di Roberto Maurizio
La folla e i giornalisti
Da lontano, spicca il cartello blu degli attivisti di Amnesty International: “Diritti umani subito”. Più da vicino emergono altri grandi manifesti, "Global day for Darfur, Roma 2008: Stop bambini sotto attacco", che vengono “indossati” dai rifugiati politici del Darfur in Italia. E poi, i volantini di Italians for Darfur. Infine, i piccoli ma “potenti ” disegni realizzati dai bambini rifugiati nei campi profughi provenienti dalla martoriata provincia sudanese. Cosa manca? La folla e soprattutto i “giornalisti”. “La scelta della data della manifestazione è stata infelice”, commenta un astante. In Italia, eventi di questo spessore non devono mai essere fissati durante un’elezione o una partita di calcio”. “A Roma, alcuni appuntamenti internazionali fondamentali sono falliti perché concomitanti con la partita della Nazionale italiana al campionato del mondo”. Questa è civiltà! Alla vigilia delle elezioni 2008, bisognava attendersi il forfait dei “giornalisti” “assorbiti come spugne” da “fatti interni”. Meno male che oltre alle tre o quattro telecamere, c’era anche la “troupe” di “Stampa, Scuola e Vita”.
Gli occhi dei bambini
Gli occhi dei bambini hanno un'anima. Dalle loro pupille spunta e tramonta il Sole. Chi è controluce non vede l'amore. (R.M.)
Foto di repertorio
Foto di repertorio
La “piccola”, ma significativa manifestazione, inizia con la proiezione del videomessaggio del testimonial d'eccezione George Clooney. A destra del “palco gazebo”, è allestita una “mostra” di disegni eseguiti dai bambini darfuniani che raccontano il loro dramma vissuto sulla loro pelle nera sfiorata dal Sole e trafitta dalla violenza della guerra. Attraverso i loro occhi raccontano la tragedia di milioni di persone. A turno, i rappresentanti dei promotori dell’iniziativa romana, gli attivisti di "Italians For Darfur", "Articolo 21", Amnesty International, Ugei e i rifugiati del Darfur, ricordano l'emergenza che vive la popolazione darfuriana. La prima ad intervenire è Antonella Napoli, Presidente di “Italians for Darfur” che ricorda come l'edizione del Global Day del 2008 in tutto il mondo è dedicata ai bambini "molti dei quali, oggi, compiranno cinque anni senza aver mai conosciuto la pace". “In Darfur, continua la Presidente, si continua a morire”. Le azioni dell'Onu risultano essere sempre poco efficaci. Troppo distanti le posizioni e gli interessi dei membri del Consiglio Permanente: da una parte chi difende il Governo del Sudan, considerato ispiratore delle violenze nei confronti dei darfuriani, dall'altra chi aspira a mettere le mani sul greggio sudanese. Nel mezzo il Darfur", spiega ancora Antonella Napoli. "E' per questo che serve una pressante ed efficace mobilitazione mondiale - conclude il Presidente di Italians for Darfur -. Occorre assicurare al più presto protezione ai civili, in particolare ai bambini. Ogni giorno 75 di essi si spengono per la fame".
Foto di repertorio
Pace in Darfur
Tra gli altri interventi, spicca l’accorato appello del rappresentante dei rifugiati del Darfur in Italia, Suliman Ahmed Hamed, che ha invitato la comunità internazionale a portare soccorso immediato alle famiglie distrutte dalla guerra e ha chiamato a raccolta, esprimendosi in arabo sudanese, simile al nostro "toscano", tutti i rifugiati per un’azione comune che possa riportare la pace in una tra le zone più belle ed abbandonate del mondo: il Darfur.
Tutte le foto sono di Roberto Maurizio. Il "servizio fotografico" completo verrà pubblicato su "Articoli di Stampa, Scuola e Vita" e su "News di Stampa, Scuola e Vita".
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