22 giugno 2009

Referendum. Il miraggio

Il miraggio
di Roberto Maurizio

Ieri, 21 giugno 2009, mentre a Stonehenge si festeggiava l’arrivo dell’estate, l'Italia si accingeva a collezionare due sconfitte consecutive, negandosi, perciò, la possibilità di percorre nuove strade, sulle quali poter alzare la testa, per non essere più schiava. Tre a zero è finito l’incontro impari tra la nostra nazionale contro il Brasile, 80 a zero finisce una lotta mai iniziata della democrazia con i Referendum contro il Porcellum. Il completo disinteresse degli italiani, campioni del mondo, ha fatto naufragare una squadra dove Gilardino, Lippi e Iaquinta hanno distrutto un mito costruito sulla mediocrità a suon di bigliettoni. Il completo disinteresse degli italiani, chiamati democraticamente alle urne per esprimersi contro una legge ritenuta da tutti una “porcata”, ha fatto infrangere su una barriera corallina il quorum, lontano migliaia di chilometri di distanza. Quando agli italiani sarà chiesto in futuro il loro parere sulle leggi e sulla qualità della vita gli sarà “giustamente” rifiutato. In "piazza" con Guzzetta, non c’era né una falce, né un martello, né una croce, ma tanti ombrelli. Un tempo inclemente ha dato una giustificazione all'apatia degli italiani ad esercitare un diritto sacrosanto. Non c’erano, con Guzzetta, né Che Guevara, né Mao Tze Tung, né i Beatleas, né i Rolling Stones. Esisteva solo un miraggio: la possibilità di dare un impulso ai tanti giovani senza lavoro di alzare la testa. Un miraggio per tanti vecchi di morire in tranquillità, senza o con il testamento biologico. Un miraggio per ridare fiducia a questa Italia che si sta preparando alla solita estate piena di Sole, Luna, Stelle, barche ormeggiate in tutti i porti che sputano sulle disgrazie altrui, droga, seconde case, ville affittate, Suv, casali e porci. L’influenza suina si sta avvinando sempre di più, ma nessuno ne parla. Agli handicappati poco interessa questo andazzo: peggio di così per loro non può andare. Allora? L’unico rimedio è l’indifferenza. Una sconfitta, quella del Referendum, annunciata, voluta dai partiti, ma la colpa è di noi Italiebani. Non siamo nemmeno in grado di esprimere la nostra opinione. La bocciatura del Referendum sarà foriera di nubi minacciose che si addenseranno sull’orizzonte italiano. Le uniche armi che resteranno nelle mani di un popolo che non sa decidere saranno: la nebbia, la pizza, la mafia, il mandolino, i terremoti, le ville sarde, le mignotte, le mogli, le amanti, le baresi, un’autostrada sempre intasata, treni puzzolenti, scuola fatiscente con mura assassine, ospedali senza ascensori, senza garza, senza umanità. Se ci sta bene a noi! Viva l’Italia.

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