Parte nopeo e parte napoletano
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
Ecco perché è caduto il Regno delle Due Sicilie
Navigando, durante la chiusura della lettura degli auguri su Fb per il mio compleanno, non so per quale recondito motivo, mi sono imbattuto con un video che va sicuramente portato a discolpa di Giuseppe Garibaldi, accusato di aver invaso il Regno delle Due Sicilie. Ma un Regno, anzi due regni, anzi mezza Sicilia, oppure due Sicilie un po' parte e un po' nopei, come faceva ad avere un Inno così brutto scritto da Giovanni Paisiello, tra l'altro nemmeno napoletano, ma "solamente" suddito pugliese? Paisiello ha scritto cose egregie dal punto di vista musicale. Ma quest'Inno a Francischiello non gli è riuscito bene. Il nome riportato nel testo, cambiava ogni volta che veniva incoronato un nuovo sovrano. Questo riportato nel video è la prima versione dell'inno, dove "Ferdinando" fa riferimento al regno di Ferdinando I delle Due Sicilie. La seconda strofa fa intendere che l'inno deve essere stato composto prima della formazione del Regno delle Due Sicilie (1816), quando i due regni erano separati in Regno di Napoli e Regno di Sicilia.
Il fagotto e il serpentone
La partitura prevede l’esecuzione con due parti di canto: soprano e basso, mentre gli strumenti utilizzati sono: flauti, clarinetti in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone.Le parole, lasciamole perdere. Copiate un po' dall'inno britannico, un po' perché più "dura" la vita del sovrano più "si allunga" il vitalizio del compositore, come tanti che vendono le loro "corde" al potere. "Dio salvi Re Fernando" è una delle composizioni più orrende che io abbia mai sentito. Credo che Fernando o Francesco non l'abbiano mai sentita questa musica, altrimenti avrebbero votato per la Lega Nord. La musica è veramente così brutta, a tal punto, che mi fa rivalutare l'Inno di Mameli. E' un po' come salvare Fede o la Setta. Anche se Fede, cioè l'Inno di Mameli è brutto quanto la fame, rispetto alla Setta, dio salvi Fernando il Re, diventa un inno alla gloria!
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