di Roberto Maurizio
Il 21 febbraio 2009, al Palacavicchi fu chiamato ad intervenire il Tg3 Lazio per documentare una storia di amore e di amicizia di circa 200 tra professori, alunni, non docenti. Il Tg3 rifiutò l’invito. Perché? Perché non fa audience l’amore, la fratellanza e Fb. Meglio l’arroganza dei programmi che prendono in prestito le statistiche semi ufficiali e si accorgono che il Nucleare fa paura. Allora, noi che paghiamo il canone, ci vediamo sommersi da trasmissioni che partono dagli ascolti, sbagliati, perché i capi hanno il capo rivolto ancora verso Est. Una Rai pubblica vera, come la Bbc ce la possiamo scordare. Questi galoppini senza dignità rovinano la libertà degli italiani e si attaccano alle trasmissioni “leghiste laziali” , basate sul peperoncino e sul vino raccontato da un cittadino della Costa d’Avorio che dovrebbe essere musulmano. O Tempora o Mores!
Ci pensa Aldo
Aldo Grasso su “Il Corriere della Sera” di oggi, 30 marzo 2009, fa una bella analisi sulla differenza tra i Talkshow “impegnati” del tipo Santoro e dintorni e le inchieste, come Report, il settimanale condotto dalla “coraggiosa” Milena Gabanella. Secondo Grasso, giustamente, mentre il Talkshow è una vetrina dove si scivola da un tema ad un altro senza soluzione di continuità e serve solo per far pavoneggiare questo o quel politico di turno, l’inchiesta è su un solo argomento sviscerato, studiato, approfondito con risposte aperte alla fine. Le belle inchieste, come quelle di TV7 negli anni ’70 nel nostro paese, furono a volte dirompenti. Oltre a Report, in realtà, esistono altre trasmissioni televisive, ma durano poco: 4/5 minuti. Ad esempio, quelle di “Striscia la Notizia” e quelle delle “Iene”. Però ci sono anche inchieste delle televisioni locali ben fatte, ma restano solo “denunce al vento”. Le inchieste della giornalista Gabanella di Rai3, una delle poche donne che si meritano l’appellativo di giornalista professionista, anche se è una freelance, a volte sono pericolose. Sarebbe meglio non farle. Invece, imperterrita, la Milena continua diritta verso la sua meta. Tutto bene? No.
La scoperta dell’acqua calda
Qual è la critica che avanziamo alla Gabanella? La sua trasmissione si può riassumere come segue:
“Alla fine si tratta – affermano i soloni - solo di riscaldare acqua per far girare delle turbine che devono produrre elettricità”. Ma non è che è esagerato mettere in moto una reazione nucleare per fare l’acqua calda? E’ pericoloso? Conviene realmente? Si può fare diversamente? La Storia comincia nel 1953 e le intenzioni erano ottime: atomi per la pace – diceva Eisenhower – sottrarre l’atomo al controllo militare e usarlo per fare l’elettricità. Andò tutto bene per molti anni, poi successe quello che non doveva succedere: gli incidenti. Sellafield, Three Miles Islands, Chernobyl. E fu così che cominciò un lento declino del sistema. Nel 2002 l’ultima punta massima di produzione elettronucleare. Nel mondo i reattori sono 436: 8 in meno rispetto al 2002. Stanno invecchiando e nessuno si affretta a rimpiazzarli. Dal 1979 negli Usa non sono state più costruite centrali nucleari. Bush aveva promesso un rilancio dell’elettronucleare ma non se ne fece niente: l’investimento troppo rischioso per le banche e i soldi pubblici in giro ce ne sono pochi per via della crisi. Barac Obama taglia gli incentivi all’atomo e punta su rinnovabili e efficienza energetica. Stessa cosa fa la Germania dove una legge del 2002 stabilisce che non si costruiscono più centrali e i reattori esistenti man mano che giungono a fine vita si spengono. Intanto però si devono ancora fare i conti con le scorie. Di quanto costi poi il nucleare in termini di salute delle persone sembra meglio non parlarne. L’azione dell’Oms è blindata da un accordo del 1959 con L’Aiea (Organizzazione internazionale per l’energia atomica) che a sua volta dipende dal Consiglio di sicurezza dell’ Onu: in poche parole quello che sappiamo degli effetti del nucleare sulla nostra salute dipende dagli interessi dell’industria atomica. E la Francia con 58 reattori? Non è per niente indipendente per quanto riguarda l’energia e i problemi sul territorio sono tanti. Ma l’industria nucleare – francese, americana – è sempre in piedi e preme da tutte le parti per costruire. In Italia si sta parlando di rinascimento nucleare, ci siamo affidati ai francesi perche ci hanno detto che le loro centrali sono le più sicure, è vero? E poi quando saranno terminate la nostra bolletta elettrica sarà veramente più bassa?
