3 febbraio 2010

Obama dice addio alla Luna

Blue Moon. Obama dice addio alla Luna
di Roberto Maurizio

And when I looked to the Moon it turned to gold

Guarda che Luna



Con la decisione di Obama di abbandonare i programmi della Nasa di conquista della Luna, saremo ancora costretti a cantare e scrivere versi per il nostro bello e unico satellite. Saremo costretti come Fred Buscaglione, un cantante indimenticabile morto nel 1960 in un incidente d’auto, a cantare “Guarda che Luna”, o a immergerci nei bei colori de di un’atmosfera irripetibile sotto la “Luna caprese”, di Ricciardi e Cesareo, cantata da Peppino di Capri. Tra le pale eoliche, tra le brutte infrastrutture energetiche alternative, saremo costretti ancora per anni a vedere la Luna Blu, la Luna che tramonta a Sorrento nella splendida melodia di “Oro e Argient” del sottoscritto, la Luna degli amanti senza soldi e con tanto amore. Obama uccide l’Universo. Senza la speranza di poter allontanarci anche per un solo istante da questo pianeta ferito dalle guerre, dagli odii, dall’arroganza di quattro stronzi che fanno del tutto per renderti infelice con multe e supermulte, con tasse e supertasse, con carceri e supercarceri, con l’enorme egoismo che si respira su questa piccola Terra governata da burocrati, ignoranti, assassini, guerrafondai, assoldati solo al dio denaro, allora sarà brutta non vedere la speranza di trovare altri mondi più giusti e più appropriati all’intelligenza e alla sapienza umana che deve ancora crescere con la collaborazione di chi dall’alto ci aspetta. Chi dall’alto vuole indicarci la strada, oggi preclusa da Obama.



Blue Moon
Blue Moon è una celebre canzone scritta nel 1934 da Richard Rodgers e Lorentz Hart. Il titolo della canzone fa riferimento ad un modo di dire inglese: con il termine blue Moon (cioè Luna blu ma anche Luna malinconica) si indica la terza Luna piena nel caso in cui si hanno 4 Lune piene in una sola stagione, evento che è alquanto raro. Perciò in inglese si usa dire "once in a blue Moon" (o anche "once in a fool Moon") pr indicare qualcosa di estremamente raro, un po’ come in italiano si dice ad ogni morte di Papa.


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Blue Moon
You saw me standing alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own
Blue Moon
You knew just what I was there for
You heard me saying a prayer for
Someone I really could care for

And then there suddenly appeared before me
The only one my arms will (ever) hold
I heard somebody whisper please adore me
And when I looked to the Moon it turned to gold

Blue Moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

And then there suddenly appeared before me
The only one my arms will ever hold
I heard somebody whisper please adore me
And when I looked the Moon had turned to gold

