8 gennaio 2009

Berlusconi e la cooperazione

Giuda, Berlusconi e i soldi della cooperazione
di Roberto Maurizio


Ormai ci si esprime in questo modo: i quattrini della cooperazione allo sviluppo finanziano le missioni militari, i denari della cooperazione italiana sono arrivati al lumicino per i tagli dell’attuale Governo Berlusconi, per far funzionare la cooperazione italiana occorre un viceministro. Orripilante. Il precedente Governo Berlusconi (2001-2005) non ha fatto niente per la cooperazione, ha continuato a tagliare i fondi che il precedente Governo, cosiddetto di sinistra, aveva fatto nei cinque anni precedenti. Un D’Alema, interessato solo alla sua “statura” di leader, ha continuato nella politica punitiva di uno dei punti essenziali della nostra politica estera, la cooperazione. Certo, i margini per le infiltrazione di “bande armate” nell’aiuto allo sviluppo sono ampi: è come una rete allargata dove passano tutti i pesci, piccoli, medi e grossi. Ma questo si potrebbe dire anche per le organizzazioni non governative di qualsiasi orientamento politico: cattolico, protestante, musulmano. L’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) è un’arma letale se utilizzata male, ma è una chiave di svolta per la politica estera italiana. Dopo il 1994, tutti i governi ne hanno fatto straccio per pulire i cessi più o meno eleganti. La destra è sempre stata contraria alla cooperazione (sono cavoli loro, noi abbiamo i nostri). Bene. Ma la sinistra che si riempie la bocca di solidarietà ha fatto di peggio: si è inventata anche la viceministro (una certa professoressa universitaria comunista) che non è riuscita a scalfire minimamente l’indifferenza prodotta da 15 anni di insulti. Oggi, alla guida della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, finalmente, è stata nominata una donna (cosa che la sinistra non ha mai pensato di fare). Elisabetta Belloni, della quale riferiremo in seguito. Questo potrebbe essere considerato un segno del destino? Sicuramente no, perché chi ha sempre comandato al Ministero degli Esteri è stato un Pool di persone legate alla burocrazia. Fintanto che il Ministero degli Esteri sarà in mano alla burocrazia non avverrà nulla di nuovo, nonostante la Belloni. Gli anni ’90 hanno stravolto la mission del Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo che si doveva occupare dei paesi poveri di Africa, Asia e America Latina. La caduta del muro di Berlino ha buttato sul Dipartimento l’Europa dell’Est. Il Dipartimento, che già prima aveva difficoltà rilevanti senza l’Est, è stato letteralmente ammazzato. Come è stata ammazzata l’economia della Germania dell’Ovest dopo la riunificazione. Cosa bisognava fare? Mettersi sulle spalle l’Albania, la Bosnia, il Montenegro, l’Afghanistan, l’Iraq, il Pakistan? Assolutamente no. Questi paesi e queste aeree dovevano essere gestiti dal Ministero della Difesa e non dal Dipartimento che si sarebbe dovuto occupare di quello che era il suo core business. I politici hanno fatto confusione: hanno considerato l’Albania come il Rwanda. Oggi, chi può dare un po’ d’ordine a questo imbroglio della cooperazione? Solo lui, Berlusconi. We have a dream, dicono i filmati su youtube, quello di uccidere Berlusconi. E gli italiani sono d’accordo! Invece, oggi, alla testa del G8 e del G20, Berlusconi può rappresentare la sola via per poter riportare l’Italia fra i principali donatori di aiuto pubblico allo sviluppo del mondo. Lo sapete perché? Perché non ci sono alternative.

2 commenti:

  1. se berlusconi rappresenta l'ultima nostra risorsa siamo messi proprio male!!

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  2. Esiste un dato di fatto: l'aiuto pubblico allo sviluppo dal 1995 in poi è andato peggiorando. Si è ridotto al lumicino. Niente più soldi per i paesi poveri. E questa strada è stata perseguita anche e soprattutto dalla sinistra, che ha "buttato il bambino con l'acqua sporca" perseguendo quel disegno iniziato con "Mani Pulite". Questo semestre il Governo Italiano, o se si vuole l'Italia, e non Berlusconi, è alla testa del G8 e del G20, le grandi nazioni che sono fondamentali per il futuro di tutto il mondo. Il G8 e prima il G7, ma la stampa non ne parla, ha sempre cercato di mettere al centro dei suoi interessi anche i paesi poveri, non solo per solidarietà, ma anche per convenienza. Se si sviluppa l'Africa del Nord potrebbero migliorare le condizione del Sud d'Italia. Il mio ragionamento nell'articolo è il seguente: l'Italia, Istituzionalmente rappresentata da Berlusconi, deve dirigere gli altri 19 paesi più sviluppati del mondo, quindi non può esimersi da fare perlomeno il gesto di un aumento degli aiuti ai paesi poveri. Certo la situazione, oggi, gennaio 2009, si sta mettendo molto male anche per l'Italia dal punto di vista economico e finanziario. Di fronte a questo sconforto, avendo il Governo di fronte 5 anni di governabilità e essendo a capo dei Grandi dovrebbe reagire e dare un esempio anche agli altri. Alternative a questo Governo non ci sono, non solo per questioni di tempo, ma anche di idee. Ob torto collo, questo Governo è quello che è stato votato. Dunque, o mangi questa ministra o ...

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