8 giugno 2009

Europa al Centro-Destra e trionfa l'astensione

In Europa vince il Centro-Destra e trionfa l’astensione
di Roberto Maurizio
Barbara Matera, mentre vota alle Europee
Che pena quel pene

La foto che ha fatto avere, forse, 500.000 voti in più al Pdl. Grazie El Pais. Quando scatterai le foto sui tuoi minuscoli politici? Forse hai paura della "misurazione"?

Ma si può andare in Europa per essere pro o contro “Papi”, pro o contro “Noemi”, pro o contro la misurazione del pene? Ma che Europa è questa? Sia il Governo, sia la cosiddetta opposizione, per non farci pensare, hanno fatto finta di litigare sul “pene” sbattuto in prima pagina da El Pais. Quel “pene” è una pena. El Pais, giornale una volta di sinistra, si occupava dei problemi dei lavoratori e aveva delle pagine stupende sulla politica internazionale. Che fine ha fatto? Ha sbattuto il c.... in prima pagina. Bene. Questo è il progresso, questa è la sinistra di Zapatero che ha preso alle europee una batosta, giustamente, perché, invece di occuparsi dei problemi dei lavoratori spagnoli, sempre di più incalzati dalla crisi, sempre di più rivolti verso il ritorno alla fame, ha preferito il gossip italiano: con la Gossipolitik non si ottengono voti.

Spagna: più gay, meno ricchi

Velina?

Spagna, diciamola tutta, non è un paese moderno, sviluppato. Ha fatto finta di diventare “glamour”, a “à la page”, con la scomparsa del crocifisso nelle scuole, con il matrimonio gay, con la liberalizzazione della droga che governa incontrastata in tutte le squallide periferie di Madrid, dell’Andalusia e della Catalogna. Ma per essere “fichi” non basta solo questo. Un governo serio dovrebbe occuparsi di problemi seri. La Spagna non è l’Olanda, non è la Danimarca. In questi paesi, dopo aver risolto i problemi principali dei cittadini (casa, lavoro, sviluppo) hanno allargato le maniche, che saranno costrette a restringere fra poco. La Spagna è un paese in via di sviluppo e prima di occuparsi del “superfluo”, dell’eleganza di un matrimonio fra due omosessuali, con grappoli d’oro e champagne a fiumi, dovrebbe pensare al benessere dei cittadini che sarà sempre più rarefatto.

America Latina, un subcontinente “bizzarro”

Soruina?

La Spagna, come l’America Latina, non hanno capacità di sviluppo endogeno, anzi non hanno niente, né risorse materiali, né umane. Hanno qualche banana, un po’ di petrolio, un po’ di rame, un po’ di terre incolte in Patagonia comprate da Benetton, qualche “travestito” da esportare, qualche bambino o bambina da fare usare ai maniaci pedofili, e poi, niente! Il Subcontinente latinoamericano non ha niente a che fare con gli Stati Uniti d’America. Gli Usa hanno rotto i rapporti con la madre patria, il Regno Unito, e sono diventati il paese più globalizzato, più libero, più multirazziale e più multietnico del mondo. L’America Latina continua a “succhiare” dalle mammelle di Spagna e Portogallo. Negli anni 40, 50, 60 e 70, il Subcontinente americano, come la madre patria spagnola e portoghese, era fascista; dopo gli anni ’90 è diventato di sinistra e comunista, producendo mostri a non finire, sia nel primo, sia nel secondo periodo. Basti pensare a Pinochet e a Chavez, l’assassino cileno e quello dell’impiccagione della statua di Cristoforo Colombo.

Europeista ci sarai

Velina?


