di Roberto Maurizio
Pietro Lorenzetti, chirurgo plastico e Direttore scientifico del "Villa Borghese Institute" di Roma (foto di Roberto Maurizio)
A parte che gli uomini della vecchia e gloriosa generazione del ’68 e oltre non conoscono nemmeno l’esistenza della terza, quarta, quinta e sesta misura del seno, come, del resto non sanno (se non sono single) quale sia la misura della loro camicia o dei loro calzini che trovano tutte le mattine ben custoditi e curati nei loro cassetti, sembra proprio che per questi “energumeni” le donne si sottopongano a sofferenze e a interventi chirurgici per piacere sempre di più a questi "individui" diventati una categoria di animali in estinzione che non è nemmeno protetta dal Wwf. Questo esordio così “drammatico” solo per commentare la presentazione del libro di Pietro Lorenzetti, “Intelligenza estetica”, e per riaffermare l’incapacità di approccio dei “vecchi” su queste problematiche che più attanagliano le giovani generazioni: la necessità inevitabile della chirurgia estetica. Una volta si tagliavano i genitali ai montoni che diventavano dei “grossi castrati”, ai cavalli per farli diventare "castroni", ai galli per ottenere i "gustosi" capponi. Insomma, la “chirurgia” estetica, una volta, era applicata agli animali e serviva per “migliorare” la specie (pensate come erano contenti i “mutilati”). Oggi, i bisturi affilano le loro lame taglienti sugli “uomini castroni” stanchi di essere ronzini qualsiasi. Nessun giudizio di valore si vuole attribuire alle scelte individuali. Ormai tutto è permesso: cambiare partito, cambiare religione, cambiare sesso, cambiare preservativo, cambiare canale per vedere sempre le stesse cazzate, cambiare opinione nei confronti dell’Iran, cambiare la vita con la morte, ma non viceversa.
150 mila interventi di chirurgia plastica
Un momento della presentazione del libro (foto di Roberto Maurizio)
Meno traumatiche sono le tecniche della chirurgia plastica applicata alla volontà di voler apparire più presentabili rispetto a quello che ci propone lo specchio ogni mattina. La chirurgia plastica, se usata “cum grano salis”, può essere un sostegno prezioso per chi tiene alla cura della propria persona e cerca di mantenere un bello aspetto, soprattutto con l’avanzare dell’età. Sono circa 150.000 gli interventi di chirurgia plastica che si effettuano annualmente in Italia, che salgono a 250.000 casi se si considerano anche interventi di iniezioni di botulino e simili. Questi interventi sono richiesti da donne e da uomini, da giovani e da anziani, da ricchi e poveri. Ovviamente, la percentuale maggiore degli interventi è da attribuire alle donne, alle giovani e ai ricchi. Avvicinandosi un po’ più d’appresso al problema della chirurgia estetica, si scopre che le persone che ricorrono a questi trattamenti in effetti lo fanno solo per piacere a se stessi o per soddisfare le esigenze fotogeniche. Oggi, ormai, quasi tutti vanno in Tv (circa il 35% degli italiani almeno una volta nella loro vita compaiono nei programmi televisivi). Ovviamente, se fai il pubblico (la comparsa, come si diceva una volta a Cinecittà) non hai bisogno di denti smaglianti, bianchi che più bianchi non si può, né di una pelle morbida e liscia. Ma già se inizi un processo di promozione televisiva (ad esempio, generico, come può essere un concorrente) verrai subito scartato in base all’articolo della Costituzione mai scritto che afferma che i brutti, le persone con il tartaro, le donne troppo grasse e i vecchi sdentati e con le rughe non possono apparire in Tv, senza provocare un tracollo degli ascolto (come se gli utenti fossero tutti belli, incipriati e profumati). Poi c’è la terza categoria, quella dei “protagonisti”, quelli che vivono grazie all’immagine: gli attori, i cantanti, i presentatori, gli anchorman, le veline, etc. che sono “obbligati” a percorrere la strada dei bisturi. Tutte e tre le categorie, però, contribuiscono con percentuali diverse all’esplosione della “società dell’immagine”.
Omo come lava!
Il Prof. Pietro Lorenzetti (foto di Roberto Maurizio)
Questo tipo di società, in effetti, dal secondo dopo guerra in poi, ha contribuito a far emergere e affermare in Italia una società più “pulita” e più “civile”. Basti solo guardare le pubblicità sull’uso del sapone nella cura del corpo giornalmente o in cucina, quelle sui dentifrici, sulle creme per la pelle. E’ chiaro che una persona che deve curare i rapporti con il pubblico deve sempre essere pulito, rasato, ben curato e anche profumato. Ma da qui ad avere per forza la sesta misura di seno o le spalle larghe e tatuate ce ne passa!