Irradiare la paura
L’inchiesta di Gabanella parte da un postulato e finisce senza contraddittorio. Le inchieste di Rai3 devono, per contratto, dimostrare la tesi di partenza. Prendiamo l’ultima trasmissione, quella sul nucleare di ieri sera, domenica 29 marzo. La tesi da dimostrare è la seguente: 1. Il nucleare è pericoloso; 2. Il nucleare fa male; 3. Il nucleare non serve; 4. Il nucleare è stato scelto da Berlusconi, quindi va combattuto per partito preso. La giornalista fa vedere le facce atterrite degli abitanti che si trovano a due passi da una centrale nucleare in Francia. Pillole, in caso di pericolo; via di fuga, in caso di esplosione. Quello che la giornalista irradia è la paura. Chi non potrebbe mai averla in quelle condizioni. Ma quello che la giornalista non dice e che le paure dei nostri fratelli francesi servono per scaldare il culo degli ecologisti italiani. E’ semplice dire: non vogliamo le centrali nucleari. Più serio sarebbe, allora non prendiamo l’energia nucleare prodotta dai nostri fratelli in pericolo. Ma vi rendete conto che se salta una centrale nucleare a 349,17 chilometri dai nostri confini sarebbe la fine anche degli italiani? La morte nucleare non ha passaporto! E’ troppo facile dire non voglio queste infamità nel mio giardino e permettere che queste “vergogne” vengano permesse sulla pelle degli altri, dei nostri fratelli e cugini francesi. Vergogna! Evviva l’Europa unita, dove c’è gente che prende le pillole contro l’inquinamento atomico nucleare per permettere ai romani di fare le “notti bianche”, o di spegnere il Colosseo, mentre prendono l’ascensore di casa che viene mosso, secondo loro, dallo Spirito Santo. Lo Spirito è il nucleare e il Santo sono quei coglioni dei fratelli europei che muoiono per non farci fare nemmeno un piano a piedi!
Miserabili Iene
La scelta nucleare è stata abbandonata dal nostro paese a seguito dell’incidente di Chernobyl nel 1986. Mentre sulle foglie di lattuga e di cicoria dei prati e delle vigne italiane si posavano i veleni della centrale nucleare obsoleta impazzita di un’Unione Sovietica in disfacimento, gli italiani erano stati a chiamare a scegliere sul nucleare. Il risultato era scontato. E’ come se fosse indetto un referendum sulla pena di morte per un pedofilo che violenta 100 bambini e ne uccide 50. Subito dopo, minimo il 51% degli italiani voterebbero per la pena di morte. Nei paesi civili, forse, si seguono altri criteri. Qual è la situazione attuale sulla scelta del nucleare in Italia? Non si capisce niente. In base agli appoggi politici (P) e “culturali” (C) i risultati sono i seguenti: (P) 53% favorevoli al nucleare (Panorama); (P) 68% per SkyNews, ribaltato con “Not in my back yard” (giardino) con il 62%; (P) 54%, Ekma contro il nucleare, ( C ) 73% Il Corriere contro. Non abbiamo il responso del giornale l’Unità (PC) presumibilmente al 99% contro il nucleare; del Giornale (P), 99% a favore. Abbiamo, invece una nostra modesta riflessione. L’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), come l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sono Agenzie specializzate dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La “conduttrice” che viene condotta dalle sue ideologie spiega invece come è difficile eliminare le scorie nucleari e non dice nulla su come siamo stati anche noi del primo piano dell’ascensore ad aver permesso questo scempio. La “conduttrice” osanna l’Oms e spara a zero sull’Aiea (mentre un rappresentante dell’Oms giustifica le scelte dell’Aiea e nessun funzionario di quest’ultima Agenzia dell’Onu, cioè la nostra, quella che noi paghiamo, non risponde, anche perché sa che il programma è stato costruito per annullare gli sforzi che questa che forse è la più grande opera delle Nazioni Unite, ma la conduttrice non se ne resa conto, quella che ci ha fatto vivere in pace per 60 anni, ed è quella che viene attaccata per quattro centrali nucleari, mentre ci ha dato la vita e la felicità, quella che ci difende, e difende anche le miserabili Iene che si avventano su un’organizzazione internazionale che dovrebbe avere il rispetto, perlomeno di quelli che ormai faticosamente si dicono di sinistra senza nessuno stimolo per l’avvenire, tanto è grande il solco che separa questa realtà retrograda da un vero cambiamento della civiltà che potrà avvenire con persone che credono soprattutto nella vittoria dell’interesse di tutti i cittadini del mondo, di un mondo che può essere ancora vincente. Vincerà la giustizia, la libertà, l’onestà, non legata agli uomini che passano, ma un’entità più alta: la vita eterna. Eternamente vivrà chi sarà giusto, libero, onesto, rispettoso degli esseri viventi, su questa Terra e nell’Universo intero.