Pochi decenni fa, l’Italia era tra i paesi più europeisti della Cee. Tutti i sondaggi davano gli italiani ai primi posti come “amanti faziosi a tutti i costi del sogno europeo”. Era un sogno, solo un sogno! De Gasperi, il Trattato di Roma, Altiero Spinelli, Ventotene. Questi gli elementi che contribuivano a creare il mito dell’Europa. Poi, i primi “allargamenti”, poi l’euro che ha dato una botta incredibile sulle tasche degli italiani. Nessun sondaggio è stato pubblicato sulla popolarità dell’Unione europea. Anche il nome napoletano “Uè” non contribuisce a rendere più popolare l’Unione, che vagamente ricorda quella Sovietica. I partiti italiani, forti della loro arroganza, credevano che esistesse ancora l’europeismo, per cui hanno preso sotto gamba le votazioni del 6 e 7 giugno. Gli italiani non sono più disponibili a votare a scatola chiusa, anche se continuano ad esistere roccaforti del secolo breve, il ‘900, dove l’ideologia ha compiuto la strage di esseri umani mai prima compiuta. C’è bisogna ancora di altro tempo per far cadere il fanatismo e il fondamentalismo nelle scelte politiche. Pensate se in un condominio si dovrebbe scegliere l’amministratore in base alla sua idea politica. L’amministratore deve essere bravo, non deve rubare, deve far funzionare gli ascensori, deve far pulire le scale, deve agire nel bene di tutti i condomini a prescindere dalla falce, dal martello, dallo scudo crociato, dalla fiamma, da Che Guevara. Nelle elezioni “amministrative” il Governatore e il Sindaco devono essere persone serie e qualificate. Ma questi sono discorsi al vento.


L’unica arma contro la disfatta, l’astensione

Soruina?


Cosa resta allora al cittadino italiano e europeo? L’astensione come arma di “rigetto” della vanità di istituzioni così lontane e così poco affidabili. Un Santoro e una Gruber hanno “rappresentato” gli interessi dei cittadini di Tor Bella Monaca, di Portocannone, di Canicattì, del Gennargentu? Allora, come previsto da molti alla vigilia del voto, la par­tecipazione a queste consultazioni europee è sta­ta, nel complesso del continente, ancora inferiore alla volta precedente. La maggio­ranza assoluta dei cittadini europei non ha ritenuto op­portuno o utile recarsi alle urne. È un segno di ulteriore, grande sfiducia e disaffezione nei confronti dell’Unione Europea così come si è andata conformando e strutturan­do negli ultimi tempi. Questa vera e propria sconfitta del­la democrazia nella costruzione politica del vecchio conti­nente fa seguito agli insuccessi dei referendum sull’appro­vazione della Costituzione in alcuni Paesi e a numerosi segnali di distacco dei cittadini dalle strutture dell’Ue.


Noia e disgusto


Velina?


Probabilmente, a seguito di queste elezioni, la Ue, ma anche i partiti politici nostrani, do­vranno ripensare seriamente al funziona­mento di questa istituzione diventata vecchia e non al passo con i tempi, dovranno cambiare i compiti e gli obiettivi. In Italia, il tasso di parte­cipazione è stato notevol­mente superiore alla gran parte degli altri paesi. Ciò dipende dal fatto che, come si sa, nel nostro Paese il dibat­tito elettorale e la contesa tra i partiti sono stati incentrati quasi esclusivamente su tematiche domestiche, non sem­pre di altissimo livello (Papi, peni e Noemi). Anche l’Italia è stata fortemente toccata dall’astensione che ha fatto regi­strare un significativo calo (oltre il 6%) nella partecipazio­ne rispetto alle precedenti europee. Ciò dipende certo dal disinteresse, crescente anche in Italia, verso l’Europa e le sue istituzioni. Ma dipende anche dal diffondersi degli at­teggiamenti negativi — dalla noia al disgusto — verso la politica. È un sentimento presente, sia pure in misura di­versa, nel centrodestra come nel centrosinistra. Per que­sto è opportuno che i leader politici considerino seria­mente il messaggio emerso dal crescente astensionismo.

Vittoria della destra


Soruina?

Le settime elezioni europee hanno fatto registrare un record negativo di affluenza, stimata al 43,09%. In particolare nei paesi dell'Est con il record in Slovacchia: solo 19,64% alle urne. Sulla base dei primi dati definitivi e degli exit poll, si profila un ritorno del Partito Popolare europeo a prima forza dell'Europarlamento dopo l'affermazione nei principali Paesi, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania all'Italia. Affermazione della destra radicale in Austria e Ungheria mentre l'opposizione socialista del Pasok si è imposta in Grecia. Nei paesi scandinavi affermazione dei socialdemocratici in Danimarca e Svezia, ma in Finlandia avanzano i partiti euroscettici. In Francia nuovo trionfo per i gollisti di Nicolas Sarkozy, con l'Ump oltre il 28% e in una nuova dura batosta per i socialisti poco sopra al 16%, insidiati dai verdi ecologisti, indietro di circa un punto. In Germania punita la «Grosse Koalition» guidata da Angela Merkel. In molti paesi dell'Ue trionfano inoltre formazioni euroscettiche o di estrema destra.

