8 aprile 2010

Addio vecchie lampadine



2012. Addio vecchie lampadine. Entreranno nelle nostre case quelle a basso consumo energetico e ad alto rischio per la salute?
di Roberto Maurizio



Incandescenza
Entro settembre 2012 saranno messe al bando in tutta l'Unione Europea le lampadine a incandescenza per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Lo hanno deciso gli esperti degli Stati membri che hanno approvato - come parte della Direttiva Ecodesign dei Prodotti che Consumano Energia (EuP) – una proposta di regolamento della Commissione volta a eliminare dal commercio gradualmente le lampadine tradizionali a partire dal 2009 per terminare alla fine del 2012. Da settembre 2009 non saranno più in vendita le vecchie lampadine incandescenti da 100 watt, stessa sorte per quelle da 75 watt a partire dal 2011 e per le lampadine a incandescenza da 40 e 25 watt dal 2012. Secondo questa proposta di regolamento, che deve essere ancora approvato dal Parlamento europeo, i consumatori potranno ancora scegliere tra le lampadine fluorescenti compatte a lunga durata oppure le lampade alogene efficienti che forniscono la stessa qualità di luce dei bulbi incandescenti con risparmi energetici tra il 25% e il 50%. L’Europa e il Regno Unito, dunque, pianificano la totale messa al bando delle lampadine a incandescenza ma questo significherà, secondo alcune fonti ben informate, sofferenze e totale esclusione sociale per le persone con problemi di fotosensibilità. Si tratta delle persone con patologie quali Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo.


Fluerescenza
Le lampade fluorescenti compatte (LFC), la più diffusa tipologia di lampade a basso consumo oggi presente sul mercato, presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV.

Radiazioni Elettromagnetiche
Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza (1). Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements e'lectromagne'tiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie (2). La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all'interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l'abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall'American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricita' sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro (3). L’effetto dannoso dell'elettricita' sporca e' stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas (4).
Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch’esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.

Mercurio
Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo e' più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura (5). Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.

Radiazioni-UV
Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E' ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle (6).
La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico (7). Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole (8). La protezione supplementare del doppio guscio sulle LFC puo' circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma fintantoché saranno vendute LFC senza doppia protezione, le razioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.

Ulteriori problemi
Altri problemi correlati all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce -- che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione (9) -- e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come e' risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore, ecc.

Referenze
(1) http://www.criirem.org/doc/lbc_arcacriirem_Mise%20en%20Garde%2008-2007.pdf
http://www.criirem.org/doc/criirem_communique_lpbassconso.pdf
Bundesamt fuer Energie BEF, Electromagnetic fields of energy saving lamps, 2004,
http://www.electricity-research.ch/scripts/index.php?lang=1031
(2) http://riimem.blogspirit.com/lampes/
(3) http://www.emfacts.com/weblog/?p=903
(4) Havas, M. 2006. Electromagnetic Hypersensitivity: Biological effects of dirty electricity with
emphasis on diabetes and multiple sclerosis. Electromagnetic Biology and Medicine, 25: 259-
268, 2006
(5) http://mpp.cclearn.org/wp-content/uploads/2008/08/final_shedding_light_all.pdf
(6) V. Beral, S. Evans, H. Shaw & G. Milton (1982), ‘Malignant melanoma and exposure to fluorescent
lighting at work’, , 7 August 1982, pp. 290-293.
Lytle CD, Cyr WH, Beer JZ, Miller SA, James RH, Landry RJ, et al. An estimation of squamous cell
carcinoma risk from ultraviolet radiation emitted by fluorescent lamps. Photodermatol Photoimmunol
Photomed 1992/1993; 9:268-274.
(7) ‘Low-energy bulbs 'worsen rashes', http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/7170246.stm
(8) http://www.dailymail.co.uk/health/article-1075613/The-energy-saving-light-bulbs-leave-red-faced--
UV-radiation.html
http://www.youtube.com/watch?v=6CVLa_tRslY (coverage on Canadian television)
(9) ‘Low-energy bulbs cause migraine’, http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/7167860.stm
‘Fluorescent lights giving pupils headaches’,
http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2007/09/06/nlights106.xml
http://www.br-online.de/das-erste/report-muenchen/report-gluehbirne-klimaschutz-ID1230898145031.xml

NOTE
Sito del "Gruppo italiano LES" http://www.lupus-italy.org
Il "Gruppo italiano LES" ha anche un numero verde che è il seguente: 800 22 79 78
Informazioni sul LES si possono trovare anche su
http://it.wikipedia.org/wiki/Lupus_eritematoso_sistemico

Lampade a basso consumo, la Svizzera invita a stare lontani


Ad avvalorare questa tesi, cioè la pericolosità delle lampadine a basso consumo energetico è la Svizzera. Non avvicinatevi a meno di trenta centimetri dalle lampade a risparmio energetico. È il suggerimento diffuso dall'Ufficio federale della sanità pubblica svizzera in seguito ad un'indagine condotta dalla «It'Is Foundation» (Fondazione di ricerca sulle tecnologie dell'informazione nella società) di Zurigo diretta dal professor Niels Kuster del locale Politecnico. La ricerca voleva determinare con precisione, grazie ad un nuovo metodo di misura, i campi elettromagnetici generati dalle nuove lampade a risparmio ora utilizzate in seguito alla decisione dell'Unione Europea di mettere al bando le tradizionali lampade ad incandescenza entro il 2012. In particolare interessava stabilire gli effetti generati sul corpo umano e a tal proposito si precisa che i valori di intensità rilevati a 30 centimetri dalle lampade considerate sono inferiori (10 per cento) alla soglia raccomandata dalla International Commission for Nonionizing Radiation Protection.


Mantenere le distanze
Se però ci si avvicina al di sotto dei tre decimetri i valori misurati crescono rapidamente fino a superare in alcuni casi i limiti stabiliti. Per questo «a titolo prudenziale» l'ufficio della sanità pubblica di Berna invita a mantenere l'opportuna distanza soprattutto se le lampade restano a lungo accese come nel caso di quelle poste sulla scrivania. La ricerca è stata condotta utilizzando quattro manichini che rappresentavano un uomo, una donna, un bambino di 6 anni e una bambina di 11 scandagliati in posizioni diverse e a varie distanze. Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un trasformatore ed emettono campi elettrici e magnetici a bassa e media frequenza che possono generare nell'organismo correnti elettriche le quali, a partire da una certa intensità, sono in grado di provocare infiammazioni dei nervi e dei muscoli. In passato era stato sollevato anche il problema dell'inquinamento perché al loro interno contengono pure una quantità esigua di mercurio (inferiore ai 5 milligrammi) che in caso di rottura del bulbo può disperdersi nell'aria. Inoltre le lampade a basso consumo con tubo fluorescente, in certe condizioni, lasciano filtrare una piccola parte dei raggi ultravioletti per cui ad una distanza inferiore a 20 centimetri dopo una lunga esposizione non si possono escludere eritemi cutanei. «La decisione svizzera è un buon provvedimento che dovremmo seguire — precisa Settimio Grimaldi, biofisico dell'Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Cnr —. E non solo per le lampade ma anche per frigoriferi e lavatrici. Anch'essi emettono campi elettromagnetici e l'unico modo di difendere la nostra saluta eliminando gli effetti negativi è quello di mantenere le distanze suggerite dall'indagine di Zurigo».

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