Alle Regionali votate per “Il Partito dei pirati” (Pdp)
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
A ciascuno secondo i suoi bisogni
Oggi, 2 febbraio 2010, giorno della Candelora, giorno del compleanno di mio zio Luciano, un “comunista”, “italiano”, “emigrato” in Francia che ha sempre creduto nella massima “a ciascuno secondo i suoi bisogni”, una massima che nessuno può rinnegare, se non quelli maledetti dal ventre della madre che fa i figli come se fossero cani, uno dopo l’altro.
Delinquitalia
Nel giorno della Candelora, ti arriva un altro avviso di pagamento di una multa: il bollo della macchina del 2003, rottamata nel 2004. Dopo aver subito l’angheria dell’Equitalia per anni e anni sul bollo del 2001, pagato regolarmente, ma secondo loro in ritardo, emerge dal letame altra merda: una legge votata da un Parlamento di merda che non ti da nessuna opzione per dimostrare la tua innocenza. Colpito come un camorrista, mafioso, devi pagare una tassa, un’imposta, non si sa nemmeno come chiamarla perché il Berlusconi aveva promesso di sopprimerla. Se Berlusconi non mantiene le sue promesse, figuriamoci gli altri che sono contenti di averti colpito al cuore come un evasore di merda.
Mettersi in riga
Adesso, fai la fila, mettiti in riga. L’ingiustizia ti chiede di discolparti. E in Parlamento si parla di processo breve, quando ti tolgono 250 euro a botta. Poveri italiani guidati da questi inetti che non riescono a difendere i diritti più elementari. Che schifo. Penso alle persone che sono coinvolte in un processo civile o penale. Che pena! Una multa ti perseguita per anni e anni. E tu, dietro le finestre, apri con cura le tendine e vedi davanti a te uno dei tanti funerali che vengono regolarmente svolti il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Ma ‘sti cavoli di cattolici, possibile che non muoiono di domenica?
Le campane a morto
E il lento e lamentoso suono delle campane ti attanaglia per circa 5 minuti. Giusto il tempo di ricordarti che sei vivo per miracolo. Fra poco toccherà a te. E tu tocchi ferro, ti tocchi i coglioni, come di quelli che se li toccano ogni rintocco della campana che hanno messo in una chiesa ogni 500 metri quadrati dalla tua figura. Ti affacci alla finestra e, invece di vedere le Tremiti o il Monte Amiata, osservi e ammiri, nei giorni dispari, la bara. I rintocchi della campana, metallici e oscuri, lugubri, stridono, afoni e stonati in un quartiere dove la morte è l’unico suono che ti ricorda si essere ancora in vita, nonostante che a 500 metri ci sia il Grande Fratello, dove la campana a morto tace solo per attendere il momento più opportuno, quando ci sarà la Quinta Rivoluzione Intellettuale che sarà in grado di dare un minimo di dignità a quello che una volta di chiamava uomo: uomo o donna o un qualche altra cosa che possa assomigliare a questi esseri appartenenti alla biodiversità.
Leone un cane dagli occhi celesti
Niente, ti assalgono solo i ricordi del vento materno della Maiella, dell’acqua di Mazzangolle, delle lettere scolpite sul marmo delle due colonne, di un giardino dove anche le formiche ricevevano una loro assistenza, di un cane, Leone, che aveva tutta la bellezza di un bastardo senza padrone. L’unico amico al mondo per Leone ero io. Quello che gli aveva costruito una casa a due livelli. Il primo per il piede destro il secondo per quello sinistro. Nessuno saprà mai valutare l’intensità dello sguardo del mio cane, per gli altri un randagio bastardo, per me un Leone, con una criniera bionda e con gli occhi celesti, forse marroni, forse neri, ma non ha importanza. Con gli occhi da Leone, con la grinta di un Leone, con una voce angelica che diventava possente durante la Luna piena. Un ululato dolce, come quello dei lupi. Leone era figlio dei Lupi, ma aveva una cosa che nessun altro cane avrà mai: l’indipendenza della sua sovranità asservita solo all’amore per me. Nel giorno della Candelora io e lui andavamo a caccia dei gatti. Ogni gatto, un nemico, ogni gatto, un mostrare i denti che sembravano scattarsi dalla bocca nella sicurezza di volersi avventare sul “nemico”, ogni gatto un’irritazione continua che si traduceva, invece, in un momento di amicizia e pace. Leone che odiava i gatti, le automobili, gli uomini malvagi (secondo lui) era dotato di una tenerezza immensa. Ringhiava contro i “nemici gatti”, ma non avrebbe mai fatto mai male ad una nidiata di gattini con gli occhi celesti come lui.