La ragion pura kantiana
Una bella espressione della giornalista de "Il Corriere della Sera", Margherita De Bac, durante la presentazione del libro (foto di Roberto Maurizio)
L’estetica, come è noto, è un settore della filosofia che si occupa della conoscenza del bello naturale e artistico, ovvero del giudizio di gusto. Aesthetica deriva dal greco αἴσθησις che significa sensazione e dalla parola αἰσθάνομαι che significa percezione mediata dal senso. Originariamente, l'estetica non è una parte a sé stante della filosofia, ma semplicemente l'aspetto della conoscenza che riguarda l'uso dei sensi. Fu il filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten a coniare il termine Estetica nel 1735, in seguito, la ripropose nel 1750 come titolo a un suo libro, appunto Aesthetica. Immanuel Kant utilizzò l’estetica trascendentale nella “Critica della ragion pura” come teoria della conoscenza basata sulle funzioni trascendentali. Riprende il termine estetica nella “Critica del giudizio” (Kritik der Urteilskraft) nel 1790, dove a proposito del "giudizio estetico" espone la sua teoria sul bello soggettivo e su quello naturale (oggettivo) che si esprime nel sentimento del sublime.
L’estetica, Saffo, Sedna e l’intelligenza
Pietro Lorenzetti risponde alle domande della giornalista Margherita De Bac (foto di Roberto Maurizio)
L’estetica, intesa come bellezza ed armonia, secondo Piero Lorenzetti, chirurgo plastico e Direttore scientifico del “Villa Borghese Institute” di Roma, è la molla che deve guidare chiunque intervenga sulla trasformazione della natura. L’estetica, secondo Lorenzetti, potrebbe essere la “decima musa”, il decimo pianeta”, la “decima intelligenza”. Alle nove canoniche muse, Clio, la celebrità storica, Euterpe, la musica, Talia, commedia, Tersicore, danza, Erato, poesia lirica ed erotica, Polinnia, lirica, Urania, astronomia e matematica, Calliope, poesia epica, nel corso della storia si è cercato di aggiungere la “decima musa” che per i greci era Saffo, più recentemente è stata indicata come l’arte cinematografica, oppure la “persuasione”, cioè l’arte della pubblicità, e oggi si pensa all’informatica o alla chirurgia estetica e plastica. Cosi come ai nove pianeti del Sole (Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone) se ne aggiunto un altro nel 2004, scoperto dall’astronomo, Michael Brown, del California Institute of Techonology, Sedna, rossiccio, coperto di ghiacci e rocce, oltre 10 miliardi di chilometri da noi, con un diametro di 1.800 chilometri, subito dopo Plutone, che ha un diametro di 2.300 chilometri, così anche alle “nove intelligenze” di Howard Gardner, famosissimo psicologo dell’età evolutiva e neuropsichiatra americano, occorre aggiungere una decima “capacità umana”: l’intelligenza estetica. Quindi, secondo Lorenzetti, le nove intelligenze di Gardner in realtà diventano dieci. 1. La linguistica, abilità di usare il linguaggio, descrivere, argomentare, usare metafore, scrivere di vari argomenti, saper convincere altri; nel campo lavorativo utilizzano questa abilità giornalisti, scrittori, avvocati, addetti alle vendite, insegnanti, counselor; 2. la logico – matematica, abilità di usare numeri, contare, applicare le abilità logico matematiche, risolvere problemi relativi (ragionieri, contabili, programmatori, scienziati, designer); 3. la spaziale, abilità di percepire e rappresentare lo spazio,organizzarlo nella sua dimensione, forma, colore in modo creativo, senso dell’orientamento (illustratori, grafici, stilisti, architetti, fotografi, piloti); 4. la musicale, abilità di comprendere e sviluppare tecniche musicali, di rispondere emotivamente alla musica, di usare la musica in vari progetti,creare con la musica (musicisti, compositori, musicoterapeuti, direttori d’orchestra); 5. la fisico – cinestetica, abilità di usare il corpo e attrezzi, di creare ed esprimersi attraverso il corpo (atleti, scultori, ballerini, coreografi, sportivi); 6. l’interpersonale o sociale, abilità di comprendere l’altro, che cosa “motiva” una persona, come cooperare con l’altro, l’uso dell’empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro (assistenti sociali, psicologi, leader, politici, commercianti); 7. l’intrapersonale, un’abilità legata alla precedente ma che riguarda se stessi (essere capaci di costruire una mappa di sé,un modello e operare con esso nella interazione con l’ambiente), abilità di valutare i propri punti di forza e le debolezze, i talenti e usarli per stabilire degli obiettivi da raggiungere (manager, artisti, psicologi, leader religiosi, scrittori); 8. la naturalista, questa intelligenza comprende l’abilità di riconoscere e classificare animali, piante, amore per l’allevamento di animali o la coltivazione di piante (biologi, ecologisti, addetti alla conservazione dell’ambiente); 9. infine, l’esistenziale, la capacità di saper riflettere sulla nostra esistenza, i greci la chiamavano “eudaimonia”, l’incontro fra la propria vocazione ( daimon) e la vita che viviamo, attualmente non è direttamente spendibile sul mercato, ma il trend è appena iniziato e porterà a nuove figure professionali (business etico). Alla decima capacità, dunque, Lorenzetti dedica il suo libro: “L’intelligenza estetica”.
