11 ottobre 2007

Aung San Suu Kyi


foto tratta dal sito
http://www.asmagherib.blogspot.com/


OMAGGIO AD AUNG SAN SUU KYI
di Roberto Maurizio



LA FLEBILE LUCE DELLE PLEIADI


Finora, mi sono interessato, provocatoriamente, della cornacchia. Che cosa rappresenta la cornacchia nella stampa, dell’istruzione e nella vita normale? Niente, se non un volatile gracchiante e sgradevole. La Birmania, oggi Myanmar, che cos’è per la stampa, per la scuola e per la vita italiana? Una cornacchia, che può avere popolarità per un po' sul mio blog, ma, poi, niente. Di nuovo il silenzio assordante di un’insensibilità che si esalta solo quando vengono spalancate le porte della popolarità. Ma ci pensate un "Porta a Porta" di Bruno Vespa dedicato a Sosa e Susa, due cornacchie con tanti problemi quotidiani da risolvere? Potrebbe anche farlo se aumentasse l’audience. Però, una “botta e via”.
“La flebile luce delle Pleiadi” diventerà un luminoso raggio splendente nell’informazione, nell’istruzione e nelle istituzioni, solo quando si capirà che la cornacchia, il Myanmar, il Darfur, il Burundi, il Nepal, il Vietnam, il popolo Saharawi non hanno bisogno di carità pelosa, di strisce colorate sul braccio, di una maglietta, di una manifestazione di piazza, ma cercano disperatamente la loro linfa vitale, cioè l’informazione continua.


TRASMETTERE GLI AUGURI DI “BUON AID EL FIDR” E “BUON YOM KIPPUR”


Aung San Suu Kyi ha avuto finora la stessa sorte di Sosa e Susa. Di tanto in tanto qualcuno ne parla.
Poi, il gelo. Ma come è possibile dimenticarsi per anni e anni di una splendida donna che ha fatto della sua vita un emblema per tutta l’umanità?
Eppure è così. Oggi sulla cresta della notizia, domani sul dorso del mulo del silenzio.
Questa non è una legge naturale. Questa non è il pilastro dell’informazione. Questa è solo cattiva educazione degli editori e dei giornalisti.
Il giornalista fa quello che gli dice l’editore: aumetare la tiratura, per aumentare le entrate. Vendo solo se si acquista. Confeziono la notizia solo se interesse al lettore. La domanda guida l’offerta. Quindi se il lettore vuole il calcio, l’isola dei famosi, il poker, diamogli il calcio, l’isola dei famosi, il poker.
Non è così!
E' l’offerta che crea la domanda.
Se trasmetto le notizie, cioè offro, in modo intelligente e accurato, tutti i giorni, sul Darfur, su Marte, sulle feste religiose nel mondo (come l’Aid El Fidr dei musulmani, o le feste ebraiche da Rosh Hashana a Yom Kippur, dal Sukkot a Shmini Azeret, da Chanukah a Purim), aumenterà l'interesse dei lettori, cioè la domanda, cioè gli acquisti di giornali e di programmi televisivi. Questa è una incontroverbile “legge di mercato” che viene applicata dalla pubblicità tutti i giorni con spot martellanti, ossessivi, che alla fine diventano convincenti.