Blue moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

Maiuscolo fascista, minuscolo comunista


Andiamo con ordine. Fino a prova contraria, in italiano e nelle altre lingue neolatine, i nomi delle persone o di animali e i termini geografici vanno scritti in maiuscolo. Certo, non vedo come Vacca possa essere scritta in maiuscolo. Ma questo viene propugnato dalla grammatica essenziale che non viene più spiegata nelle scuole italiane che sono sempre più prese dal processo breve e dal Festival di San Remo. La mia più alta indignazione si verifica allorquando la Luna e il Sole vengono scritte con la lettera iniziale minuscola. A parte la Luna, di cui parleremo approfonditamente, credo, in seguito, la cosa che mi fa inbufalire è quando vedo scritto in minuscolo il sole, cioè la Stella che dà vita a questa Terra che guardava una volta la Luna in Occidente. Nelle note che seguiranno, metterò in evidenza anche come la pensa Wikipedia sulla scrittura in maiuscolo e minuscolo. Per scrivere sulla “libera enciclopedia” bisogna rispettare alcune regole di forma. La forma molto spesso è anche sostanza, come sostengono a Wikipedia. Se scrivi “il nostro Paese Italia è la nostra Patria” in maiuscolo sei fascista, se invece scrivi “il nostro paese Italia è la nostra patria”, sei comunista. Questo blog e questo sito (www.maurizioroberto.com) cercano di seguire alcune regole fondamentali nella scrittura che dovrebbero essere insegnate in una scuola che non ha tempo nemmeno di comprare la carta igienica. Insomma, Luna si scrive in maiuscolo, Sole si scrive in maiuscolo. A provare ad andare sul Sole ci provò Icaro che rimase “scottato”. Ma sulla Luna, c’eravamo andati, sulla Luna avevamo messo i nostri “luridi” piedi. Sulla Luna erano proiettati tutti i nostri desideri di conquista dello spazio. Invece no. Obama dice no. Basta con la Luna, basta con queste stronzate che hanno permesso a tutti i paesi della Terra di ottenere conquiste, come i telefonini, come la televisione via cavo, come l’Hd. Internet è nata dopo le ricerche effettuate dai fomentatori di guerra, che dopo la bomba atomica non sapevano più come sconfiggere il nemico. Il malvagio prevale in questo mondo. Le ricchezze più estese in assoluto sono quelle delle guerre, non quelle delle banche che, come diceva fra’ Paciolo, non fanno altro che il loro dovere di far quadrare i conti. I veri malvagi su questa Terra, non sono gli economisti, i finanziari, i percettori di rendita tassati al 12,50%, non sono quelli che ti fanno vivere una vita di stenti per mancanza di lavoro, quelli che non ti permettono di vivere tranquillamente perché come esattori pretendono di toglierti la vita. L’industria che da 150 anni, manco a farlo apposta coincide con l’Unità d’Italia, è quella della guerra.


Senza guerra non c’è sviluppo



Senza guerra non c’è sviluppo, senza vendita di armi di distruzione di massa, non c’è sviluppo. Anche la tecnologia è legata alla guerra, dove ci sono più soldi. E’ stato calcolato (da me) che il Roi e il Roe del settore bellico supera i 10.000 all’anno contro l’appena 12% del settore spaziale. Allora, il ragionamento di Obama non fa una piega. Perché investire in un settore il cui ritorno è basso come la scoperta dello spazio? L’arma di distruzione di massa rendono di più. E’ anche un martello, soprattutto se abbinato a sconfiggere una falce. Rosso è il colore del sangue che si vede solamente se un corpo viene dilaniato da una bomba, da un incidente d’auto, da una ferita al collo, da un’immersione mortale di una lama tagliente al cuore. E’ il cuore che produce sangue, mentre gli uomini, e a questo punto anche le donne, che non hanno mai alzato un dito per evitare le guerre (lasciando perdere Elena di Troia), se non per fare le vedove nere di Allende, le lesbiche slave in Boemia, le letteronze del Pd, le letterine delle littorine, le escort mignotte inserite in un tacco di una scarpa che farebbe meglio a togliersi gli orecchini e cominciare a lavorare seriamente. Non ce l’ho con i pugliesi, molti dei quali hanno sempre lavorato per l’Italia, per il Risorgimento del Sud depresso. Ce l’ho con quella classe politica sinistorza a cui piace parlare in continuazione, con quella classe pseudo politica di destra il cui confine con la delinquenza è sempre stato molto sottile. Sottilmente tua, potrebbe essere lo slogan della destra pugliese. Più mi dai, più ti do. Un vero e proprio scandalo che nessuno a tutt’oggi capisce.


Per un pugno di elettroni


Un’altra aberrazione che ormai capita in continuazione in Italia, è come quella dell’energia alternativa a San Severo. Per un pugno di elettroni campi interi vengono venduti a ditte del Nord, quelle della Lega. Bene. Non c’è problema. Il Gargano, la terra di Padre Pio, viene venduta alle pale eoliche che hanno un solo vantaggio: non russano la notte. Le pale eoliche di Padre Pio sono belle come gli orecchini del Governatore della Puglia. Invece di puntare alla strategia Mediterranea adesso siamo invasi da proposte che Obama sta appoggiando sull’energia alternativa, sulla mutualità gratis in un paese individualista come gli Usa che hanno costruito lo loro fortuna e la sfortuna di altri paesi, compresa la Corea del Nord. Cuba, Venezuela, Corea del Nord, Cina. Tutti ancora comunisti, cioè legati alla solidarietà contro l’individualismo americano di origine protestante. Il protestantesimo ha fatto la loro fortuna. Hanno annientato gli “indiani”, hanno ricoperto di cadaveri il mondo intero e, adesso, puntano sulle pale eoliche di Padre Pio.

