3 ottobre 2007

Gli uccelli di Hitchcock

La Cornacchia

di Roberto Maurizio

Sosa e Susa crescono e cresce la “famiglia”. La “prole” aumenta. Ma il nido viene gestito con “sobrietà”. Due eredi il primo anno (2004), cinque il secondo (2005), tre il terzo (2006), quattro quest’anno. E’ difficile capire le dinamiche che regolano la “famiglia”. Non abbiamo i mezzi della National Geographic , ma, come alternativa, abbiamo l’indifferenza della popolazione romana (a tutt’altro affaccendata) e l’assenza colpevole delle ISTITUZIONI (che pensano solo a come fare per essere rieletti). La Cornacchia non tira voti. A colmare questo vuoto, ci pensa la stampa (INFORMAZIONE) che galvanizza la "sensibilità" della cittadinanza contro la Cornacchia pubblicando notizie sensazionali.


Foto di Claudio Colombo dal film "Gli uccelli"
http://www.claudiocolombo.net/

L'assedio delle cornacchie a Roma attaccano i passanti
La Repubblica, 29 maggio 2007
Se ne stanno tra le foglie degli alberi e poi attaccano. Dai rami dei pini scendono velocemente in picchiata, puntano i passanti e li colpiscono sulla testa: un forte battito d'ali e un colpo con il becco duro. La gente urla, corre via impaurita, cerca di proteggersi coprendosi la nuca e collo con le mani. Non è una scena del film Gli uccelli, l'horror di Alfred Hitchcock. Siamo a Roma, Monteverde, e ad attaccare i passanti sono delle semplicissime cornacchie. Da anni vivono in questo alberato quartiere della capitale, a un passo dal Gianicolo. Ma da qualche giorno hanno iniziato a beccare gli uomini. "Venerdì scorso - racconta Mara Valentini, tra le vittime di un Corvus corone cornics, questo il nome scientifico - andando a prendere l'autobus ho avvertito una forte botta in testa. Pensavo di essere stata colpita dal ramo di un albero, poi ho notato sulla portiera di una macchina parcheggiata il riflesso di una cornacchia che scendeva ancora in picchiata verso di me. Dopo essere stata colpita per due volte, mi sono coperta la testa con un sacchetto di plastica e ho iniziato a correre, mi sembrava un incubo". "In un solo giorno sono state colpite cinque persone", aggiunge subito Maria Rosaria Rago, altra preda delle cornacchie. Neppure il gatto del quartiere si è salvato: non passa giorno senza che venga becchettato dagli uccelli in cerca di cibo. Non siamo alla rivolta ma poco ci manca: "Siamo impauriti - spiega una barista - quegli uccelli sono diventati aggressivi: entrano nelle case quando le finestre sono aperte, e spesso attaccano e uccidono piccioni e gabbiani". Negli ultimi giorni molte le richieste di aiuto sia ai vigili urbani che alla Lipu.







Foto di Alfred Hitchcock
tratta da Wikipedia

La notizia fa scalpore, perché non è il cane che morde un uomo, ma è un uomo che morde il cane (una regola fondamentale del becero giornalismo INFORMAZIONE che andrebbe cambiata). Non sono le 15.000 o 20.000 cornacchie che vengono uccise all’anno che fa notizia, ma qualche passante (per l’esattezza sei) che viene “beccato” e “aggredito” da due cornacchie. Ben due giornalisti (INFORMAZIONE) hanno firmato il pezzo che è stato riportato integralmente sopra (Paolo Boccacci e Laura Mari). Due giornalisti (INFORMAZIONE) che non si sono nemmeno degnati di andare a verificare il “nome scientifico” delle “semplicissime cornacchie”: CORVUS CORONE CORNIX (con la X e non con la CS). Questo la dice lunga sulla superficialità della categoria. Ma tant’è.

Fine seconda puntata

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