1 luglio 2008

Da Lisbona a Nizza

Se cade Lisbona si torna a Nizza
di Roberto Maurizio


Gli irlandesi, i più europeisti
Le statistiche smentiscono i fatti. Nonostante la bocciatura del Trattato di Lisbona, tramite referendum, da parte degli irlandesi, secondo un’indagine di Eurobarometro, che ha sondato 30.170 cittadini europei tra il 25 marzo e il 4 maggio scorsi, il popolo europeo più soddisfatto della propria adesione all'Ue è proprio quello "del gran rifiuto". Alla domanda "Considerando tutto diresti che il tuo paese ha beneficiato dall'appartenere alla Ue?" gli irlandesi hanno risposto quasi all'unanimità "sì". Per la precisione hanno risposto affermativamente l'82% degli abitanti dell'isola. Tanto per dare una misura i danesi, secondi in classifica, hanno detto "sì" al 77%, come i polacchi, e gli italiani al 37%. Per il 73% degli irlandesi è anche una buona cosa essere nell'Unione, ma qui sono secondi agli olandesi, contenti al 75%. Per gli irlandesi anche l'immagine della Ue è straordinariamente buona: lo è per il 65% delle persone, secondi in classifica dopo la Romania piazzata al 67%. Anche la fiducia in generale nella Ue per gli irlandesi è altissima, al 62% (media Ue 50%), molto più alta di quella che hanno nel loro Parlamento (42%) e nel loro governo (37%).

Sarkozy punta in alto
Mentre il Ministero degli Esteri, Bernard Kouchner, vola basso, “azioni modeste, ma determinate”, il Presidente francese spicca il volo, puntando all’ “apoteosi europea” durante il semestre che è iniziato oggi con manifestazioni degne della Grandeur dal sapore antico. Dalla mezzanotte del 1° luglio, la Francia guida l’Europa. Quali sono le guideliness di Sarkozy? 1. Punta in alto, con l’illuminazione della Torre Eiffel a Parigi; 2. punta in alto, con un esplosione pirotecnica di blu e oro, i colori della bandiera comunitaria; 3. punta in alto, con dieci vertici internazionali, il lancio dell’Unione per il Mediterraneo, l’istituzione di un Patto europeo sull’immigrazione, la riforma della Politica agricola comune, il rafforzamento della Difesa, le iniziative su energia e cambiamenti climatici, manco si chiamasse Berlusconi; 4. punta in alto, per rinvigorire il clima mesto del Consiglio europeo che ha visto riemergere la cacofonia tra quelli dell’Europa allargata e quelli dell’Europa politica, tra i liberisti e gli interventisti, tra i sovranisti e i sovra nazionalisti; con Germania e Lussemburgo, punta in alto, con “senza Lisbona, basta allargamenti”, mentre Italia e Polonia vogliono continuare; punta in alto sull’agricoltura,.Sarkozy ce l’ha con il Commissario al Commercio, Peter Mandelson, e con le sue proposte troppo liberali sull’agricoltura; punta in alto sulla Repubblica Ceca che esita a ratificare Lisbona e con l’Austria che minaccia un referendum nel caso di ritocco al trattato. Sarkozy appare come l’unico in grado di apportare un po’ di leadership all’Ue. Il suo attivismo sullo scacchiere globale, accompagnato da successi alterni ma certi (dalla liberazione delle infermiere bulgare in Libia alla possibile stretta di mano tra il premier israeliano Ehud Olmert e il presidente siriano Bashar Al Assad al vertice del 13 luglio sull’Unione per il mediterraneo), ha restituito a Parigi una statura internazionale.

La tappa parigina del viaggio di addio di George W. Bush
Sarkozy ha dimostrato, durante la visita di Bush, che la Francia è il partner più apprezzato dagli Usa sul continente. La fermezza sull’Iran, l’invio di rinforzi in Afghanistan e il ritorno della struttura militare integrata della Nato sono “trasformazioni potenzialmente storiche”. L’accoglienza sottolineata dal Presidente americano riservata a Sarkozy in Israele è indice della fiducia di cui gode Parigi a Gerusalemme. Il Presidente francese è ascoltato anche dai leader arabi, che ne apprezzano il pragmatismo. Il dialogo con Damasco dopo l’accordo di Doha sul Libano nel tentativo di allontanare la Siria dall’Iran, i contatti informali con Hamas accompagnati dal sostegno al presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, e le offerte sul nucleare civile ai paesi della regione rassicurano il mondo arabo. Perfino sulla Russia, Sarkozy ha saputo anticipare i tempi del riavvicinamento con l’Ue. Il suo successo è “l’approccio Casanova: più ragazze inviti a ballare, più hai successo”, dice ironicamente un diplomatico europeo. Sarkozy ha un disegno: “far tornare la Francia protagonista nel mondo, utilizzando il cavallo di Troia del peso geopolitico dell’Europa”.

