4 ottobre 2007

Sirio, la stella del Cane maggiore

La Cornacchia

di Roberto Maurizio

Sosa sorvola il cielo di Roma - © roberto maurizio


Le cornacchie in attesa. Da sinistra verso destra: Sosa, Susa, Susina e Sosone - © roberto maurizio

Dunque. L’osservazione distratta da sola non basta a rendere consapevoli gli uomini sulla bellezza delle cose che guardano. Ad esempio, durante una notte stellata, senza Luna, con un cielo terso, il 99% delle persone (perlomeno quelle del mio campione di conoscenze) non sa distinguere una costellazione da un’altra. Il raggruppamento stellare più conosciuto, sicuramente, è l’Orsa maggiore, ma se chiedi dov’è Cefeo (la casetta), dove Cassiopiea (la M o W), dove Pegaso (il cavallo alato), la quasi totalità non sa rispondere. Eppure tutti guardano il cielo stellato!

La costellazione di Cassiopea. Fonte: www.margheritacampaniolo.it



La stessa cosa avviene con i venti. Nonostante che il vento ti tagli la faccia o ti faccia sudare, pochi riescono a riconoscere un fenomeno atmosferico, così "banale", da un altro. Ad esempio, scirocco e libeccio (o garbino) per molte persone sono la stessa cosa, tanto fa caldo!
La rosa dei venti. Fonte: www.Gnomomentino.it

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Esci di casa, davanti a te trovi due alberi, diversi tra loro. Ti chiedi a quale famiglia appartengono? Lungo il viale che percorri con l’auto, ci sono diverse piante, ti chiedi di quale genere fanno parte? Una prima risposta scomposta sarebbe, “ma che me frega”. Ma è proprio questa la risposta: la gente non vuole conoscere ciò che non le interessa, cioè ciò che non le serve. Ad un marinaio, ovviamente le stelle e i venti sono indispensabili per la sua sopravvivenza. Ma a un bancario conoscere la distinzione tra angiosperme e gimnosperme “je ne pò frega’ de meno”.

Torino: anziani al parco. Fonte: www.comune.torino.it

Così è per gli uccelli. Ecco, dunque, che, allora, Sosa e Susa diventano "degli uccelli qualunque" o, al massimo, come li hanno definito i due giornalisti di “La Repubblica”, “semplicissime cornacchie”, ed è già un passo avanti, li avrebbero potuto chiamare corvi.
Perché tanta ignoranza? La prima risposta l’abbiamo già data: oggi, come ieri, si conosce e si vuole apprendere solo ciò che effettivamente serve nella vita quotidiana. Gli antichi Egizi, ad esempio, sapevano riconoscere Sirio (la stella più luminusa del nostro cielo) perché le rive del Nilo, che erano il luogo ideale per la coltivazione, ogni anno venivano inondate dalle acque del fiume che straripavano (oggi più elegantemente si dice tracimavano, comuqnue erano sempre allagate). Prevederne con un certo anticipo l’uscita dall’alveo, in modo da affrettarsi per accumulare il raccolto e portarlo in salvo dall’acqua in arrivo, era di estrema importanza. Ebbene, gli Egizi si erano accorti che quando Sirio sorgeva prima del Sole (sorgere eliaco), poche settimane dopo avveniva l’inondazione. Diverse delle loro piramidi presentano piccole aperture che puntano proprio verso tale punto di levata e venivano utilizzate dai sacerdoti egizi per predire l’arrivo del perioro di piena. Questo periodo di “levata eliaca” di Sirio (cioè, quando la stella sorge e tramonta prima del Sole) cade tra il 24 luglio e il 26 agosto, che, nel nostro emisfero, è il periodo più caldo dell’anno: l’espressione “giorni della canicola”, dal latino “piccolo cane”, si riferisce proprio a Sirio, la stella del Cane maggiore (come un cane che vigila), ed alla sua associazione con il caldo dell’estate.

I sacerdoti egiziani, di fronte alla piramide di Cheope osservano Sirio, la stella della costellazione “Cane maggiore” - Fonte: www.astro.pd.astro.it


Sempre questa importante stella (Sirio) era conosciuta, e non proprio gradita, dagli antichi greci. Omero si riferisce a Sirio nel ventiduesimo canto dell’Iliade, quando paragona al fulgido astro il terribile Achille che si appresta a marciare su Troia e ad uccidere Ettore:
“...Primo lo videPrecipitoso correre pel campoPrìamo, e da lungi folgorar, siccome L’astro che Cane d’Orion s’appella, E precorre l’Autunno: scintillanti Fra numerose stelle in densa notteI suoi raggi; splendidissim’astro, Ma luttuoso e di cocenti morbiAi miseri mortali apportatore. Tal del volante eroe sul vasto petto Splendean l’armi...”


Omero, fra Dante e Virgilio - Fonte: www.summagallicana.it

Le altre risposte vanno ricondotte, come al solito e com’è la nella linea editoriale di questo Blog, alla carente Informazione, all’insipiente Istruzione e all’inesistene interesse delle Istituzioni:
(le 3 i).
Tra le 3 i, a mio avviso, in questo contesto, la maggiore responsabilità è da attribuire sicuramente all’Istruzione. Se, giustamente, l’interesse è strettamente collegato all’utilità del sapere, allora allo studente “je ne po’ frega’ de meno” della matematica, come materia astratta, dell’inglese, come conoscenza della grammatica, della sintassi, e dell’italiano, ormai quasi una lingua morta (il 99% della popolazione mondiale non parla e non capisce la nostra lingua). E Fioroni e tutti i Filistei, invece di andare verso la globalizzazione ci ributtano nel “cortile”.


Sosa e Susa (e Sosone) danzano - Fonte © roberto maurizio

Poveri bambini! Alle scuole elementari sono indottrinati sull’ecologismo esasperato che è fin troppo semplice da capire. Riscaldamento dovuto all’effetto serra, lo capiscono (la canicola si fa sentire), ripuliamo il mondo, dicono gli insegnanti di “Bambini del mondo” (Roma, Cinecittà Est) e gli alunni lo capiscono (basta guardarsi a torno – vedere foto inviate da questo Blog il 1° ottobre scorso). E si fermano lì, perché le Istituzioni (attraverso il Minclocmax) hanno le idee chiare: meno si sa più si governa. Nessun alunno conosce, invece, l’importanza della torre che si trova a 50 metri (calcolati) dalle mura della scuola (vedere foto): una Torre spaccata (da non confondersi con l’omonimo quartiere romano) – 58 metri di altezza dal livello del mare, coordinate 41° 51’ 19.67’’ N / 12° 35’ 12.38’’ - (tenuta nella massima indigenza dalle Istituzioni come fosse l’ultimo degli extracomunitari sbarcati da poco) e bistrattata dai “cittadini”. Infatti, mentre scattavo le foto (alcune qui di seguito publicate) una ragazza, convinta che la sentivo ha sbottato dicendo “ma nun po’ anna’ a fotografa’ er Colosseo”. Una torre storica, di cui nessuno parla, sulla quale sorvolano disincantati, di tanto in tanto, Sosa e Susa (o, meglio, i loro cugini).


Uno "squarcio" della Torre - © roberto maurizio



Ed ecco come l'incuria riduce la Torre - © roberto maurizio



Fine Terza Puntata

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