PRENDI DUE E PAGHI UNO

Il discorso precedente potrebbe essere pericoloso. Non si intende far diventare Sosa e Susa (o Aung San Suu Kyi) un dentifricio, un sapone da barba, un pacco di spaghetti. Si vuole, invece, affermare che solo con un’informazione corretta e continua può far cambiare l’attuale situazione di stallo giornalistico in Italia.
Ma è come combattere contro i mulini a vento.
La stampa in Francia, Gran Bretagna, Germania (badate che sto parlando della nostra stessa terra, dell’Unione europea di cui noi facciamo parte e dalla quale prendiamo e apprendiamo solo le cose negative) funziona bene. Certo non è l’optimum, ma sono a migliaia di anni luce dalla nostra stampa stracciona. Anche la rispondono che i paesi di cui parliamo hanno avuto precedenti coloniali, quindi è gioco forza per loro parlare del “resto del mondo”. Mah? E la Svezia? Cmq.
Per inciso. Vi invito a riflettere un attimo. Le varie redazione dei nostri giornali (stampa scritta, parlata e televisiva) sono quasi tutte così composte: Politica Interna, Cronaca, Sport, e Politica Estera. Badate bene: Politica Estera. In Italia abbiamo il Ministero degli Affari Esteri, equivalente al più prestigioso Ministry for Foreign Affaires britannico. E’ di tutta evidenza, che un Ministero di un paese sovrano faccia gli interessi del Regno e della Repubblica. Quindi, il Ministero che si occupa di ciò che avviene oltre i propri confini nazionali. La stampa italiana e di tutti i paesi del mondo non dovrebbe avere questi problemi di difesa degli interessi a tutti i costi degli affari nazionali. La stampa, la press, il giornalista è strettamente collegato al suo mestiere che è quello di dare informazioni e di staccare queste dal commento. In Italia, invece, il giornalista è il paladino dei gloriosi confini della patria. Dunque, nei giornali italiani esiste la redazione di Politica Estera, ma è priva della redazione di Politica Internazionale, intesa come quell’organismo che è tenuto a diffondere notizie che avvengono nelle altre parti del mondo svincolate da qualsiasi interesse nazionale. Ecco perché sono convinto che Aung San Suu Kyi scomparirà dalle pagine dei nostri giornali. Ma non di questo blog che è guidato dalla “Flebile luce delle Pleiadi”.


ALLORA, PIU’ SE NE PARLA E MEGLIO E’

Per dare un seguito concreto a quello che proponevo, pubblico qui seguito un’informazione su la donna, attualmente, più amata in Occidente e una scheda sul paese che lei intende liberare dalla tirannia, il Myanmar, ex Birmania.







