Madagascar: baobab all'alba
Fonte: http://www.vds.bologna.enea.it/
Presentiamo un articolo sull'aiuto pubblico (Aps) italiano pubblicato su "Mondo Economico", il glorioso settimanale de "Il Sole-24 Ore". L'articolo faceva parte del Dossier "Il risveglio del continente: Alba Africana". Questo numero, del 9 giugno 1997 - anno LII n° 20, è stato anche l'ultimo pubblicato dalla famosa testata. "Mondo Economico" ha chiuso le rotative dopo aver insegnato a tanti italiani la "grammatica elementare" dell'economia, della finanza, della politica e della cultura. Un vero peccato! Un vero e proprio lutto nel Mondo economico.
N.B. Le foto non fanno parte dell'articolo.
PRIMO PIANO
Il risveglio del continente: Alba Africana
Un bel sorriso di una bella bambina africana
Fonte: http://www.savepeopleorg.org
AFRICA/Dopo il taglio degli aiuti
L'Italia persevera nell'errore
La nuova cooperazione nasce malata di burocrazia
di ROBERTO MAURIZIO
la cooperazione allo sviluppo dell'Italia con i Paesi dell'Africa sub-sahariana ha avuto, negli ultimi dieci anni, un andamento irregolare. Dopo l'enorme incremento dei nostri aiuti registratosi nella seconda metà degli anni 80 (60-70% dei doni totali e 50-55% dei crediti, 1.200 miliardi i primi e 400 miliardi i secondi), si è assistito prima a una contenuta flessione (600 miliardi per i doni e 150 miliardi per i crediti), poi a un drastico e incisivo taglio: 200 miliardi e 40 miliardi. Il risultato, la paralisi del nostro aiuto all'Africa e la sospensione delle attività di tutte le commissioni miste italo-africane.
Alla riduzione degli aiuti non è stato contrapposto nessun cambiamento della nostra politica di cooperazione verso l'Africa. Al cosiddetto sistema "a pioggia abbondante", cioè elargizioni di fondi a quasi tutti i Paesi della regione, è subentrato quello "a pioggia rarefatta", pochi soldi ma sempre a molti Paesi. Dei 48 Stati appartenenti alla regione, ben 26 sono attualmente "beneficiari" dei nostri aiuti. La sola differenza fra presente e passato è l'ammontare complessivo dei fondi.
Nel 1988, Etiopia e Somalia, da sole, ottenevano più di 1.300 miliardi di lire tra doni e crediti di aiuto. Oggi l'Angola, Paese di prima priorità per la cooperazione italiana sin dal novembre del 1989, riceve aiuti a dono per 15 miliardi, il Burundi sta aspettando ancora la realizzazione del programma triennale di 20 miliardi di lire a dono deciso dall'ultima commissione mista italo-burundese tenutasi a Roma nel dicembre 1990. Nel 1995, il Congo ha ottenuto cinque miliardi, il Kehia 11, il Ma-lawi 2,5,0 Ruanda 19 e, per finire, la Namibia 500 milioni.
Un segnale atteso
Selezionatrice di spezie, fabbrica di pepe di Forth Douphin
Fonte: http://www.wds.bologna.enea.it/
Da un eccesso all'altro. Quando troppo, quando troppo poco. La cooperazione deve essere sganciata dagli umori delle forze politiche al potere. Gli impegni assunti in ambito Onu vanno onorati. L'Italia ha riconosciuto formalmente il diritto allo sviluppo dei Paesi africani, si è assunta la responsabilità di raggiungere entro breve tempo l'obiettivo dello 0,7% del Pnl in aiuti, ha sottoscritto la Dichiarazione di Parigi del 1981 di destinare lo 0,15% del Pnl ai Paesi meno avanzati. E gli africani, che hanno sempre apprezzato la cooperazione italiana, stanno aspettando da noi un segnale forte e chiaro.
Su 48 Paesi della regione, 31 hanno registrato negli ultimi anni incrementi sostanziali del reddito prò capite e del Pil (+5,6% annuo). Nei prossimi dieci anni, secondo la Banca mondiale, è attesa una crescita media di questo indicatore dell'ordine dell'8-10% annuo. Questi risultati sono stati ottenuti grazie ai forti investimenti diretti esteri privati, ma anche attraverso il contributo della cooperazione bilaterale e multilaterale. La risposta italiana all'incessante domanda di aiuto da parte dell'Africa è stata di totale chiusura. Il nostro Paese è troppo impegnato a risanare l'economia e a rianimare il fantasma che da sempre volteggia negli ambienti della cooperazione: l'Agenzia per lo sviluppo. Questo nuovo ente pubblico, sorvegliato a vista dalla Corte dei conti, sarà accompagnato da un centro di servizi per la formazione, dalle regioni, dal volontariato e dalle Ong. A capo di questa struttura saranno posti i ministeri degli Esteri e del Tesoro. Nascerà il Caps (Comitato per l'aiuto pubblicoallo sviluppo) presieduto da un sottosegretario delegato e costituito dagli attuali rappresentanti del Comitato direzionale e da quelli dei ministeri dell'Ambiente, degli Affari sociali, delle Pari opportunità, della Pubblica istruzione e dell'università e per finire da un rappresentante delle Regioni. •
"Campionato di calcio africano"
Fonte: http://www.wds.bologna.enea.it
giugno 1997 MONDO ECONOMICO
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