Cristina Del Basso vale 8,3 miliardi di dollari
Cristina Del Basso, la sesta del Grande Fratello 9
Il libro, poco più di 100 pagine, tascabile, è facile da consultare e piacevole da leggere. E' una raccolta di storie di pazienti che si sono rivolti al chirurgo estetico per migliorare il proprio aspetto. Pietro Lorenzetti racconta i motivi, le aspettative e le paure dei suoi pazienti. La presentazione dell’opera scritta dal chirurgo plastico è avvenuta il 18 marzo 2009, a Roma, presso “Villa Borghese Institute”. L’autore si è sottoposto alle domande della giornalista del Corriere della Sera, Margherita De Bac. Lorenzetti afferma, durante la presentazione che “tutte le storie partono da un'insoddisfazione di fondo dei protagonisti, che si confrontano con modelli spesso falsi e sperano nella chirurgi a estetica per tentare carriere lavorative o ricucire rapporti matrimoniali a rischio”. “La chirurgia estetica è un argomento molto attuale e infatti resiste, nonostante la crisi economica, continuando il suo trend in crescita”. “Un boom tra le giovanissime si è verificato negli ultimi tempi a causa dell’esposizione mediatica offerta dal Grande Fratello 9 che ha messo in vetrina una ragazza vistosamente formosa” (Cristina Del Basso che è passata, sembra, da una quarta a una sesta attraverso un intervento chirurgico plastico, ndr). “Un settore - continua Lorenzetti - che richiede interventi seri e rigorosi”. Infatti, secondo l’American Society of Plastic Surgey i dati del 2007 parlano di dodici milioni di interventi chirurgici per una spesa di 8,3 miliardi di dollari e 4,7 miliardi per ritocchi come tossina botulinica e filler.
Interventi seri e rigorosi
Un momento della presentazione del libro "Intelligenza estetica" (foto di Roberto Maurizio)
Una lettura dai molteplici risvolti che mostra la chirurgia estetica in maniera completa, come nessuno aveva fatto prima. “Un settore – commenta Lorenzetti – che richiede interventi seri e rigorosi. Le cure non devono essere considerati semplici abbellimenti. Il medico deve fare una diagnosi e vedere cosa c’è dietro alle richieste del paziente. C’è bisogno quindi di intelligenza estetica da parte del chirurgo ma anche da parte di chi si avvicina ai trattamenti. I brutti risultati che si vedono in giro si hanno a causa dei medici che non sanno consigliare l’intervento più adatto e se necessario rifiutarlo. Inoltre, alcuni messaggi che arrivano dai media andrebbero smontati”.
Villa Borghese Institute di Roma, Lorenzetti e De Bac (foto di Roberto Maurizio)
Un portalampade del "Villa Borghese Institute" di Roma (foto di Roberto Maurizio)
Si è toccato, durante la presentazione, il tema del controllo sugli interventi che secondo il Lorenzetti andrebbe potenziato. “Andrebbe segnalato al ministero dal medico e dall’azienda che produce le protesi o i prodotti l’intervento in modo da poter monitorare i risultati, le problematiche, le reazioni e i disturbi”. Altro caso è quello dei filler considerati come presidi medici e non sottoposti a verifiche. Per orientarsi al meglio nelle proprie scelte va valutato innanzitutto il curriculum del medico e le garanzie date dalla struttura. Per quanto riguarda i filler è norma farsi rilasciare il foglio illustrativo della sostanza che è stata iniettata. Il medico da parte sua deve capire cosa muove il paziente all’intervento. Il libro è già disponibile in libreria e presso Villa Borghese. I proventi andranno devoluti in beneficenza ad un’associazione per la cura delle malattie rare.
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