24 agosto 2009

Madonna Grande

Nuova Cliternia. Il Santuario di "Madonna Grande"
di Roberto Maurizio

"Madonna Grande"

Shën Mërija Madhe
Più di 40 anni fa, il Santuario di “Madonna Grande” di Nuova Cliternia, in contrada Colloredo, era meta di pellegrinaggi provenienti da tutta l’Italia e dall’estero. Il Santuario dedicato alla “Beata Vergine Maria Assunta in Cielo” era una piccola cappella campestre a forma ottagonale che custodiva un quadro ritrovato per caso in una grotta. Il dipinto con la raffigurazione della “Madonna Grande” è ancora oggi oggetto di venerazione, ma sempre più circoscritta regionalmente. Il Santuario di “Madonna Grande” veniva menzionata già nel “secolo dei lumi” nelle “memorie del Monsignor Tria, vescovo della Diocesi di Larino dal 1724 al 1741 ed era venerata soprattutto dagli albanesi residenti da svariati secoli in Molise che l’hanno eretta a loro “patrona”: Shën Mërija Madhe.

Il Santuario ottagonale


La sacra immagine della Vergine dell’Assunta si trova nella parrocchia di Nuova Cliternia, guidata dal parroco Don Antonio Pietrantonio. Ancora oggi attira un gran numero di fedeli, ma mai come quelli del passato. Il pellegrinaggio, a piedi, verso il Saccione, località dove si trova il santuario, è una delle manifestazioni religiose la cui tradizione continua a resistere anche tra le nuove generazioni che, ogni anno, il 1, il 14 e il 15 agosto, si recano nel luogo del culto. Giunti al Santuario, che ha forma ottagonale, i devoti vi girano attorno tre volte, per confermare, simbolicamente, la fede nella Santissima Trinità.

La via di Padre Pio


Più di 40 anni fa, il 15 agosto, festa patronale della “Madre di Dio”, Nuova Cliternia accoglieva centinaia e centinaia di fedeli, tra i quali, molti camionisti e tanti seguaci di Padre Pio.

La SS16 Adriatica. la strada statale più lunga d'Italia, 1.021 chilometri

La cappella campestre era a pochi metri dalla SS16 “Adriatica”, la strada statale più lunga della rete italiana: 1.021 chilometri, da Padova a Otranto, che attraversa le principali città costiere dell’Adriatico, del Veneto, dell’Emilia e Romagna, delle Marche, dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia e che era percorsa dai fedeli di Padre Pio che si recavano a San Giovanni Rotondo, che dista meno di 50 chilometri il linea d'aria e meno di 100, da Nuova Cliternia.

La via della crescita economica

Il vecchio serbatoio dell'Acquedotto Pugliese ormai abbandonato, sullo sfondo del Santuario


Più di 40 fa, le regioni adriatiche erano in fermento e la SS16 rappresentava l’arteria principale che univa il Nord sottosviluppato, il Veneto democristiano, con il Sud sottosviluppato, la Puglia democristiana. In mezzo, l’Emilia e Romagna comunista che, con Fellini, con la sua prospettiva ancora sovietica e con le leggi a suo favore per la gestione di un’enormità di fondi, era la regione che dava i segni più evidenti di una crescita economica alle porte. E poi le Marche, a cui la storia ha sempre dato il segno distintivo di “momento di passaggio”, più rosso che nero, con l’Abruzzo inerme e testardo che ascoltava in silenzio le voci del Gran Sasso e della Maiella. Il Molise, ormai ridotto all’osso per la diaspora dei suoi figli migliori, era solo velocemente “solleticato” dalla SS16 che si buttava tra le braccia del Gargano, del Tavoliere, delle terre di Federico II e dello splendido Salento.

Il Sacro cuore di Gesù



Più di 40 anni fa, Nuova Cliternia e la sua cappella campestre dedicata alla Madonna erano un momento obbligato, dove il fumo dei tanti camion e delle poche autovetture annerivano il quadro della “Madonna Grande”. Annerivano le poche, ma impegnative salite con un odore pestifero che veniva risucchiato dal mare nel quale giacevano in splendida solitudine le Isole di Tremiti. In fila, dietro ai camion, i pochi eletti molisani “sfoggiavano” le vespe, le lambrette, le seicento. Ad ogni curva in salita si sentivano i rintocchi delle marce inferiori innescate con rabbia, lo sforzo del motore che sbuffava e ansimava, le bestemmie dei camionisti che quando non avevano la Madonna sul parabrezza, esponevano incantati il cuore di Gesù Cristo. Dietro, affumicati, luridi, puzzolenti, gli utenti della SS16 guidati solo dalla voglia di arrivare per primi a toccare le acque calde e limpide di un mare delle cui radici sentivano gli odori.