La fede in Fede
Oggi, nel giorno della Candelora, dell’inverno siamo “fora”, nel quale si passa dall’inverno freddo a un’aspettativa di primavera, nasce un nuovo Partito in Italia: il Partito dei Pirati (Pdp) contro l’arroganza del potere, contro l’imbecillità di chi crede ancora nei valori dell’Italia dei valori, dei Pdiessini, un imbroglio fra catto cristiani e cristo comunisti, tra chi crede ancora in Berlusconi (solo quelli che seguono Bonolis a San Remo, quelli del Grande Fratello, quelli di Santoro ad Anno Zero, quelli del laureato all’Università cattolica di Ballarò, un Florilegio fuori dal comune, una Vespa piena di pensionati che non riescono a dormire nemmeno con le cazzate del grande minuscolo abruzzese, una televisione venduta alla fede di un Fede senza pregiudizi nei confronti del conflitto di interessi, un imbecille che crede ancora che una calza di nailon possa aumentare l’audience).
Porci senza ali
Porci senza ali che ti costringono a pagare il bollo auto del 2001, quanto tu l’hai regolarmente pagato, che ti costringono a pagare il bollo, sempre della stessa macchina rottamata per far lavorare la Fiat e tutti i ladri (come quelli della scuola) che prendono i soldi e le pensioni da questa impresa schifosa che ha sempre guardato ai propri interessi e a quelli che oggi votano Pd. Devi essere tu a discolparti da questi energumeni, quelli di Equitalia, una società a delinquere, che manda adesso le multe per orientare il voto dei poveri e stolti laziali (l’unica cosa al mondo che non sarò mai, essere laziale, essere in serie B, ma non come classifica del calcio, proprio perché il Lazio è una regione irriconoscibile, perlomeno con la Ciociara c’erano gli estremi per condannare i marocchini che si trovarono di fronte una femmina, come quelli di Equitalia che si trovano di fronte i corrotti e mafiosi evasori del bollo auto da trombare per il gusto di trombare). La prima cosa da fare sarebbe quella di eliminare una società inutile, intesa come un’associazione a delinquere, Equitalia che dovrebbe essere chiamata Delinquitalia. La delinquenza è quella che non rispetta gli altri.
Delinquitalia peggio della Mafia
Delinquitalia è l’associazione alla quale i mafiosi non si avvicinerebbero nemmeno per la loro iniquità. Molto più seria è la Mafia. Schifosa è Delinquitalia, Equitalia. Ma da chi è comandata? Chi la dirige? I dalemiani, i musulmani, i farabuttisti? Siamo ancora legati a questa società di merda che non conosce il diritto. I magistrati, sottobraccio la Costituzione, contestano il potere e poi fanno fare i loro porci comodi a società colluse e corrotte che se ne fregano dei poveri cittadini offesi dall’onnipotenza dei prezzolati schifosi legati a destra e a sinistra. Votate e fate votare il Pdp (Partito dei Pirati informatici). Sulla scheda mettete due zero, 0 0.
Oggi, 2 febbraio 2010, giorno della Candelora, giorno del compleanno di mio zio Luciano, un “comunista”, “italiano”, “emigrato” in Francia che ha sempre creduto nella massima “a ciascuno secondo i suoi bisogni”, una massima che nessuno può rinnegare, se non quelli maledetti dal ventre della madre che fa i figli come se fossero cani, uno dopo l’altro.
Delinquitalia
Nel giorno della Candelora, ti arriva un altro avviso di pagamento di una multa: il bollo della macchina del 2003, rottamata nel 2004. Dopo aver subito l’angheria dell’Equitalia per anni e anni sul bollo del 2001, pagato regolarmente, ma secondo loro in ritardo, emerge dal letame altra merda: una legge votata da un Parlamento di merda che non ti da nessuna opzione per dimostrare la tua innocenza. Colpito come un camorrista, mafioso, devi pagare una tassa, un’imposta, non si sa nemmeno come chiamarla perché il Berlusconi aveva promesso di sopprimerla. Se Berlusconi non mantiene le sue promesse, figuriamoci gli altri che sono contenti di averti colpito al cuore come un evasore di merda.
Mettersi in riga
Adesso, fai la fila, mettiti in riga. L’ingiustizia ti chiede di discolparti. E in Parlamento si parla di processo breve, quando ti tolgono 250 euro a botta. Poveri italiani guidati da questi inetti che non riescono a difendere i diritti più elementari. Che schifo. Penso alle persone che sono coinvolte in un processo civile o penale. Che pena! Una multa ti perseguita per anni e anni. E tu, dietro le finestre, apri con cura le tendine e vedi davanti a te uno dei tanti funerali che vengono regolarmente svolti il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Ma ‘sti cavoli di cattolici, possibile che non muoiono di domenica?
