Zarrelli, Ururi nel tempo
di Roberto Maurizio
Che cos’è il tempo? E’ una misura standard che sui libri diventa illeggibile. 200 anni sono come un battito di ali di una farfalla impazzita. La scuola nasconde il tempo. 150 anni fa, si faceva l’Italia che era già fatta e stracotta. Il ventennio fascista, una pia illusione. La rivoluzione 1948 coatta costituzionale, una meretrice al servizio di due padroni. I moti del ’48, solo una strada per la distruzione. Il tempo è sempre stato lo stesso, il caldo anche. Non ci sono picchi né ambulanze in più. Il pullman blu di Zarrelli si fermava puntualmente alle 14 e 23, proprio davanti casa mia. Un caldo insostenibile, una tensione fatta di sempre più problematiche inesistenti, quanto pesce ti sei fatto dare, mentre nel piatto navigavano nell’acqua dell’Acquedotto Pugliese, le povere e maltrattate spine di un pesce blu che aveva visto questo colore una settimana prima. E Zarrelli si fermava senza menzionare Zattella. Una, due persone salivano verso una meta che conduceva al mare. Mentre Zarrelli, di Ururi, con il suo pullman, suonava il clacson, alta e soave si ergeva la voce di mia sorella. Una voce incantevole, irripetibile nell’universo intero. E il caldo ti inchiodava tra le mosche e le anguste visioni di una realtà limitata nel tempo, nello spazio, nella cultura e nella possibilità di un reintegro di una classe non povera, ma becera, che non avrebbe mai avuto la possibilità di emergere. Come si sa, emerge solo chi riesce a galleggiare. Zarrelli, di Ururi, un extracomunitario albanese, contro Lanciano, di San Martino in Pensilis, un italiano vero, ti facevano accogliere la calura come un momento dovuto dal calendario e dalla natura. Zarrelli suonava, Zarrelli chiamava, Zarrelli sostituiva lo Stato inesistente in una Regione, chiamiamola così, dove nemmeno il grano, l’uva, l’olivo, la pampanella, sapevano di essere nati lì. Zarrelli è sinonimo di estate, di caldo afoso, di possibilità di dare un’alternativa ai molisani. Zarrelli è l’Italia, quell’Italia che unisce tutti coloro che abitano su questo bellissimo Stivale. Zarrelli è l’estate, è la vita. Brunetti, di Portocannone, è la persona che mi ha fatto capire come la diversità è un problema della normalità.
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