LA VITA DEL PREMIO NOBEL PER LA PACE
La vita di Aung San Suu Kyi è stata travagliata già dai primi anni di vita. Suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, dopo aver negoziato l'indipendenza della nazione dall'Inghilterra nel 1947, fu infatti ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie, Khin Kyi, e altri due figli, uno dei quali sarebbe morto in un incidente.Dopo la morte del marito, Khin Kyi, la madre di Aung San Suu Kyi, divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960. Aung San Suu Kyi fu sempre presente al fianco della madre, la seguì ovunque, ed ebbe la possibilità di frequentare le migliori scuole indiane e successivamente inglesi, tanto che nel 1967, ad Oxford, conseguì alcune lauree rispettivamente in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia. Continuò poi i suoi studi a New York e nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite, e in quel periodo conobbe anche uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che l'anno successivo sarebbe diventato suo marito, e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim. Ritornò in Birmania nel 1988, per accudire la madre gravemente malata, e proprio in quegli anni il generale Saw Maung prese il potere e instaurò il regime militare che tutt'ora comanda in Myanmar. Fortemente influenzata dagli insegnamenti del Mahatma Gandhi, Aung San Suu Kyi sposò la causa del suo paese in maniera non-violenta e fondò la Lega Nazionale per la Democrazia, il 27 settembre 1988. Neanche un anno dopo le furono comminati gli arresti domiciliari, con la concessione che se avesse voluto abbandonare il paese, lo avrebbe potuto fare; Aung San Suu Kyi rifiutò la proposta del regime. Nel 1990 il regime militare decise di chiamare il popolo alle elezioni, e il risultato fu una schiacciante vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, che sarebbe quindi diventata Primo Ministro, tuttavia i militari rigettarono il voto, e presero il potere con la forza, annullando il voto popolare. L'anno successivo Aung San Suu Kyi vinse il premio Nobel per la Pace, ed usò i soldi del premio per costituire un sistema sanitario e di istruzione, a favore del popolo birmano. Gli arresti domiciliari le furono revocati nel 1995, ma rimaneva comunque in uno stato di semi libertà, non poté mai lasciare il paese, perché in tal caso le sarebbe stato negato il ritorno in Myanmar, e anche ai suoi familiari non fu mai permesso di visitarla, neanche quando al marito Michael fu diagnosticato un tumore, che di lì a due anni, nel 1999, lo avrebbe ucciso, lasciandola vedova. Nel 2002, a seguito di forti pressioni delle Nazioni Unite, ad Aung San Suu Kyi fu riconosciuta un maggiore libertà d'azione in Myanmar, ma il 30 maggio 2003, il dramma: mentre era a bordo di un convoglio con numerosi supporters, un gruppo di militari aprì il fuoco è massacrò molte persone, e solo grazie alla prontezza di riflessi del suo autista, Ko Kyaw Soe Lin, riuscì a salvarsi, ma fu di nuovo messa agli arresti domiciliari. Da quel momento, la salute di Aung San Suu Kyi è andata progressivamente peggiorando, tanto da richiedere un intervento e vari ricoveri. Il "caso" Aung San Suu Kyi ha incominciato ad essere un argomento internazionale, tanto che gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea hanno fatto grosse pressioni sul governo del Myanmar per la sua liberazione, ma gli arresti domiciliari furono rinnovati per un anno nel 2005 e ulteriormente rinnovati nel 2006. Tutt'ora Aung San Suu Kyi è agli arresti domiciliari. In tutto il mondo Aung San Suu Kyi è diventata un'icona della non-violenza e pace, tanto che numerosi cantanti e gruppi musicali, tra cui Damien Rice, gli U2, i R.E.M.e i Coldplay le hanno dedicato brani musicali per sostenere la sua causa; nel 2003 le fu assegnato l'European Mtv Music Award, e alcune prestigiose Università in Europa e in America vogliono assegnarle delle lauree Honoris Causa, per il suo grande impegno civile, e per la difesa dei diritti umani e della pace.

MYANMAR NAINGNGADAW, IL PAESE DEL SORRISO E DEL SILENZIO

Riportiamo, qui di seguito, un bellissimo articolo informativo preso dal sito http://www.myanmar.it/.

