Come è possibile che un giornalista, appartenente al Quarto Potere, possa far parte del Potere Esecutivo e Legislativo? Fini è giornalista, D'Alema è giornalista, altri (di cui daremo gli estremi in seguito) appartengono al Quarto Potere e dovrebbero rappresentano gli interessi di tuti i cittadini italiani. Fini e D'Alema sono casi a parte perché hanno sempre fatto il mestiere di politico. Il politico in Italia è un mestiere, non è né una vocazione. Non nasce da lobbies particolari, da interessi da tutelare: difende l'ideologia, di sinistra o di destra o di centro. E' un mestiere, comunque, con il quale ci si possono comprare barche e ville. Ma questo è umano. Quello che trascende il senso del comune sentire è l'arroganza di chi appartenente ad uno schieramento come la stampa (che dovrebbe essere contro il potere) e si trasforma in potere.
Nella riforma elettorale, occorrerebbe negare la possibilità ai giornalisti professionisti di presentarsi come candidati di una casta avversa contro la quale il giornalista deve combattere, sorvegliare, vigilare, fare emergere le contraddizioni. Ma in una civiltà democratica non si può negare a nessuno di partecipare a libere elezioni. Una volta eletto, però, il giornalista dovrebbe abbanonare la "professione" che è decisamente in contrasto con il potere. Il Quarto Potere deve controllare gli altri poteri. Il Quarto Potere è il più importante di tutti in una vera domocrazia.
L'Italia è un'isola "felice" e non una penisola pensante, perché la penisola la attaccherebbe all'Europa. Noi siamo la "Trinacria" dell'Informazione, una Sicilia - bella e giuliva - dove prevalgono sono gli interessi di regime.
Nulla contro la Sicilia che è una terra meravigliosa, voluta e disegnata dalla natura a sua immagine e somiglianza. Sicilia, con uomini e donne di primissimo ordine. Ma quando Sicilia diventa sinonimo di mafia, allora anche il giornalismo senza autonomia potrebbe divenire sinonimo di picciotto colluso.
Il giornalista deve dare solo le notizie. Al di là delle notizie, ci sono i commenti. I commenti sono sempre di parte. Basta che il lettore sappia da che parte viene dato il commento.
La stampa italiana è ancora in fasce e deve ancora intraprendere la rivoluzione dell'informazione. Una spallata, in senso biblico, la può dare l'informazione libera.
Questo blog seguirà l'andamento scosceso e asperrimo dell'informazione per sottolinearne le incompatibilità e le collusioni.
BATTAGLIE APERTE:
1. In favore delle cornacchie
2. Contro gli imbrattatori
3. Contro i multaroli
4. Per una stampa libera