Le campane a morto
E il lento e lamentoso suono delle campane ti attanaglia per circa 5 minuti. Giusto il tempo di ricordarti che sei vivo per miracolo. Fra poco toccherà a te. E tu tocchi ferro, ti tocchi i coglioni, come di quelli che se li toccano ogni rintocco della campana che hanno messo in una chiesa ogni 500 metri quadrati dalla tua figura. Ti affacci alla finestra e, invece di vedere le Tremiti o il Monte Amiata, osservi e ammiri, nei giorni dispari, la bara. I rintocchi della campana, metallici e oscuri, lugubri, stridono, afoni e stonati in un quartiere dove la morte è l’unico suono che ti ricorda si essere ancora in vita, nonostante che a 500 metri ci sia il Grande Fratello, dove la campana a morto tace solo per attendere il momento più opportuno, quando ci sarà la Quinta Rivoluzione Intellettuale che sarà in grado di dare un minimo di dignità a quello che una volta di chiamava uomo: uomo o donna o un qualche altra cosa che possa assomigliare a questi esseri appartenenti alla biodiversità.
Leone un cane dagli occhi celesti
Niente, ti assalgono solo i ricordi del vento materno della Maiella, dell’acqua di Mazzangolle, delle lettere scolpite sul marmo delle due colonne, di un giardino dove anche le formiche ricevevano una loro assistenza, di un cane, Leone, che aveva tutta la bellezza di un bastardo senza padrone. L’unico amico al mondo per Leone ero io. Quello che gli aveva costruito una casa a due livelli. Il primo per il piede destro il secondo per quello sinistro. Nessuno saprà mai valutare l’intensità dello sguardo del mio cane, per gli altri un randagio bastardo, per me un Leone, con una criniera bionda e con gli occhi celesti, forse marroni, forse neri, ma non ha importanza. Con gli occhi da Leone, con la grinta di un Leone, con una voce angelica che diventava possente durante la Luna piena. Un ululato dolce, come quello dei lupi. Leone era figlio dei Lupi, ma aveva una cosa che nessun altro cane avrà mai: l’indipendenza della sua sovranità asservita solo all’amore per me. Nel giorno della Candelora io e lui andavamo a caccia dei gatti. Ogni gatto, un nemico, ogni gatto, un mostrare i denti che sembravano scattarsi dalla bocca nella sicurezza di volersi avventare sul “nemico”, ogni gatto un’irritazione continua che si traduceva, invece, in un momento di amicizia e pace. Leone che odiava i gatti, le automobili, gli uomini malvagi (secondo lui) era dotato di una tenerezza immensa. Ringhiava contro i “nemici gatti”, ma non avrebbe mai fatto mai male ad una nidiata di gattini con gli occhi celesti come lui.
La fede in Fede
Oggi, nel giorno della Candelora, dell’inverno siamo “fora”, nel quale si passa dall’inverno freddo a un’aspettativa di primavera, nasce un nuovo Partito in Italia: il Partito dei Pirati (Pdp) contro l’arroganza del potere, contro l’imbecillità di chi crede ancora nei valori dell’Italia dei valori, dei Pdiessini, un imbroglio fra catto cristiani e cristo comunisti, tra chi crede ancora in Berlusconi (solo quelli che seguono Bonolis a San Remo, quelli del Grande Fratello, quelli di Santoro ad Anno Zero, quelli del laureato all’Università cattolica di Ballarò, un Florilegio fuori dal comune, una Vespa piena di pensionati che non riescono a dormire nemmeno con le cazzate del grande minuscolo abruzzese, una televisione venduta alla fede di un Fede senza pregiudizi nei confronti del conflitto di interessi, un imbecille che crede ancora che una calza di nailon possa aumentare l’audience).
Porci senza ali
Porci senza ali che ti costringono a pagare il bollo auto del 2001, quanto tu l’hai regolarmente pagato, che ti costringono a pagare il bollo, sempre della stessa macchina rottamata per far lavorare la Fiat e tutti i ladri (come quelli della scuola) che prendono i soldi e le pensioni da questa impresa schifosa che ha sempre guardato ai propri interessi e a quelli che oggi votano Pd. Devi essere tu a discolparti da questi energumeni, quelli di Equitalia, una società a delinquere, che manda adesso le multe per orientare il voto dei poveri e stolti laziali (l’unica cosa al mondo che non sarò mai, essere laziale, essere in serie B, ma non come classifica del calcio, proprio perché il Lazio è una regione irriconoscibile, perlomeno con la Ciociara c’erano gli estremi per condannare i marocchini che si trovarono di fronte una femmina, come quelli di Equitalia che si trovano di fronte i corrotti e mafiosi evasori del bollo auto da trombare per il gusto di trombare). La prima cosa da fare sarebbe quella di eliminare una società inutile, intesa come un’associazione a delinquere, Equitalia che dovrebbe essere chiamata Delinquitalia. La delinquenza è quella che non rispetta gli altri.