Affascinante Paese ricco di tradizioni con una cultura millenaria, il Myanmar chiamato anche “Il Paese delle Mille Pagode” o “la Terra dorata”, offre l’opportunità di immergersi totalmente nell’essenza della cultura e della filosofia buddhista. Il Myanmar è probabilmente il Paese che in Oriente ha il maggior numero di templi buddhisti antichi e moderni; alcuni di essi come la Shwedagon Pagoda di Yangon, l’Ananda Pahto, il Shwegugyi Pahto e la Shwezigon Pagoda di Bagan, la Shwemawdaw Pagoda di Bago sono imponenti capolavori architettonici costruiti tra l’800 e il 1.100 DC con grande uso di materiali pregiati come l’oro e le pietre preziose. L’atmosfera che regna all’interno di questi templi è magica; monaci e fedeli si incontrano quotidianamente per pregare, fare offerte al Buddha e ai numerosi spiriti (NAT) importanti nella vita di ogni uomo o donna birmana. I templi sono anche luoghi per riposare, per parlare, incontrarsi, meditare; sono il fulcro, l’essenza della filosofia di vita in Myanmar. Il massimo splendore della antica civiltà in questa regione asiatica si ebbe tra gli anni 1.057 e 1.280 circa d.c. dopo che le tribù Mon colonizzarono parte della regione occupata attualmente dal Myanmar e dalla Cambogia e si fusero successivamente con altre tribù conquistatrici fondando il grandioso impero di Bagan costruito sulle rive del fiume Ayeyarwady. Bagan era una città favolosa la cui costruzione risale probabilmente intorno all’800 circa. Durante il Regno di Re Anawratha dal 1.044 al 1.077 vennero costruiti numerosi templi che si sono conservati fino ad oggi, palazzi e splendidi monasteri in legno intagliato che purtroppo sono andati nel tempo distrutti a causa di guerre, saccheggi, incendi ecc ecc. Il Re Anawratha durante il suo regno riuscì ad estendere il suo impero a buona parte del odierno territorio birmano unificando per la prima volta il Paese e insegnando e diffondendo la religione buddhista theravada che si fuse con culti animisti mai scomparsi e officiati ancora oggi tramite i “Nat” gli spiriti. Dopo l’anno 1.287 circa a causa di sempre più frequenti invasioni da parte dei mongoli e successivamente da altre popolazioni, il Regno di Bagan fu distrutto, saccheggiato e la regione abbandonata dagli abitanti. Diversi terremoti contribuirono nel tempo a rovinare alcuni palazzi. Le guerre si susseguirono in Birmania fino ai primi del 1.500 quando sbarcarono i primi coloni europei, i Portoghesi, già presenti nella regione Malese e Indiana. Le guerre alternate a periodi di relativa pace continuarono a sconvolgere il Paese fino alla seconda guerra mondiale che vide un periodo di colonizzazione inglese susseguita da quello giapponese e di nuovo inglese.
Il 27 gennaio del 1947 veniva firmato un accordo per la concessione a breve termine dell’indipendenza del Paese. L’elezione di un giovane uomo dai grandi ideali: Bogyoke Aung San, che si era prefissato di portare la democrazia nel Paese, difendere le minoranze etniche e organizzare l’economia fece sognare il travagliato Paese.
In un complotto organizzato probabilmente da un leader politico avversario, Bogyoke Aung San fu assassinato 18 mesi dopo, facendo svanire il grande sogno birmano.
Si susseguirono anni di lotte tra le varie tribù alcune delle quali sostenute dalle forze comuniste presenti nella Regione Cinese ed altre appoggiate più tardi dagli Stati Uniti in lotta contro il comunismo. Il Paese si avvio verso una forma di socialismo estremo ai comandi del Generale Ne Win che decise una politica di isolamento che durò per quasi 30 anni distruggendo ogni tentativo di economia privata e soffocando nel sangue alcuni tentativi di rivolta. Ancora oggi la Birmania che nel frattempo per volontà del regime nel 1989 cambia nome e diventa Myanmar è un Paese che è governato da un Regime Militare; ai cittadini non è permesso vedere canali televisivi esteri, non è permesso l’uso del telefono cellulare e satellitare ad eccezione di pochi personaggi autorizzati, non è permesso accedere ad internet (solo alla posta elettronica che comunque è controllata); le riviste e i giornali stranieri arrivano in pochissime copie distribuite nei grandi hotel e agli stranieri che vivono nel Paese. In seguito ad alcune manifestazioni di protesta, le Università sono state chiuse per periodo indeterminato. Dal 1995 in poi il Paese che versava in condizioni economiche spaventose ha intrapreso una certa apertura grazie ad accordi commerciali con Paesi orientali più evoluti e alla liberalizzazione dell’economia interna; qualcosa sta forse cambiando, anche se la strada da percorrere è ancora molto lunga.
