27 maggio 2010

Leonardo. Giulio "dacci un taglio"

Solo la Rai non è coinvolta dalla crisi
di Roberto Maurizio

La "quindicesima ora" va in vacanza


Tremonti, Berlusconi, Marcegaglia, Bossi, Cisl, Uil. Tutti uniti contro la crisi, contro gli sprechi. Le province con meno di 250 abitanti, abolite; 10% degli stipendi dei ministri decurtati; pensioni per falsi invalidi cancellate. Bene, anzi, benissimo. Ma, quello che non capisco, come mai la rubrica giornaliera, "Leonardo", sul Tg3, quello degli intellettuali, sulla scienza, si possa permettere quattro, dico quattro, mesi di ferie pagate a fior di bigliettoni dagli italiani. Leonardo, infatti, senza pubblicità, è sul groppone di tutti contribuenti, non solo di quelli che pagano il canone, ma anche degli extracomunitati che pagano le tasse e non hanno nemmeno la televisione. E poi, gli extracomunitari lavorano, non vedono la Tv alle circa meno dieci della "quindicesima ora". Lo staff di "Leonardo", oggi, 27 maggio 2010, ha preso anche per il sedere i telespettatori facendo vedere il loro "backstage", cioè il sedere delle presentatrici. Nulla da eccepire. Anzi, se uno scienziato quando lavora si diverte anche un po', è cosa bella e sana! Ma, per quale cavolo di motivo questi giornalisti scienziati che parlano più l'inglese che il marchisciano devono essere pagati senza essere stati messi prima in cassa integrazione? Prendono lo stipendio pieno. Ma non siamo in tempi di crisi? Perché Rai3, oltre a non perseguire la sua mission di cultura, scienza e logica (un danno irreparabile per la società italiana) paga milioni di euro a questi scienziati giornalisti (con una dizione da cani) per quattro mesi? Arrivederci in autunno, è stato il commiato di Leonardo. E poi dicono che i professori lavorano poco!

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