La bicicletta


Avete voluto la bicicletta? Adesso pedalate. Avete votato Obama, premio Nobel per la pace, che riceve il Dalai Lama in netto conflitto con la Cina? Avete voluto Obama che tagli i fondi per la ricerca della Nasa e per il viaggio interstellare di satelliti dai quali dipende lo sviluppo di un mondo più sviluppato nei prossimi anni? Avete voluto Obama che non sa nemmeno che cosa significa Blu Moon? Avete voluto, non un Kennedy che aveva una fede cattolica e proiettava gli Usa nella storia del mondo oltre i confini dell’Universo, ma un Obama attaccato ai tralicci delle pale eoliche, ai 400 gradi dei pannelli solari, alla croce di un’involuzione sistematica che renderà gli Stati Uniti l’ultimo paese al mondo.

Il Totem


Obama persegue un obiettivo, rendere gli Stati Uniti come erano prima della scoperta dell’America: attaccati ad un Totem, all’interno del quale navigano idee vetero africane che mal si conciliano con i 350 anni di indipendenza della grande superpotenza che ha fatto i comodacci suoi quando e come voleva. Addio, Blue Moon. Addio Luna. Ma a scaldare ancora i cuori delle persone che credono ancora nell’avventura spaziale, alla conquista del nostro più vicino ed amato satellite, ci penseranno i Cinesi e gli Indiani.