Occorre quindi risolvere “i guai europei” e “quelli mondiali”
I guai europei devono essere affrontati senza riluttanza, dicono gli uomini dell’Eliseo. L’eurodifesa, oltre a rafforzare il suo peso politico nel mondo, serve a “spendere meno e meglio”. Sulla Russia, una politica energetica comune consentirebbe ai paesi dell’Est di sentirsi protetti e di abbandonare le opposizioni ideologiche contro Mosca. Con il Patto sull’immigrazione – il 7 luglio a Cannes i ministri dell’Interno inizieranno il lavoro per unificare il patchwork di leggi nazionali – Sarkozy intende rassicurare l’opinione pubblica. Anche la lotta ai cambiamenti climatici è un tema popolare che potrebbe rianimare l’Ue dopo il no irlandese. Con la crisi economica, un possibile colpo di stato della Corte costituzionale in Turchia e l’apertura delle Olimpiadi a Pechino, i partner della Francia non escludono “sorprese”.

Il solito Pierino


Mentre tutto filava liscio, compresa la bocciatura dell’Irlanda, un vero e proprio macigno, che è stato risolto da Sarkozy da un no a un sì (quando chiedi a una ragazza un approccio più ampio, la prima risposta sarà sicuramente un no), arriva l’opposizione del Presidente polacco, Lech Kaczynski, che ha affermato che non ha intenzione di firmare per ora il Trattato di Lisbona che riforma il blocco. Kaczynski ha detto che sarebbe "senza senso" firmare il trattato dopo la bocciatura nel referendum irlandese del 12 giugno. Il trattato, teso a rafforzare le istituzioni europee, necessita del via libera di tutti i 27 Paesi del blocco per entrare in vigore. Il Presidente polacco, da sempre euroscettico, si è lungamente opposto al tratto. Interpellato dal quotidiano Dziennik che gli ha chiesto se intenda firmarlo -- un passo necessario per la piena ratifica da parte della Polonia -- ha risposto: "A questo punto non ha senso. Ma è difficile dire quando tutto questo finirà". Il Parlamento polacco ha dato il via libera al trattato in aprile. Kaczynski aveva rinviato il più possibile la firma, comparando la situazione dell'Ue al 2005 quando francesi e olandesi rigettarono la Costituzione europea, poi riconvertita nel meno ambizioso Trattato di Lisbona. "Il blocco ha funzionato, funziona e continuerà a funzionare", ha detto Kazynski.

Legalizzazione dell’aborto: il no Irlandese
Gli elettori irlandesi hanno respinto il trattato per motivi che vanno dal fatto che consideravano il testo incomprensibile, a preoccupazioni per ulteriori tasse e per la legalizzazione dell'aborto. Il trattato punta a dare all'Ue una leadership più forte, una politica estera più incisiva e un sistema decisionale più equo. Creerebbe un responsabile per la politica estera con più poteri e un presidente del Consiglio europeo, massimo organo politico. Gli stati membri stanno facendo pressione perché venga ratificato anche dopo il no di Dublino

I quattro "cantieri" di Sarkozy


Clima, immigrazione, difesa e politica agricola comune. Questi i quattro Cantieri che vuole aprire il Presidente francese alla guida dell’Europa. Anche il linguaggio è cambiato. Dai Pilastri ai Cantieri. Sarkozy crede che l’avvicinamento al popolo si fa attraverso un linguaggio più schietto. Per essere vicino alla gente basta parlare chiaro. Non è così. Le popolazioni europee, come del resto tutti i popoli del mondo, non vogliono più slogans. La gente europea è afflitta dall’inflazione (4%), dalla disoccupazione (10%), dall’impossibilità di arrivare a fine mese (90%). Il primo Cantiere: i cambiamenti climatici. Parigi dovrà promuovere il negoziato tra i Ventisette su come ridurre del 20% le emissioni di gas serra entro il 2020 in modo da arrivare con possibilità di successo all'incontro mondiale che si terrà nel 2009 a Copenaghen. Secondo Cantiere: patto sull'immigrazione. La Francia punta a un'armonizzazione delle politiche nel settore e può godere dell'appoggio degli Stati membri. "Non si deve più' regolarizzare in massa, e se lo si fa, in ogni caso, bisogna chiedere il parere dei paesi vicini, perché regolarizzando in casa propria si accolgono anche quelli che sono nello spazio Schengen. Serve una politica di immigrazione comune". Terzo cantiere: difesa. Sarkozy intende rilanciare la politica comune del settore, ma con l'interrogativo di un altro big militare, la Gran Bretagna, contraria a un quartier generale dell'Ue. Quarto Cantiere, l'obiettivo francese è la riforma della Politica agricola comune i cui negoziati tuttavia procedono a rilento.

Da Nizza a Lisbona e viceversa


Se si dovessero essere altri intoppi per la costruzione di un’Euopa Unita, sempre più rissosa, sempre più avvolta nelle nebbie del passato, Lisbona cadrà, ma resterà in piedi Nizza, meglio che niente.



Dodici stelle dorate
La Tour Eiffel si è illuminata con i colori dell'Europa, a meno di un'ora dall'inizio della Presidenza di turno francese dell'Ue il 1 luglio 2008. A far risplendere sul simbolo di Parigi le dodici stelle dorate del vessillo europeo è stato il Ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. Il Ministro sloveno degli Esteri, Dimitrij Rupel, ha simbolicamente passato il testimone per i sei mesi di presidenza di turno al suo omologo francese. La Torre Eiffel indosserà il blu d'Europa ogni sera per due mesi.

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