Risultati generali

Velina?

La prima proiezione da Bruxelles dei seggi al Parlamento europeo conferisce la maggioranza al centro-destra. Il Ppe si conferma il primo gruppo al Parlamento europeo con 263-273 seggi, mentre il gruppo dei socialisti subisce un forte ridimensionamento attestandosi, nelle prime stime a 155-165 seggi. Buona affermazione dei Verdi che si aggiudicano 52-56 seggi.

Male i socialisti

Velina?

Si delinea chiaramente quindi un risultato complessivo negativo per i socialisti europei. «Stasera, è una serata molto difficile per i socialisti di numerosi paesi d’Europa», ha riconosciuto con amarezza il capogruppo socialista uscente al Parlamento europeo, Martin Schulz. Con un messaggio ai militanti socialisti via video da Berlino, Schulz ha assicurato che i socialisti continueranno a «battersi per una democrazia sociale in Europa».

Minimo storico

Soruina?


Secondo quanto indica il Parlamento europeo nel proprio sito web l'ultima stima del tasso di affluenza alle urne nei 27 paesi della Ue è del 43,55%. Il dato conferma che le elezioni del 2009 segneranno il minimo storico del tasso di partecipazione degli elettori, in calo rispetto al precedente record negativo del 44,4 per cento registrato nelle elezioni del 2004. Nelle prime elezioni europee del 1979 l'affluenza alle urne era stata del 61,99%.


Germania

Soruina?


In Germania, prova generale prima delle legislative del prossimo autunno, i grandi vincitori di queste consultazioni, secondo gli exit poll, sarebbero i liberali della Fdp, che col 10,5% guadagnano 4,5 punti rispetto al 2004. Deludono, invece, sia la Cdu/Csu del cancelliere tedesco Angela Merkel che la Spd: l'Unione, con un dato aggiornato del 38,2%, perde 6,3 punti, mentre i socialdemocratici, al 21,4%, subiscono un calo irrisorio rispetto alle Europee del 2004 (21,5%), che è però un crollo pesante rispetto alle legislative di quattro anni fa, quando ottennero il 34,2% dei suffragi. Da Berlino, il leader della Spd, Franz Muentefering, ha parlato di un risultato deludente e ha invitato i sostenitori del partito a fare campagna e a collaborare con il partito in vista delle elezioni di settembre. Fermi i Verdi, intorno al 12%. Cresce di un punto la Linke di Oscar Lafontaine, data intorno al 7%. L’affluenza alle urne per il voto europeo è stata molto bassa, attorno al 42%, inferiore a quella del 2004, quando già si era registrato un minimo storico.
Francia

Velina?


Un ottimo risultato per la maggioranza di governo e il crollo del partito socialista all’opposizione: sono i risultati delle elezioni Europee in Francia secondo i primi exit poll. Secondo l’istituto Opinionway-Fiducial, l’UMP del presidente francese Nicolas Sarkozy è in testa con il 27,2%, mentre il Ps ottiene appena il 16,4% (un calo di circa il 10% rispetto al 2004). I Verdi di Europe Ecologie di Daniel Cohn Bendit ottengono un eccellente 15,4%, il MoDem di Francois Bayrou l’8,7%. Secondo TNS-Sofres-Logica, l’UMP otterrebbe addirittura il 28,3% e i socialisti il 17,5%, i Verdi il 14,8% e il Modem l’8,7%. I risultati vanno comunque analizzati sapendo che il tasso di astensione avrebbe sfiorato il 60%.

Spagna

Soruina?

Il Partito popolare ha trionfato in Spagna con il 42,23% dei voti, finendo davanti al Psoe del premier Josè Luis Zapatero che si è fermato al 38,51%. Per Zapatero si tratta della prima sconfitta a livello nazionale da quando è arrivato al potere nel 2004. I popolari di Rajoy conquistano 23 dei 50 seggi spagnoli a Strasburgo, il Psoe 21. Gli altri sei seggi vanno alle coalizioni nazionaliste moderata (2) e di sinistra (1), al patto fra Izquierda Unida e Verdi (2) e al piccolo partito centrista Upyd di Rosa Diez (1).

