23 maggio 2010

Biovarietà

Ancora un anno sprecato dall'Onu
di Roberto Maurizio



Biovarietà


Oggi si conclude a Roma, la settimana sulla Biodiversità. Mentre il Latino, il Greco e l'Inglese, lingue "globalizzanti", sono ineccepibili, infatti, con queste lingue sono stati scritti la storia e il diritto del mondo, l'italiano, come le altre lingue di "periferia", appese ai campanili, non riescono a trasmettere il messaggio corretto. La comunicazione (l'azione interattiva) e l'informazione (solamente i fatti) se trasmessa in italiano non raggiungono l'obiettivo. La "gente" non capisce la "biodiversità". Sembra una parola che voglia assencondare il diverso biologico, l'omossessuale o il prete pedofilo, un "diverso" o giù di lì. La biovarietà, come viene espresso giustamente in inglese, è un'altra cosa. "Biovariety" fa comprendere subito che si tratta della enorme varietà di piante, di animali terrestri, di pesci, di tante altre cose che sono sotto gli occhi costantemente dell'uomo e delle donne contemporanei che fanno finta di non vedere. Subito dopo una sfuriata di un nubifragio su Roma a maggio, cosa inconsueta, ma accettabile, basta scedendere per strada, come Leopardi, e vedere la tanta biovarietà di piante che ti circonda: "Odo augelli far festa e la gallina tornata sulla via...". La parola biodiversità, però, non è negletta. Basta attribuirla ai politici, ad iniziare dai Comitati di quartiere. Ecco, biodiversità potrebbe essere utilizzata per distinguere i cittadini onesti (compreso i ladri) dai politici.

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