25 aprile 2008

Olimpiadi, Tibet, Cina, Barroso e il Dalai

Olimpiadi di Pechino. Cina, Unione Europea e il Dalai
di Roberto Maurizio

Verso un dialogo costruttivo?
Oggi, 25 aprile 2008, mentre la fiaccola olimpica sbarca in Giappone, sul fronte diplomatico si sono aperti alcuni spiragli per un alleggerimento delle tensioni tra Cina e Tibet. Il governo di Pechino prevede, infatti, di incontrare nei prossimi giorni un rappresentante del Dalai Lama. A riferirlo è stata l'agenzia di stampa cinese Xinhua-Nuova Cina. L'incontro, secondo quanto riferisce l'agenzia, sarebbe stato programmato su richiesta dello stesso Dalai Lama. «Alla luce delle richieste avanzate dal Dalai Lama per una ripresa dei colloqui - riferisce una nota della Nuova Cina, citando una fonte anonima - i dipartimenti competenti del governo centrale avvieranno nei prossimi giorni contatti e consultazioni con un rappresentante privato del Dalai Lama». La stessa fonte anonima avrebbe aggiunto che «ci si augura che attraverso i contatti e le consultazioni il Dalai Lama prenderà iniziative credibili per fermare le attività volte a dividere la Cina, e per smettere di disturbare e sabotare i Giochi Olimpici di Pechino in modo da creare le condizioni per il dialogo». Un portavoce del Dalai Lama, Tenzin Taklha, ha reagito affermando di non sapere nulla a quanto annunciato dell'agenzia cinese. «Non disponiamo di qualsivoglia informazione circa la volontà della Cina d'incontrare rappresentanti di Sua Santità», ha dichiarato Takhla da Dharamsala, la cittadina nel nord dell'India dove il Dalai Lama vive in esilio dal '59, e in cui ha sede anche il governo tibetano esiliato. «Siamo sempre pronti ad accogliere un invito - ha in ogni caso aggiunto Takla -. Non ci tiriamo indietro, ma fino ad ora nessuno ci ha contattato. Sua Santità ha più volte affermato che è pronto ad incontrare faccia a faccia inviati del governo cinese. Lui considera questa l'unica strada per risolvere la questione tibetana».
La fiamma olimpica in Giappone
La fiamma olimpica, nel frattempo, è giunta a Nagano, la città in cui si svolsero le olimpiadi invernali del 1998, in vista della staffetta di sabato che vedrà impegnati 80 tedofori, con la partenza affidata a Senichi Hoshino, l'allenatore della nazionale di baseball. Un volo charter speciale ha portato il simbolo di Pechino 2008 dalla capitale australiana Canberra all'aereoporto Haneda di Tokyo. Imponente il servizio di sicurezza per fronteggiare le attese proteste pro Tibet e contro le repressioni volute da Pechino, mentre circa 20.00 residenti e studenti cinesi in Giappone si ritroveranno a Nagano per sostenere il passaggio della fiaccola. Dieci agenti della polizia anti-sommossa e 100 poliziotti in uniforme circonderanno la fiamma olimpica, con altri due assistenti cinesi in ulteriore supporto, secondo quanto riferito da fonti della polizia. La fiaccola, subito dopo la manifestazione di Nagano, sarà trasportata a Seul, la citta sudcoreana che ha ospitato le olimpiadi estive del 1988.
Barroso contro il boicottaggio dei giochi
L'apertura del governo di Pechino arriva nel giorno dell'incontro tra le massime autorità cinesi e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Quest'ultimo ha dichiarato di essere contrario al boicottaggio dei Giochi perché "le Olimpiadi devono essere la celebrazione della gioventù e devono essere un successo". Barroso, che ha chiesto alla Cina accesso libero al Tibet sia per i giornalisti che per i turisti stranieri, ha raccontato di aver avuto uno scambio di vedute "aperto e franco" con il primo ministro cinese, Wen Jiabao, e si è detto "particolarmente incoraggiato" dall'atteggiamento dell'interlocutore sulle prospettive della crisi tibetana.

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