Gran Bretagna

Velina?


Il Labour Party è calato a terzo partito in Gran Bretagna. Questo il verdetto della tornata elettorale stando alle proiezioni del voto nazionale elaborate dalla Bbc. A trionfare sarebbero invece i Conservatori di David Cameron e il partito euroscettico UK Independent Party (UKip). Le proiezioni danno i Tory al 27%, l'UKip al 17%, il partito laburista al 16% e i Liberal Democratici al 14%. Chiudono i Verdi con il 9% e il British National Party con il 6%.


Grecia

Soruina?


Fa eccezione il verdetto che arriva da Atene. Secondo i primi exit poll, si profila in Grecia una netta vittoria del partito socialista di opposizione Pasok, che avrebbe ottenuto il 37-39% delle preferenze alle elezioni per il Parlamento europeo. Il partito conservatore Nuova Democrazia (Nd) del premier Costas Karamanlis avrebbe tra il 30,5% e il 33%. In base a questi exit poll, il Pasok di Giorgio Papandreou avrebbe 9 seggi dei 22 in palio per la Grecia contro i 7 di Nd. Alle Europee del 2004, con 24 seggi in palio, Nd aveva ottenuto il 43% e 11 seggi contro il 34% e 8 seggi del Pasok. In mezzo a una crescente astensione, che ufficiosamente viene data a oltre il 40%, secondo gli exit poll i comunisti del Kke si confermano terzo partito con tra l'8 e il 10% dei voti (nel 2004 erano al 9,4%), mentre cresce l'estrema destra di Laos, che scavalcherebbe con il 5-6% l'estrema sinistra di Syryza (intorno al 5%) seguita dagli Ecologisti Verdi che si confermerebbero come l'altra sorpresa di queste elezioni, passando dall'1% delle ultime politiche al 4-5%.


Austria

Il principe ballerino, velino o soruino?


Debacle storica per i socialdemocratici e successo degli euroscettici in Austria, dove trionfa il partito popolare (Oevp), alleato junior della Spoe nella grande coalizione al governo a Vienna. Nelle prime proiezioni dopo la chiusura dei seggi alle 17.00, la Spoe precipita di dieci punti al 23,5%, il peggior risultato dal 1945 (alle Europee del 2004 aveva ottenuto il 33,3%). La Oevp del vicecancelliere Josef Proell, pur in lieve calo, conquista il primato con il 30,1%. Al terzo posto la lista dell'euroscettico populista di sinistra, Hans Peter Martin, con il 18,2%, +4,2% rispetto alle precedenti consultazioni (13,9%). Decisamente sotto le previsioni della vigilia, l'affermazione dell'estrema destra: la Fpoe (liberal nazionalisti), è arrivata al 12,9%, il 6,6% in più rispetto al suo peggior risultato nel 2004 (6,3%). Fino al 2005, quando fuoriuscì e fondò la Bzoe, la Fpoe era guidata dal defunto leader Joerg Haider. La Bzoe (lega per il futuro dell'Austria) è indicata al 4,8%, sotto per ora allo sbarramento del 5%, così come i comunisti e i giovani liberali. I Verdi sono al 9,3%, -3,6% rispetto al 12,89% nel 2004. L'affluenza sarebbe scesa leggermente al 41,4% rispetto al 42,43% nel 2004.


Olanda

Le donne di Soru si moltiplicano


In Olanda si è votato giovedì scorso e il governo - in polemica con la Commissione Ue - ha pubblicato risultati ufficiali nella notte di venerdì, senza attendere la chiusura dei seggi negli altri Paesi. Il partito di estrema destra Pvv (Partito della libertà) di Geert Wilders ha ottenuto il 16,9%, classificandosi secondo dietro ai cristiano-democratici del Cda del premier Jan Peter Balkenende (20% contro il 24,4% del 2004) e davanti ai laburisti del PvdA (12,2% contro il 23,6% del 2004). Il Pvv, che partecipava per la prima volta alle Europee, otterrà così quattro dei 25 posti del Parlamento Ue previsti.