Da Wikipedia

Il maiuscolo e il minuscolo

Usate il maiuscolo il meno possibile e, una volta deciso quali parole vanno con l'iniziale maiuscola, è importante comunque conservare un criterio omogeneo. Non scrivete MAI (mai) parole con tutte le lettere maiuscole.[1] Usate invece le maiuscole attenendovi alle seguenti indicazioni:
• Usate solo l'iniziale maiuscola per iniziare un periodo dopo un punto fermo, un punto interrogativo e un punto esclamativo.
• La regola fondamentale è che vanno in maiuscolo solo i nomi propri di persone o di animali e i termini geografici (es. America, Europa, Monviso). Nei nomi geografici composti il nome comune andrà in minuscolo e il nome proprio andrà in maiuscolo (es. mar Mediterraneo, monte Amiata, monte Subasio, lago Trasimeno), tranne nel caso in cui il nome comune sia parte integrante del nome proprio (es. Palazzo Madama, Teatro alla Scala); un caso particolare di questa regola sono i nomi formati da un sostantivo (spesso generico) e un aggettivo che rende il composto un nome proprio (es. Monte Bianco, Medio Oriente, Monte Rosa); nelle entità geopolitiche il cui nome è composto, prendono la maiuscola tutti i nomi, sostantivi e aggettivi (es. Stati Uniti d'America, Regno Unito, Gran Bretagna, Repubblica d'Irlanda; ma Unione europea).
• Sono nomi propri i nomi di epoche, avvenimenti di grande importanza, secoli (se scritti in lettere), i periodi storici e i movimenti letterari, artistici e filosofici diventati antonomastici (es. Novecento, Rivoluzione francese, il Medioevo, il Rinascimento, la Riforma protestante, l'Umanesimo), generalmente per distinguerli da possibili omonimi generici o comunque per entificazione (cfr. sotto).
• «Quando una parola o una sequenza di parole indicano non un concetto, ma un individuo, un ente concreto e unico» si considerano nomi propri e vanno scritti con la maiuscola. Il criterio fondamentale per individuare un'entificazione è la necessità del maiuscolo per distinguere un oggetto particolare da uno generico (ad esempio, la Camera). Qualora una maiuscola non sia necessaria per evitare confusioni (ad esempio, prima guerra mondiale), è da preferire la minuscola; per uniformità, tale regola è prescrittiva nella nomenclatura di voci, categorie ecc.; solo indicativa per il testo delle voci.
• Nei nomi propri costituiti da più parole, vale la regola generale che solo la prima parola va in maiuscolo.
o Il maiuscolo passa necessariamente alla seconda parola se la prima è un articolo (o eventualmente una preposizione) ed è stata sostituita o inglobata in una preposizione della frase (ad esempio: I promessi sposi, «nei Promessi sposi»; Alla ricerca del tempo perduto, «nella Ricerca del tempo perduto»); talvolta passa o si estende al primo sostantivo (La Stampa, la Repubblica).
o Altre parole mantengono il maiuscolo se lo richiedono di per sé (ad esempio, Senato della Repubblica).
o Conservano il maiuscolo tutte le parole di sigle e acronimi sciolti (cioè, la scrittura per esteso di una sigla tanto nota e usata da essere preminente rispetto alla forma estesa): il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), la Banca Nazionale del Lavoro (BNL), l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), il Partito Comunista Italiano (PCI).
o La regola generale vale in tutti gli altri casi:
 Enti, istituzioni e organizzazioni di qualsivoglia genere: Chiesa cattolica, Camera dei deputati, Consiglio dei ministri, Corte dei conti, Museo archeologico nazionale delle Marche.
 Facoltà, dipartimenti, istituti universitari e similari prendono la maiuscola; nel caso la denominazione sia del tipo nome + aggettivo, l'aggettivo non prende la maiuscola: Facoltà di Scienze politiche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Ingegneria strutturale e del territorio. In questi esempi, Facoltà prende la maiuscola perché prima parola di un nome proprio, mentre in Scienze politiche il termine che contraddistingue la facoltà è Scienze, e politiche è aggettivo che lo specifica. Altro esempio: Università degli Studi; nella fattispecie, Studi non si riferisce all'atto di studiare ma alla antica denominazione di Studium che indicava un corpo di studenti e insegnanti, quello che ora si indica come Facoltà (lo studium fiorentino = l'Università di Firenze), quindi Università degli Studi viene a significare "L'insieme delle facoltà".
 Titoli di libri e periodici: Orgoglio e pregiudizio, Delitto e castigo, La Stampa, Corriere della sera, L'Unione sarda, Il Sole 24 ore).
• Nei nomi di palazzi, teatri, locali pubblici il nome comune va in minuscolo e quello proprio in maiuscolo (es. palazzo Trinci, palazzo dei Priori, teatro Mancinelli) tranne nel caso in cui il nome comune sia parte integrante del nome proprio (es. Palazzo Madama, Teatro alla Scala); un caso particolare di questa regola sono i nomi formati da un sostantivo (spesso generico) e un aggettivo che rende il composto un nome proprio (es. Cappella Sistina, Mole Antonelliana, Ospedale Maggiore).
• I nomi di vie cittadine, strade, piazze, e in generale delle vie di comunicazione, devono avere sempre la parte generica in minuscolo e quella particolare in maiuscolo. Ad esempio: via Roma, piazza del Mercato, autostrada del Sole, strada statale Appia, strada statale 1 Aurelia, ferrovia Circumvesuviana. Solo gli acronimi vanno scritti in maiuscolo: SS 1 Aurelia. Anche per i trattati il minuscolo è preferibile: trattato di Versailles, trattato di Saint-Germain.
• Santo, santa: vanno in maiuscolo quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località, via (es. "Nella chiesa di Santa Caterina", "Le torri di San Gimignano", "Abito in via San Filippo"). In tutti gli altri casi va in minuscolo, anche quando indica la festa (es. "La festa del patrono san Costanzo", "Nella liturgia di santa Scolastica"). In ogni caso mai sostituire la parola san, santo, santa, con "s.".
• Chiesa: va sempre minuscolo tranne quando indica la comunità dei credenti (es.: le Chiese cristiane). Se si riferisce a un edificio va in minuscolo (es. "chiesa di San Pietro"). Per analogia vanno sempre in minuscolo anche tutti i sostantivi simili (basilica, abbazia, santuario, cappella...)
• Stato/Stati: va sempre in maiuscolo quando è inteso nel senso di comunità politica dotata di potere sovrano, se è necessario per distinguere l'ente da altre accezioni del sostantivo.
• I punti cardinali quando indicano realtà geografiche o politiche e sono quindi nomi propri (es.: il Sud dell'Italia, gli stati dell'Est).
• I nomi dei corpi celesti (es. la Terra, la Luna). Le parole terra, luna e sole vanno invece minuscole quando non rappresentano realtà astronomiche.
• I nomi dei segni zodiacali (es. il Sagittario, lo Scorpione).
• I nomi di festività civili o religiose, anche composte (es. Natale, Capodanno, Primo Maggio).
• Le sigle e gli acronimi vanno generalmente scritti tutti maiuscoli, senza punti di separazione (es. FAO, USA e CGIL: non F.A.O., U.S.A. e C.G.I.L., anche se quest'ultimo uso era prevalente un tempo per le sigle che non sono acronimi, le cui lettere cioè sono lette distintamente). Per termini assimilati nel linguaggio comune, questi possono essere scritti con la sola iniziale maiuscola nel caso di denominazioni proprie (Fiat, Saab ecc.) e completamente in minuscolo in caso di denominazioni divenute comuni (laser, radar).
• Nomi di specifiche unità o organizzazioni militari vanno scritti in maiuscolo (Regia Marina, Brigata Sassari, Unità 731). L'eventuale nome proprio di un reparto può essere scritto in corsivo (es: Brigata Alpina Julia).
• La parola Costituzione nel senso astratto entificato di fonte normativa del diritto va sempre in maiuscolo; non così nell'uso generico: es. la Costituzione italiana, secondo la Costituzione francese della Quinta repubblica, ma tutti i paesi dotati di costituzione scritta.


