E la pioggia che va…
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
22 aprile, giorno della Terra, Circo Massimo, quello delle crocefissioni e delle corse sulle bighe, Pino Daniele e Morcheeba, con la complicità del Canale Nat Geo, quello su Sky australiano al numero 710, danno luogo ad un happening sulla desertificazione e sulla mancanza delle piogge nel mondo. Una cascata d’acqua, come quella del Niagara, si abbatte invece sugli astanti. Ombrelli, ombrellini, ombrelloni si aprono per riparare i quattro avventori, forniti di rotoli di cartucce umide con droghe leggere e pesanti per poter scongiurare la siccità. Sono anni che dicono che l’Italia diventerà un deserto. Sono anni che questi catastrofisti con la chitarra in mano si vendono al primo che gli fa vendere i dischi. E’ passato solo una settimana dalla tragedia di Ventotene, quella che avrebbe dovuto costruire l’Europa unita contro il fascismo, contro l’arroganza, contro il nazismo, a favore degli ebrei, a favore della libertà fondata su un Euro scuro e meschino che rende sempre più povero il padre di famiglia (un litro di latte circa 5.000 lire e un litro di vino 12.000 lire), e due studentesse sono morte grazie alle piogge che hanno colpito l’isola incessantemente. I catastrofisti parlano ancora, senza dati, del riscaldamento e della mancanza di piogge sulla Terra dovuto all’azione di quel piccolo verme chiamato uomo. Intanto, imbarchiamo una vittoria (dopo una settimana Eyjafjallajokull, il vulcano islandese che ha fatto spendere miliardi di euro a questi incapaci europei, ha deciso di non eruttare più come prima) e una sconfitta, due povere bambine uccise dalla pioggia a Ventotene. Con le chitarre in mano, come quelle del Primo Maggio che avranno a loro fianco gli “artisti”, cioè coloro che non hanno mai lavorato nella loro vita, come i giornalisti tipo Fini e Veltroni, canteranno le lodi stonate al dio della rivoluzione imminente, quella che li porterà sempre più soldi e fama su Rai 3. Con le chitarre in mano crederanno di sconfiggere l’effetto serra, il buco nell’ozono. Con le chitarre in mano non si riesce nemmeno a riparare le popolazione dalle alluvioni prossime venture. Chiove, ma guarda come chiove… E la pioggia che va e non sa quando ritornerà il sereno.
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