2009, “Madonna Grande” fuori portata



Per ragiungere "Madonna Grande" non era necessario arrampicarsi per vie imperverse, che assomigliano molto al Purgatorio e, a volte, all'Inferno. "Madonna Grande" era sulla SS16. Solo chi la voleva vedere la vedeva. A San Giovanni Rotondo ci va solo chi ha già la fede. La fede era a portata di mano sulla SS16. Ma, a parte i camionisti e gli albanesi, nessuno la vedeva. Era una fede a portata di mano. Era una fede troppo semplice. Allora, a causa dell’accentuata urbanizzazione della costa adriatica e in seguito al boom dei mezzi automobilistici, la SS16 divenne una strada impraticabile, soprattutto nel periodo estivo. Risultò ben presto evidente che non era adatta come strada di scorrimento. Negli anni ’70, la vecchia statale più lunga d’Italia venne affiancata dalla A14 Bologna-Taranto. Inoltre, in prossimità dei maggiori centri abitati, il percorso originario venne sostituito da tratte in variante, a volte con caratteristiche di superstrada o tangenziale. Nel 1976, a seguito della grande variante litoranea Vasto-Termoli-Campomarino-San Severo, il tratto di ex SS16 Campomarino-San Severo venne riclassificato prima come SS61 ter e oggi declassata a SP161.



La “scomparsa” del santuario e l’ipotesi del nucleare



La SP161, l'ex gloriosa SS16, percorsa da un trattore agricolo a due passi dal Santuario

Dunque, Nuova Cliternia e “Madonna Grande”, con la SP161 hanno perso completamente il ruolo che detenevano prima quando l’antica SS16 passava a pochi metri dal santuario. Infatti, dopo Vasto, la SS16 raggiungeva il Molise e attraversava Termoli, Campomarino, Nuova Cliternia per entrare in Puglia. Già prima della A-14, Nuova Cliternia venne fatta fuori con la tangenziale di Termoli, gestita dall’Anas, che ti consente di immetterti sulla SS87 che conduce al Nucleo industriale Valle del Biferno, che costeggia Campomarino Lido e prosegue in direzione di Foggia. Alla vecchia SS16 si è sostituita una SS16ter e dalla SP161 dove praticamente non ci passa nessuno o quasi. E’ stato un caso? Hanno voluto offuscare il Molise? Hanno inteso mettere fine alla fede di migliaia e migliaia di persone? Sono stati i democristiani? Sono stati i comunisti? E’ stato il Pd? E’ il Pdl? No, è solo frutto dell’ignoranza. Hanno calcolato i tempi di consegna su gomma che hanno fatto diminuire i costi per le imprese del Nord, hanno immesso nell’analisi del Roe e del Roi le spese del carburante e dell’assicurazione. Non hanno valutato l’impatto culturale e le radici storiche. Una visione miope che adesso si ritorce contro la Regione Molise costretta ad accettare un “puzzolente” zuccherificio, un’area industriale con imprese chimiche estremamente velenose e, infine, l’ipotesi di una centrale nucleare.

I pellegrini


Anche quest'anno, si è rinnovata la secolare tradizione che vuole il 15 agosto come la conclusione dei festeggiamenti in onore della “Madonna Grande”. Il 13 sono giunti al Santuario i pellegrini di Fresagrandinaria e Lentella, mentre il 14, dopo una notte in cammino, sono arrivati i devoti da Montecilfone e Campomarino. Anche dall’estero, una volta, era seguito l’evento. Un giornale canadese di qualche anno fa riportava che “A large group of pilgrims set off at dawn for this locally well-known shrine to the Virgin Mary, and, after crossing the River Trigno and passing the villages associated with the seasonal sheep migration route, arrive at Nuova Cliternia”.


Che brutta fine

Pino dei palazzi

Alle 6.30 del 15 agosto, al mattino, una Messa ha accolto i pellegrini che sostavano davanti al grande quadro della Vergine. La serata, invece, è stata allieta da un grandioso spettacolo. “The show must go on”: hanno aperto le perfomances “Il canta tutto in Tour” seguiti dall’esibizione del comico di Zelig Giancarlo Kalabrugovich, in arte “Pino dei palazzi”. Al termine, intorno alla Mezzanotte, i “famosi” fuochi pirotecnici.

Le foto del Santuario di Madonna Grande sono di Roberto Maurizio

Nessun commento:

Posta un commento