Minuscolo [modifica]
• Vanno evitate le maiuscole di rispetto o riverenza che, quindi, vanno sempre in minuscolo (es. messa, comunione, celebrazione eucaristica, celebrazione liturgica, liturgia, confessione, matrimonio, ordinazione sacerdotale).
• Vanno sempre in minuscolo quando sono generici o in presenza del nome proprio: titoli congiunti a cariche ricoperte in vita come titoli di dignità, ecclesiastici, nobiliari, militari, cavallereschi e di ufficio; cariche pubbliche, politiche, accademiche, scolastiche, professionali e militari, autorità (es. re, principe, conte, duca, dottore, avvocato, colonnello, generale, don, monsignore, fra, suor, padre, vescovo, cardinale, papa, assessore, deputato, senatore, primo ministro, professore – quest'ultimo in generale va omesso se c'è il nome, o si indicano eventuali titoli accademici o politici); titoli e appellativi onorifici o di rispetto (anche religiosi) attribuiti alla persona (cavaliere, commendatore, beato, santo). Si può usare il maiuscolo solo quando il titolo sostituisce il nome (es. papa Giovanni Paolo II, granduca del Lussemburgo, re d'Italia; ma: Il Papa ha ricevuto in udienza, il Re dovette subito affrontare la questione del referendum istituzionale fra monarchia e repubblica). Vanno invece in maiuscolo i predicati, anche quando non siano nomi propri di località: conte di Cavour, principe di Lampedusa, duca della Vittoria.
• Scuola elementare, scuola media, scuola superiore, parlamento, governo, ministero, camera, senato, giunta regionale, consiglio regionale, repubblica, regione, università, facoltà, ateneo, quando usate in modo generico, non come nomi propri: es. l'Università di Perugia (specifico) contiene numerose facoltà (generico) umanistiche. Caratteristica storica dell'ateneo (generico) è la presenza di moltissimi studenti stranieri; studio all'università di Milano. Ma: Sono iscritto all'Università degli Studi di Milano (nome proprio).
• I nomi di settori, reparti, uffici o aziende (es. direzione del personale, direzione generale).
• I nomi di fonti normative (es. legge, decreto legge, codice civile, direttiva, circolare, regolamento)
• I nomi di popoli, tribù e adepti di confessioni religiose (es. italiani, francesi, asiatici, africani, cristiani, buddhisti). Vanno in maiuscolo solo i nomi dei popoli antichi che non abbiano funzione d'aggettivo e vadano distinti da quelli moderni che li continuano o da altri nomi (Romani, Greci, Persiani, Egizi ecc.); per convenzione vale lo stesso per tutti i popoli storici (Unni, Longobardi).
• I nomi dei punti cardinali, quando non indicano nomi propri (es. Milano è situata circa 120 km a nord-est di Torino).
• N.B.: nel dubbio tra maiuscolo e minuscolo prevale il secondo.

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