Irlanda

Vota Homer, vota Antonio, vota chi è più vicino a te. Purtroppo l'ideologia comunista e nazista del Secolo breve non ti permette di vedere nemmeno chi ti è accanto. Astensione è solo un momento per riflettere. Astensione vuole dire riflettere per realizzare i tuoi sogni che sono quelli di tutti quelli che non sono vicini a te. E' una legge universale, basata sul quadrato delle distanze, più ti sono vicini gli animali che ami, più ti disprezzano. Parenti serpenti rppresenta la negazione della legge di gravità. "Cchiù vicino me sstai, cchiù luntano te sendo". Sarà più facile debellare il cancro, mentre non sarà possibile sconfiggere il fanatismo, l'intolleranza, la crudeltà, l'integralismo e il fondamentalismo (falce e martello, radicali per la Bonino, Udc di Casini con la croce e il mantello, Di Pietro e tutti in carcere, Berlusconi, la spazzatura e l'Abruzzo, Obama con il suo assaggiatore, comunisti di primo pelo che sparerebbero contro il mulino e il melo). Homer senza Obama si sarebbe astenuto solo una volta. Homer con Nembo Kid si sarebbe astenuto per tutta la vita. Basta con le ideologie, basta con i Nembo Kid, con i Superman. Abbiamo bisogno di ospedali che funzionano, di aerei che volano, di raggiungere il posto di lavoro con le macchine o come cazzo volete, metropolitana, corsie preferenziali mentre uccidono la libertà sancita dalla Costituzione italiana di libera circolazione. Basta con questi prosupi. Vogliamo una cosa sola, vivere tranquillamente, vivere con le opzioni minime dei comunisti toscani e romagnoli. Cosa chiediamo di più? Avere le ville come i comunisti di Livorno, di Pisa, di Parma, di Catania, di Gela, di Milano, di Venezia. Non chiediamo le ville di "Papi", ma solo gli "yacht" di D'Alema. Gli italiani no sanno nemmeno scrivere iot (yacht), pensa se mai lo possano avere da questi farabutti di politici che si mettono in prima fila in difesa dello sfruttato. E' finita, se mai c'è stata, l'epoca dei socialisti e comunisti che si battevano per i diritti degli operai, dei sindacati che offrivano il loro fianco in difesa dei lavoratori, dei disoccupati e dei pensionati. Vogliamo uno "yacht" per tutti, se ce l'ha D'Alema che è comunista, lo posso avere anch'io. Un giorno, sulla spiaggia di Campomarino, da lontano vidi uno "yacht" mentre stavo attraversando la "barriera" di pietre buttati nel mare per arginarlo (Mogol e Battisti). Dal mio "lettino" di gomma, gonfiato ad arte, bocca a cannello, levai un braccio per attrarre l'attenzione del "migliore" (no, forse quello era Togliatti), del "superbo", dell'idolo delle folli della Festa dell'Unità di Ururi e Portocannone. Alzai il mio braccio al cielo e invocai, Massimo. Non mi sentì, partì spedito verso il Salento e si perse la Pampanella di San Martino. Massimo, questo è il massimo del comunismo!


In Irlanda si è votato venerdì. Secondo gli exit poll dell’istituto Lansdowne Market Research per la radio nazionale RTE, il Fianna Fail (centro progressista), partito al governo ha raccolto solo il 24% delle preferenze, otto punti percentuali in meno delle ultime amministrative del 2004; il Fine Gael (centro conservatore), principale partito di opposizione, ha ottenuto il 34%, una crescita del 6,5%; anche il partito laburista ha visto un balzo in avanti, con il 17% (+5,5%).


Ungheria

Soruina?

Il partito conservatore di opposizione Fidesz ha vinto le elezioni europee in Ungheria, conquistando 56,37% dei voti, ma la grande sorpresa è il risultato dell'estrema destra: 14,77% e 3 eurodeputati su 22. Ecco i risultati ufficiali, comunicati dall' ufficio elettorale nazionale: Conservatori (Fidesz) 56,37%, 14 deputati su 22; socialisti (Mszp) 17,37%, 4 deputati; estrema destra (Jobbik) 14,77%, 3 deputati; centro moderato (Foro democratico, Mdf) 5,3%, 1 deputato. Non hanno ottenuto seggi, rimanendo sotto lo sbarramento di 5%, i liberali (Szdsz), alleati dei socialisti.


