato detto.


Mentre la crisi avanza
La crisi economica che attualmente stiamo attraversando viene riempita di “panem et circenses”, più circenses che panem. Tra questi ultimi ci collochiamo noi, ideatori di una "Festa" che, però, nel suo piccolo non può esimersi dal ricordare coloro che hanno lasciato il loro sorriso, la loro professionalità, il loro impegno sui banchi di scuola come docenti, alunni e bidelli. Questo elenco non vuole essere un libro giornale o un libro mastro di chi ha lavorato per la scuola. Parecchi degli Assets saranno qui di seguito ignorati, altre Liabilities saranno eluse: le colpe, i ripensamenti, etc. Quello che va omaggiato è l’Equity. Il Patrimonio Netto che scaturisce dalla gestione sono gli alunni, che dimostreranno di avere le esperienze per superare questa crisi che incombe e che non da scampo alcuno.

Verrazano list
E’ doveroso dare risalto a chi ha lavorato per la scuola, per il Verrazano . Questo appunto non vuole essere, come abbiamo già detto, un elenco sterile degli insegnanti e dei non docenti che non ci sono più, come di tanti alunni esclusi dalla nostra contabilità non supportata da dati. E’ solo un piccolo omaggio a chi più da vicino rientra nelle nostre informazioni.


A chi non c'è più. Senza immagini
Tra tutti quelli che vogliamo ricordare, di tre in particolare, non abbiamo attualmente icone disponibili, ma saranno in molti ad averle impresse nella mente: Prof.ssa Olga Alfano (Italiano), Luigi Muglia (Diritto) e Maura Pacini (Italiano). E’ inutile soffermarsi a lungo su questi insegnanti, perché non ci sono parole per definire il loro attaccamento alla scuola e agli alunni. Olga, una ragazza d’oro. Un donna che aveva un unico interesse: la promozione sociale degli studenti. Olga, guidata dalla passione e dalla giustizia. L’avvocato Muglia ha rappresentato per gli studenti del Verrazano la professionalità nella dolcezza. Uno sguardo melanconico e sofferente. Un piglio di grande giurista. Maura, l’amica Maura, amica di tutti e della sua passione per l’insegnamento. La Prof.ssa Pacini ha lasciato, veramente, un vuoto al serale: la sua bontà che riempiva gli animi degli studenti e dei colleghi.


Le immagini nel cuore
Luigi Lo Grippo non è stato un Preside, ma un padre. Ha guidato la scuola, negli ultimi tempi, avvolto nella sua quasi completa cecità. Professore di Lettere aveva una mente ingegneristica. La matematica lo guidava. Un giorno gli chiesi di poter andare a Madrid per seguire una conferenza internazionale sulla Fame nel Mondo. Qualsiasi Preside di allora, come questi si oggi, avrebbero detto di no. L’insegnante è colui che tiene le classi, e come se le classi fossero giumente! Lui, invece, mi accordò, a suo rischio, il permesso, ma mi chiese: “Professore, oggi il mondo ha 4 miliardi di persone. Chi sostiene che la fame nel mondo uccide il 10% degli esseri umani, dovrebbero morire 40 milioni di persone solo per fame. Ma le sembra giusto questo calcolo”? Il Preside Luigi Lo Grippo resterà per sempre nella memoria di un Istituto che molto spesso dimentica il suo passato. Un saluto va rivolto anche alla Prof.ssa Maria Rosaria Maiorano (Trattamento testi, Dattilogafria, Stenografia), con la sua timidezza che conquistava gli animi, al Prof. Armando Leuzzi (Ragioneria e basta!), un uomo di ferro, di altri tempi, il cui unico scopo era il rigore per il bene degli studenti che hanno acquisito e sfruttato i suoi insegnamenti, al Prof. Salvatore Perseo (Tecnica bancaria e Computisteria) i cui insegnamenti hanno generato veri e propri “tifosi” (su Facebook esiste un Gruppo dedicato a questo impareggiabile insegnante); Ugo Lanzalone (Italiano, poeta) amante della verità e della priorità dell’intelligenza sul qualunquismo; Elvira Sepe (Geografia economica, Italiano) non a caso messa in questa posizione perché per lei le ferite di dolore per gli alunni e per tutti quelli che l’hanno conosciuta, apprezzata e amata sono ancora aperte, un’insegnante moderna di altri tempi, una madre che sapeva allevare i suoi cuccioli con amore e severità; Giuseppina Russo (Italiano) la professoressa dagli occhi buoni che sapevano diventare, giustamente, severi verso chi non studiava, un’insegnante sempre pronta a sacrificarsi per l’apprendimento dei suoi allievi; last but not least, Paolo Gargaro (Insegnante tecnico pratico), troppo giovane per quel cammino che l’ha fermato negli anni più belli della maturità, ci ha lasciato il ricordo di un’armonia da celebrare tra le scienze, la tecnica e la cultura, ancora oggi lungi da essere raggiunta. La mia “Shinderlist” finisce qui, per mancanza di altre informazioni. Ad esempio, Gigi Scaglietta. Un compagno, un amico che è stato sepolto cristianamente dopo i sacramenti ricevuti nella Basilica di Don Bosco.

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