La popolazione è costituita da numerose etnie che vivono sull’esteso territorio e che sono a contatto nelle regioni montane di confine con altre popolazioni. Ufficialmente ne sono riconosciute solo alcune che sono state raggruppate per somiglianze linguistiche e provenienza. Sono rispettivamente : Birmani (64%) che vivono principalmente nel territorio centrale e meridionale del Paese – Chin, minoranza che vive isolata nelle regioni montuose del nord ovest – Kachin, minoranza che vive isolata nelle regioni montuose del nord – Karen (7%) che vivono nella regione orientale del Paese, per molti anni hanno combattuto con gli Shan contro il Governo Centrale per ottenere l’indipendenza - Shan (11%), di origine Thai, questa etnia è presente anche in altri Paesi dell’Indocina sono abili coltivatori e artigiani vivono in un vasto territorio sulle colline e montagne orientali – Wa minoranza che vive nelle regioni nord orientali dediti per sopravivere alla coltivazione delle piante di papaveri da oppio – Mon (2,5%) che vivono nella Regione vicino al delta, sono per la maggioranza coltivatori di riso. Ancora oggi il popolo birmano è profondamente legato agli antichi valori tradizionali; il lungo periodo di isolamento voluto dal Governo ha contribuito a preservare la loro cultura, le loro tradizioni e i loro costumi, solo da pochissimi anni nella capitale soprattutto, si vedono alcuni giovani che vestono in maniera occidentale, la maggioranza degli uomini e delle donne invece vestono ancora il longyi, un tessuto tipo il sarong che si annoda intorno alla vita e avvolge la parte inferiore del corpo fino alle caviglie; è un indumento fresco e pratico.
Il buddhismo non è per il popolo birmano solo una religione ma uno stile di vita così che la popolazione ha assunto un carattere mite e gli atteggiamenti sono sempre cordiali; pervade un grande senso di calma e tranquillità; tolleranza e comprensione.
La famiglia riveste una grande importanza all’interno della società dove gli elementi che sono tenuti in maggiore considerazione sono i monaci e gli anziani.
L’istruzione è molto importante anche se purtroppo le strutture statali non sono sempre all’altezza della situazione; il monastero spesso sopperisce a questa mancanza assistendo i giovani nella loro istruzione e nell’insegnamento del comportamento sociale. All’età di 9 anni i maschi celebrano il termine dell’infanzia partecipando ad una cerimonia religiosa molto importante nella vita di ogni buddhista e iniziano un periodo di noviziato in un monastero dalla durata variabile. Un buon buddhista deve trascorrere nel corso della vita almeno tre periodi come monaco. Spesso donne e bambini hanno il volto e le braccia ricoperte di una pasta giallina chiamata thanaka che serve a proteggere la pelle dal sole e dagli agenti atmosferici; questo prodotto è utilizzato anche come cosmetico e in alcuni caso viene spalmato con motivi decorativi sul viso.
L’artigianato piuttosto ricco e a prezzi interessanti l’artigianato in Myanmar offre : pietre preziose tra cui diamanti, zaffiri e i famosi rubini birmani – articoli laccati – tessuti e sete – arazzi – pesi e oggetti in bronzo – marionette in legno – ombrelli di carta ecc ecc.
La Capitale del Myanmar, Yangon, con l’aeroporto internazionale, è una città grande, abbastanza caotica e rumorosa, soprattutto il centro dove gli automobilisti hanno assoluta precedenza sugli altri veicoli e sui pedoni e non risparmiano certo l’uso del clacson. Le zone residenziali più ricche che si trovano alla periferia sono più tranquille; ci sono grandi aree verdi con parchi e laghi. A Yangon non si può perdere una lunga visita alla meravigliosa e luccicante Shwedagon Paya, il Tempio più bello e più famoso di tutto il Myanmar. Lo stupa centrale sormontato da una grande cupola dorata arriva ad una altezza di 98 mt. Secondo la leggenda la Pagoda ha circa 2.500 anni ma più probabilmente fu costruita 1.000 o al massimo 1.500 anni fa. Nel Tempio ci sono numerose costruzioni che circondano lo stupa centrale; l’insieme di costruzioni decorate e dipinte è di grande effetto come l’atmosfera che regna all’interno di questa e tante altre Pagode. Altri tempi minori valgono la visita insieme al mercato generale (Zei) di Bogyoke Aung San dove potrete trovare tutto l’artigianato nazionale. Infine ci sono alcuni interessanti edifici costruiti durante il periodo coloniale che però versano in cattive condizioni.











Bella e significativa l'immagine della Pagoda sorvolata da uccelli, forse parenti molto lontani di Sosa e Susa, le "mie cornacchie"

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