18 agosto 2009

La notte del pane

Il panettiere
di Roberto Maurizio

Marcello il "Panettiere" del Gf9 (Grande Fratello 2009)


Come pipistrelli, belli di notte



Anche l’estate 2009, come le altre, sta finendo. La crisi, il caldo, le zanzare, i grilli, le cicale, le rondini, il mare, la montagna stanno per abbandonarci definitivamente. Tra i tanti “attori” di questa non troppo calda estate (nonostante gli allarmi degli ambientalisti che continuano a disegnare una Terra allo sfascio, una Terra arsa dal caldo, dalle temperature elevate che però ammazzano i virus dell’influenza suina messicana) oltre ai soliti “estremisti escortisti”, emerge una figura, praticamente, oscurata dai media. Di loro si parla solo quando aumentano i prezzi del loro prodotto. Poi, niente. Sono quelli che dormono di giorno e lavorano di notte. Sono come i pipistrelli, odiati da tutti, mentre fanno, nel loro piccolo, un lavoro di ripulitura dell’ambiente. I pipistrelli, e chi come loro lavora nella notte, non sono come quelli dell’Uomo in Frac.

Due diamanti per gemelli

Hayden Panettiere



Quelli che allungavano le ore, quelle piccole, con un cilindro per capello, due diamanti per gemelli, un bastone di cristallo, la gardenia sull’occhiello, e sul candido gilet un papillon.

Sotto i ponti e verso il mar


Hayden Panettiere



Questi “poveracci” danno la loro anima come se fosse una missione da compiere. Quando giunge l’aurora e si spengono i fanali si sveglia tutta quanto la città, ad eccezione di questa emerita categoria che non ha chiuso un occhio per tutta la notte per preparare a questi borghesi di merda che riescono a far sbadigliare la città, che riescono a galleggiare e a farsi dolcemente cullare scendendo dolcemente sotto i ponti e verso il mar.

Il panificatore del buongusto

La struttura esterna di una piccola azienda panificatrice a San Martino in Pensilis (Cb)

- foto di Roberto Maurizio -.

Il panificatore non è solo un’azienda che produce pane, ma “sforna” una serie infinita di prodotti di qualità: biscotti con finocchio, anice, rosmarino, sesamo, peperoncino, pepe, patate; tarallini, friselline, grissini, schiacciatine. Sono i panificatori a detenere la cultura originale della cucina italiana. Sono i panificatori a risvegliare quel senso di frustrazione di un’Italia spezzettata che vorrebbe mettere i paletti tra il Nord e il Sud. Il federalismo avrà un senso se riconoscerà la varietà della cucina italiana riconoscendo come base unitaria il buongusto. Non c’è differenza tra il Nord e il Sud per il gusto. Ci sono però delle differenze tra chi è più bravo e chi ciurla nel manico solo per fare soldi.
La notte del pane


Qual è la differenza tra una bistecca, una zuppa di pesce, un cocomero e il pane? La bistecca può essere importata dall’Argentina due mesi prima, una zuppa può arrivare dal Marocco due settimane prima, un cocomero viene sradicato due giorni prima. Il pane deve essere per forza fresco, fatto nella notte. Deve arrivare sulle tavole degli italiani due o tre ore prima, massimo sei.

Il pane, dopo Venere

Ecco perché una miriade di aziende che panificano lavorano di notte. Ecco perché d’estate è bello avere per amico un panificatore, anche se non ti conosce. Sei tu che lo stimi, sei tu che lo guardi lavorare, sei tu che chiedi aiuto ad un uomo ad una donna che ti fanno compagnia mentre Venere inesorabilmente impallidisce di fronte alla grandezza del Sole che sorge.

Il risciacquo


Il tatuaggio sgrammaticato sulla schiena di Hayden Panettiere: "Vivere senza rimipianti"


Come giornalista, avete potuto apprezzare le mie analisi profonde su diversi problemi culturali e di attualità. Come giornalista vi prometto, al pari di Manzoni che risciacquò i Promessi Sposi nell’Arno, di darvi un prodotto sano e genuino attraverso un rewriting a 360°. Ho scritto molti testi delle mie canzoni che prima o poi vi farò ascoltare (beati quelli che non li leggeranno).

L’usignolo




Scrissi una poesia a 10 anni, su un povero usignolo rimasto impigliato in una “trappola” mortale costruita sulla neve da quell’essere vivente, per poco, che si definisce umano, che al danno aggiunge la beffa. Il povero usignolo, già a corto di cibo, trovò la fine della sua vita con il collo strangolato da una molla mortale all’interno della quale era stato deposto un po’ di pane.

Il carma all’italiana


La Panettiere



Forse, i panificatori per cancellare questa infamità si sottopongono a una sofferenza vicina a quella dei gironi infernali danteschi. I panificatori, sicuramente, torneranno a riveder le stelle. I poeti improvvisati, come me, forse dovranno ancora subire le pene del Purgatorio e non vedranno il giardino dell’Eden. Eccovi dunque una poesia degna di uno dei sette peccati capitali relativi ai superbi, agli invidiosi, agli iracondi, agli accidiosi, agli avari e ai prodighi, ai golosi e ai lussuriosi.

Il pane della notte

di Roberto Maurizio (dedicata a Maurizio U.)


Quando sei solo con te stesso,
pensi alla notte che verrà.
Quando la notte ti invade,
pensi al giorno che sarà.
Quando il giorno si avvicina,
e Venere troneggia ad Est,
rimpiangi la notte che non c’è più.
Ma la notte, quella pausa tra il bene e il male,
ti contorce, ti logora, ti assale
con le sue meraviglie, ti sopprime,
ti rianima, ti costringere a fare i conti
con te stesso.
Dal buio della notte compare un
essere che stritola il tempo e
riempie di gioia il tuo passato
e il tuo futuro.
Non riesce però a stringere
tra le sue mani il tuo presente.
Il pane, con il quale si sfamano
tutti i continenti,
sgorga come una vergine
fonte d’acqua incontaminata, il
cui lievito manda un
profumo infinito che
oscura la Luna, Giove e
Saturno.
Ma è a novembre che
Il messaggio del pane,
lavorato di notte,
assume la sua struttura portante.
Sirio si alza il volo,
splende nel ventre di Orione,
e vola al di là di ogni certezza.
L’unica certezza è che il panettiere
riempie di gioia l’universo intero.

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