Delinquitalia peggio della Mafia
Delinquitalia è l’associazione alla quale i mafiosi non si avvicinerebbero nemmeno per la loro iniquità. Molto più seria è la Mafia. Schifosa è Delinquitalia, Equitalia. Ma da chi è comandata? Chi la dirige? I dalemiani, i musulmani, i farabuttisti? Siamo ancora legati a questa società di merda che non conosce il diritto. I magistrati, sottobraccio la Costituzione, contestano il potere e poi fanno fare i loro porci comodi a società colluse e corrotte che se ne fregano dei poveri cittadini offesi dall’onnipotenza dei prezzolati schifosi legati a destra e a sinistra. Votate e fate votare il Pdp (Partito dei Pirati informatici). Sulla scheda mettete due zero, 0 0.
Berlusconistifinistibocchinisticattosocialradicaleghisticomunistifascistiimbroglisticamorristivaloristidipietristisgarbistiabortistitravaglisti
Questi berlusconistifinistibocchinisticattosocialradicaleghisticomunistifascistiimbroglisticamorristivaloristidipietristisgarbistiabortistitravaglisti rappresentano la peggiore specie del genere umano. Nell’anno Onu della biodiversità, l’Italia con questa specie di coglioni rifatti è prima nella classifica mondiale. Per combattere contro questa gentaglia votate 00, cioè infinito ∞. Infinito è l’odio di chi, per raggiungere i propri scopi, come quello di un trans (Marrazzo), o come quello che crede di essere proprietario del Campidoglio (Vetroni o quello attuale di cui non si conosce il cognome per la vergogna della sporcizia esistente a Roma), si disinteressa dei cittadini che vengono colpite alle spalle da un’azienda, di cui non ha nemmeno il merito chi chiamarsi tale, che persegue gli onesti, tanto, prima o poi pagheranno, e privilegia un’idea sballata che resterà nella storia. Equitalia, l’azienda (si fa per dire) più bassa dell’organizzazione mafiosa di Riina, sta lavorando per conto degli americani. Dove vanno a finire i nostri soldi di Equitalia? Se sono estorti come quelli dei camorristi, vuol dire che vanno nella stessa direzione. Ecco perché alle prossime elezioni regionali non fatevi fregare. Equitalia è gestita da D’Alema, Marrazzo, Berlusconi e Emilio Fede. Se avete ancora fiducia in Emilio Fede e nella Chiesa Apostolica e Romana che se ne frega dei suoi cresimati che vengono ridotte a polpette da questa classe politica impotente di cui non ne potremo fare a meno fintanto che sulle schede alle Regionali non comparirà il simbolo 00 o ∞.
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Questi berlusconistifinistibocchinisticattosocialradicaleghisticomunistifascistiimbroglisticamorristivaloristidipietristisgarbistiabortistitravaglisti rappresentano la peggiore specie del genere umano. Nell’anno Onu della biodiversità, l’Italia con questa specie di coglioni rifatti è prima nella classifica mondiale. Per combattere contro questa gentaglia votate 00, cioè infinito ∞. Infinito è l’odio di chi, per raggiungere i propri scopi, come quello di un trans (Marrazzo), o come quello che crede di essere proprietario del Campidoglio (Vetroni o quello attuale di cui non si conosce il cognome per la vergogna della sporcizia esistente a Roma), si disinteressa dei cittadini che vengono colpite alle spalle da un’azienda, di cui non ha nemmeno il merito chi chiamarsi tale, che persegue gli onesti, tanto, prima o poi pagheranno, e privilegia un’idea sballata che resterà nella storia. Equitalia, l’azienda (si fa per dire) più bassa dell’organizzazione mafiosa di Riina, sta lavorando per conto degli americani. Dove vanno a finire i nostri soldi di Equitalia? Se sono estorti come quelli dei camorristi, vuol dire che vanno nella stessa direzione. Ecco perché alle prossime elezioni regionali non fatevi fregare. Equitalia è gestita da D’Alema, Marrazzo, Berlusconi e Emilio Fede. Se avete ancora fiducia in Emilio Fede e nella Chiesa Apostolica e Romana che se ne frega dei suoi cresimati che vengono ridotte a polpette da questa classe politica impotente di cui non ne potremo fare a meno fintanto che sulle schede alle Regionali non comparirà il simbolo 00 o ∞.
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Votatate ∞
Votate Infinito, votate 00, votate per il Partito dei Pirati!
Votate Infinito, votate 00, votate per il Partito dei Pirati!
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