29 aprile 2008

Allarme prezzi agricoli

Allarme prezzi agricoli
di Roberto Maurizio



Emergenza alimentare mondiale “Un intervento urgente non solo per fronteggiare l'attuale emergenza alimentare mondiale, ma per cogliere le opportunità che l'aumento dei prezzi può offrire per il rilancio l'agricoltura ed evitare che situazioni drammatiche di questo tipo si riverifichino in futuro”. Questo l'appello lanciato dal Direttore Generale della Fao, Jacques Diouf, alla Comunità internazionale, che prospetta una strategia su due fronti: da un lato l'adozione di politiche e programmi per assistere i milioni di affamati, e dall'altro la promozione di misure per aiutare gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo a trarre vantaggio da questa nuova situazione. "Occorre produrre più cibo laddove è più urgente contenere l'impatto del rialzo dei prezzi sui consumatori poveri", ha spiegato Diouf, "e allo stesso tempo potenziare la produttività e ampliare la produzione per creare reddito e maggiori opportunità d'impiego per le popolazioni rurali povere". E ha continuato: "Dobbiamo far sì che i piccoli agricoltori abbiano accesso alla terra, alle risorse idriche e a fattori produttivi come sementi e fertilizzanti; questo li metterà in grado di aumentare la produzione in risposta ai prezzi più alti, di incrementare i propri redditi e migliorare le proprie condizioni di vita, alla fine questo andrà a beneficio anche dei consumatori". Della questione dei prezzi alimentari discuteranno dal 3 al 5 giugno i leader mondiali che parteciperanno alla Conferenza ad alto livello della Fao su 'Sicurezza alimentare mondiale: le sfide del cambiamento climatico e la bioenergia'. Tra gli oltre 30 capi di Stato e di Governo che hanno gia' assicurato la propria partecipazione, vi sono il presidente francese Nicolas Sarkozy, quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.
74 milioni di europei colpiti dall’aumento dei generi alimentari In Europa il problema alimentare riguarda potenzialmente più di 74 milioni di cittadini che vivono oggi al di sotto della soglia di povertà. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'effetto dell'aumento dei prezzi nei paesi poveri e in quelli sviluppati come il Giappone, dove si registrano carenze di scorte per generi di prima necessità quali il burro, o gli Stati Uniti, dove alcuni supermercati hanno adottato misure per prevenire l'accaparramento del riso. Uno scenario che secondo la Coldiretti deve significare una nuova attenzione per la crescita dell'agricoltura a livello nazionale, comunitario ed internazionale per scongiurare i limiti alla crescita rappresentati dalla scarsità di cibo dovuta all'esplosione dei costi di coltivazione e di allevamento oltre che al boom della domanda dei Paesi emergenti come India e Cina e agli effetti dei cambiamenti climatici. "Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti - alla necessità di un cambiamento delle gerarchie all'interno dell'economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l'agricoltura nei prossimi anni, sia nella fornitura di beni alimentari che come garanzia per la salute e la sicurezza ambientale. Occorre - continua la Coldiretti - sostenere e qualificare la politica agricola comune per non aggravare il problema dell'approvvigionamento alimentare dell'Europa in un momento in cui molti paesi produttori stanno chiudendo le frontiere con limitazioni alle esportazioni e ripercussioni anche per l'Italia che importa quasi la metà del proprio fabbisogno in settori chiave come i cereali, la carne e il latte. L'intera Unione Europea - conclude la Coldiretti - e' un importatore netto di prodotti agricoli con una bilancia commerciale negativa di circa 6 miliardi di dollari ed e' anche il primo importatore di prodotti agricoli dai paesi in via di sviluppo con un valore pari circa a quello di Usa, Giappone, Canada ed Australia messi insieme".

Presentiamo alcuni articoli sull'allarme prezzi agricoli pubblicati recentemente dai media italiani.