Bulgaria


Nessuna sorpresa invece in Bulgaria secondo i primi exit poll. E' infatti confermata la vittoria preannunciata del partito conservatore Gerb del sindaco di Sofia, Boyko Borissov, con il 23,5% e cinque seggi dei 17 della quota bulgara al Parlamento europeo. Seguono il partito socialista del premier Serghei Stanishev al governo con il 18% e quattro seggi e il partito della minoranza turca, Mdl, con il 17,2% e tre o quattro seggi. Il partito nazionalista Ataka ottiene il 10,1% e due seggi e conferma così la posizione che già aveva al Parlamento europeo. La Coalizione azzurra, di destra, ottiene il 7,4% e entra così per la prima volta con un seggio a Strasburgo, mentre il partito dell'ex re Simeone, Ndsv (centro destra), ottiene il 7,1% e un seggio.


Portogallo
Affluenza: 37,05%. In Portogallo il Partito Socialista del primo ministro portoghese José Socrates è stato battuto a sorpresa da parte dell’opposizione di destra, secondo i risultati ufficiali parziali di oltre l’80% dei voti. Secondo i risultati di 3.544 su 4.260 circoscrizioni forniti dal Ministero degli Interni, il PS ha raccolto il 26,45% dei voti, con un calo di 18 punti rispetto al 2004. Il Partito socialdemocratico (Psd, di destra) ha avuto il 33,07% dei voti ed è in testa, in leggero aumento sul 2004. Il grande vincitore è la sinistra non socialista, che prende più del 20% dei voti (contro il 14% nel 2004): l’alleanza comunisti-verdi della Cdu ha il 10,21% dei voti, e il Blocco della Sinistra il 10,06%.


Danimarca

La campagna di Soru riproposta da un sito locale sardo, con un'abbondante riproposizione di belle ragazze. Vive le Soruine, abbasso le veline

In Danimarca, sempre secondo i primi exit poll, i socialdemocratici oggi all’opposizione, sarebbero in testa rispetto ai liberali al potere, con il 21,8% dei voti e 4 seggi a Strasburgo, nonostante una perdita sostanziale di consensi rispetto al 2004 (quando avevano avuto il 32,6% e 5 seggi). Secondo il sondaggio, i liberali raccoglierebbero il 20,8% dei voti e manterrebbero i loro 3 seggi rispetto al 2004 (quando avevano avuto il 19,4%). I conservatori, loro alleati nella coalizione di governo, conserverebbero il loro unico seggio, con il 12,4% dei voti (nel 2004 avevano avuto l’11,3%). Forte avanzata, invece, per il Partito del popolo danese (di destra), che sostiene il governo, con il 14,4% e 3 seggi, due in più rispetto al 2004 (quando aveva avuto il 6,8%), e, all’opposizione, per il Partito socialista del popolo (sinistra-verde) che otterrebbe il 16,1% e due seggi, raddoppiando i suoi consensi rispetto a cinque anni fa (7,9%, un seggio).


Svezia
Sorpresa in Svezia dove il partito pirata raggiunge secondo i primi exit poll oltre il 7%. I socialdemocratici, all’opposizione ottengono il 25,1%, mentre il moderati di centrodestra, al governo, ottengono, il 18,5%.


Polonia
Affluenza: 27,84%. Piattaforma civica (Po), il partito popolare del premier Donald Tusk, ha vinto le elezioni europee in Polonia con il 45,3% dei voti, confermando le attese della vigilia secondo i primi exit poll. Diritto e Giustizia, il partito conservatore del presidente Lech Kaczynski e guidato dal suo gemello Jaroslaw, ex premier, ha ottenuto il 29,5%, mentre i socialdemocratici dell’Unione del lavoro (Up) si attestano al 12%. Con il 7,9%, chiude le fila il Partito popolare polacco (Psl), che siederà nel Ppe insieme al Po.