Allarme prezzi. Pam: tsunami silenzioso minaccia 100 milioni di persone

L'elevato livello attuale dei prezzi dei prodotti alimentari costituisce il pericolo più grave mai affrontato in 45 anni di storia dal Pam, il programma alimentare mondiale dell'Onu e rischia di far sprofondare 100 milioni di persone nella fame. “Milioni di persone che non rientravano sei mesi fa nelle categorie a rischio urgente, adesso lo sono”, spiega Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma. “E' necessaria una risposta globale e su vasta scala da parte della comunità internazionale, che sia centrata tanto su soluzioni di emergenza che su impegni a lungo termine”, ha spiegato Sheeran, aggiungendo che ciò cui stiamo assistendo deve essere considerato “come lo tsunami del 2004”, cui si rispose con una mobilitazione internazionale del pubblico e del privato e si raggiunse la cifra record di 12 miliardi di dollari di aiuti. “Abbiamo bisogno dello stesso tipo di mobilitazione e generosità”, ha detto Sheeran. “Ciò cui stiamo assistendo riguarda milioni di persone su ogni continente e si ripercuoterà sul futuro di milioni di bambini”. (Apcom)
Allarme prezzi.Inviato Onu: crisi è omicidio di massa (Corsera)

Gli aumenti dei prezzi di grano, mais, riso e soia stanno spingendo verso “un omicidio di massa silenzioso” nei paesi più poveri. Lo ha detto nei giorni scorrsi a Berlino, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il relatore speciale dell'Onu per il diritto al cibo Jean Ziegler. Qualche giorno fa, aggiunge il quotidiano, Ziegler ha spiegato anche che la produzione di biocarburante è “un crimine contro l'umanità”, dal momento che contribuisce a far salire i prezzi. “Abbiamo - ha sottolineato Ziegler - un gregge di operatori di mercato, di speculatori e di banditi finanziari che sono diventati selvaggi e hanno costruito un mondo di disuguaglianze e orrore: dobbiamo mettere fine a tutto questo”. Diversamente la gente si ribellerà: “E' possibile, propr io come lo è stata la rivoluzione francese”. (Apcom)
Allarme prezzi. Fao: mitigare aumenti dei prezzi alimentari
In America Latina si produce un 40% di prodotti alimentari in eccesso rispetto ai bisogni e nessuno dovrebbe soffrire la fame; eppure, ci sono 50 milioni di persone malnutrite: è il brasiliano José Graziano da Silva, direttore regionale dell'Organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), a richiamare sul problema l'attenzione della 30esima Conferenza regionale della Fao per l'America latina e i Caraibi. I delegati di 33 paesi hanno redatto una bozza di strategia regionale, auspicando un'azione pubblico-privata in vista di uno sviluppo rurale sostenibile per superare il paradosso della persistenza della sottoalimentazione in un'area altamente produttrice. Il documento riconosce che “la combinazione della crescita economica e di una distribuzione più equa è una condizione necessaria per vincere la fame” aggiungendo che gli incentivi per l'agricoltura familiare non bastano per risolvere il problema della povertà rurale. (Apcom)
Allarme prezzi. Annan: rischio nuove proteste paesi via sviluppo


Gravi carestie, derivanti dalla crisi alimentare mondiale, potrebbero innescare nuove proteste nei Paesi in via di sviluppo: a lanciare l'allarme è l'ex segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nel corso della conferenza stampa sul Global Humanitariam Forum, a Ginevra. Raddoppiare o triplicare il costo dei cibi essenziali in alcuni paesi ha messo molta gente povera in una situazione disperata, ha dichiarato Annan parlando con i giornalisti in Svizzera, nell'Earth Day, la Giornata della Terra. Il mondo sta andando verso una crisi molto grave e presto potremmo vedere molti più scioperi e manifestazioni, ha avvertito il ghanese Annan, presidente del “Global Humanitarian Forum”. L'utilizzazione dei raccolti per la produzione di biocarburanti, responsabile in parte dell'aumento dei prezzi, sta &ldqu o;aggravando le difficili situazioni dei poveri nel mondo”. Proteste contro l'aumento dei prezzi si sono già svolte in Camerun, Burkina Faso, Haiti ed Egitto. (Apcom)
Allarme prezzi. Biocarburanti nell'Earth Day, polemiche all'Onu


Biocarburanti sì o no? La risposta è no per due presidenti latino americani, il boliviano Evo Morales e il peruviano, Alan Garcia che all'Onu hanno espresso le loro riserve accusando le coltivazioni di cereali e zuccheri usate per la produzione del bioetanolo di impoverire il mondo e diminuire le risorse alimentari: e quindi di essere la causa dell'aumento dei prezzi del cibo. Nell'Earth Day, la Giornata della Terra, la questione è di scottante attualità: da un lato i biocarburanti sono stati per anni una delle speranze per salvare il mondo dalla dipendenza dal petrolio; dall'altra l'aumento dei prezzi pesa soprattutto al sud del mondo (dove i più poveri oltretutto consumano prevalentemente cereali e sono quindi più colpiti dalla carenza di questi alimenti). Secondo il presidente b rasiliano Lula invece “I biocarburanti possono aiutare ogni paese a liberarsi dalla dipendenza energetica senza colpire il cibo”; le derrate alimentari invece, sostiene il brasiliano, costano di più perché cresce la domanda in paesi come Cina, India e Brasile man mano che le condizioni economiche migliorano e la popolazione mangia di più. (Apcom)
Allarme prezzi. Usa: lavoriamo per biocarburanti non da alimentari
Gli Usa sono al lavoro perchè i prodotti alimentari non siano usati per la produzione di biocarburanti in modo da tamponare l'aumento dei prezzi agricoli legato a questo fattore, che tuttavia non è decisivo. Lo ha sottolineato il sottosegretario Usa all'Energia, Jeffrey Kupfer intervenuto all'International Energy Forum a Roma. “Stiamo lavorando perchè in futuro non si utilizzino prodotti alimentari. Siamo tutti preoccupati - ha detto - per l'aumento del prezzo dei prodotti alimentari ma non crediamo che l'utilizzo che ne viene fatto come fonte energetica stia contribuendo in modo deciso a questo processo” di impennata dei prezzi agricoli. “Abbiamo avuto accese discussioni in merito” ha detto, il sottosegretario riferendosi alle polemiche con i paesi produttori di petrolio accusa ti di aver rallentato gli investimenti in raffinazione e produzione, sulla scia di pesanti investimenti nelle fonti alternative come i biofuel. “Stiamo osservando la situazione ma allo stesso tempo guardiamo a tutte le stime anche quella dell'Opec che mostrano un aumento della domanda di combustibili fossili nei prossimi decenni”. “Quello che stiamo provando a fare - ha concluso - è creare fonti no food per produrre energia”. (Apcom)
Allarme prezzi. Fao: biocombustibili aggravano emarginazione donne

Jacques Diouf, Direttore Generale della Fao

Il rapido incremento della produzione su larga scala di biocombustibili liquidi nei paesi in via di sviluppo potrebbe inasprire la situazione di emarginazione delle donne nelle zone rurali e le loro condizioni di vita. Lo afferma il nuovo studio della Fao “Gender and Equity Issues in Liquid Biofuels Production: Minimizing the Risks to Maximize the Opportunities”, secondo il quale le nuove produzioni esercitano forti pressione sulle cosiddette terre “marginali”: convertire queste terre in colture per la produzione di biocombustibili, sottolinea infatti il rapporto, “potrebbe causare il parziale o totale abbandono delle attività agricole da parte delle donne spingendole verso terre ancora più marginali”, con “gravi conseguenze sulla capacità delle donne di procur arsi cibo per sé e per la propria famiglia”. “A meno che nei paesi in via di sviluppo non vengano adottate politiche capaci di rafforzare la partecipazione dei piccoli agricoltori, specialmente donne, alla produzione bioenergetica mediante un maggiore accesso alla terra, al capitale e alla tecnologia, le disuguaglianze di genere - ha affermato Yianna Lambrou, coautrice del rapporto - diverranno probabilmente sempre più marcate e le condizioni di vita delle donne peggioreranno ulteriormente”. (Apcom)
Allarme prezzi. Ban Ki Moon: combattere la fame, subito

Ban Ki-moon

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha invitato la comunità internazionale a prendere in tempi brevi misure per arrestare l'aumento del prezzo dei generi alimentari. In occasione dell'apertura della conferenza internazionale sullo sviluppo organizzata dall'Onu in Ghana, Ban Ki Moon ha osservato che la situazione “è molto preoccupante” e pone particolari problemi a molti paesi, soprattutto in Africa. L'aumento del prezzo degli alimentari è salito nel corso di un anno di circa il 40% scatenando sommosse in diversi paesi africani come Camerun, Egitto, Burkina faso. (Ap)

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