Romania
Bassa affluenza: 27,21%. Un nuovo exit poll appena diffuso da Realitatea Tv conferma invece il testa a testa tra la destra e la sinistra in Romania nelle elezioni europee. Il Psd (Socialdemocratici) avrebbe ottenuto il 30,8% dei voti, mentre il Pdfl (Democraticiliberali) il 30,5%. I Liberali si piazzerebbero terzi con il 16,7%, l’Unione democratica dei magiari (Udmr) all’8,9%n e Grande Romania (Prm) al 7,2%.


Finlandia
In Finlandia forte ascesa dei parti nazionalisti ed euroscettici secondo i primi exit-poll. Bene «I Veri Finnici», che chiedono un freno all'immigrazione e all'integrazione comunitaria, hanno ottenuto il 10% (nel 2004 erano appena allo 0,5%) che gli garantisce un seggio a Strasburgo. Il partito di Centro del premier Matti Vanhanen è al 21% (aveva il 23,4%) mentre la Coalizione Nazionale scivola dal 23,7% al 21.9%. Per entrambi i partiti dovrebbero avere tre eurodeputati.


Slovacchia
La Stato con la più bassa percentuale di votanti di tutti i 27 dell'Ue: alle urne solo il 19,64% degli elettori (nel 2004 furono il 16,97%) Lo Smer, il partito socialista del premier Robert Fico, ha vinto le elezioni europee in Slovacchia. Con il 32,1% dei voti, lo Smer passa da tre a cinque seggi a Strasburgo, secondo i risultati ufficiali della Commissione elettorale. I dati premiano anche il partito xenofobo Sns, alleato dello Smer al governo, che ottiene il 5,39% dei voti e riesce per la prima volta ad eleggere un europdeputato. Tuttavia, si tratta di un risultato inferiore alle attese, visto che i sondaggi della vigilia indicavano un consenso intorno al 12%. L’altro partito della maggioranza, i nazionalisti del Hzds, sono stati scelti dall’8,97% degli elettori e conservano un seggio, perdendone due. Sul fronte dell’opposizione, i liberali del Sdku diventano il secondo partito con il 16,98% dei consensi, ma perdono un seggio rispetto al 2004, passando da tre a due. Il partito della minoranza ungherese Smk, con l’11,33%, perde uno dei due suoi seggi, mentre i cristianodemocratici del Kdh scendono da tre a due europarlamentari con il 10,55%.


Cipro
Questi i risultati finali ufficiali delle elezioni europee a Cipro comunicati dal ministero per l'Informazione. In palio ci sono 6 seggi. Adunata Democratica (centrodestra) 35,65% 2 seggi, Akel (comunista) 34,90% 2, Partito Democratico (centro) 12,28% 1, Edek (socialdemocratici) 9,85% 1, Partito Europeo (centrodestra) 4,20%, nessun seggio Verdi 1,50% nessun seggio.


Lettonia
In Lettonia, il partito del premier Valdis Dombrovskis, Nuova Era (Jl) subisce una pesante sconfitta diventando la sesta forza politica del Paese, scendendo al 7,43% dei voti rispetto al 19,7% del 2004. Lo riferiscono i sondaggi Tns, secondo cui il primo partito è diventato l’Unione civica (Ps), uno dei cinque componenti della maggioranza che sostiene l’esecutivo di Dombrovskis, con il 24,29%. Si tratta di un risultato migliore delle attese per il governo, visto che il Paese è nel mezzo della peggiore crisi economica di tutta l’Unione europea. Al secondo posto si attesta il Centro dell’Armonia (Sc), alleanza d’opposizione populista sostenuta dalla minoranza russa, che ha ottenuto il 16,68% ed è guidata dall’ex leader comunista Alfred Rubiks, imprigionato negli anni ’90 per aver congiurato contro Mikheil Gorbachov. Il terzo partito è «Per i diritti umani nella Lettonia unita» ((Pctvl), il movimento filo-russo che in queste elezioni ha schierato anche il giornalista italiano Giulietto Chiesa, accreditato dell’8,2% dei voti, in calo rispetto al 10,7% delle ultime europee.


Lituania

Una Soruina con l'equina (forse è un equino)

Bassissima affluenza: 20,88%.


Slovenia

Noemi al seggio elettorale. Calderoli ha sostenuto che la ragazza non solo non è molto affascinante, ma e anche napoletana! Ai posteri l'ardua sentenzia

Affluenza: 28,02%.

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